Serie TV > I Tudors
Ricorda la storia  |      
Autore: LadyPalma    18/10/2012    3 recensioni
Prendete i personaggi dei Tudors e immaginateli ai giorni nostri tra i banchi di scuola... Come sarebbe un'assemblea di classe tipo?
Demenziale of course XD
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pietà, pietà, pietà!! Abbiate pietà di una povera ragazza che soffre di insonnia e che lo studio sta facendo uscire pazza xD Momento di noia mostruosa all'ora di religione in cui guarda caso stavamo parlando dell'annullamento del matrimonio...


Che classe!




La campanella era suonata da circa cinque minuti e il professore era già seduto dietro la cattedra aspettando gli ultimi ritardatari prima di iniziare la lezione. Seduta in prima fila al lato della finestra, una ragazza dai lunghi capelli scuri approfittava di quella manciata di minuti per sfogliare rapidamente le pagine del libro di storia per l’interrogazione dell’ora successiva, tentando di reprimere uno sbadiglio.

“Buongiorno Cat!”

La ragazza alzò di scatto gli occhi azzurri nel vedere uno zaino posarsi sul banco accanto al suo e sentendo la familiare voce chiamarla. Un sorriso radioso le illuminò il viso: il suo migliore amico era arrivato.

“Ciao Tommy!” esclamò chiudendo il libro “E Crommy che fine ha fatto?” chiese poi guardandosi intorno un po’ confusa.

“Un ritardo dell’autobus, entra alla seconda… Tanto sai che è esonerato da religione” rispose Tommaso leggermente irritato per l’attenzione che la sua amica sembrava rivolgere al compagno di classe che non gli stava propriamente a genio.

Caterina annuì semplicemente e i due si scambiarono un ultimo sguardo prima di riportare l’attenzione al professor Campeggio che aveva iniziato a spiegare.

“Pss, Cate!” una voce affianco a lei la chiamò e un bigliettino piegato arrivò tra le sue mani.

“Cos’è?” chiese lei sottovoce in tono dubbioso, alzando lo sguardo verso l’inaspettato scocciatore.

“Non preoccuparti, è per comunicarti il giorno dell’assemblea di classe…” la rassicurò immediatamente il ragazzo “Non ti sto chiedendo se ti vuoi rimettere con me!” aggiunse poi prontamente con aria divertita.

“Lo credo bene, dato che mi hai anche tolto l’amicizia da face book!” esclamò Caterina ostentando indifferenza e scorrendo con lo sguardo il foglietto appena consegnatole.

“Mi dispiace, ma lo sai com’è fatta Anna… Si è arrabbiata tantissimo quando ha scoperto che hai messo mi piace alle foto delle nuove camicie che mi sono comprato!” disse Enrico in tono di difesa “E adesso voglio sentire la lezione…” aggiunse, aprendo il quaderno per prendere qualche appunto.

“Da quando in qua ascolti religione tu? Ti interessano le cause di annullamento?” chiese lei ironica, lanciando una rapida occhiata alla lavagna dove appariva in grande l’oggetto della lezione.

Enrico Tudor le lanciò una rapida occhiata e uno strano sorriso apparve sulle sue labbra.

“Non so, ho la netta sensazione che potrebbe servirmi un giorno… Chi lo sa”


**


Si era finalmente arrivati al fine settimana, ma la prospettiva dell’imminente sabato sera e le ore di matematica saltate grazie all’assemblea di classe, non sembravano allietare gli animi della V E. Dopo aver discusso infatti delle organizzazioni delle interrogazioni e la ridistribuzione degli incarichi, dove i litigi erano stati più o meno contenuti, all’argomento “viaggio di istruzione” si era letteralmente scatenato l’Inferno.

“Io propongo assolutamente la Francia” aveva esclamato Anna Bolena, mentre i suoi fratelli Giorgio e Maria rispettivamente alla sua destra e sinistra annuivano con vigore.

