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Autore: Mushroom    10/10/2012    6 recensioni
« Aspetta, non…»
«Tranquillo, Rogers. New York. Duemila dodici. Se vuoi sposarmi devi solo chiederlo».
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Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: The Avengers, Captain America&Iron Man, "Ci chiamano superhusbands!" "Io sono la parte super, vero?"
Titolo: Pausa Pubblicitaria
Autore: h_mushroom
Fandom: The Avengers
Rating: Verde
Avvertimenti: Pre-slash, one-shot
Wordcount: 902

Note: Posso dire di aver superato finalmente la mia soglia di trecento parole o/ e senza avere attacchi di panico, yay!
Scritta con la febbre, non garantisco niente di niente. Neanche una coerenza.
La soap-opera citata è (se ricordo bene) quella che guardano Cam, Jay e Gloria in Modern Family :D non ricordavo i nomi dei personaggi della soap, quindi li ho inventati.
@piscinadiprompt per la Staffetta in piscina, team pietreazzurre :DD


La stanza di Steve è pochi metri quadri e poco più. Non è niente di meglio che un modesto alloggio militare, una stanza in mezzo a tante altre stanze; bagno in comune con il piano, cucina inesistente, tende come bene di lusso. Steve ama la sua stanzetta. Sia perché è l’unica cosa che non sembra aver subito lo scorrere del tempo (La carta da parati è la stessa dal millenovecento trenta e i materassi hanno sicuramente visto giorni migliori intorno al millenovecento dieci), sia perché lì, Steve, può starsene tranquillo. Si crea un cantuccio, mangia d’asporto, tenta di non soccombere davanti alla strana luminescenza della televisione – perché, a suo parere, nel duemila tutto è più brillante, come se la vista dell’uomo si fosse improvvisamente abbassata e avesse bisogno di segnali più iridescenti per non perdersi.
Tony, invece, trova che tutto quello sia squallido, deprimente e, sul serio, in quel posto c’è sempre una inquietante puzza d’ospizio. È una stanza che prende tutte le bellezze del mondo,  poi le scompone, ricompone e le restituisce sotto forma di staccionata dello zio Tom. Un incubo.
Così, steso lateralmente sul letto di Rogers, mangia il suo pollo alle mandorle e si chiede perché perda il suo tempo con mister tutina blu e non in qualche bar; o in compagnia di Jarvis a progettare una legalissima conquista del mondo.
Giocherella con le bacchette e della melma scura che dovrebbe essere salsa, mentre Steve si sforza – con pessimi risultati – di apparire tranquillo, pacifico e del tutto interessato all’episodio di “Fuoco e Ghiaccio” dove Carmelita ha finalmente scoperto il quarantaquattresimo matrimonio di Juan.
L’eroe americano siede a gambe incrociate sul tappetto, e il suo pasto è un ben più modesto riso. Il capitano non sa esattamente con cosa sia condito, ma, sinceramente, preferisce non saperlo. Mastica e butta giù e la sigla di “Fuoco e Ghiaccio” segna la pausa pubblicitaria.
Steve torce le dita in mezzo alle bacchette. Tutti i tentativi di portare cibo alla bocca con quegli aggeggi infernali sono stati finora vani o parzialmente riusciti.
Tony, d’altro canto, guarda quell’armeggiare di bacchette assolutamente divertito, e si gode lo spettacolo come un bambino al circo. Perché si tratta di un uomo tutto muscoli e ciuffi biondi, rammollito di fronte a due ramoscelli lavorati a scopo culinario.
Alla fine Steve ammette la sua sconfitta con un grugnito infastidito e poggia il contenitore termico al suo fianco.
«Odio queste diavolerie» dice «E tu dovresti smettere di portarle a casa mia» lo sguardo di Steve devia verso l’alto, ma tutto ciò che cattura della figura di Tony Stark sono i suoi piedi.
Tony sogghigna; Steve stringe i denti.
«Io vengo per convincerti a uscire, Cap» spiega, annegando un pezzo di pollo. Lo fa anche perché Fury dice che Steve non si è ancora adattato al nuovo mondo, ma questo non lo dice; probabilmente, anche perché Tony è solo vagamente cosciente di questo suo atto di amicizia. Il suo scopo primario è infastidirlo, ed è una cosa che gli esce sempre molto bene.
«Con il take-away cinese?»
«Sì - a me piace il cinese» mugugna, non senza una punta di sano orgoglio ferito.
Steve pensa che non è il cibo cinese a essere un problema. Il problema è il borbottare sulla carta da parati sudicia, i materassi vecchi e la tv piccola; ecco qual è il vero problema di Steve.
«Ma tutte le sere» insiste, disperato «Tutte le sere. Tu, il take-away e questa soap-opera, puntuali come la morte»
«Hey! – lo interrompe – ho più fascino della morte»
«E la gente parla» insiste Roger, ignorando qualsiasi atto di autocompiacimento da parte del magnate delle armi. Dare corda all’arroganza di Stark sarebbe stato come saltare giù da un ospedale e cadere dritto in obitorio. «Tu. Che vieni sempre qui. Con la cena» scandisce.
Tony alza un sopracciglio. La sigla della soap-opera segna il ritorno della puntata.
«Tutte le sere»
Il signor Stark ha un attimo di silenzio. «Oh» dice poi, alzando di nuovo gli occhi verso la tv «Credono tu sia gay» sogghigna.
Carmelita, nel frattempo, ha appena scoperto che la quarantaquattresima moglie di Juan è viva, incinta e in cerca di vendetta; nonché di pochi anni più giovane rispetto alla sua prima figlia, avuta dal precedente matrimonio con Pablo, fratello gemello malvagio di Juan.
Steve Roger, invece, arrossisce dal ciuffo biondo fino alle unghie dei piedi. Tossicchia, e sa che non può avere una reazione simile, perché è adulto, etero e con una certa reputazione alle spalle.
«È la storia più vecchia del mondo» continua Tony, cercando del pollo senza successo. Sbuffa, e pensa di ordinare un’altra porzione. «Miglior espediente in qualsiasi opera mediatica. Piace un sacco alle fangirl»
Steve apre e chiude la bocca. No, non vuole sapere cosa sia una fangirl.
« Aspetta, non…»
«Tranquillo, Rogers. New York. Duemila dodici. Se vuoi sposarmi devi solo chiederlo».
Steve apre e chiude la bocca. Di nuovo. Spalanca gli occhi. «No!» sbotta, gesticolando, saltando immediatamente sull’attenti.
«Solo… smetti di venire qui, okay?»  Steve Rogers indietreggia, inciampando sul riso, che si riversa in una poltiglia verde sull’unico pezzo di arredamento che sembra venire dal ventunesimo secolo: il tappetto. Stark non si muove, guardando il capitano come se avesse uno scarafaggio sulla testa.
«Insomma» riprende Rogers, cercando di ponderarsi «È assurdo. E tutto lo S.H.I.E.L.D. ci chiama Superhusbands».
«Io sono la parte super, vero?».
Carmelita urla dallo schermo della tv.
Steve Rogers ancora non capisce cosa ci sia di sbagliato in Tony Stark.

   
 
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