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Autore: intersect    12/10/2012    7 recensioni
«Stasera a casa mia ho organizzato una cena per te..» mi disse, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.
«Non dovevi Harry, perché prendi queste decisioni senza di me?!» m'innervosii, iniziando ad agitarmi sul sedile.
«Dovevo eccome invece! - si arrabbiò lui, frenando bruscamente ad un semaforo – altrimenti tu ci avresti evitato per le prime settimane.» lo guardai shockata, sentendo la salivazione azzerarsi. Non l'avrei evitati, avrei evitato lui. Zayn, che non aveva fatto altro che farmi soffrire negli ultimi mesi che avevo passato a Londra prima di trasferirmi.
«Harry .. - sospirai affranta, giocherellando con le mie dita – Prova a capirmi. Tornare qui, da voi, da lui .. è stato difficile per me.» confessai, intrecciando le dita con le sue, sul cambio delle marce.
«Lo so .. lo capisco. Ma tu devi andare avanti. Infondo non è stata colpa tua.»
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Broken down like a mirrow smashes to pieces.
You learned the hard way
to shut your mouth and smile.
If these walls could talk,
they would have so much to say
Cause every time you fight,
tha scars are gonna heal.
But they're never gonna go away

( Simple Plan - No Love)

 

 

Appena ebbi recuperato la mia valigia mi diressi verso l'uscita dell'areoporto di Heathrow e mi sedetti su una pachina poi, recuperato il cellulare dal fondo della borsa, digitai il numero di Harry, aspettando paziente una sua risposta.

«Pronto?» la sua voce roca, calda e graffiante mi donò un senso di allegria, di “sentirsi a casa

«Harry, sono io, Sophie. Sono arrivata a Londra.»

«Vengo a prenderti io. Dammi il tempo di sfuggire a tutte le fan» sorrisi, pensando a quanto tempo era che non vedevo il ricciolino.

«Ti aspetto qui.»

«Non vedo l'ora di abbracciarti.»

«Anche io, adesso sbrigati.» Attaccò il cellulare e mi persi con lo sguardo nel cielo grigio di Londra.

 

Ritornare non era stato semplice, anzi. Avevo impiegato due mesi per convincermi a tornare a casa per un paio di mesi per preparare la tesi di laurea e stare vicino a mio padre, che oramai malato terminale aveva bisogno della sua unica figlia vicino. Lasciare il mio appartamento nel sud della Svezia era stato difficile. Sentivo già la mancanza dei pochi gradi della mattina, quando mi svegliavo e il piumone rimaneva attaccato alla pelle fino a cinque secondi prima di uscire di casa.

Sentivo già la mancanza delle braccia forti di Marcus, dei suoi baci tra i capelli la sera sul divano, del suo caffè durante la notte, mentre studiavamo per un esame importante.

Sorrisi malinconica e, prendendo il cellulare decisi di farli una telefonata, anche se breve.

«Soph..» sussurrò lui, e sentii una stretta allo stomaco.

«Volevo avvisarti che sono arrivata a Londra, tra poco Harry dovrebbe venire a prendermi.. tutto qui.»

«Mi manchi, come faccio tutto questo tempo senza di te?» la sua voce s'incrinò per un attimo, e stringendomi il cappotto addosso sospirai sommessamente.

«Vieni qui Marcus..»

«Non posso, lo sai. Non posso stare lontano da qui così tanto tempo. Ma ti prometto che io e Bianca facciamo il possibile per venire a trovarti.» Stavo per rispondergli che non vedevo l'ora di poterlo riabbracciare che un clacson prese a suonare velocemente e davanti a me si parò una Range Rover nera brillante e il finestrino si abbassò, mostrandomi il viso di Harry sorridente. Mi alzai frettolosamente, tenendo il cellulare fermo tra la testa e la spalla mentre mi trascinavo dietro il bagaglio.

