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Autore: Kiarachu    17/10/2012    2 recensioni
Avete presente il momento nel film dove Megamind (come Bernard) confessa a Roxanne che nessuno lo voleva a scuola? E che lei ha detto "Peccato che non eravamo nella stessa scuola"
Beh, in questa AU esplorerò la possibilità che Roxanne fosse andata alla scuola di Megamind. Che cosa succederà?
Genere: Angst, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Megamind, MetroMan, Minion, Roxanne Ritchi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mentre Eiyuu era nella sua cella, a parlare col direttore, Roxanne entrava in casa.
 
“Mamma, papà, sono tornata! Ciao!” gridò con la sua usuale energia.
 
“Roxanne, carissima! Allora, com’è andato il tuo primo giorno nella nuova scuola? Tutto bene? Ti sei fatta nuovi amici? Raccontami tutto!” disse suo padre, venendole incontro, ed abbracciandola.
 
La piccola abbracciò di slancio il padre, cui era molto affezionata.
 
“Oh, non ci crederai mai! Oggi ho conosciuto un autentico alieno! Ed è simpaticissimo! Siamo subito diventati amici, ed è stato interessantissimo parlare con lui! Vuoi che ti racconti?” chiese sorridendo, e con un luccichio negli occhi azzurri.
 
Andrew sorrise, contagiato dalla sua bambina.
 
“Un alieno? Davvero? E chi è, se posso chiederlo? Dai, mettiamoci qui sul divano, che mi racconti.”
 
Così si sedettero su divano, e Roxanne cominciò a raccontare della sua giornata, e di Blue, e gli disse anche di Wayne Scott e della maestra.
 
“Ah, gliene ho dette quattro, a quella donna! Lo so che non è giusto, ma lei è veramente da biasimare per quello che ha fatto! Come pure quel marmocchio viziato che è Wayne Scott! Per fortuna che adesso Blue ha un amico: me! E spero che la situazione migliori…poverino…è proprio un incompreso.”
 
“Sai, quando leggevo certi libri, pensavo che ci fossero situazioni che capitassero solo lì, e fossero cose di fantasia, ma adesso ho visto che non è così, e m’indigno a pensare che anche in epoca moderna possano succedere brutture del genere. È anche per quello che vorrei diventare una reporter, per scrivere o raccontare la verità!” la bimba disse con un fiero cipiglio.
 
Il paramedico guardò con orgoglio la sua bambina, e sperò pure lui che a quel piccolo alieno le cose sarebbero andate bene.
 
“Sai, io conosco il direttore della prigione, e sapevo di Blue. Adesso posso dirtelo, ma ogni tanto andavo a dargli un’occhiatina, per vedere se era in salute. Gordon Hudson, però mi aveva fatto promettere di non dirlo in giro, per proteggerlo da gente senza scrupoli.”
 
“Non pensavo che l’avesse mandato in quella scuola. Ma è vicina alla prigione, quindi non dovrebbero esserci problemi. Hei, che ne dici se propongo al direttore se tu e Blue v’incontrate lì nel carcere? Sempre che non sia un problema per te”, chiese sorridendo alla sua figlioletta.
 
Roxanne s’illuminò, alla proposta.
 
“Beh, se il direttore Hudson è d’accordo per me sarebbe bellissimo, poterlo vedere fuori da scuola! Mi son sentita così triste, nel dovermi separare da lui. E non può neppure andare in giro come fanno gli altri, rischierebbe di essere catturato da scienziati. Oddio…non voglio nemmeno pensarci”, disse rabbrividendo.
 
Andrew sorrise, e pensò che la sua Roxanne era proprio una bambina speciale.
 
“Molto bene! Allora, domani gli telefono e glielo chiedo. Ah, lo so che per te è difficile raccontare bugie, ma potresti non dire alla mamma di questa proposta? Lo sai com’è fatta…potrebbe non permetterti di andare”
 
La bimba annuì, sapendo a cosa si riferiva.
Suo padre era un tipo molto pratico e gioviale, che vedeva subito i punti di forza di una persona.
Anche Roxanne era così, anche se aveva ereditato la testardaggine di sua madre.
 
