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Autore: Cara_Sconosciuta    12/04/2007    7 recensioni
Eva e Marco giocano a fare i Cupido della situazione, quando si accorgono che tra i loro due migliori amici è nato qualcosa di davvero speciale...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUARANTENA

DISCLAIMER: Tutti i personaggi citati nel racconto non mi appartengono (Carlo escluso), ma sono parte della fiction “I Cesaroni”. La storia non è scritta a fini di lucro.

QUARANTENA

“Non esistono amori impossibili ma solo innamorati pigri”

“EvaEvaEvaEvaEvaaaaa!”

Mi volto e vedo un Walter trafelato che corre verso di me con lo zaino buttato a testa in giù su una sola spalla e il casco appeso all’altro braccio. Arrivato a destinazione, si appoggia pesantemente a Marco, che sta accanto a me.

“Aho, Eva, ma che c’hai, il cotone nelle orecchie? E’ da quando semo usciti dalla classe che te chiamo! Te devo parlà: questione di vita o di morte!”

“E aspettà’n cortile te cambiava l’esistenza?” Chiede Marco, scherzando.

Il suo amico, però, stranamente, non sembra in vena di scherzare.

“Ahah, Marco, proprio simpatico sei. Vedi? Me sto a rotolà sul pavimento dalle risate. Non ho aspettato’n cortile perché là ce sta sempre’n rompipalle che de nomea Marco Cesaroni ad accompagnà la sorellastra sua e io lo volevo evitare, ma me sembra che è stato inutile, visto che il suddetto pure qua sta. Mo’ levati dalla palle, va’, che devo parlà’n minuto con Eva.”

“Va bene, va bene, non ti scaldare. Eva, ti aspetto fuori.”

“Ok, ciao Marco!”

Mi volto verso Walter, senza sapere bene se devo essere preoccupata o divertita.

“Allora, che succede?”

Walter prende un profondo respiro e poi attacca.

“Dopo lunghe e accurate riflessioni sono giunto a questa conclusione: Veronica mi odia.”

Lo guardo un po’ stranita: che c’entra ora Vero? E poi dai, non è possibile che lo odi! Sono amici da una vita!

“E cosa ti avrebbe portato a questa sofferta conclusione?”

“Vero mi evita da più di due settimane.” Dichiara solennemente. “Ultimamente ce trovavamo spesso da me a studià…”

Lo guardo storto. Lui alza gli occhi al cielo.

“Ok, a fa finta de studià, ma fa lo stesso. Mo’ più de due monosillabi con me non spiccica!”

“Ma dai, non è che esageri?”

In realtà anche io ho notato che Vero è un po’ fredda con Walter ultimamente. Non è che ci abbia fatto molto caso…cioè, Veronica è sempre stata un po’ lunatica….ma è anche sempre stata mlto amica di Walter. Vabbè, bisognerà che ci parli.

“A Eva bella, Eva cara…. Non è che ce puoi parlà te? Sai, tra donne….”

Ecco, appunto.

“Va bene, dai, Walter, non ti preoccupare. Vedrai che te la rimetto a posto io. Adesso vado, ciao!”

“Ciao Eva….e grazie!”

In una mossa tipicamente da….Walter, si butta ginocchia a terra e si inchina tipo musulmano in preghiera.

“Eva Cudicini sei unica!” Grida, mentre io mi allontano.

Peccato che, proprio in quel momento, passi Stefania. Da dietro la preside tira un calcio nel sedere al proprio figlio, che finisce a gambe all’aria.

“Walter, ma che sta a fa?”

Lui si volta, più sorpreso che altro.

“Sto a ringrazià Eva.”

“E non lo puoi fare come tutte le persone sane di mente?”

Stefania lo prende per un orecchio e lo costringe ad alzarsi.

“AhioAhioAhio! Mamma!”

“Mamma un corno! Vieni via, va’. Ma che ho fatto io per meritare te e tuo padre, eh? Che ho fatto, mi piacerebbe sapere!”