«E'arrivato Harry. Ci sentiamo appena possibile.. vieni a trovarmi, ti prego» sussurrai prima di attaccare e posare il cellulare nella tasca dei jeans, montando in macchina.

Mi voltai lentamente verso il viso del mio amico che si aprì in un sorriso dolcissimo prima di protendersi verso di me e abbracciarmi forte, strusciando il naso nei miei capelli.

«Quanto mi sei mancata» bisbigliò piano, allontanandomi da lui e fissandomi, sorridente.

«Sei più bella del solito.»

«Smettila di lusingarmi e portami a casa» risi, lasciandogli un bacio sulla guancia e poggiando il viso al finestrino, godendomi il paesaggio che sfuggiva ai miei occhi così facilmente.

«Stasera a casa mia ho organizzato una cena per te..» mi disse, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.

«Non dovevi Harry, perché prendi queste decisioni senza di me?!» m'innervosii, iniziando ad agitarmi sul sedile.

«Dovevo eccome invece! - si arrabbiò lui, frenando bruscamente ad un semaforo – altrimenti tu ci avresti evitato per le prime settimane.» lo guardai shockata, sentendo la salivazione azzerarsi. Non l'avrei evitati, avrei evitato lui. Zayn, che non aveva fatto altro che farmi soffrire negli ultimi mesi che avevo passato a Londra prima di trasferirmi.

«Harry .. - sospirai affranta, giocherellando con le mie dita – Prova a capirmi. Tornare qui, da voi, da lui .. è stato difficile per me.» confessai, intrecciando le dita con le sue, sul cambio delle marce.

«Lo so .. lo capisco. Ma tu devi andare avanti. Infondo non è stata colpa tua.»

«Ci sarà anche lui vero.. stasera intendo.» Harry annuì, prima di parcheggiare in seconda fila davanti casa mia.

«Ci sarò Harry, te lo prometto. E andrò avanti.» Mi sorrise, mostrando quelle due adorabili fossette che lo trasformavano in una persona dolcissima.

«Passo a prenderti io, alle 19.30» annuii, poi mi sporsi a lasciargli un bacio sulla guancia ricoperta dalla barbetta ispida e mi diressi in casa, cercando le chiavi sotto lo zerbino. Entrando sentii profumo di frittata e mi diressi verso la cucina dove Zoe, la badante di mio padre, stava cucinando.

«Bentornata signorina Barrymore, come è andato il viaggio?» le sorrisi, avvicinandomi a lei e rispondendole con la dovuta gentilezza. Le mandavo i soldi ogni mese, dato che io ero in Svezia e non potevo prendermi cura personalmente di mio padre.

«suo padre sta riposando. Gli faccia visita questo pomeriggio» la ringraziai per ogni cosa e poi mi diressi nella mia camera, disfacendo la valigia e risistemando ogni cosa all'interno nel mio vecchio armadio.

Sistemai sulla sedia in legno vicino al letto un paio di jeans chiari con un maglione blu e bianco e le superga bianche. Quella sera non avrei indossato niente di particolare. Infondo non devo fare colpo su nessuno, .. non più.

Sospirai rumorosamente, prima di stendermi sul letto e chiudere gli occhi. Ritornando a quando io e Zayn ci frequentavamo di nascosto, per evitare che le sue fans ossessionate mi uccidessero seduta stante.

 

«Entra dai, ti stavo aspettando» mi disse, chiudendo velocemente la porta dietro di me e poggiandomi su di essa, baciandomi piano carezzandomi le spalle scoperte dalla maglia.

«A cosa devo tutto questo affetto, Malik?» risi, spingendolo lontano e sfiorandogli i muscoli del petto, sodi e lisci.

«Oggi sono cinque mesi che stiamo insieme!»

«che cosa hai in mente, Zayn?» gli chiesi guardigna, girando intorno alla sua figura non staccando gli occhi da lui. Bloccò la mia ispezione bloccandomi per un braccio poi mi avvicinò lentamente a lui, sfiorandomi la schiena.

