“I could spend my life in this sweet surrender
and just stay here lost in this moment forever.”
(I don’t want to miss a thing – Aerosmith)
Dean batté più volte le palpebre. Sentiva le
ciglia umide, pesanti; un piacevole torpore gli correva sotto la pelle, appena
sfiorata dal frizzante bacio dell’alba.
Quando finalmente riaprì gli occhi, c’era un sorriso
ad accoglierli. Timido, insicuro, quello di Castiel.
“Un’altra notte passata a guardarmi dormire?”
domandò il cacciatore, ancora insonnolito. “Per niente inquietante.”
Con una risata, si spostò fra le braccia
dell’altro, in un silenzioso ringraziamento. Il sorriso dell’angelo si
trasformò allora in una linea dolce e comprensiva, e Dean non poté trattenersi
dal baciarla.
Imprigionato in quella tiepida stretta, tracciò
con la lingua il pallido contorno delle labbra dell’altro, e quando queste si
schiusero con un sospiro, invitandolo a entrare, il ragazzo affondò grato in
quell’umido e segreto tepore.
Si allontanò lunghi minuti più tardi, l’erezione
di Castiel che gli premeva contro la coscia, la testa leggera.
“Aspetta,” ordinò, senza fiato. “Prima le cose
importanti.”
Allungò una mano verso la giacca che aveva
lanciato per aria, una manciata d’ore prima, e che adesso pendeva, precaria,
dalla finestra mezzo socchiusa, e sospirò, incapace di coprire una simile
distanza e più che mai deciso a tenersi lontano dal pavimento gelido e sporco.
Castiel scosse la testa, divertito, e la giacca
comparve fra loro.
“Dimenticavo il mio personalissimo rasoio di
Occam,” mormorò Dean, appropriandosi nuovamente di quelle labbra ancora rosse.
Poi frugò le tasche, finché non ne estrasse un tubicino bianco, alto appena un
paio di dita.
“Cos’è?” domandò l’angelo, provando a sbirciare
l’etichetta.
Dean sorrise, evasivo. “Le maniere forti,” disse
soltanto. “Ora chiudi gli occhi.”
Castiel sollevò un sopracciglio, ma fece come gli
era stato chiesto.
“Cristo, perché fai tanto la preziosa,” sibilò il
cacciatore, un momento dopo, armeggiando con quella che doveva essere una
chiusura in plastica. “Occhi chiusi, Cas,” aggiunse poi, senza sollevare i suoi
dall’oggetto che stringeva fra le dita.
Un istante più tardi, posò l’indice, bagnato e
freddo, sul labbro inferiore di Castiel. Con lentezza, lo usò per disegnare una
diafana striscia sulla bocca dell’altro. Procedeva pigro, quasi indolente,
accompagnando il movimento della mano con quello del bacino. Ogni volta che le
loro erezioni si sfioravano, l’angelo inspirava una sottile boccata d’aria.
“Perfetto,” sospirò Dean, il fiato che solleticava
la pelle sensibile dell’altro, a meno di un respiro della sua. “Ora sei pronto
ad affrontare l’inverno inclemente, passerotto. Questa ti proteggerà.”
Rise, e le braccia di Castiel si chiusero attorno
alla sua vita. Ancora ad occhi chiusi, l’angelo posò la bocca nell’incavo della
sua spalla. Risalì piano piano lungo il collo; una breve sosta sulla mascella
ruvida di barba, e si inerpicò fino all’orecchio, lasciando dietro di sé una
sottile scia trasparente: crema per le labbra e saliva.
Dean gettò la testa all’indietro, esasperato e
ansimante. “Adesso ci toccherà rimetterla, Cas: ce n’è più sul mio collo che
sulla tua bocca.”
Una velocissima spinta, e Castiel ribaltò le loro
posizioni. Delicatamente, sollevò le braccia del ragazzo, disponendolo sulle lenzuola
come una grossa e vibrante farfalla.
“Ho semplicemente scelto di proteggere cose più
importanti, Dean,” ribatté l’angelo, dedicandosi alla leggera depressione fra
le sue clavicole.
Il cacciatore rise, dolcezza e malizia che
lottavano sul suo viso. “Allora ti consiglio di fare alla svelta, moccioso. Ci
sono parti di me che hanno un urgente bisogno di protezione, al momento.”
Le labbra dell’angelo si incurvarono in un sorriso, prima di riprendere la propria languida marcia verso il basso...
Note: Nata dall'ennesimo sclero destiel con Vahly e dedicata a quella creaturina fluff che va sotto il nome di Samek ♥
Un mega-ringraziamento va come sempre a quella santa della mia beta, Kae: ormai non so cosa farei senza di te ♥