Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Lost Girl    07/10/2012    2 recensioni
Beh, che dire... chi non ha mai sognato di baciare Michael Jackson? E' il re del pop, ha un amore sconfinato e, francamente, è un "gran figo", come si suol dire xD Ho provato a immaginarmi un suo bacio pieno d'amore, spero di essere riuscita a farvelo immaginare. Ovviamente, non sarà un bacio buttato lì, ma ci sarà tutto un contesto e una storia intorno. Quale? Beh, cliccate su "Last Kiss" e ci sono buone provabilità che lo scopriate ;)
La storia di un amore che supera qualunque flash da paparazzo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One Shot: Last Kiss

Erano passati due anni da quando ci eravamo messi insieme. Due anni. Non credevo possibile che una ragazza come me si potesse mettere con... lui. Non perché era Michael Jackson, ma perché lui era talmente buono che sembrava impossibile che avesse scelto una come me. Una come me... già. 
Voi non sapete la mia storia, ma lui si... ed era incredibile come l'avesse presa bene. Avete presente quelle secchione che studiano dalla mattina alla sera, hanno una migliore amica o un gruppo di amici, va in vacanza al mare e si diverte tantissimo? Ecco, scordatevela. Cioè, mi divertivo tantissimo anche io, ma in maniera un po' diversa. Provate a immaginare una ragazza con i genitori che si tradivano a vicenda, mentre io ero in casa. Una mega villa, si intende. Mamma e l'amante da una parte, e mio padre e l'amante nell'altra. Ma facevano finta di non sapere niente l'una dell'altro perché volevano continuare a divertirsi e, da sposato, puoi avere tanti amanti e lasciarli per "No, c'è il rischio che lo venga a scoprire". Comodo, no? *Grazie* a questa situazione, ero sempre abbandonata a me stessa. I 4 a scuola erano diventati una quotidianità, a casa bevevo alcool davanti a programmi vietati ai minori... e avevo solo 15 anni. A 17 avevo iniziato ad avere rapporti fisici. E continuai a lungo, credetemi. Ma fu lui a prendermi e a portarmi via da quella vita del cavolo. Nella vita non avevo mai fatto nulla di buono: più di tre ragazzi contemporaneamente, quattro anni bloccata in terza media e cinque al quinto superiore (alla fine, avevo convinto i miei a comprarmi il diploma perché non ne potevo più). 
Avevo iniziato ad andare per locali a 16 anni, e probabilmente fu una fortuna incontrare Franz. In un certo senso, fu lui a portarmi dritta dritta tra le braccia di Michael. Aveva dei brutti giri e mi convinse ad aiutarlo, e una sera provai a venderla a quel meraviglioso uomo che declinò con un sorriso. Era a Las Vegas e suonava in un gruppo: i Jackson 5.  
Sinceramente, ora come ora non augurerei a nessuno la mia vita prima di Michael. A tutti i ragazzi che vedo raccomando di studiare e di non farsi ingannare da sostanze stupefacenti e alcool che portano solo guai. Certo, una nottata in discoteca ogni tanto si puo' anche fare, ma invece di sprecarla a rovinarsi il cervello sarebbe meglio usarla per divertirsi con gli amici e ballare finché le scarpe non si bucano.
Passarono tanti anni prima di ricontrare quel ragazzo. Dopo il nostro primo incontro, smisi di bere, fumare e tutto il resto. Lui mi aeva fatta divertire come non mai con battute, balli e canzoni: mi fece capire che io non mi divertivo, io credevo di divertirmi.
Quando lo rincontrai, aveva 46 anni e io 44. Non mi ricordo nemmeno come facemmo a riconoscerci. Ma fu lui a venirmi incontro e a dirmi se mi ricordavo di quella sera. Come dimenticarselo? Avevo passato tutto il tempo a ripensare a quegli occhi color cioccolato, alla sua voce flebile e dolce.