«Voglio portare questa relazione a livelli più alti» mormorò, sfiorandomi il naso con il suo.

«Quello è successo due mesi fa, se non ti ricordi»

«Non intendevo quello stupida, - borbottò divertito solleticandomi il viso con una ciocca di capelli – voglio.. voglio far sapere a tutti che sono sentimentalmente occupato, al momento.»Mi pietrificai sul posto, sentendo un masso di almeno 27 kg posizionarsi nel mio stomaco.

«Non.. ci hai pensato bene Zayn? Io..» mi zittì mettendomi un dito sulle labbra, scuotendo la testa.

«Ti difenderò io, da qualsiasi cosa.»

Sorrisi amaramente, non si era certo preparato a dovermi difendere da lui stesso. Il ricordo di quando lo vidi baciarsi con Perrie era ancora così vivido nella mia testa che faticavo a farlo sparire, anche a mesi e mesi di distanza.

«Harry, devo scappare da Zayn. Ci sentiamo stasera!» salutai il mio migliore amico frettolosamente, desiderosa di abbracciare il mio fidanzato che non vedevo da due settimane a causa del tour promozionale di “Take Me Home”.

Camminavo velocemente sul marciapiede, sorridendo o fermandomi – incredula, - a fare foto con fan che me lo chiedevano felici.

Arrivai a pochi metri da casa di Zayn con una decina di lettere all'interno della borsa da parte delle fans e una voglia incredibile di accoccolarmi al suo petto e dormire quando vidi una cosa che mi lacerò completamente, spaccandomi in due.

Zayn che si stava baciando piuttosto animatamente con una ragazza ossigenata, alta e bella, troppo bella.

Feci retrofront immediatamente respirando a fatica, mentre le lacrime incominciarono a scendermi copiosamente dal viso e non feci assolutamente niente per fermarle.

Mi intrufolai nelle retrovia del quartiere, per evitare qualsiasi incontro spiacevole e arrivata nella prossimità di un parco mi sedetti su una panchina, recuperando il fiato perduto.

Il telefono prese a vibrarmi tra le mani e quando il suo nome prese a lampeggiare sullo schermo fui tentata di attaccare e scagliare il cellulare al suolo, facendolo rompere in mille pezzi ma, la mia rabbia in quel momento era così tanta che risposi e aspettai che facesse una domanda.

«Amore, dove sei?»

«Il più lontano da te, stronzo»

«Sophie?» la sua voce confusa mi mandò ancora di più in bestia, alchè presi a respirare frettolosamente.

«Sophie un corno, Zayn.»

«Mi vuoi dire cosa cazzo sta succedendo?» si alterò e lo sentii passeggiare per la stanza.

«Chiedilo alla biondina che ti stavi slinguazzando sotto casa tua dieci minuti fa»

«posso spiegarti..»

«No, te la spiego io una cosa adesso Zayn – presi tutto il mio coraggio traendo un grosso respiro e poi – è finita.» e attaccai, lasciando che le lacrime continuassero a scendere velocemente.


Quel maledetto giorno mi bruciava ancora sotto la pelle, nella testa. In quella settimana lo evitai completamente e dopo aver preso tutti i miei risparmi e quello che mia madre – risposatasi con un ricco uomo d'affari – mi mandava mensilmente mi affittai una casa in Svezia e partii, lasciando a mio padre un biglietto in cui gli spiegavo ogni cosa e scusandomi per l'abbandono sfrontato.

Buttando un occhio sulla radiosveglia notai che erano le sette così mi alzai di scatto, correndo in bagno e spogliandomi lungo il tragitto per poi infilarmi sotto il getto caldo della doccia.

Uscita dalla doccia mi asciugai in fretta, legandomi i capelli con un asciugamano e correre a vestirmi poi recuperato il trucco mi chiusi in bagno e finii di prepararmi.

Ero semplice, il giusto.

Quando uscii mi diressi verso la stanza di mio padre dove trovai la porta socchiusa.