La mamma di Roxanne si chiamava Lisa, ed era la classica madre iperapprensiva che voleva controllare tutta la vita della figlia.
Era stata lei ad insistere che la bambina andasse nella scuola per bambini dotati, dopo che avevano fatto il test del QI.
 
Aveva sentito che c’era il figlio di Lord e Lady Scott, e così aveva insistito tanto nel mandare Roxanne là, sperando che diventassero amici.
Sapeva che a sua figlia non piaceva essere imbrigliata, e che aveva le sue idee su quali amicizie farsi, o su cosa dire, ma nonostante questo aveva pensato che c’era una possibilità che diventasse amica del figlio degli Scott.
 
Era anche la classica donna importante nell’ufficio dove lavorava, e le avrebbe fatto comodo avere come amici gli Scott.
Ricopriva una carica abbastanza altolocata, ma che non le toglieva tempo per dedicarsi alla famiglia, peccato che lo facesse alla sua maniera.
La donna entrò in quel momento dalla porta, tutta vestita elegante.
 
“Sono a casa! Il mio tesorino è arrivato? Vieni dalla mamma, Roxie, dai, vieni a darmi un bel bacio ed un abbraccio, e poi raccontami com’è andato il tuo primo giorno di scuola”, disse la donna, andando verso Roxanne.
 
La bambina roteò gli occhi al nomignolo. Sua madre era la ragione per cui odiava essere chiamata “Roxie”. 
 
“Ciao, mamma. E a te, è andata bene? Come sempre, lo sai che non mi piace essere chiamata così! Non sono più una bambina! In ogni modo oggi mi son divertita, e mi son fatta un amico”, finì sorridendo.
 
La donna fece un gesto sprezzante, quando Roxanne si lamentò del nomignolo, anche se sapeva che sua figlia era più matura ed acculturata dei normali bambini, per lei era sempre la sua piccola Roxie.
 
“Ma tu sei ancora una bambina! Hai cinque anni! E chi è quest’amico? Per caso Wayne Scott?” chiese speranzosa.
 
Roxanne si accigliò a sentire il nome dell’odioso bambino.
 
“Certo che no! Non voglio diventare l’amica di un bulletto di prima categoria come lui! Il mio amico è il piccolo Blue, che ha quasi sei anni. È davvero un individuo adorabile, ed è stato molto interessante parlare con lui, oggi. E non vedo l’ora che arrivi domani, per rivederlo di nuovo!” disse con entusiasmo, cercando d’essere la più vaga possibile.
 
Lisa spalancò gli occhi, quando sentì dire quelle cose da sua figlia.
 
“Bulletto? Il figlio di Lord e Lady Scott? Ma sei sicura? E…Blue? Che razza di nome è? È uno straniero? Mmmh…signorina, tu non mi stai dicendo tutto”, finì stringendo gli occhi e facendo il broncio.
 
Siccome a Roxanne non piaceva mentire, le raccontò tutto, tranne l’idea del padre.
La madre era inorridita. Non solo sua figlia rifiutava di diventare amica del figlio degli Scott, ma lo era diventata di un alieno blu, che veniva dalla prigione.
 
“Io ti proibisco di frequentare quel…mostriciattolo! Tu domani farai amicizia con Wayne Scott, ed io farò in modo di rimuovere quell’animale da quella rispettabile scuola! Viene dalla PRIGIONE! Deve rimanere lì, per il resto della sua vita! Altro che mandarlo alla scuola dei bimbi dotati!” la donna gridò con veemenza, vedendo i suoi piani di entrare nell’alta società sfumati, per colpa del pensiero indipendente della figlia.
 
Roxanne era nera, per tutta la giornata a lottare per difendere i diritti di quel povero bambino, che non aveva fatto nulla, a parte nascere su un pianeta dove tutti avevano la pelle blu, ed un gran testone.
Non era la prima volta che cozzava la testa con sua madre, e non sarebbe stata di certo l’ultima.
 
“Mamma! Non dirmi quello che devo fare! Ne ho abbastanza dei tipi come te, Wayne Scott o quell’orribile maestra che giudicano le persone solo dall’aspetto esteriore! Blue è solo una povera vittima delle circostanze. E tanto per la cronaca, anche il tuo oh-così-prezioso Wayne Scott è un alieno!”
 