Si allontanano verso la presidenza, mentre io, ridendo, raggiungo Marco in cortile.

Veronica abita abbastanza vicina a casa mia, quindi ci vado a piedi, così mi faccio pure una passeggiata e ho un po’ di tempo per pensare.

Mi piacerebbe proprio sapere che accidenti sta passando per la testa della mia amica in questi giorni.

Conosco Vero da abbastanza tempo per essere certa che non eviterebbe mai Walter senza un motivo, specialmente perché è l’unico che le dà sempre corda nel combinare i suoi casini.

Una mezza idea del perché di questo suo assurdo comportamento ce l’avrei, ma non voglio azzardare nulla….anche perché Vero sarebbe capace di buttarmi fuori di casa a calci.

Ok, eccomi qua. Suono il campanello.

“ARRIVO!!!!”

Urla Veronica da dentro. Sento che scende le scale di corsa con la leggerezza di una mandria di rinoceronti e mi apre la porta quasi in tuffo.

“Eva! Che sorpresa! Vieni, vieni, entra!”

Entro e mi siedo al tavolo, mentre Veronica si accomoda SUL tavolo.

“A che devo l’onore de avè la principessa Cudicini nella mia umile dimora?”

“Sono in missione.”

“Ah sì? E chi te manda?”

“Un certo signor Masetti…” Prima che Vero possa dire qualunque cosa, continuo. “Sai, è sicuro che tu lo eviti e io avrei voluto convincerlo del contrario ma, guarda un po’, non ci sono riuscita.”

Vero ridacchia ma la sua risata mi fa quasi paura da quanto è nervosa.

“Io eviterei Walter? E daje, Eva, fammi il piacere! E sì che lo conosci bene: oramai dovresti sapere che più che cacchiate non dice!”

Sospiro.

Morire se ci fosse una volta che parlare con Veronica è facile! Forza, Eva, sii forte per Walter…. Anche perché sennò quello non mi lascia in pace più!

“Normalmente avresti ragione: è raro che Walter dica qualcosa di sensato, ma stavolta sono d’accordo con lui. Che ti è preso, Vero? Lo eviti come se avesse la peste! Avete litigato?”

Veronica salta giù dal tavolo e inizia a camminare avanti e indietro.

Mi viene quasi da ridere, perché mi ricorda un sacco quei padri ansiosi in attesa nelle sale d’aspetto degli ospedali in TV. Quello di ieri a “Grey’s Anatomy”, per esempio, era uguale! Poi è arrivato il dottorino figo…sì, vabbè, Eva, torna sulla terra, va’!

Guardo la mia amica, probabile vittima di un’imminente crisi di nervi, che non sembra intenzionata a farmi avere vita facile oggi.

“Vero….?”

“No, no, non abbiamo litigato… Ah, Eva, se te dico che c’ho te metti a ride, te metti! E poi me tocca chiamà pure l’ambulanza perché me vai in crisi respiratoria.”

“E dai, Vero, che può mai essere di tanto tremendo da mandarmi in ospedale dal ridere?”

Veronica si ferma, respira profondamente, biascica qualcosa di incomprensibile e poi riprende a camminare.

“E io dovrei aver capito quello che hai detto?”

“Ah, Eva, te l’hai voluto, eh?E non dire che non t’avevo avvisata!”

Dio, che pazienza….Cosa non si fa per un amico…

“Mi assumo le mie responsabilità. Adesso parla: perché eviti Walter?”

“Sto in quarantena.” Dice Veronica, come se fosse la risposta più logica del mondo.

“In quarantena? Vero, ma che, sei scema? Walter mica è malato. Cioè, forse un po’ nel cervello, ma quello non te lo può attaccare: o ci nasci o niente.”

“Ah, bella, Eva, che te devo dì? A me quello qualcosa m’ha attaccato perché io prima ‘ste farfalle non ce l’avevo!”

Mi sa che non ho capito bene….chiariamo.