«Papà..» sussurrai entrando dentro, e sedendomi vicino al suo letto stringendogli la mano.

«So-Sophie» sentii gli occhi riempirsi di lacrime e alzai il viso al cielo, iniziando a sbattere le palpebre per evitare di far colare il trucco.

«Papà, sono qui. Sono tornata per stare con te.. per un po'»

«Sophie..» non riusciva a dire altro, così mi chinai su di lui gli baciai la fronte, stringendolo a me.

«Devo.. devo andare da Harry. Ci vediamo domani, non voglio più disturbarti» gli accarezzai la guancia, stringendogli la mano.

«Va' figliola.. ci vediamo.» richiuse gli occhi, riprendendo a respirare piano.

Uscii dalla camera e mi avviai nel salotto, aspettando la chiamata di Harry.

«Zoe, la ringrazio per tutto quello che sta facendo.» Mi sorrise rispondendomi con gli occhi poi si voltò verso la porta, dove avevano appena bussato.

«Harry!» mi abbracciò forte, passandomi la mano sulla schiena.

«A casa sono tutti eccitati di vederti, Soph!» mi disse lui, aprendomi la portiera per poi raggiungere velocemente il lato del guidatore e partendo, immettendosi nelle vie principali e trafficate di Londra.

«Cosa hai preparato?» chiesi, evitando il discorso “chi sarà a casa Styles ad aspettarmi

«Mi ha aiutato Maddie, ma abbiamo fatto cose molto semplici»

«Avete usato il vostro tempo per fare altro, immagino» risi, coprendomi il viso evitando il suo scappellotto.

Quando la macchina rallentò in prossimità di una villa bianca e a due piani, sentii l'ansia attanagliarmi il corpo facendolo irrigidire immediatamente.

«Stai calma.. ci sono io okay? Evitalo.» esordì Harry, trascinandomi all'interno della casa.

«Sophie!» strillarono Maddie e Rachel, correndomi incontro.

Mi abbracciarono stretto, facendomi rischiare il soffocamento e riempiendomi di baci le guance.

«Come è andato il viaggio?»

«La Svezia com'è?»

«Ragazzi carini?» tutte quelle domande mi affollavano il cervello ma risposi a tutte con entusiasmo, fino a quando non bussarono alla porta e i respiri di tutti si bloccarono, puntando tutti i loro occhi su di me.

Louis si alzò e aprì la porta, sorridendo alla figura statuaria, bellissima, meravigliosa di Zayn e di Perrie che, a differenza mia, era riuscita a rimanere con lui più a lungo.

«Sophie.» mi salutò lui, avvicinandosi al divano e sedendosi di fronte a me.

Evitai il suo sguardo e anche durante la cena mi tenni a debita distanza, rispondendo alle domande di tutti gli altri, dato che comunque lui non me ne aveva fatte. Ero abbattuta: volevo parlargli, rinfacciargli tutto quello che era successo, delle condizioni in cui ero arrivata in Svezia e di come Marcus e Bianca mi avevano accolto nella loro vita rallegrandomi immediatamente.

«Allora – mi chiese Rachel, mentre ci eravamo offerte di ripulire piatti e cucina – come va..?» di certo sapeva dove voleva andare a parare, lo volevano tutti sapere da quando i miei occhi e quelli caldi, seducenti, cioccolato di Zayn si erano incontrati dopo anni di assenza.

«Bene, come dovrebbe andare?»

«Non prendermi in giro, Sophie. Ti si legge negli occhi che stai soffrendo.»

«Non sto soffrendo! - la bloccai, prima che potesse controbattere - .. Solo non mi aspettavo che mi facesse ancora questo effetto dopo tanti mesi.» incassai la testa nelle spalle, poggiandomi con la schiena al lavandino e sospirando, ad occhi chiusi.