“Vola, ed ha il potere della supervelocità ed emette raggi laser dagli occhi. E non dirmi che questo è normale, perché non lo è! Blue è mille volte meglio di quel bambino viziato! È acculturato, ed ha un intelletto che supera quello di qualsiasi scienziato geniale! Ed ha solo cinque anni! Non è di sicuro un mostriciattolo o una bestia! E domani io lo rivedrò, e farò di tutto perché venga accettato da gente dalla mente ristretta come te!”
 
“Ti ringrazio solo di una cosa: di aver insistito nell’iscrivermi a quella scuola. Se non fossi andata là, non oso immaginare cosa sarebbe successo al piccolo Blue. Ora vado in camera, e ti lascio a riflettere su quello che ti ho detto”, finì, girando i tacchi ed andando in camera, tutta tremante per lo sforzo sia fisico sia psichico.
 
La madre era abituata a quei discorsi con sua figlia, però questa volta rimase veramente shockata dalla veemenza di Roxanne.
Sapeva che la bambina aveva una mente superiore a tutti loro, ma era in ogni caso una bambina, e nella sua testa doveva sottostare alle sue regole.
Il problema era che non si rendeva pienamente conto che non erano giuste.
 
“Oh! Quella bambina! Deve imparare a sapersi comportare! Sono stufa di questi suoi discorsi da paladina della verità! Ammetto che non posso costringerla a fare quello che non vuole – non sono così cattiva, dopotutto – ma trovo veramente irritante che idee si sia fatta del figlio degli Scott.”
 
“Non è possibile che un bambino cresciuto in una famiglia così altolocata, possa essere un bulletto. Avevo sentito quelle voci che Wayne poteva essere…hm…non terrestre, ma non ci avevo mai dato così peso. Le parole di Roxanne me l’hanno confermato, so che non mentirebbe.”
 
“Ma l’idea che frequenti un alieno che proviene dalla prigione…beh…quello mi sembra proprio SBAGLIATO! Domani andrò ad indagare, di sicuro c’è un errore. Com’è possibile che quel…bambino…sia finito lì!” la donna disse con tono esasperato.
 
Andrew decise di dire anche a lei il suo segreto.
 
“Cara, forse alla tua ultima domanda posso risponderti io. Conosco quel bambino. Lo sai che sono amico di Gordon Hudson, il direttore della prigione. Beh, in poche parole, lui mi ha chiesto se, ogni tanto vado lì a guardare il bambino, diciamo a fargli un piccolo check-up per vedere se sta bene.”  
 
“Il direttore mi aveva espressamente chiesto di tenerlo segreto, per via di gente senza scrupoli, come scienziati, che avrebbero voluto studiarlo. Lui lo ha adottato, ed ora Blue è un regolare cittadino degli Stati Uniti d’America. Per quel che riguarda la scuola, quel bimbo è davvero dotato: ha un cervello molto superiore al nostro, ed ha inventato molte delle cose tecnologiche in uso adesso su computer ed altri apparati simili.”
 
“Ha tutto il diritto di stare in quella scuola, ed io sono contento che Roxanne sia diventata sua amica. Ah, se ti stai chiedendo perché è in prigione, è perché la sua navicella è atterrata nel cortile della galera, e poi Gordon ha deciso di tenerlo lì dentro per proteggerlo. Non ha fatto nulla di male, e se ne ha fatto, è stato per circostanze sfavorevoli.”
 
“Ha solo bisogno d’affetto, e d’essere accettato, e Roxanne l’ha capito. Ti giuro che se farai qualcosa per separare quei due, potrei anche arrabbiarmi, e lo sai che lo farei. Ti voglio bene, ma voglio bene anche a Roxanne, e capisco il suo punto di vista. Ammetto che una bambina non dovrebbe rivolgersi ai suoi genitori come si è rivolta a te, ma lo sai anche tu che ha un’intelligenza ed un giudizio superiori alla sua età”, finì seriamente, guardando con cipiglio severo la donna che aveva sposato.
 
