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Autore: Gaia Bessie    25/10/2012    4 recensioni
Socchiuse gli occhi, presa da un improvviso colpo di sonno. In quel momento, un fiocco di neve si posò sulla sua finestra. Un bambino sorrise fra le nubi.
Forse, Dorcas aveva visto la luce quando era troppo tardi.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al mio gruppo fb, il "fangirling is the way".
E, ovviamente, a chi mi segue nell'ombra.
Ai due amici innominabili,
che mi hanno appioppato un prompt sconclusionato come "gazzella"

 


Iniziò a perdersi durante uno di quegli inverni infiniti, fatti di freddo tenace e vetri appannati dove si può scrivere. E lei donava sempre qualcosa a chi passava, una scritta sul vetro che nessuno leggeva mai. Rigida, guardava le persone passare, mentre stringevano forte quegli ombrelli che li facevano sembrare a buffi funghi grigiastri. Nessuno si avvicinava mai alla sua finestra, i vetri appannati che nascondeva la piccola osservatrice agli sguardi indiscreti di adulti che mai avrebbero potuto comprenderla. Dorcas vide la luce durante un giorno di novembre, di quelli infiniti e senza un apparente significato, uno di quei giorni in cui fa così freddo che puoi vedere il tuo stesso respiro. Di fiocchi, però, il cielo continuava ad essere avaro. Non cadeva neve, sulla casa della bambina, non le era permesso conoscerla. Non lo sapeva.
Rimaneva davanti alla finestra, tutto il giorno, aspettando che il cielo si decidesse a regalarle qualche fiocco candido, che si posasse sulla sua finestra. O che qualcuno, dall’altro lato del vetro, si avvicinasse per leggere l’unica parola che aveva tracciato, che con la pelle screpolata delle dita arrossate aveva ricalcato. Il suo nome. Non l’aveva mai sentito pronunciare, eppure ne conosceva perfettamente il significato. Una volta, si chiese se non fosse lei a trovarsi dalla parte sbagliata del vetro, dove nessuno poteva vederla.
Per i greci, Dorcas erano le gazzelle che correvano veloci, animali esotici con quel nome così musicale. Gazzelle, si ripeteva la bambina, ogni volta. Che ironia. Ogni volta che tentava di pronunciare il suo nome, Dorcas finiva inevitabilmente per abbassare lo sguardo sulle sue gambe. Avrebbe voluto correre. Poi la visuale si ampliava e l’odiata sedia a rotelle faceeva la sua comparsa, ricordandole che era il suo destino, quello. Rimanere dalla parte sbagliata, oltre il vetro. Dove nessuno l’avrebbe mai sentita.

§


Non lo conosceva, non l’aveva mai visto. Un bambino come tanti, al riparo sotto un ombrello colorato donato da qualche madre premurosa. Come lui, Dorcas ne aveva visti tantissimi, che gettavano occhiate distratte al suo vetro e correvano via. Senza vederla. Ogni tanto, si chiedeva se non fosse il caso di uscire, correre via. Rendere onore a quel nome che portava, scelto da chi non era consapevole della sofferenza  che le avrebbe inflitto.
Occhieggiava quel bambino, curiosa, la mano sospesa a mezz’aria e l’epidermide a contatto con il vetro appannato. Non sorrise nemmeno una volta, Dorcas. In silenzio, scrutava quel suo spettatore, un’estraneo che si trovava dall’altro lato del vetro.
Il bambino sorrise, esitante. La mano si mosse verso il vetro freddo ed appannato, non si vedeva ancora nessuna traccia di neve. Tracciò velocemente i caratteri di un nome fin troppo comune. Mike. Il bambino sorrise e scappò via.
Dorcas rimase composta, a guardare la solitudine che continuava ad avanzare, per inghiottirla definitivamente. Sospirò, menttre tornava a scriver e il suo nome sul vetro appannato. Poi, fu nostalgia.