Passammo tanto tempo come migliori amici, il migliore amico che non avevo mai avuto perché non me l'ero mai meritato. Due anni dopo, convolammo a nozze. Inutile dire che fu anche il miglior marito del mondo. Che chiunque avrebbe anche potuto solo sognare.
Il 24 giugno, quando tornò dalle prove, ci sedemmo vicini. Eravamo sul letto, seduto sul bordo lui sembrava stanco e malato, terribilmente malato. Gli accarezzai una guancia, lui prese la mia mano e ne baciò il palmo, sorridendo. 
"Sei stupenda..." mormorò, voltandosi verso di me. Arrossii, era di una dolcezza unica. "Ti Amo" Sussurrai a mia volta. Lui sorrise ancora di più e rividi il sorriso che mi aveva rivolto quando declinò il mio invito a comprare quella roba, vent'anni prima. Mi mise una mano dietro la nuca e mi spinse lentamente verso di lui, mentre si avvicinava.
Mi persi nei suoi occhi e nelle sue labbra. Inutile dire che sensazione più incantevole non l'avevo mai provata. Se non nei suoi baci precedenti, è ovvio. Ma questo fu sensazionale. Mi fece sentire incredibilmente protetta. Mi avvolse in un insieme di musica e sentimenti, senza futili parole. Le nostre labbra si incontrarono a metà strada e le nostre lingue si intrecciarono poco dopo. Tutto il male che avevo dentro di me, lasciò perdere la battaglia persa contro quell'uomo e uscì, mentre tutto il bene che mi stava mandando Michael entrò dentro di me tramite quel contatto. Un'estasi paradisiaca. Lui mi fece dimenticare che ultimamente ci vedevamo poco per via delle prove, e mi fece dimenticare che era da tanto che non ci baciavamo così. Strinsi i suoi riccioli fra le mie dita, mentre lui sorrideva. Sì, riusciva a sorridere durante un bacio. Era strepitoso. Le nostre labbra di muovevano dolcemente le une sulle altre, mentre i nostri nasi si sfioravano come a scambiarsi le fusa. Aveva le mani incredibilmente delicate mentre mi premeva lentamente sulla nuca e, con l'altra, mi accarezzava la guancia.
Ci staccamo un attimo e mi guardò negli occhi, mentre una scintilla li fece brillare. Era contento come un bimbo quando riceve le caramelle dopo che ha fatto i pianti per averle. Sembrava... un angelo. Proseguimmo quel bacio, senza che nessuno dei due riprendesse la cognizione del tempo.
Infine, andammo a dormire. Io avevo ancora il suo sapore sulle mie labbra, e le sue mani sul mio viso. Lui, andò a dormire sorridente, un sorriso innocente. Uno di quelli che fa tenerezza anche solo a vederli in fotografia. Gli accarezzai una guancia non appena si lasciò andare al sonno.
Il mattino dopo, piansi più lacrime di quante una donna ne possa piangere. Mi aveva lasciata, per sempre. Nulla poteva riportarmelo indietro, ma non era stata colpa sua. Probabilmente, aveva iniziato a morire durante le prove. Tornava a casa stanco e il dottore gli iniettava potenti anestetici per permettergli un sonno tranquillo. Ma quella mattina ne prese troppi. Non ce la fece. Aveva resistito tanto, ma un uomo di cinquant'anni con delle malattie gravi come lo erano le sue era stato fin troppo grande e forte. Sapete, ogni volta che ora guardo fuori dalla finestra non vedo che i suoi occhi. Due immense stelle. Che portavano sull'Isola Che Non C'è.
A volte risento ancora il suo amore in quel bacio, la sua bontà, la sua purezza... probabilmente sapeva che non gli sarebbe rimasto troppo da vivere. Il mio pensiero vaga a quella notte, senza che riesca mai a capacitarmi di come abbia potuto lasciarci. Lo sogno, la notte. Vedo che scivola a Moonwalk verso la luna piena, mentre sorride a tutti i fans e li ringrazia del loro amore.
E' una persona fantastica e lui col suo mito vivrà per sempre.



NB: E' una storia fantastica, frutto della mia mente ;)
  
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