Wake up
{ and draw with me }
Da qualche tempo Kairi fa sogni strani.
Non sono incubi e non
somigliano a ricordi, ma sono pervasi da quel vago senso di realtà filtrata
nella fantasia che è ciò che li rende strani,
che la fa svegliare senza fiato nel cuore della notte e le fa pensare che non
possono essere solo sogni.
Cominciano tutti con uno
specchio.
«Chi
sei?»
È
una domanda stupida, se ne rende conto; quello è il suo riflesso e non potrebbe
essere nessun altro perché ha i suoi
stessi occhi – occhi blu che si perdono nel blu del mare e sembrano vivere
nell’eterna attesa di qualcosa o, forse, di qualcuno. Eppure il riflesso ha un
sorriso diverso, una pelle diversa, e – davvero, è un pensiero così stupido – sembra una versione più
pallida ed evanescente di lei. Tende la mano verso quella lastra infinita che
forse è solo offuscata o forse distorce la realtà, ma la scopre così fredda che
il suo primo impulso è quello di ritrarsi. E il sorriso del riflesso si fa
triste.
«Chi
sei?»
L’aria
che la circonda è di una strana sfumatura a metà tra il rosa e l’azzurro, e la
sua voce la fa vibrare appena, ma il suono resta ovattato e il riflesso si
porta lentamente un dito alle labbra come per dirle che non c’è bisogno di
parlare. Per un istante resta così immobile. Quando torna a muoversi, stretto
tra le sue dita c’è un pennarello azzurro che prima non c’era. Un calore
improvviso nel palmo schiuso attira verso il basso il suo sguardo e le fa
scoprire la presenza di un secondo pennarello, rosso, nella mano ancora fredda
del contatto.
Guarda
di nuovo lo specchio e vede che è comparsa una scritta.
Da qualche tempo Kairi si estrania.
Selphie è preoccupata, è evidente che cerca ogni occasione per
rivolgerle una domanda che poi non pronuncia mai. I viaggi da casa a scuola e da
scuola alla spiaggia si svolgono in un innaturale silenzio perché Kairi non dice più nulla – non saprebbe cosa dire. Tutto
ciò che fa è disegnare, sui quaderni in classe, sulla sabbia bagnata e intonsa.
È sempre lo stesso
disegno: una ragazza di fronte a un vetro.
Quand’era
bambina la nonna le raccontava favole della buonanotte e storie di altri mondi,
e ce n’era una che le piaceva più di qualsiasi altra.
Specchio, specchio delle
mie brame...
Il
riflesso ha braccia e mani e dita bianche come la neve, ma con un solo pennarello
è capace di disegnare mondi interi. Per un po’ lei non riesce a fare altro che
guardarla affascinata, mentre la lastra infinita tra loro si colma di mari, di
montagne, persino di cieli e basta un colore a dare un senso a tutto; poi, a
poco a poco, il riflesso crea un prato e lei aggiunge qualche fiore, il
riflesso abbozza una nave e lei definisce le vele. Si ferma improvvisamente a
riflettere. Ha l’impressione di conoscere quel paesaggio.
Il
riflesso sorride sempre quel suo sorriso un po’ triste. Non riesce a impedirsi
di chiederglielo di nuovo, anche se è stupido e anche se non potrebbe mai
sentirla rispondere – anche se forse dopotutto non è un riflesso.
«Chi
sei?»
Il
riflesso scuote appena il capo e solleva anche l’altra mano contro il vetro,
premendo come per attraversarlo, per raggiungerla dall’altra parte. Lei posa le
dita là dove sono le sue e questa volta avverte un calore confortante,
familiare. Guarda quegli occhi così simili ai suoi e le torna in mente quella
favola, e anche questo è stupido, stupido ma inevitabile.
... chi è la più bella
del reame?
Da qualche tempo Kairi si sente diversa.
È una sensazione
indefinibile, che la coglie nei momenti più impensati e le mozza le parole in
gola, il respiro nel naso, i pensieri in testa. Ci ha messo un po’ per
delinearsi, ma lei sa che è nata quando sono cominciati i sogni.
Si sente come se le
mancasse qualcosa o, forse, qualcuno.
Un
giorno o una notte il pennarello rosso cade su un piano che potrebbe essere
pavimento quanto potrebbe essere terreno. Cade dopo aver tracciato in un’incerta
grafia al contrario una scritta dello stesso color rosso che somiglia troppo a
quello del sangue, il sangue che affluisce al volto del riflesso mentre il suo
sorriso si fa più triste che mai.
Voglio stare
con te.
Quel
giorno o quella notte il pennarello azzurro traccia in una sicura grafia al
contrario una scritta dello stesso color azzurro che somiglia simbolicamente a
quello delle lacrime, le lacrime che piovono senza suono sui pugni stretti di
quella che è la vera lei.
Non puoi
ancora.
Il
significato delle parole si perde da qualche parte dentro gli occhi bassi del
riflesso, dentro il pennarello che scende ancora a disegnare qualcosa di nuovo –
il viso di un ragazzo. La punta scivola via prima di tracciarne i lineamenti,
ma una nuova parola fiorisce sullo specchio che forse dopotutto non è uno
specchio.
Svegliati.
Poi
il viso del ragazzo s’illumina di uno sguardo blu come il cielo e di un sorriso
aperto come il sole–
–e Kairi
si sveglia urlando un nome che un istante dopo ha già dimenticato.
Da qualche tempo Kairi ha ricominciato a sorridere.
Di notte fa dei bei
sogni, buoni, colorati e silenziosi, in cui ritrova il qualcosa e il qualcuno
che ha perso e prende per mano persone di cui non le importa conoscere il nome –
sa chi sono, e questo le basta – e insieme si avvicinano a una lastra di vetro
infinita e usano pennarelli rossi e azzurri per disegnare su un’unica stessa
facciata mondi sconosciuti e indimenticabili.
Cominciano sempre tutti
con uno specchio.
Disegna con
me.
Finiscono la notte in
cui lei scrive una lettera a non sa bene chi.
Spazio dell’autrice
Il
prompt ‘specchio delle mie brame’ mi è stato
suggerito da Ilovewrite espressamente per una Kairi/Naminè, e io non la
ringrazierò mai abbastanza perché morivo dalla voglia di scriverne una.
Ok, sì, sono finita di nuovo sul nonsense – non posso farci niente, Naminè è perfetta per il nonsense! ♥ – ma spero si
intuisca che questa shot è una sorta di premessa al momento
in cui Kairi, in KH2, scrive una lettera a Sora (anche
se qui lascio intendere che potrebbe anche essere per Naminè)
e successivamente ricorda il suo nome. Essenzialmente ho immaginato che sia
stata proprio Naminè a volerla ricondurre a Sora e
quindi anche a se stessa, ergo potete interpretarla a vostro piacimento come un
missing moment o come una what
if.
Altra
e non meno importante fonte d’ispirazione è stato Draw with me (se non lo conoscete andate a guardarlo immediatamente)
sul quale non possiedo alcun diritto così come non ne ho su Kingdom Hearts.
E
niente, so che non è niente di che, ma così l’ho immaginata e così è venuta
fuori. Hope you liked it.
Aya ~