Titolo: Rivelazioni Indesiderate
Autore: dio_niso
Nick sul forum: yuma92
Nick sul sito: dodo
Fandom: Sherlock Holmes
Personaggi: Sherlock Holmes, impliciti John Watson e Sebastian Moran
Genere: flashfic, triste, missing moment, What if?, generale
Word: 495 parole
Rating: giallo
Disclaimer: non mi appartiene e non ci guadagno nulla
Prompt: Sadismo e Campagna per il contest "War Tales"; What if? e Guerra per il contest "Summer Breeze" sul forum di EFP.
Note: il what if? è per questo: e se Sherlock scoprisse che John conosceva il colonnello Moran anche prima della vicenda con il professore?

Rivelazioni Indesiderate

Sherlock aveva la brutta abitudine di non riuscire a farsi gli affari propri soprattutto quando si trattava della vita del dottore.
Erano passati anni dalla notte alle cascate Reichenbach, ciò nonostante nulla sembrava essere variato nell'amicizia tra lui e John.
Come precedentemente affermato, per Sherlock era troppo difficile resistere all'impulso di impicciarsi nella vita del suo amico, per questo quando trovò uno dei tanti taccuini in cui John era solito annotare le loro avventure, fu senza esitazione che iniziò a leggere.

"Mills non è riuscito a sopravvivere alla notte. Tutti i miei sforzi sembrano essere vani.
È il terzo uomo che muore in soli tre giorni per infezioni e febbre. Non abbiamo abbastanza medicine, e anche le bende iniziano a scarseggiare.
A breve con cosa suturerò le ferite?"

"Abbiamo trovato una fattoria in aperta campagna. Ci sono soldati di altri reggimenti con noi, a causa della confusione che grava sugli ordini dei superiori che a volte vengono persi sul campo di battaglia. I reggimenti si stanno sparpagliando...
La morte qui è dappertutto: ovunque ti giri trovi la terra sporca di sangue e cadaveri di compagni caduti; i colpi delle baionette risuona nell'aria incessantemente giorno e notte.
Se c'è qualcuno in quella fattoria spero sia tanto gentile da offrirci riparo e aiuto, o non so quanti altri uomini moriranno questa notte.
Con noi è presente anche il Colonnello Sebastian Moran; su di lui girano davvero molte voci: alcuni soldati giurano di averlo visto conquistare e distruggere da solo un accampamento nemico, altri invece, che la sua violenza non ha eguali. Non so a chi dar ascolto, in ogni caso non credo sia una persona di cui ci si possa fidare. Mi mette i brividi."

Sherlock rilesse tre volte di seguito la descrizione che John aveva fatto nel suo diario del colonnello Moran, ed ogni volta Sherlock riconobbe in quell'uomo la stessa persona che aveva lavorato per il professor Moriarty. Si domandava perché John non gli avesse mai voluto rivelare di aver già conosciuto Moran.
Tra alcune pagine strappate, Sherlock riuscì a leggere altre parole che gli gelarono il sangue:

"Sono passate due settimane da quella notte, ma non riesco a dimenticare l'orrore di cui mio malgrado sono stato testimone.
Quelle donne erano innocenti e non rappresentavano alcun pericolo, eppure ricordo il sangue sgorgare a fiotti dalle loro gole.
Dov'è la giustizia in questo?
Come può l'Inghilterra permettere a un uomo come Moran di guidare il suo esercito?
La spalla brucia terribilmente, ma sono più forti la rabbia e la vergogna che provo per non essere riuscito a fermare quel pazzo.
C'era gioia e divertimento nei suoi occhi mentre torturava quelle povere persone, e c'era immensa soddisfazione mentre torturava me. Cosa ne sar-"

Sherlock gettò lontano da sé quel diario così pieno d'informazioni, sperando così, inutilmente, di allontanarle anche dalla mente.
Provava sgomento e rabbia per ciò che in pochi minuti aveva appreso: È stato Moran a ferire la spalla di John...
Sherlock, per quanto curioso, non gli aveva mai chiesto in che modo fosse stato ferito; ora lo sapeva.