“Cos’è che non avevi?”

“le farfalle, Eva. Che, sei sorda?”

E’ la seconda volta che me lo chiedono oggi….mi sa che mi devo far vedere….

Comunque ora non capisco più definitivamente niente.

“farfalle?”

Vero sembra spazientita….figurarsi io!

“Sì, Eva! Quelle stronze di farfalle nello stomaco!”

Dentro di me scoppio a ridere…. E fuori invece anche.

Direi che la mia mezza idea era giusta al 200%!

“E che ti ridi, adesso? Lo sapevo, io, che non ce dovevo parlà con te! Tornatene da Marco tuo, va’, che non me serve una che ride di me!”

“Vero, Vero, scusa!” Cerco di smettere di ridere e ottengo un discreto successo. “ E’ solo che fai una tragedia per una cosa bella come…”

“Non lo dire!”

“Che cosa non devo dire?”

“Quella parola!”

“Quale parola?”

“Quella! Non osare dirla!”

“Amore?”

“Eva, mo te ammazzo! Ti avevo detto di non dirla!”

“Ma scusa, Walter ti piace, e allora? Dov’è il problema?”

“Il problema è che lui non mi piace! Non mi può piacere Masetti, chiaro?”

Vero sembra una furia, non sta ferma un attimo ed è rossa come un peperone.

“Scusa, ma perché non ti può piacere?”

Veronica si ferma un secondo e mi guarda.

“Beh perché… Ma perché Masetti è Masetti, no? Io non sono una tipa…da Walter!”

“Scusami tanto, ma non riesco a immaginare una più ‘da Walter’ di te. Andate d’accordissimo e vi piacciono pure le stesse cose…”

Veronica alza un dito minaccioso davanti a me, interrompendomi.

“Cudicini, io manco morta me metterei a fa’break dance’n cortile a scuola per il semplice gusto de fa l’idiota! Anche se…” La sua espressione si addolcisce, le brillano gli occhi e, per un momento, è tutta un sorriso. “Anche se a lui je riesce proprio da Dio…”

Sorrido: Veronica innamorata è uno spettacolo che mi mancava.

Non appena si rende conto di ciò che ha detto, torna tutta seria seria e mi volta le spalle.

“Aho, mo non te mette’n testa strane idee, eh! Questo mica vuol dire che mi piace.”

Pausa.

Si volta di nuovo verso di me, con gli occhi così grandi da sembrare un cuccioletto impaurito.

“….oppure sì?”

Mi stringo nelle spalle come a dire “prova un po’ a pensarci.”

Vero si lascia cadere su una sedia con gli occhi chiusi e le mani immerse nei capelli biondi.

“OddioOddioOddio…. Eva, ma ti rendi conto della portata della catastrofe a cui la mia reputazione sta andando in contro?! Voglio dire, Masetti! Mi piace Masetti…. E pure tanto! Eva, che faccio? Che devo fa’?”

“E, Veronica, che vuoi che ti dica? Parlaci, no?”

Vero mi guarda con tanto d’occhi e non dice niente.

Miracolo!

Veronica è senza parole!

Mi avvicino e le passo un braccio intorno alle spalle.

“Sai, secondo me anche Walter ha un debole per te, da quanto era preoccupato oggi…” Ignoro il suo sguardo scettico e proseguo. “Ho un’idea e se Marco ci aiuta siamo a cavallo. Lo chiamo subito!”

Tiro fuori il cellulare, mentre Veronica affonda il viso tra le mani.

“Oh, Signore…..Se mo ce se mette pure Califano…. Ah’ Vero….è proprio la fine!!”

DIECI MINUTI DOPO A CASA CESARONI

“Ok, Eva, va bene….sì, ora lo chiamo…sì…sì…”

DIN DON

“Eva, te devo lascià, suonano alla porta. Ciao. Sì, vedrai che lo convinco.”

