Prologo

 
  Era l'anno 1857.
L'intero continente europeo stava ancora godendo della modernizzazione e della crescita economica portata dalla precedente rivoluzione industriale. In ogni angolo nascevano nuove fabbriche destinate a portare benessere all'umanità e, nelle città, spuntavano come funghi nuove abitazioni per far fronte all'ingente crescita demografica, che aveva coinvolto l'intera Europa.
Nuovi stati venivano a formarsi, mentre alcuni ancora lottavano per guadagnarsi la loro autonomia.
  L'Inghilterra, saggiamente guidata dalla regina Vittoria, era il centro di questo enorme sviluppo, nonché la maggiore potenza economica mondiale e commerciale. Grazie alle colonie e al progresso della tecnologia, l'epoca vittoriana rappresentò l'apice dello splendore del suo Paese, anche se al suo interno i divari, soprattutto quelli fra ceti sociali, erano molti e gravosi.
Le rotte commerciali con le colonie e la ormai passata Guerra dell'Oppio avevano portato le navi inglesi fin nell'estremo Oriente, dove già in passato avevano avuto importanti scambi commerciali con il Giappone, la terra del Sol Levante.

 La profonda crisi agraria causata dalla carestia, tra il 1820 e il 1830, e dalle terre poco fertili del Giappone, aveva lasciato il Paese in ginocchio. L’inflazione svalutò la moneta e il Bakufu attuò nel 1840 le riforme di chiusura verso l’estero, cominciate nell’Era Tenpö.
L’Europa e gli Stati Uniti cercarono allora di riattivare il commercio con il Giappone, ambendo ai suoi preziosi prodotti, ma solo la Francia, gli Stati Uniti e l’Inghilterra riuscirono, nel 1857, a firmare accordi di amicizia e, pertanto, di commercio.
Purtroppo, a seguito della forzata apertura dei commerci con gli Stati Uniti, di cui lo Shogun, il signore della guerra, fu favorevole, e dei rapporti diseguali del commercio, grazie ai quali erano solo gli stati esteri a guadagnare, mentre il popolo soffriva, nacquero numerosi partiti politici sia a favore che contro l’apertura del Paese verso l’estero. Il pensiero contro il commercio con l’estero più diffuso fu il sonnō jōi, il cui detto era “onore all’imperatore, espellere i barbari”.
  A Kyoto cominciarono così omicidi e atti di violenza contro i sostenitori dello Shogun che permetteva gli scambi.
Tokugawa Iemochi, quattordicesimo Shogun Tokugawa, istituì un corpo speciale di 234 ronin, samurai senza terra né padrone, affinché lo proteggessero. Tra questi solo 30 furono scelti per far parte della Shinsengumi, il corpo speciale che risiedeva a Kyoto, e la tensione nel Paese aumenta sempre di più.
La guerra stava per scatenarsi in Giappone, uno scontro fratricida che cambiò per sempre il modo di fare la guerra del Paese del Sol Levante, abbandonando i samurai, per andare verso un esercito con armi da fuoco. Questa fu la guerra tra il quattordicesimo Shogun Tokugawa e l’imperatore Meiji.
  La crisi economica, sociale e di valori che colpì il Giappone cambiò le vite di numerose persone, come quelle di Takeichi Matsumoto, giovane membro della Shinsengumi, e Viola, giovane inglese.



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SPAZIO AUTRICI!
Noi siamo due scrittrici di EFP, VictorianPuppet e Filakes, che hanno deciso di unire le proprie menti per far nascere questa storia.
VictorianPuppet, amante dell'Inghilterra e del Giappone, narrerà di Viola, mentre Filakes, conoscitrice e amante dei samurai e del Giappone, scriverà di Takeichi.
Ci auguriamo davvero che la storia vi possa piacere e speriamo di non annoiarvi!
A presto!
Lady_V_F