§


S’impossessò di lei come un cancro, quel sentimento che le muoveva un cuore che aveva creduto sepolto sotto la neve. Solo che lei, la neve, non l’aveva mai vista. Era solo la fantasia di una bambina - o forse il tempo l’aveva già tramutata in ragazza?- che popolava sogni ingenui e segreti, sepolti sotto vestiti vecchi e fotografie bruciate.
Comprese di essere spacciata, quando si trovò ad aspettarlo, trepidante per l’attesa. Che, lo sapeva, sarebbe stata premiata da una suua visita. Dorcas e Mike, due nomi scritti in due parti opposte del vetro.
Ed il tempo passava. Non nevicava mai, il cielo continuava a tenere stretti a sé i fiocchi di neve, per non farli conoscere anche a quella bambina che non aspettava altro. Era crudele, il cielo che l’aveva vista crescere, nascosto sotto le nubi che mai lo abbandonavano. Non esisteva estate, nel cuore di Dorcas. Forse, il suo cancro l’aveva divorata prima che lei riuscisse a conoscerla. Come la neve.
Era cresciuta, ma non se ne rendeva conto. Il suo corpo, almeno per lei, non aveva mai mostrato le linee incerte dell’adolescenza, ma quelle più tenui di un’infanzia che sembrava infinita. Mike continuava a trovarsi dall’altra parte del vetro. Dorcas si convinceva sempre di più che quella fosse la parte giusta.
Lo aspettava ogni giorno. Finché lui non smise di andare a trovarla.

§


Il suo cancro la divorò dall’interno, senza che lei potesse fare nulla per fermarlo. La sentiva chiaramente, la morsa che le stringeva il cuore. Ed il suo nome rimaneva solo, su quel vetro perennemente appannato.
Non sperava nemmeno di rivederlo. I giorni procedevano secondo un ordine che lei non conosceva, il buffo alternarsi del dì e della notte la sorprendeva come nient’altro al mondo. Ogni tanto, pioveva. Dorcas non se ne accorgeva mai.
Si guardava allo specchio ed i capelli sembravano serpenti sul punto di divorarla, avvelenarla, ucciderla. Un giorno, li tagliò tutti e si sentì meglio. Poi scorse la sua figura nello specchio dell’ingresso e si disse che no, non andava ancora bene. Non poteva ancora correre.

§


Dorcas vide la luce in un giorno di novembre. Il suo compleanno che tornava, ogni anno, per ricordarle che il tempo scorreva. E lei non poteva fermarlo, nonostante tutto. Non ne avrebbe avuto la forza.
Aveva visto le rughe formare canali sul suo volto, per favorire la discesa delle lacrime. Aveva visto genitori, zie e cugini affollarsi attorno a lei. Per cosa, poi? Lei non poteva sentirli.
Dorcas vide veramente la luce durante un giorno di dicembre. Il cielo era cupo, come sempre, preannunciava un temporale particolarmente violento. Niente neve.
Sospirò, mentre accarezzava le punte dei capelli tagliati sempre più corti. Socchiuse gli occhi, presa da un improvviso colpo di sonno. In quel momento, un fiocco di neve si posò sulla sua finestra. Un bambino sorrise fra le nubi.
Forse, Dorcas aveva visto la luce quando era troppo tardi.




Bessie's Corner:
Mi starete odiando. Come minimo. No, perché ci sono tutte le mie storie varie ed eventuali che mi guardano male, dalla cartella del pc. Non aggiorno da secoli, ne sono consapevole. Che dire? Sono stanca xD Ma sono mesi che lo ripeto, quindi dovreste saperlo tutti, bene o male. Ma tornerò, non temete (?). Questo sabato sarà a disposizione di tutti, sul gruppo fb, blog, profilo e pagina fb e (forse e se non scopppio prima) anche su twitter. I link sono sul mio profilo ;)
Ora, passo a spiegarvi il senso di questa cosa ignobile che ho avuto il coraggio di postare. Diamine, sono settimane che posto cose assolutamente indegne di essere definite storie D: Facciamocene una ragione, ho detto che tornerò xD
Stavo dicendo, il senso. O, meglio, com'è nato tutto. Ovvero: mai fidarsi di persone che hanno fatto del sadismo la loro professione - un motivo per non chiedere prompt in giro.
E' successo che ho chiesto, quanto sono sciocca, ad un mio amico innominabile (?) un prompt. Dicendo "avanti, la prima parola che ti passa per la testa". Gazzella. Ora, dico, che razza di prompt è? D:
Allora, cosa ho fatto? Ho chiesto all'amico numero 2 (fa tanto robot xD) un altro prompt. Indovinate cosa mi ha detto? Gazzella. Dannati animali, li detesto. Non so perché, penso sempre agli struzzi, quando qualcuno dice "gazzella" xD
Sorvoliamo, vi prego. Quindi, questo è il motivo per cui ho scritto questa storia. Ripicca. Mi hanno sfidata, comprendetemi. Spero che vi sia piaciuta (aspetta e spera, Bess. Aspetta e spera) :D
Bess
P.S. Dalla regia mi dicono di ringraziare l'amico2 che ha gentilmente suggerito il nome (a proposito: se qualcuno se lo stesse chiedendo, il bambino è morto)
P.P.S. Non so se ci sia un senso in queste NDA .-.  Sono stancaaaaa xD

   
 
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