Attacco e vado ad aprire. A momenti ce rimango secco per quello che mi ha detto Eva. Cioè, io non mi ero accorto proprio di niente. Ma, d’altronde, quando mai sono stato io il primo a vedere certe cose?

Apro la porta.

Toh, parli del diavolo e ti spuntano i Masetti.

“Ciao Wa…”

“Marco, amico, fratello, te me devi aiutà!”

Walter entra in quella che, oramai, è anche casa sua, va in cucina e prende una lattina dal frigo senza nemmeno guardare che cos’è.

“Marco, me so preso ‘na sbandata peggio de quella che…Puah! Ma che è sta roba?”
”Birra d’orzo. La beve Gabriella.”

La facci schifata del mio migliore amico sarebbe da fotografare: la foto non avrebbe prezzo!

“Sì, vabbè….certe schifezze dovrebbero essere messe fuori legge…Comunque stavo dicendo che me so’ preso ‘na sbandata peggio de quella che ch’avevo per Eva, e non indovinerai mai per chi.”

“Veronica.”

Walter è la delusione fatta persona.

“Guarda, non ti chiedo nemmeno come fai a saperlo…. Solo’na cosa te chiedo: me odi? Già so’ sconvolto de mio, se me odi dimmelo chiaro e tondo!”

“E perché ti dovrei odiare?”

“, Marco, te arrivo con una notizia bomba…e te me la disinneschi proprio sul più bello!”

Sospiro….Walter è sempre Walter.

“Comunque, sottospecie di rovina-notizie-shock, me serve una delle romanticherie tue per dirle che me piace. Me la dai una mano?”
Capisco di essere inopportuno, ma scoppio a ridere.

“Tu vuoi fare il romantico?”

Walter mi guarda torvo.

“Quando hai finito de pijarme per il culo….”

“Ok, ok, scusa…E’ solo che non ti ci vedo.”

“Eh, manco io me ce vedo! Ma non so che altro fare. ‘Nsomma, già me evita e non ho la più pallida idea di che le ho fatto…”

“Sì, ho capito, vuoi fare bella figura. E che ne so, Walter? Te pare che io a conquistà Eva ce sono riuscito? E poi hai mai pensato che magari Vero ti evita proprio perché je piaci?”

Walter mi guarda come se fossi un bambino stupido.

Se sapesse la verità….. Così, però, è più divertente! Una volta che non sono io l’innamorato perso, me la voglio godere un po’!

“Marco, te sei ubriacato con la birra de orzo? Quella manco de striscio me fila! E’ per quello che me servi! Dai, Marchino… un’idea piccola piccola…”

Oh, non s’arrende mai! Alla fine decido di cedere.

“Beh, che ne dici di scriverle una canzone?”

Walter scuote la testa.

“’Na canzone io? L’unica cosa che so fare è il rap… e lei va in giro con le magliette con scritto ODIO FABRI FIBRA e IL RAP è LA CARICATURA DELLA MUSICA!”

“Eh, lo sapevo io, che a te non t’andava bene niente! Vediamo…che e pensi di portarla in un posto carino, magari vicino a Trinità dei Monti, o in un localino di Trastevere…insomma, qualcosa al di fuori dei quattro ristoranti qui alla Garbatella.”

“Vedi, questo implicherebbe due cose: uno: avere dei soldi. Due: che lei accetti de uscì con me. La prima è risolvibile: me li presti tu, ma per la seconda…”

Sto per ribattere che io non gli presto proprio un bel niente, quando mi viene in mente l’idea di cui Eva mi ha parlato.

Eccola lì, la soluzione.

“Ascolta, Romeo….e se il romanticismo lo lasciassimo perdere? Credo de avè qualcosa più nel tuo stile.”

Il mio amico mi guarda: pende dalle mie labbra.

“Parla, Cesaroni.”

“Allora, tu domani, all’intervallo, vai da Vero e le dici che hai voglia de fa’ due chiacchiere.”

Walter fa per parlare, ma lo blocco.