“Ma per favore! Assolutamente no… Perché non andiamo in Spagna piuttosto?” aveva ribattuto prontamente Caterina, ricevendo subito il sostegno dell’amica Jane Seymour, che avrebbe dato qualsiasi cosa pur di contrastare quel trio odioso.

“Ma stai zitta bigotta!” mormorò stizzita Anna, tuttavia non abbastanza sottovoce.

“Intanto non sono gatta morta come te!!” ribattè Caterina alzando le spalle.

“Fino a prova contraria tesoro… Non sono io ad essere passata da un fratello Tudor ad un altro!” fece notare la Bolena cercando di trattenere una risata.

“Ma stai scherzando?” disse l’altra che invece la risata non riuscì a trattenerla di fronte all’assurdità e l’inconsistenza di quell’accusa “Stavo con Arturo alle elementari e il massimo sviluppo della nostra relazione è stato sederci vicini a mensa!

“Vabbè, comunque io sono d’accordo con la nostra bella Regina di Cuori” esclamò Charles Brandon, cercando di interrompere la discussione, anzi piuttosto di inserirsi in essa “In Spagna ci sono un sacco di belle ragazze… In Francia sono tutti omosessuali praticamente!” aggiunse poi dando un morso al panino al salame comprato al bar della scuola.

“Perché scusa c’è qualche problema forse?” domandò Giorgio, sentendosi colto sul vivo.

“No, ma ci sarà un problema per Charles tra qualche minuto…” intervenne Margaret Tudor lanciando un’occhiata assassina al suo fidanzato “Cos’è questa propensione per le spagnole adesso?”

Mentre accuse e minacce volavano e le voci si accavallavano, allontanandosi sempre più dall’argomento principale che aveva generato tutto quel caos, il rappresentante di classe e i suoi due vice fissavano in silenzio dalla cattedra la scena, indecisi sul da farsi.

“Oh! Adesso basta ragà, un minimo di contegno!!” esclamò infine con voce forte e chiara Enrico, richiamando l’attenzione.

“Vediamo di fare ordine…” iniziò Thomas Cromwell alla sua sinistra, prendendo la parola “Anna, con che classe si dovrebbe organizzare la gita in Francia?”

“Oh, andiamo Crommy… Togli il condizionale!” esclamò l’interpellata facendogli un occhiolino complice “Comunque con la IV G”
“La IV G? La classe di Francesco e Claudia?” s’informò  Anna di Cleves, parlando per la prima volta.

“Si, carina Claudia…” confermò Charles, ricevendo un’altra occhiata assassina da parte della sua ragazza ufficiale.

“Bene…” riprese il discorso Thomas, prima che ricominciassero altre inutili divagazioni “E invece Caterina, il progetto per la Spagna?” domandò poi, spostando lo sguardo sull’altra ragazza, ma non fu lei a prendere la parola.

“Abbiamo parlato con il II D, il rappresentante Carlo ha detto che si occuperanno loro del programma da presentare al preside Farnese” rispose Eustace Chapuys, l’unico che si ostentava ad alzare educatamente la mano anche in queste circostanze in cui regnava la semi anarchia.

“Un secondo? Vorresti affidare un programma ad un secondo?” chiese il vice rappresentante quasi sconcertato.

“Ma che vuoi da me scusa? Io sto solo riportando la notizia… Ambasciator non porta pena” si difese l’altro alzando le mani.

“Eh, ho capito… Ma poi una gita con un secondo non si può fare proprio!” continuò Cromwell sempre più contrariato.

“Ma io sul serio Thomas, non capisco qual è il tuo problema… E’ tre frasi che dici e subito a fare polemica!” disse Tommaso Moro, non riuscendo più a trattenere il rancore per il compagno che cresceva a dismisura.

L’accusato gli rivolse un’occhiata sorpresa, così come tutto il resto della classe, stupito di vedere la coscienza del gruppo e il più cordiale tra tutti, irritarsi anche solo leggermente.

