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Autore: Ari_92    08/10/2012    16 recensioni
Klaine = eternity.
Una settimana di one-shots per non dimenticarcelo :)
Day 1: Cooper + Klaine_"Misunderstand"
Day 2: Roomates Klaine_"What I did for love"
Day 3: Heroes!Klaine_"Let's be adventurous!"
Day 4: Skank/Nerd Klaine_"Put on your glasses"
Day 5: Photographer/Model_"Collecting you"
Day 6: Dalton Klaine_"The list"
Day 7: Winter in New York_"I do"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Misunderstand
Rating: Giallo (tanto per stare sul sicuro u.u)
Avvertimenti: Stupidità (la mia)
Prompt: Day One, Cooper + Klaine
Lunghezza: 3000 parole o giù di lì
Note: Ambientata nel periodo della 3x15, con diversi cambiamenti. Scleri alla fine ;)
 

 
 
 


Klaine week; Day#1




 

Cooper + Klaine__”Misunderstand”
 

 
Il problema non era che Cooper non tenesse a suo fratello, perché davvero: voleva bene a Blaine; certo, alcune volte – la maggior parte delle volte – il suo modo di dimostrarlo non era propriamente dei migliori, ma gli importava sul serio di lui.
Per quale altro motivo avrebbe dovuto fare ritorno nel deprimente quanto insignificante buco in cui era nato, altrimenti, se non per provare a riavvicinarsi a quel fratello che aveva lasciato in Ohio il prima possibile, non appena era stato abbastanza grande per darsela a gambe?
 
Aveva deciso di sfruttare la consueta settimana annuale che i loro genitori trascorrevano a casa di amici, vicino a Columbus: non ci teneva particolarmente a vederli. Secondo lui, non avevano mai apprezzato come avrebbero dovuto le sue doti di performer.
In ogni caso, non era così dispiaciuto di aver fatto una visita a casa: Blaine cantava sempre meglio – cosa che lo compiaceva e lo infastidiva allo stesso tempo – e poi aveva avuto modo di incontrare il suo ragazzo, Kurt.
Cooper l’aveva preso subito in simpatia – naturalmente il fatto che avesse la sua pubblicità come suoneria aveva avuto il suo impatto – e doveva ammettere di essere felice che il suo fratellino si fosse trovato qualcuno, e con quel qualcuno in particolare sembrava formare una bella coppia.
 
Cooper parcheggiò nel cortile di casa Anderson con un piano ben preciso in mente: aveva intenzione di sostenere un nuovo provino a Los Angeles non appena lasciata Lima, così aveva deciso di prendere due piccioni con una fava e approfittare della cosa per riavvicinarsi a Blaine. Gli avrebbe chiesto qualche consiglio sull’audizione – non che ne avesse bisogno, ma quel ragazzino non faceva che lamentarsi di quanto poco si sentisse coinvolto – e magari già che c’era sarebbe anche riuscito ad inculcargli uno dei suoi preziosi insegnamenti artistici che per qualche ragione si rifiutava sempre di prendere in considerazione.
 
Chiuse l’auto con il telecomando automatico – non si era mai abbastanza sicuri in Ohio – ed entrò in casa roteandosi il mazzo di chiavi tra le dita, tendendo l’orecchio per individuare dove diavolo si fosse cacciato Blaine.
Il silenzio era tale che per un momento immaginò che avesse dovuto trattenersi a scuola oltre l’orario – aveva un vago quanto negativo ricordo dei progetti extracurricolari che anche lui aveva dovuto portare avanti al liceo – finché non sentì un tonfo provenire dalla cucina, seguito da una mezza imprecazione. Cooper si avviò fino alla zona incriminata, e stava giusto progettando il suo ingresso trionfale quando, oltre la porta chiusa, lo raggiunse una voce che di certo non apparteneva a Blaine.
 
“Non hai la minima idea di cosa stai facendo, non è vero?”
Oh, quello era Kurt.
Nonostante il breve scambio di battute che si erano rivolti, Cooper aveva ben presto appurato che il ragazzo di Blaine non possedeva di certo un timbro che passava inosservato. In ogni caso Kurt sembrava parecchio stizzito al momento, per questo Cooper non era del tutto sicuro se entrare o meno: se interrompere un litigio avrebbe potuto da una parte rivelarsi imbarazzante, dall’altra rappresentava di certo un ottimo esercizio di recitazione: improvvisare un veloce stratagemma per estraniarsi dalla situazione avrebbe potuto-
 
