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Autore: LadyMaria    28/09/2012    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se Patrick Crawley non fosse realmente morto e fosse tornato vivo e vegeto a Downton proprio quando Mary cominciava a cambiar idea sul conto del cugino Matthew?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Suo cugino non le piace, nonostante tutti a Downton si ostinino a voler vedere in lui qualcosa di buono, lei non ci riesce. Solo suo padre sembra essere "felice" della loro nuova situazione. Come può esserlo in un momento tanto critico per lei? Lei! La primogenita dei Crawley, colei che dovrà, anzi doveva, ereditare Downton! Ma se la tenuta è vincolata non potrà ereditarla se non tramite un matrimonio di convenienza. - Oh ... - si ritrova a mormorare Mary chiusa nella propria stanza intenta a specchiarsi mentre dischiude leggermente le labbra e passa l'indice sulla guancia più rosea. -Perché Patrick ha avuto la brillante idea di imbarcarsi su quella nave? Sospira contrariata adagiando il mento sul dorso di entrambe le mani. Come se l'unica colpa di Patrick sia quella di esser morto! Il poveretto non può mica farci nulla, oramai! - A quest'ora avrei potuto essere la signora Patrick Crawley e soprattutto Downton sarebbe già stata mia ... - Uun rumore proveniente dal giardino cattura la sua attenzione e la induce ad alzarsi lentamente per raggiungere la finestra. Si avvicina con cautela gettando una rapida occhiata a quel che sta succedendo dabbasso. Nota la figura di Edith intenta a discutere con ... cerca di mettere a fuoco l'altra figura riducendo gli occhi a due fessure e solleva la mano sinistra per lasciare che l'indice e il medio carezzino il fine tessuto della tenda e ... - Sir Anthony Strallan?! - quasi lo esclama a voce alta attirando l'attenzione dei due che si trovano in giardino. Per fortuna che si è allontananta prontamente dalla finestra e rasentata contro il muro adagiando i palmi delle mani sulla parete. Si guarda attorno divertita pensando che: -un'occasione così non posso perderla davvero... - deve scende subito, per cui afferra il primo scialle nero che incontra ed esce dalla propria stanza per attraversare il lungo corridoio del piano superiore, incrociare la figura di sua sorella Sybil qualche passo più avanti, discendere lentamente le scale e ritrovarsi in breve all'esterno della tenuta. Ed ecco che, una volta fuori, si osserva attorno alla ricerca della figura della sorella e di Sir Anthony, ma ... con sua grande sorpresa non scorge più nessuno. Si ritrova a strabuzzare gli occhi mentre il naso si arriccia generando una buffa quanto contrariata smorfia sul proprio volto. -Che strano ... - torna a mormorare tra sé e sé -eppure dovevano essere .... - si volta appena per scorgere la figura del cugino che le si sta avvicinando. Socchiude gli occhi, li riapre facendoli roteare appena a causa della stizza mentre si ritrova a pensare - Oh, cielo ... cosa ho fatto di male per meritarmi questo? -, ma quando lui ormai è a pochi centimetri di distanza da lei ecco che il volto le si dipinge di un sorriso estremamente lezioso e falso, decisamente ipocrita. Il poveretto, dal canto suo, avverte una specie di timore nel ritrovarsi davanti la cugina, soprattutto ricordando il loro diverbio avuto a cena solo qualche sera prima. Tuttavia si sforza di sorridere imbarazzato, si toglie il cappello e comincia a dirle -Cugina Mary - adagia il cappello color blu scuro contro il petto e deglutisce con fatica nell'incrociare quei profondi occhi color nocciola -come state? - è l'unica domanda che la sua mente è riuscita ad elaborare per il momento e forse sarà anche una delle poche. Mary cerca di sospirare il meno possibile per non mostrargli la noia che avverte fino alla fine del proprio midollo nel ritrovarselo davanti e risponde con una voce altrettanto falsa -Decisamente bene, cugino Matthew. Vi ringrazio. Voi piuttosto ...- fa una breve pausa -come mai siete a Downton? - come se non avesse il diritto, in qualità di futuro erede, di recarvisi quando più gli aggrada. Ebbene nella mente di Mary questo diritto lui non ce l'ha e non dovrà nemmeno mai averlo o aspirare nell'ottenerlo. -Oh, ecco io ... - quasi si morde il labbro inferiore e abbassa gli occhi a causa dello sguardo severo di lei - non ho nessun motivo in particolare - è costretto ad ammettere - mi trovavo nei paraggi e mi ricordavo che Lord Grantham mi aveva detto, qualche giorno fa, di fermarmi a Downton uno di questi pomeriggi liberi - abbozza uno dei suoi sorrisi, uno di quei sorrisi decisamente dolci e decisamente fuori luogo. Mary lo osserva come un predatore osserva la propria preda, con occhi feroci e quasi privi di umanità. Si ritrova a sorridere fingendo che il discorso di lui le interessi per poi declamare - Allora sarà sicuramente felice di vedervi ... - e nella mente della ragazza questo significa: Spero che sarà estremamente felice nel volermi lasciare in pace recandosi da papà. Ma suo cugino non pare averne tutta l'intenzione, infatti risponde prontamente che: -Beh, non ho fretta. Posso accompagnarvi ovunque foste diretta, se vi fa piacere ... - e il tono gentile con cui glielo chiede non fa altro che mettere una gran stizza addosso alla