«Perchè provi ancora qualcosa per lui, infondo»

«Non quello che pensi tu – mi voltai a guardarla, mentre mi osservava di sottecchi – non mi sono mai sentita così inutile e umiliata in vita mia.» mantenne lo sguardo fisso su di me per pochi istanti, prima di puntarlo a qualcosa dietro di me. Feci pressione sui talloni e ruotai, scontrandomi con la sua figura.

«Possiamo parlare?» mi chiese e ricevuto chissà quale comando dalle divinità superiori, Rachel abbandonò in silenzio la stanza, lasciando che lui si avvicinasse. Troppo.

«Ti.. ti trovo bene» abbozzò, sedendosi al piccolo tavolino della cucina di Harry per poi poggiare la testa sulla mano.

«Zayn, vieni al punto.» Mi sentivo come un pesce in una boccia senza acqua, morente sul fondo. Dovevo assolutamente scappare da quella stanza, da lui.

«Perchè te ne sei andata senza dire niente a nessuno, se non quando ormai eri già laggiù?»

«E tu perché l'hai baciata?» sbuffò, scuotendo la testa e passandosi una mano nel ciuffo, per poi riguardarmi.

«Hai un altro là, non è vero?»

«E a te cosa importa? Non te n'è fregato molto mentre la baciavi no?» la mia acidità stava venendo a galla, come la mia voce a gallina stridula.

«M'importa invece!»

«Perché? Non stiamo più insieme io e te!» non mi rispose, si limitò a guardarmi con lo sguardo vago e perso chissà dove.

«rispondimi» sibilai, sbattendo il pugno chiuso sul tavolino in legno di ciliegio.

«Ragazzi?» alzai la testa, incontrando lo sguardo preoccupato di Liam e Niall che se ne stavano sulla porta, a guardarci confusi.

«Dieci minuti e arriviamo, promesso» sorrisi, aspettando che si chiudessero la porta alle spalle per perdere la mia espressione dolce e ritornare minacciosa su di lui.

«Zayn, altri trenta secondi poi ti prendo a schiaffi e me ne vado!»

«Io ti amavo.»

«Modo davvero carino per dimostrarmelo, quello di baciarti un'altra davanti a casa, genio!»

«E' stato.. un momento di distrazione.» Scattai con lo sguardo su di lui, con chissà quale Jasper che controllava le mie emozioni, o probabilmente Zayn Malik avrebbe smesso di usare gli arti superiori per un po' di tempo.

«E' stato un momento di distrazione?! Ma ti ascolti! Sei un.. deficiente Zayn. Tu per un momento di distrazione cadi per terra, per distrazione sbagli il segno nel compito di matematica... per sbaglio puoi anche comprare prosciutto cotto anche se tua madre ti ha chiesto salame. Ma non baci un'altra ragazza. Come ti sei distratto sentiamo? Io ho i capelli marroni e gli occhi anche, lei è bionda ossigeno e occhi azzurri. Sei diventato daltonico forse?! O semplicemente non ti andavo più a genio? Dimmelo. Adesso.»

Spostò gli occhi da una parte all'altra della cucina, torturandosi le dita.

«Quando siamo andati in America .. ci sono stato a letto insieme.» Se quando li avevo visti mi era crollato solo il Pianeta Terra sulla schiena, adesso si era demolito tutto l'universo compreso di galassie e meteoriti vaganti.

«Ero ubriaco, marcio. Lei è tornata a Londra è venuta a salutarmi e.. niente. Era lì, e l'ho baciata.»

«Giustamente i miei sentimenti non contavano un cazzo Zayn – chiusi gli occhi, respirando rumorosamente – sei un bastardo. »

«L'avrei lasciata!» ribattè piccato, alzandosi in piedi e sovrastandomi con la sua altezza.

«Non m'interessa.. non m'interessa. Tu non me l'avresti detto questa cosa se io non vi avessi visti, Zayn. Sei stato a letto con un'altra ragazza mentre stavamo insieme! Mentre io stavo qui ad aspettarti .. sei.. - scossi la testa, priva di epiteti sprezzanti e mi avvicinai alla porta – se solamente pensavo di poter tornare almeno a considerarti un conoscente adesso sei completamente morto. E' ancora più finita di prima. Me ne vado.»