“Non è che non ne ho idea, Kurt. Ma sei tu l’esperto qui, se mi dicessi come fare magari...”
“Te l’ho detto mille volte! Ma se tu non passi all’azione posso parlare finché mi pare e non concluderemo niente comunque.”
“Lo so, ma- ”
“Blaine, dobbiamo sbrigarci! Non abbiamo tutto il giorno.”
Cooper fissò la porta davanti a sé, di secondo in secondo più sbigottito.
Non sapeva se scandalizzarsi – era pur sempre una cavolo di cucina, che diamine – o ridersela sotto i baffi. D’accordo, non c’era ancora niente di certo, ma di sicuro non si sarebbe perso una cosa del genere:si avvicinò alla porta fino a premerci contro l’orecchio, attento a non fare troppo rumore.
 
“Okay, okay. Dimmi se lo sto facendo bene.”
“Sì, ora vai.”
Va bene, a quel punto la sua era l’ipotesi più probabile.
Ora che i sospetti si erano rivelati reali non sapeva come sentirsi all’idea di cosa stesse facendo Blaine – era pur sempre il suo fratellino, che cavolo – ma dopotutto sapeva che era normale. Aveva perso il conto di quante volte lui aveva colto le stesse identiche occasioni, da adolescente.
A parte il fatto che nel suo caso non era coinvolto un altro ragazzo. A parte che lui non aveva mai fatto sesso in una cucina, e il fatto che suo fratello adolescente lo stesse sperimentando prima di lui – uomo di mondo per eccellenza – era vagamente frustrante.
 
“Blaine! Non così, più forte!”
“Ci sto provando!”
“Provaci con più convinzione, allora.”
...Okay. Tutte le grandi star sanno quando arriva il momento di uscire di scena... Beh. Quello era il momento adatto perché lui se ne andasse da quel posto. Tipo, alla svelta. E non tornasse prima di sera, tanto per stare sul sicuro. Nel frattempo avrebbe potuto fare un salto sul set di Men in Black, prendere uno di quegli affari e sparaflasharsi nel tentativo di eliminare definitivamente gli ultimi minuti della sua memoria.
 
“...Non ci riesco.”
“Sei un imbranato. Mi toccherà fare da solo anche stavolta.”
Prima di abbandonare definitivamente l’edificio, Cooper si premunì di tossicchiare rumorosamente: magari la prossima volta avrebbero convenuto che accoppiarsi sui banconi della cucina non è esattamente la migliore delle idee, soprattutto quando si hanno dei fratelli ospiti in casa.
 
*
 
Era appena uscito – corso fuori – di casa quando Blaine spalancò la porta della cucina, attirato dal tossire strozzato che aveva sentito mezzo secondo prima.
“Coop? Sei tu?” Si guardò rapidamente intorno, senza vedere anima viva all’infuori del suo ragazzo, che sbirciava oltre la sua spalla con aria curiosa.
“È lui?” Chiese con fin troppa esaltazione nella voce, cosa che gli costò uno sguardo fulminante da Blaine.
No, Kurt. E comunque dovresti smetterla di andare in iperventilazione tutte le volte che si parla di mio fratello.” Kurt nascose a stento un sorriso e lo prese per mano, riportandolo in cucina insieme a lui. Non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma adorava quando Blaine faceva il geloso.
“Peccato, però. Avremmo potuto offrirgli uno dei nostri biscotti.” Constatò, mentre Kurt alzava gli occhi al cielo, armandosi nuovamente di ciotola e frusta.
 
“I miei biscotti, vorrai dire. Tu non sai nemmeno montare le uova!”
 
 

***

 
 
Nuovo giorno, nuovo tentativo.
Cooper era piuttosto fiducioso al riguardo. D’accordo, va bene: sentire suo fratello che ci da dentro in una cucina dove anche lui avrebbe teoricamente dovuto mangiare non era la migliore delle prospettive, ma per una volta poteva anche chiudere un occhio.
Blaine l’aveva avvisato del fatto che con grande probabilità durante la settimana Kurt sarebbe passato qualche volta a fargli visita, ma di certo Cooper non pensava a quel tipo di visite, non ogni giorno.
La sera prima aveva strategicamente evitato suo fratello tutto il tempo: aveva finto di parlare al telefono, seguire con passione uno show di cui non sapeva nemmeno il titolo e improvvisato alcune delle interpretazioni meglio riuscitegli ultimamente.
 
Gli ci era voluta mezza nottata in bianco per realizzare che non era quella la giusta direzione da prendere: avrebbe semplicemente fatto finta di niente, persistendo nei propositi originari che l’avevano condotto in Ohio.
 