“Vedrai che accetta, uomo de poca fede: je piace parlà con te. Comunque, ad un certo punto la butti lì per scherzo. Tipo: sai, prima stavo a pensà, ma ce vedresti a noi due’nsieme?”

Piano piano Walter inizia a sorridere.

Mi sa che Eva ha fatto centro.

“Me piace…continua, continua!”

Io e Marco arriviamo a scuola leggermente in ritardo a causa di un improvviso malore della macchina di mamma.

Marco ha parlato con Walter, quindi non ci dovrebbero essere problemi.

Come entro, Vero mi salta addosso.

“A bella, Eva! Ma dov’eri, eh? C’ho ‘na paura folle, io, e te ce metti pure te! Eva, io nun ce la faccio! Me viene ‘n attacco de cuore, me viene!”

“Beh, vorrà dire che morirai tentando.” Ammicco verso Walter, che parla animatamente con Marco dall’altra parte dell’aula. “Dai, vale la pena di soffrire un po’ per lui, no?”

Vero guarda “il suo Walter” e le torna lo sguardo innamorato di ieri.

Cavoli, è proprio cotta! Mi sembra….me….

In quel momento Carlo, un nostro compagno, dà l’annuncio che la prof di mate è malata e che, quindi, la prima ora è buca.

Io e Marco ci guardiamo e ci capiamo al volo: che bisogno c’è di aspettare l’intervallo?

“Vero… vai ora!”

“Ora?!” Nei suoi occhi c’è qualcosa di molto simile al panico. “No, no, Eva, non ce la faccio!”

“Sì che ci riesci! Dai, Vero, non hai mai avuto problemi a parlare con i ragazzi!”

“Sì, ma che c’entra! Lui è diverso, lui è…”

“Ciao Eva, ciao Vero. Che, non è che una de voi c’ha ‘na caramella?”

E’ Walter che, sorridente e visibilmente nervoso, s’è piazzato tra me e la mia amica, mandando un chiaro messaggio: Eva sparisci.

Eseguo immediatamente.

“Ce l’ho io, Walter, vado a prenderla.”

Faccio l’occhiolino a Veronica e mi allontano. Insieme a Marco mi metto in un angolo da dove posso seguire bene la scena. Lo so che non si dovrebbe fare…..ma a quel paese le regole, una volta tanto!

“Allora…Walter…come…”

“Mah, bene…mo te faccio ride’….sai che me stava a dì Marco ‘n attimo fa?”

“No, che t’ha detto?”

Walter ridacchia come un deficiente….ma anche io sono così impedita a parlare con chi mi piace?

Boh…

“Mi stava dicendo che ce vedrebbe bene’nsieme, a me e a te.”

“No, davvero?! Mai sentita’na roba più assurda…”

“Già…”

“Già…”

“Allora…. Vado a vedere se Eva la sta a fabbricà, la mia caramella….”

No, no, Walter, che fai?!

“Sì, ok…ciao.”

“Ciao….”

Walter si volta e inizia a camminare, ma poi si blocca e, con mio grande sollievo, torna indietro.

“Senti, ma…”

“Sì?” Una corda di violino è più rilassata di Veronica in questo momento.

“Ma per te c’ha ragione Marco? Cioè, è poi così assurdo?”

“Beh, ‘nsomma….”

“No, perché io… Oh, nun me picchià, ma me sa tanto che io de te me so’nnamorato davvero…”

A Vero sorridono anche le orecchie.

“E quando mai Califano c’ha ragione?”

Walter sorride, per poi chinarsi a dare a Veronica un bacio veloce, timido. Poi, però torna il Walter di sempre e l’abbraccia forte, sollevandola da terra e facendo così un paio di giri su se stesso.

Veronica ride e si lascia stringere….e intanto mi guarda e mi strizza l’occhio.

Io e Marco sorridiamo: missione compiuta!

Ora manchiamo solo noi…

“Eva?” Mi chiama Marco. “Senti….ma a noi due ‘nsieme…..come ce vedi?”

fine

   
 
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