Feci scorrere la porta e trovai tutti i volti – per lo più shockati – di tutti i presenti. Harry, notando il mio stato pietoso scattò in piedi affiancato da Louis. Scossi la testa, allontanandoli con un gesto della mano.

«Lasciatemi perdere, è decisamente la cosa migliore. Io me ne vado, la mia serata si è conclusa qui. Ci sentiamo quando volete, rimango a Londra il tempo di completare la tesina di laurea e poi me ne ritorno a casa.» Raccolsi il cappotto dall'attaccapanni e li salutai tutti, chiudendomi la porta dietro.

«L'avrei lasciata e sarei corso da te, se solo non fossi stato così sicuro che mi avresti affogato.» Sentii pronunciare dietro di me, e mi voltai riconoscendo la sua voce tra diecimila.

«Ma non l'hai fatto! - allargai le braccia, camminando all'indietro – non l'hai lasciata e non sei corso da me. Cosa che volevo con tutto il cuore. Sei rimasto qui, con lei. » Abbassò la testa, continuando ad avvicinarsi.

«E' meglio per tutti e due.»

«Per me non era meglio, visto che ero innamorata di te. Ma forse tu di questo non te nei sei mai accorto.. eri sempre distratto no? E' per questo che ci siamo lasciati. Per un tuo stupido momento di distrazione.»

«Adesso c'è un altro?» tergiversò la mia risposta, virando su altre questioni.

«Forse Zayn, ma queste non sono cose che ti devono interessare.» Lo guardai per -forse,- l'ultima volta prima di girare i tacchi e ritornare sulla mia strada.

«Aspetta! - gridò dietro di me, bloccandomi il polso – aspetta..» scrollai la mano dalla sua presa e l'appoggiai sulla sua guancia sporca dalla barbetta incolta.

«Non rendere le cose ancora più difficili Zayn, ti prego. L'hai detto anche tu che è meglio per tutti e due adesso. Io non faccio soffrire te e tu non fai soffrire me. E' una cosa equa a cui posso adattarmi. Gli lasciai l'ultima carezza, lasciando cascare il braccio - .. Ciao Zayn» chiusi gli occhi e presi a camminare e, prima di svoltare l'angolo, mi voltai e lo vidi ancora là: fermo e immobile, nel suo trench rosso scuro che fissava inerme la strada.

Mi introdussi nelle viette caotiche della città mentre ritornavo a casa, lasciando che tutta l'adrenalina si scatenasse in un unico e solo fenomeno: le mie lacrime.



Posso fare l'antipatica e dire che questa os mi piace un sacco?
Si, posso farlo!
Sono giorni che ci lavoro sopra, e sono riuscita anche a farci un banner "guardabile". ( Sto migliorando, ve lo giuro!)
Le cose tristi mi riescono bene. ( Quando scrivevo fanfic che non postavo su efp, i protagonisti duravano massimo quindici capitoli. Poi morivano. Sono proprio portata #blackhumor)
Spero possa piacervi di più di altre cose che ho scritto perché mi ci sono davvero impegnata, c'è tanta me stessa qui dentro.
Un ultima cosa prima di scappare ( domani mega giornata ai Gigli, devo ricaricarmi al meglio.)
voglio dedicarla ad Alice perché - come sempre;- mi sta vicino anche se fisicamente è un po' lontanuccia. ( Sono un genio nel distruggere le distanze, io!)
e poi è colpa sua se sto iniziando a bannerare ( si dice? Insomma, è un nuovo termine!) qualsiasi fanfiction. 
Che poi è utile per il plot, quindi God Bless you, Ali.
Sono finite le parole di oggi, adesso mi metto nel letto e rimarrò sveglia fino a tardi perché non riesco mai a dormire, ma questo sono dettagli.
Se siete arrivati fino a qui
grazie.

 

   
 
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