In mattinata era stato ad informarsi per il casting di una produzione locale, ed ora non gli restava che tornare a casa e parlare con Blaine di quel suo provino importante. Sarebbe andato tutto bene quella volta. Prese un bel respiro ed entrò in casa del tutto fiducioso, pronto a realizzare i suoi propositi.
Quel  giorno, il leggero parlottare proveniva dalla stanza per gli ospiti al piano di sopra. Cooper seguì le voci con entusiasmo via via scemante, fino a quando non ne isolò solo due, le stesse del giorno prima. Impallidì.
 
“...Ed è per questo che non so bene come comportarmi.” Sentì Kurt sospirare pesantemente oltre la porta.
“Sai qual è il tuo problema, Blaine?”
“Quale?”
Non sai prenderlo.” Se quello fosse stato un fumetto, Cooper sarebbe allegramente caduto a gambe all’aria.
 
No. Non era umanamente possibile.
 
“Non so prenderlo?”
“Proprio così. Voglio dire, capisco che all’inizio non sia una cosa semplice.” Constatò con estrema tranquillità, neanche stessero commentando l’ultima puntata di America’s Next Top Model.
Cooper si chiese come aveva fatto anche solo per un momento a considerare Kurt un ragazzo tenero e innocente.
 
“Da un po’ le cose sono migliorate, devo dire. Però...”
“Beh. Pensa a me, ad esempio. Nonostante i due anni di pratica intensiva che ho alle spalle a volte mi capita di trovarmi ancora nella tua stessa situazione.”
Aspetta, cosa? Blaine- Blaine aveva detto che entrambi erano stati i primi fidanzati l’uno dell’altro, e... Pratica intensiva? Quel’era il confine tra giocare alle macchine e perdere la verginità, tra i ragazzi di oggi?
Quanto cavolo era invecchiato lui?
 
“Davvero?”
“Certo, amore. Se vuoi posso dirti quello che so, così potrai gestire meglio tutta la situazione.”
Si allontanò ad occhi sgranati dalla porta, e questa volta stava già correndo giù per le scale senza nemmeno premunirsi di tossire per farli accorgere della sua presenza. Altro che colpi di tosse, quei due avevano bisogno di sedativi per calmare i loro bollenti spiriti. Si sbatté violentemente l’uscio alle spalle e, nell’altra stanza, Kurt e Blaine sobbalzarono.
 
*
 
“Cosa diavolo è stato?” Il moro si precipitò in corridoio, scoprendolo completamente deserto.
“Cooper è peggio di un fantasma in questa casa.” Constatò tornando dal suo ragazzo, che nel frattempo aveva continuato a rassettare distrattamente la stanza.
“A quanto pare... Stavamo dicendo?” Blaine mise da parte le federe dei cuscini, lisciando il lenzuolo pulito.
 
“Mi stavi per illuminare su come entrare nelle simpatie del tuo fratellastro.”
 
 

***

 
 
Il terzo giorno, Cooper l’aveva presa come una sfida personale.
Andiamo: non era possibile che l’unica cosa che quei due avevano da che spartirsi fosse il sesso.
D’accordo, erano ragazzi ed era normale essere tremendamente arrapati tutto il tempo ed imboscarsi in ogni angolo disponibile, ma diavolo! Non era umano essere come quei due.
Preso da uno slancio di altruismo verso il prossimo, Cooper aveva persino invitato Blaine a non partecipare alla gita dei diplomandi: basandosi sulla sua esperienza personale lui e Kurt avrebbero potuto benissimo darsi al sesso acrobatico sulle montagne russe. Rabbrividì al pensiero e proseguì con passo deciso verso il salotto, convinto di trovarci Blaine davanti alla tv.
 
Povero, povero illuso.
 
Non fece neanche in tempo ad arrivare a metà corridoio che le sue orecchie vennero raggiunte dal mormorio di due voci tristemente familiari.
L’unico fattore positivo era che per una volta non stavano blaterando sconcezze, si limitavano a bisbigliare sottovoce: probabilmente stavano studiando per qualche materia, o semplicemente chiacchieravano del più e del meno.
Cooper stava giusto per chiedersi se non avesse esagerato con tutta quella apprensione e se non fosse il caso di coinvolgere anche Kurt nella sua scelta di provino, quando un urlo gli trafisse letteralmente i timpani.
Hummel aveva semplicemente scatenato gli ultrasuoni, tanto che non si sarebbe stupito di veder andare in pezzi i vetri delle finestre.
 