povera Mary. -Oh, ma io non ero diretta da nessuna parte, cugino Crawley. - segue un altro dei suoi sorrisetti forzati : -stavo solo - deve inventarsi una scusa, e deve farlo alla svelta - cercando Edith - mezza verità, può essere sufficiente. -Allora volete che vi aiuti a cercarla? *- domanda mantenendo sempre il suo solito tono cordiale e affabile. Al che Mary è costretta ad accettare nella speranza che papà Robert venga, presto, a reclamare il suo piccolo "trofeo" di erede. Ed eccoli che si ritrovano l'uno al fianco dell'altra mentre percorrono il vialetto che costeggia il perimetro del giardino. Cala un silenzio imbarazzante che lui non sa come sciogliere e che lei non si sogna nemmeno di spezzare. Per fortuna che il primo a parlare è proprio il cugino, tentando di farsi coraggio inizia a dire : -Sapete la piccola discussione che abbiamo avuto l'altra sera mi ha fatto riflettere e sono giorni che mi tormento con una domanda alla quale non so ancora dare una risposta ... - Mary, che cammina pensando ai fatti propri come solitamente fa, totalmente assorbita da altro si volta lentamente non appena sente quella frase pronunciata dal cugino - Ebbene? Vi ascolto ... - Dio solo sa cosa si inventerà stavolta per intrattenere una conversazione con lei. Evita di sbuffare solo perché risulterebbe poco educato e lei ci tiene a dismostrargli quanto gli sia nettamente superiore. - Quando avete parlato di Andromeda e Perseo ... ricordate? - al cenno di assenso di lei si sente incoraggiato per continuare il proprio discorso. -Vi piace dunque la mitologia? Abbastanza, oddio ... - inizia a dire lei strabuzzando appena gli occhi - mi ricordo qualcosa di quello che ho imparato molto tempo fa. Niente più di questo. - -E vi piacciono altre storie oltre a quella che avete citato l'altra sera? - la segue passo dopo passo, benché lei sembri aver accelerato il proprio con l'intento di lasciarlo indietro. Non ci crede, sicuramente ha pensato una cattiveria perché sua cugina Mary non lo allontanerebbe mai di proposito. Evita di osservarlo perché la propria espressione comincia a diventare veramente contrariata e si limita a rispondergli che: - Oh, sì e molti .... - mentre tuttavia pensa - Ma si tratta di un interrogatorio per caso? Che cosa spera di ottenere? Delle scuse? Tsk... non le avrà mai da me ...- -Oh - esclama mentre nemmeno si accorge che si stanno inoltrando sempre di più nel cuore della tenuta * ad esempio? * Finché non gli parlerà di qualche mito non la lascerà in pace! Di questo ormai ne è sicura. -Per esempio ... - finge di pensarci e pronuncia i primi nomi che ricorda -Orfeo ed Euridice.... - l'espressione di Matthew è totalmente neutrale, così tanto che Mary sospetta che sia veramente ignorante sull'argomento per cui continua a dire: -il famoso cantore che discese negli inferi per recuperare la sposa, ma le divinità infernali gliel'avrebbe restituita ad una condizione sola ... - la interrompe bruscamente, perché leggermente sovrappensiero altrimenti non si sarebbe permesso mai, per dire - che non doveva voltarsi a guardarla finché non si fossero trovati fuori dall'Ade - annuisce appena incrociando le mani dietro la schiena le cui dita reggono nervosamente il cappello. -Oh, la conoscete allora ... - in effetti è decisamente stupita. O suo cugino possiede una cultura che lei ignora o semplicemente ha avuto una sfacciata fortuna per il semplice fatto che Mary ha scelto una storia che lui già conosceva bene. -Sì, di qualcosa mi diletto anch'io - ammette tornando a sorriderle di nuovo. -Ecco vostra sorella - indica sollevando il braccio per mostrare a Mary una piccola macchia di color bianco non molto lontano da loro. Tuttavia Mary nota che sua sorella è sola, Sir Anthony non c'è. Che senso ha tormentare Edith in solitudine? Sir Anthony rappresentava la sua seconda valvola di sfogo. La voce del cugino la ridesta, come sempre, dai propri pensieri . -Beh, allora visto che avete trovato ciò che cercavate io credo di dovermi congedare. Vostro padre non mi attende, ma credo di dover andare da lui.- -Oh, sì sì certo - meglio parlare con Edith che con lui - dovete assolutamente andare *- ripete con un tono di voce decisamente troppo convinto. -Arrivederci cugino Matthew e grazie dell'aiuto.- Giusto per illuderlo che la sua compagnia le sia veramente servita a qualcosa - Grazie a voi, cugina. - sta per voltarsi e incamminarsi sulla strada del ritorno quando torna a fissarla di nuovo e con tono titubante mormora che - sono contento che stiamo cominciando ad essere amici.- -Oh, non sapete quanto lo sia io!- sembra che voglia dire l'espressione della ragazza mentre dalla sua bocca esce tutt'altra frase * Beh, direi che siamo un po' costretti cugino .. non si può vivere per sempre in uno stato di guerra perenne... no, le persone normali non possono, ma Lady Mary sì. Totalmente spiazzato per quella risposta in parte arrogante e in parte nient'affatto piacevole si limita a distogliere lo sguardo amareggiato da quello spavaldo della cugina, abbozza un sorriso e le dà le spalle - Cercate di non voltarvi come fece Orfeo potreste non rivedermi più - e adesso è lui che si ritrova a pensare adirato - Sarebbe forse questo un male?-
  
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