Lisa era shockata dalla reazione del marito. Lui aveva parlato con una calma che non le aveva dato modo di replicare in maniera arrabbiata.
Sapeva anche che Roxanne era stata educata con dei principi morali molto alti da suo marito.
Era però combattuta, perché voleva assolutamente conoscere gli Scott, e quindi Roxanne doveva essere amica di Wayne.
 
Alla fine lei si rassegnò, fece spallucce e disse, “E va bene, avete vinto. Per il momento non farò nulla, e non impedirò a Roxanne di parlare con quell’alieno. Magari prima o poi diventerà amica anche di Wayne Scott.”
 
Andrew sospirò di sollievo, sapendo quanto fosse ostinata Lisa, e fu contento di sentirle dire quelle cose.
Ed aveva anche l’impressione, conoscendo sua figlia, che avrebbe fatto cambiare idea anche a quel bimbo viziato che era Wayne, esaudendo il desiderio di sua madre.
 
Mentre Lisa andava in cucina a preparare cena, Andrew andò in camera di Roxanne, a darle la notizia.
Bussò alla porta, e sua figlia, quando sentì che era lui, gli disse di entrare.
 
“Papà! Qualcosa che non va?” chiese, preoccupata. Si era un pochino pentita del suo scoppio d’ira verso sua mamma, anche se una piccolissima parte di sé si diceva che era giusto.
 
“No, no, anzi, ti porto buone nuove: la mamma si è arresa, anche se spera che tu diventi amica di Wayne. Per il momento non farà nulla, così potrai ancora vedere il piccolo Blue. Volevi raccontarmi altro? Conoscendoti, ti sarà venuta qualche idea, vero?” chiese sapendo che la sua piccola Roxanne voleva divenire una reporter, per far sapere la verità alle persone.
 
Roxanne s’illuminò alla notizia, anche se sapeva che sua mamma non si sarebbe di sicuro arresa per la faccenda di Wayne.
 
“Ma è fantastico! E sì, mi ero dimenticata di dirti che Blue mi ha detto che quello non è il suo vero nome, e che l’avevano scoperto questa mattina, ma è un segreto. Povero piccolo…è così…insicuro. Ma adesso ci sono io, e lo aiuterò a diventare più consapevole di sé! C’è un grande potenziale in lui, lo sento.”
 
“E vedendo la situazione, vorrei riuscire a far cambiare idea a tutti quei bambini, e soprattutto alla maestra! Quella donna nasconde qualcosa, lo sento. A proposito, tu sai nulla di lei? A me sembra incredibile che sia un’insegnante. Per me una maestra non si comporterebbe così! Devo scoprire perché è così!” affermò con risolutezza, e con un luccichio negli occhi che le veniva quando voleva fare il suo futuro lavoro.
 
Andrew sorrise, vedendola così, anche se era un po’ preoccupato per la sua decisione.
 
“La mia piccola reporter! Così Blue ha scoperto il suo nome eh? E mi sembra una buona idea, ti auguro buona fortuna. Ma stai attenta con la maestra. È vero che la situazione è un po’ sospetta, ma ricordati che tu sei solo una bambina, anche se sei MOLTO intelligente, e lei è una persona adulta.”
 
“Potrebbe darti del filo da torcere. O peggio separarti da Blue. Non ti sto dicendo di rinunciare, ma solo di fare le cose con calma, e non esporti troppo. E in bocca al lupo con la tua indagine”, il paramedico finì di dire, sorridendo alla sua coraggiosa figlioletta.
 
Roxanne sorrise, contenta di avere suo padre dalla sua parte.
 
“Grazie, papà! Sei il migliore! E non preoccuparti, non rischierò di esser separata da Blue. Lui ha bisogno di me, e farò di tutto per migliorargli la permanenza in quella scuola”, finì con un tono risoluto e con una serietà che andava oltre la sua età.
 
Si abbracciarono, per poi parlare d’altro, fino a che Lisa non li chiamò per cena.
Poi Roxanne andò a letto, pensando con eccitazione al giorno dopo, quando avrebbe rivisto il piccolo alieno, avendo qualche difficoltà ad addormentarsi, ma dopo un po’ riuscì a rilassarsi e dormire.
  
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