“Kurt!”
“Blaine! Oh mio- Fa malissimo!” Kurt piagnucolò rumorosamente, con qualche sporadico accenno di singhiozzo.
“Sei il solito esagerato.”
Cooper aveva dipinto in faccia uno dei tipici sorrisi che sfoderano i serial killer prima di scatenare una carneficina.
Valutò per un momento l’ipotesi di prendere a testate il muro fino a ridursi in fin di vita, ma il mondo avrebbe rimpianto troppo la sua scomparsa e – in ogni caso – era sicuro che non avrebbe dimenticato quelle devastanti giornate neanche nell’oltretomba.
 
“Vorrei vedere te, che piangi se annullano un concerto di Katy Perry- ”
“Me lo rinfaccerai per tutta la vita, non è così?”
“Sta zitto e aiutami.” Seguirono trenta secondi di silenzio totale, brutalmente interrotti dal secondo urlo disperato di Kurt.
“No, no... No! Mi sta uccidendo.”
“Dai, ci siamo quasi...”
AHIA! Così lo spingi più in fondo- ”
“Stai calmo...”
“Blaine! Lo stai spingendo più in fondo!”
“Non lo sto spingendo più in fondo! Sta’ fermo.”
 
Cooper aveva scollegato il cervello parecchie battute prima, concedendosi un’inquietante serie di risatine isteriche. Semplicemente girò i tacchi e uscì di casa, deciso a non mettere mai più piede lì dentro neppure se fosse stato il nuovo set di un film che lo vedeva come protagonista.
 
E quello, per lui, era disconoscimento più grave di tutti.
Kurt – come sentì la porta chiudersi – si voltò di scatto verso il corridoio.
 
*
 
“Dici che c’è Cooper?” Blaine roteò gli occhi.
“Sì, Kurt, c’è Cooper.”
“Pensi che mi firmerebbe un autografo? Perché l’altro giorno ero troppo imbarazzato per chiederglielo... Oh.” Kurt spalancò gli occhi, fissando ciò che Blaine teneva vittoriosamente tra il pollice e l’indice.
 
“Allora? Era così terribile?”
Il ragazzo incrociò le braccia al petto, evitando orgogliosamente il suo sguardo. Blaine, al solito, non poté fare a meno di trovarlo adorabile: si sporse in avanti e gli diede un dolce bacio sulla guancia che lo fece sorridere.
“Uhm, grazie. Ma la prossima volta che Brittany ci chiede di fare uno dei suoi progetti di falegnameria, ricordami di tutti i legnetti che mi si sono conficcati nelle dita.”
 
 

***

 
 
Il quarto giorno, Cooper aveva gettato la spugna.
Doveva farsene una ragione: il suo fratellino non era più il piccolo e tenero bambinetto amante del canto e di una sorta di ballo – non se la cavava troppo bene, colpa del baricentro spostato in avanti – che aveva lasciato in Ohio tanti anni prima.
A dirla tutta, al momento non era altro che un accanito ninfomane incapace di trattenersi dal saltare addosso al suo ragazzo alla prima occasione disponibile.
Forse avrebbe dovuto mettere da parte l’orgoglio e parlarne con i loro genitori, oppure contattare direttamente un medico, o qualcosa del genere. Magari avrebbe anche potuto nuocere sull’andamento scolastico: di sicuro impiegavano la maggior parte concentrati su ben altro che i libri.
 
Fatto stava che tutto sommato da quando era arrivato a Lima aveva avuto modo di parlare con Blaine solo la sera, con lui che continuava ad insistere sul fatto che avrebbe potuto raggiungerlo anche al pomeriggio. Sì, come se non ci avesse provato.
 
Era talmente fuori di sé che quel giorno non si fece nemmeno vedere a casa, con il terrore di coglierli in flagrante in corridoio, o qualcosa del genere. Si ripromise invece di parlargli quella sera stessa, talmente sicuro di sé da dimenticare completamente che – nell’arco di tutta la settimana – Blaine si era raccomandato di stare lontano da camera sua in un momento piuttosto specifico. Esattamente quello.
 
Salì in camera a passo deciso, più esasperato che focalizzato sul possibile bagaglio interpretativo che quel discorsetto avrebbe potuto procurargli, e con tutto in mente anziché una discussione pacata e controllata.
 
“Blaine? Posso entrare?”
“C-Cooper? Uhm... Sì, sì, solo un momento... Okay, vieni pure.”
Entrò in camera, trovando Blaine con le gambe sotto le coperte e un libro in mano. Beh, se non altro sapeva ancora leggere, nonostante per qualche strana ragione tenesse il libro alla rovescia.
 
