Il lavoro sporco di un pinguino imperatore

Una delle idee più geniali della mia esistenza.
Sarebbe stato lo slogan dell'ennesima serata, dell'ennesimo halloween, dell'ennesima festa a cui si erano abusivamente imbucati. E Balthazar aveva avuto tante idee geniali nella sua esistenza, ma quella aveva raggiunto il podio in dieci secondi netti: era stato un veloce susseguirsi di concetti come festa tra attori/intrattenimento per bambini/paghe consistenti/ingenti quantità di alcol.
A farla breve rispondere con un sì, neanche dovesse acconsentire a diventare il tramite di qualche pennuto divino come in uno di quei telefilm che seguiva il mercoledì sera, non poteva non considerarsi come una delle idee più geniali della sua esistenza.
Un pulcino arruffato non era poi così convinto.
Anzi, un pulcino arruffato stava sul serio valutando l'idea di strozzare un bambino che continuava a chiedere, testualmente, da dove uscissero le uova.
Il pulcino arruffato si voltò verso di lui e Balthazar fu lieto di quella maschera soffice con tanto di becco morbido, perché era l'unica cosa che lo separava dall'espressione furiosa di Castiel.
Nel suo elegante - si fa per dire- costume da pinguino imperatore, lo affiancò, sembrando più grosso e impostato del solito vicino a quel piccolo e adorabile pulcino...omosessuale.
Non è necessario, ma mi piace puntualizzarlo.
D'ora in avanti lo avrebbe sempre chiamato così.
«Non capisco come mi sia lasciato convincere» si lamentò Castiel, con la voce ovattata dalla maschera soffice.
«Ti avevo detto che avrei trovato il modo di imbucarci a questa festa» ribatté Balthe, con la fierezza di un soldato che ha appena vinto una battaglia.
«Siamo vestiti da uccelli» osservò l'altro, stizzito.
«Pensavo di piacessero.»
Castiel voltò il viso - da pulcino arruffato- verso di lui e lo guardò...truce? Impossibile capirlo. Ma la risposta che ricevette fu abbastanza eloquente da zittirlo.
«Ma io perché ti frequento?» chiese retorico il pulcino, alzando le braccia - e quindi allisciandosi le penne, sì la cosa mi diverte molto, nel caso non si fosse capito- e dondolando sul posto.
«Perché sei il mio migliore amico, e ci vogliamo bene, e mi permetti di essere me stesso senza vergognarmene. E soprattutto perché ti ho promesso che avresti incontrato Dean Winchester e...» si interruppe perché l'oggetto in questione della loro missione criminale aveva appena varcato la soglia dell'enorme sala da ballo con indosso un'armatura. Una fottutissima armatura scintillante.
«...e che il signore dei volatili mini in maniera fatale la mia salute se ti permetto ti avvicinarti a uno così. Cioè Cas, non puoi avere una cotta per il principe Filippo, va bene? Te lo proibisco.»
Il pulcino arruffato aveva smesso di parlare.
In realtà il pulcino arruffato era sparito. Era volato via proprio verso l'uscita e Balthazar - che io sia dannato!- si arrese e si limitò a seguirlo mentre cozzava contro l'armatura lucente del principe.
«Bel costume» ironizzò il pinguino, con le mani - o le ali?- poggiate sui fianchi, «fossi in te lo userei per halloween.»
Dean Winchester, nella sua sfarzosa armatura luccicante e con due anomali occhi verde prato, lo guardò perplesso. «Ma oggi è halloween» osservò.
«Stai alla larga dai pulcini arruffati, mi hai capito? I pulcini arruffati sono appena usciti da una relazione difficile. I pulcini arruffati, caro Dean Winchester, sono adorabili.» lo bacchettò, puntando un dito sul suo petto.
«Ne sono certo» replicò Dean, confuso, «i pulcini arruffati sono adorabili. Ad ogni modo» continuò, tirando fuori da una borsa medievale ridicolissima una pila di fogli, porgendogliene uno gentilmente, «ecco a te. È il bando di un concorso della soap in cui lavoro, nel caso fossi interessato a partecipare.»
«In realtà, non mi interessa affatto.»
«Oh» sussultò Dean, sorpreso (c'era da aspettarselo, dopotutto era una festa organizzata dallo staff di Life is Good) «non saresti il solo. Ma magari il pulcino arruffato è interessato.»
«E tu cosa ne sai del pulcino arruffato?»
«Nulla» rispose il principe, sulla difensiva «ma potrebbe essere interessato.»
Questo principe è più furbo di quanto immaginassi. E posso anche specchiarmi nella sua armatura. Ho constatato di essere un pinguino imperatore bellissimo.
«Convincerò il pulcino arruffato a partecipare» disse infine, stringendosi il foglio al petto, e dirigendosi verso l'uscita.
Castiel il pulcino arruffato era rintanato in un angolino, accovacciato su se stesso. Balthazar fece violenza a se stesso ed evitò ogni possibile battuta infelice.
«Crisi di panico?» domandò, sedendosi al suo fianco.
Castiel fece spallucce e si sfilò la maschera, rivelando il viso chiaro leggermente arrossato dal calore della maschera, le labbra pallide e screpolate, i capelli incollati alla fronte e gli occhi blu cupi e stanchi.
«Mi sono bruciato l'occasione di parlargli perché sono vestito da pulcino. Tu che ne dici, Balthe?» si lamentò, rannicchiandosi su se stesso.
«Oh, non fare la ragazzina mestruata, Castiel» sbottò l'altro, «sei un pulcino adorabile. E poi il mio piano non potrebbe andare meglio!» aggiunse, gongolando e porgendogli il foglio tra le mani.
Il pulcino arruffato lesse avidamente ogni parola.
Il pulcino arruffato sgranò gli occhi.
E poi il pulcino arruffato sorrise e per Balthazar non ci fu epilogo della serata migliore di questo.
A volte, ai pinguini imperatore come me, tocca fare il lavoro sporco.

FINE.