Akira, in
vita sua, non si era mai preoccupata per una cosa del genere.
Mai.
Di cero non
avrebbe iniziato ora.
Ma per
favore!
Eppure …
Cominciava a credere di essere diventata gelosa di un videogioco.
Tutto questo per un videogioco~
Il diario di Akira – Parte uno
Caro diario,
Sono di
nuovo io, Akira.
Anche oggi
è stata una giornata piena di avvenimenti, questa volta, però, ti scrivo per un
motivo diverso.
Sono
preoccupata.
Ci
conosciamo da un sacco di tempo, sei il mio migliore amico, sai tutto di me, ma
quello che sto per raccontarti credo sconvolgerà anche te.
Mi vengono
i brividi al solo pensiero.
La mia
preoccupazione è comunque seria e sensata perché un ragazzo di ormai sedici anni non può giocare al nintendo 24 ore su
24.
Per il
momento, la teoria più sensata che mi è venuta in mente, sostiene che l’intelligenza
di Karino si sta a poco a poco riducendo.
All’inizio
non avevo dato molto peso alla questione ma ora… non so seriamente a cosa
pensare.
È
cominciato tutto lunedì scorso quando, come tutti i giorni, sono entrata nella
serra con la mia migliore amica Hikari.
Stavamo
parlando dei progetti per il prossimo fine settimana.
Non era
ancora arrivato nessuno, o almeno questo era quello che credevo, visto che
dall’interno dell’edificio non proveniva alcun rumore.
Eppure non
eravamo in anticipo.
All’inizio,
appena entrata nella serra, mi era sembrato di intravvedere qualcosa seduto al
posto di Tadashi Karino e ne ebbi la conferma quando Hikari gridò:
“Ciao,
Tadashi! Tutto a posto?”
A me non
sembrava per niente a posto, i suoi capelli erano scompigliati (più del solito
intendo) e due occhiaie nere si allungavano sulle sue guance.
“Certo
Hikari!” aveva comunque risposto.
“Cosa stai
facendo?”
Avevo
guardato, curiosa, anch’io e tra le sue mani avevo visto uno strano oggetto.
Una console.
Questa era
certamente una novità per me, non lo avevo mai visto giocare con un oggetto
tanto infantile.
Perché
quella è roba da ragazzi di prima o seconda media… non di più.
Hikari, nel
frattempo, si era seduta a fianco al ragazzo il quale aveva iniziato a
raccontarle del suo nuovo migliore amico Ashi e del suo Pichuka viola (?).
“È
semplice, nel gioco sei un omino e devi duellare con altri Pokemon.”
Alla fine
le aveva persino proposto di giocarci insieme dopo scuola.
Secondo te
dovrei chiamare qualcuno?
Voglio
precisare che a me non importa nulla di quel gioco “Pocemon” o come si chiama,
può fare quello che vuole.
E non sono
neanche gelosa di Ashi.
Io sono
preoccupata.
Soprattutto
per il fatto che lo ha acquistato da uno strano signore con il cappuccio che
aveva in mano una valigetta piena di giochi per Nintendo 3Ds e che è
completamente in spagnolo e lui l’unica parola che sa in quella lingua è
“Hola”.
Ha
addirittura confessato di averlo pagato solo uno yen.
E io dovrei
stare tranquilla.
Ma per
favore!
Ho bisogno
del parere di qualcuno.
Peccato che
Hikari si sia “coalizzata” con quel malato mentale –devo fare qualcosa al più
presto prima che inizi anche lei-, credo che parlerò con Megumi.
Anzi, corro
immediatamente a casa sua, non c’è tempo da perdere.
Noi ci
risentiamo domani, grazie mille per l’aiuto.
Ti voglio
bene.
Baci,
Akira.
Non fucilatemi, linciatemi o altre cose!!
(Ma che bel nome per il mio angolino :’D)
Avevo bisogno di ridere un
po’, tutto qui ^o^
*Le lanciano addosso di
tutto e di più*
Devo aggiornare le altre fic
ma … Abbiate in pazienza, l’ispirazione è andata in crociera, io ho un sacco di
compiti e questi pichuka non mi facevano studiare O.O
Bestiale (?)!
Comunque tornando alle cose
serie (quali cose serie?) spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, sarà una
mini long fic di tre o quattro capitoli.
Ma chi voglio prendere in
giro, questa fic vi avrà fatto cadere i pantaloni (??)!!
Okei, torno alla mia adorata
matematica.
A prestoH,
kisses
Kahori-chan.