“Senti, fratellino. Ti voglio bene, ma non posso semplicemente far finta di non essermi accorto di quello che è successo in questi giorni.”
Blaine aggrottò le sopracciglia, parzialmente – più che parzialmente – convinto che da un momento all’altro l’avrebbe avvisato che in realtà non si trattava di altro se non l’ennesima delle interpretazioni improvvisate in cui tanto amava cimentarsi.
 
“...Per questo ho deciso di tornare il mese prossimo, dopo il mio provino. Ho bisogno di concentrazioni e benché tutti i più grandi artisti abbiano subito dei traumi in gioventù temo che questo sia troppo per me. Ci rivedremo in estate, quando ci saranno anche mamma e papà a casa.”
Blaine credé fino all’ultimo che sarebbe scoppiato a ridere da un momento all’altro, per poi prenderlo in giro perché ci era cascato e riprendere ad auto elogiare le proprie doti da attore fino a tarda notte.
Al contrario di ogni sua aspettativa, non accadde niente di tutto questo. Cooper si limitò ad uscire con aria affranta dalla camera, gli occhi cerchiati di chi non dorme da giorni.
 
E Blaine sapeva che non era da bravi fratelli comportarsi in quel modo, ma non poté davvero fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
 
*
 
“Kurt, puoi uscire.”
Un ciuffo spettinato fece capolino da sotto il letto, insieme ad una palla di stoffa stropicciata che in origine dovevano essere i suoi jeans.
Per fortuna le lenzuola aveva svolto la loro parte: in che modo altrimenti avrebbe spiegato a Cooper la sua estemporanea decisione di togliersi i pantaloni? Già. Decisamente non il massimo.
 
“Il momento più imbarazzante della mia vita.” Bisbigliò Kurt, arrampicandosi sul letto e affondando il viso nella sua spalla, più mortificato che mai. Blaine disegnò piccoli cerchi sulla sua schiena col palmo della mano, nel tentativo di tranquillizzarlo un po’.
“E se ci avesse... Beh, lo sai.”
Non è successo, Kurt. E poi non era un momento troppo critico- ”
“Se vogliamo tralasciare il fatto che tu sei senza pantaloni... no, assolutamente.” Il moro sorrise appena, mentre Kurt gli stampava un veloce bacio sulle labbra.
 
“Comunque hai idea a cosa si riferisse Cooper?” Blaine roteò gli occhi.
No. Glielo chiederò la prossima volta... piuttosto. Non ti sembra di essere stato un po’ troppo fissato con lui in questi giorni?” Kurt si strinse nelle spalle, fissandolo con quei suoi occhioni brillanti.
“Lo sai che sei tu il mio Anderson preferito.”
Blaine sorrise, senza riuscire a nascondere il piccolo sospiro sollevato che si lasciò sfuggire all’ufficialità di quella notizia: non che ne avesse mai dubitato, ma era sempre piacevole sentirselo confermare dal diretto interessato.
Kurt, dal canto suo, non poté davvero fare a meno di notare l’aria via via più rilassata del suo ragazzo.
Come se lui avesse mai anche vagamente considerato l’ipotesi di stare con qualcun altro che non fosse Blaine; il solo pensiero lo faceva sorridere. 
 
“Lo spero.” Commentò, mentre Kurt rotolava su un fianco trovandosi faccia a faccia con lui.
Tutto a un tratto, Blaine si ricordò dei pantaloni del suo ragazzo. Più precisamente, si ricordò del fatto che li stava ancora indossando e bisognava porre in fretta rimedio a tale catastrofe.
Kurt sorrise.
 
“Lascia che te lo dimostri...”
 
 

***

 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
Hi guys :)!!
Che bello tornare a pubblicare, e soprattutto quale occasione migliore di questa?
Ecco, ne approfitto per rimarcare il fatto che le persone che hanno avuto l’idea della Klaine week e l’hanno resa possibile (non solo in Italia ma, grazie a tumblr, in tuuutto il fandom) sono delle assolute genie u.u
Detto questo... Beh, mi mancava scrivere delle assurdità, ed eccone qua una! Per quanto riguarda il contenuto delle altre shots (mi manca solo l’ultima da scrivere, posso farcela u.u) non preoccupatevi: sono TUTTE allegre, carine e coccolose.
All’inizio avevo pensato di scriverne una angst... Poi ho visto la 4x04 e ho riso della mia stessa idea :’)
 
Ma non pensiamoci. Questa settimana è dedicata alla Klaine, quindi lasciamo perdere i maledetti RIB e
Courage, che la nostra ship è perfetta :D
Spero che questa OS vi abbia fatti sorridere :)
A domani con Roomates, un bacione!
_Ari
  
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