“Un po’ è vero… Veramente Cromwell, certe volte fai scappare la pazienza pure ai santi!” convenne Brandon, finendo finalmente il panino e trovando questa volta l’appoggio di Margaret.

“Vabbè… Ho capito!” esclamò Thomas palesemente seccato “Prima o poi mi farete perdere la testa!! Io ci rinuncio!” aggiunse poi irritato, attraversando velocemente l’aula e sedendosi in disparte sul suo banco in ultima fila.

L’attenzione che aveva attirato con la sua improvvisa uscita di scena non aveva distolto troppo a lungo però i compagni dall’ hot topic del giorno e ben presto un brusio di voci che si sovrastavano tornò a riempire la stanza.

“Se non la smettono tra tre minuti decido io!” bisbigliò sottovoce Enrico fissando annoiato la scena “Sono il rappresentante ed è mio dovere… Farò io stesso il programma e vediamo un po’…”

“Ma non puoi! E se poi il programma non piace?” chiese Tommaso al suo fianco, chiaramente dubbioso.

“Non mi importa, farò una rivolta contro il preside allora! Farnese sta lì solo per arricchirsi le tasche, te lo dico io…” rispose prontamente l’altro alzando le spalle.

“Per favore! Lo sai che io aborro la guerra…”

“E allora cosa suggerisci?”

Moro sorrise a quella domanda, mentre un’idea si affacciava alla sua mente; afferrò un pennarello e tracciò una linea verticale sulla lavagna tagliandola idealmente in due parti e scrivendo in ognuna di esse da un lato Spagna e dall’altra Francia. Poi richiamata nuovamente l’attenzione generale, invitò tutti ad apporre il proprio nome nella fazione per cui patteggiavano. Certo non un’idea originale, ma almeno era un’idea. Anna Bolena fu la prima ad alzarsi in piedi e il vice rappresentante, prima di passarle il pennarello, indugiò ancora un attimo per segnarsi nella colonna della Spagna, beandosi del sorriso luminoso che Caterina gli rivolse.

In pochi minuti le votazioni erano terminate e si era giunti sfortunatamente ad una condizione di perfetta parità: i tre Bolena, Catherine Howard, Enrico e Margaret si erano espressi in favore della Francia; Caterina, Jane, Tommaso, Anna Di Cleves, Charles e Eustace a favore della Spagna. Anche se si contavano gli assenti, Mendoza e Cranmer, si sarebbe la situazione non sarebbe affatto cambiata, dato che non era difficile indovinare la loro inclinazione. Tuttavia c’era qualcuno che era sfuggito al conteggio.

“Oh Cromwell! Guarda che devi votare!” lo chiamò Charles,accorgendosene per primo, lanciandogli addosso una matita.
Thomas imprecò sottovoce e si tolse le cuffie dalle orecchie, maledicendo il giorno in cui era capitato in quella classe. Fissò la lavagna per qualche istante, trovandosi incapace di dare una risposta.

“Non posso crederci, ci stai anche pensando??” sbottò Anna Bolena, mordicchiando nervosamente il tappo della penna, cosa in cui Enrico vedeva un forte messaggio subliminale.

“Si, che ci sta pensando, perché non credo sia un completo idiota, anzi…” ribattè Caterina facendogli un occhiolino.

Ok, se era un tentativo di farlo vacillare ulteriormente, aveva funzionato alla grande, dato che il ragazzo dopo quello scambio di battute appariva più indeciso di prima e francamente non sapeva neppure perché.

 “Ragazzi, ma se invece ci facciamo un bel viaggetto ad Utopia?” propose infine ridacchiando tra se e sé.

Tutti i ragazzi lo fissarono confusi a quella presunta battuta, fatta eccezione per uno. Tommaso Moro.

“Cromwell, come diavolo fai a sapere del mio racconto per il laboratorio di scrittura creativa??"
 
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Tudors / Vai alla pagina dell'autore: LadyPalma