I manifesti che pubblicizzavano l’apertura della nuova discoteca, il Palms’Beach, erano affissi in ogni angolo della città. Sul manifesto erano elencate le varie sale di cui la discoteca era dotata: sala dance, revival, liscio e latino americano.
Sasuke Uchiha, uno studente diciannovenne iscritto al primo anno alla Facoltà di Giurisprudenza, si fermò davanti a uno dei manifesti osservandolo bene per la prima volta e constatò che l’apertura della discoteca era già avvenuta la settimana prima.
Essendo sempre stato un ragazzo serio e posato, uno che pensa poco al divertimento, stranamente Sasuke si ritrovò incuriosito da quella discoteca. Chissà, pensò fra se e se, magari una sera avrebbe potuto andarci, se il suo orgoglio, prima o poi, gli avrebbe permesso di chiedere ai suoi amici di accompagnarlo. ( Diciamo che più che l’orgoglio, nelle relazioni col prossimo era bloccato dalla timidezza ). Da solo come uno sfigato, di certo, non ci sarebbe mai andato.
Rendendosi improvvisamente conto che si era fatto tardi, si mise a correre verso la facoltà augurandosi di riuscire ad arrivare in tempo per la lezione del pomeriggio.

Alcune sere dopo, mentre il giovane era in camera sua a fare un bel niente dopo un venerdì pomeriggio passato a studiare, fu disturbato dalla notifica di un nuovo messaggio sul suo smartphone.
Sbuffando aprì la cartella dei messaggi e vide che era da parte di un suo amico delle superiori che non vedeva da un po’ di tempo, Kiba.  Nel messaggio gli chiedeva se gli andava di uscire in gruppo con gli altri e andare a fare un giro nella nuova discoteca che avevano appena aperto. Sasuke colse la palla al balzo e accettò di buon grado. Gettò il cellulare sul letto e prese la biancheria dal cassetto e andò in bagno a farsi la doccia. Rimase sotto l’ acqua calda per una ventina di minuti abbondanti  poi uscì dalla doccia e si infilò l’accappatoio nero. Si asciugò per bene e dopo aver indossato  gli slip si mise davanti allo specchio e si fece la barba: non ne aveva tanta ma era rada, a chiazze.
Tornò in camera e aprì l’armadio per decidere cosa mettersi. Dopo alcuni minuti di indecisione optò per una camicia nera attillata e un paio di jeans chiari con alcuni strappi lungo le gambe. Prese le chiavi della macchina, il portafogli, il cellulare e andò in garage.
Tutte le macchine degli altri membri della famiglia Uchiha erano parcheggiate, eccetto quella del fratello maggiore di Sasuke, Itachi.  L’auto di Sasuke era parcheggiata tra il Mercedes classe A della madre e il BMW serie cinque sportwagon del padre. Il ragazzo premette il pulsante del telecomando e i fari della sua Fiat500 Abarth nera si accesero. Entrò, avviò il motore e uscì dal garage diretto verso la birreria dove Kiba gli aveva dato appuntamento.

Parcheggiò e si diresse all’interno del locale dove trovò i suoi amici seduti a un tavolo: un ragazzo coi capelli castani corti e due voglie triangolari su entrambe le guance, alzò la mano e lo salutò. Sasuke  si diresse verso di loro e sedutosi sulla panca salutò tutti gli altri. C’erano tutti i suoi compagni di classe:  Lee, un ragazzo con la fissa dello sport e le sopracciglia folte. Poi c’era Choji : da sempre stato un ragazzo in sovrappeso  ma che in quell’anno aveva perso la bellezza di dieci chili.  Poi c’era Shikamaru, un ragazzo taciturno, che aveva l’aria sempre annoiata ma era intelligentissimo. C’era Shino, con gli occhiali da sole addosso ventiquattro ore su ventiquattro. E infine c’erano le due ragazze della compagnia: Sakura, capelli rosa e una doppia personalità. L’altra era Ino: bionda con occhi azzurri e petulante. Entrambe avevano avuto una cotta per Sasuke fino a rendersi odiose, ma l’ultimo anno delle superiori se l’erano fatta passare e si riusciva a stare in loro compagnia.
Bevvero una birra e tornati alle macchine si diressero al Palms’Beach.
Alla cassa fecero il biglietto e poi si diedero alla scoperta delle varie sale che la discoteca aveva da offrire. Si sorpresero nello scoprire che non c’era quasi nessuno , eccetto qualche signore oltre i cinquanta e anziani che ballavano nella sala liscio. Anche la sala dance era deserta: qualche giovane era seduto al bar e altri anziani curiosi che gironzolavano tra i divanetti .
Sasuke guardò l’orologio che segnava le ventitré e mezza e chiese a Kiba:
“Non è che stasera è la serata dei vecchi?”
“Non credo” rispose titubante l’amico.
“Dai sediamoci e aspettiamo intanto, magari la serata si movimenta” propose Sakura.
Tutti accettarono l’idea di buon grado e si sedettero iniziando a parlare del più e del meno, di cosa facessero in quel periodo, insomma: gli argomenti di cui parlano tra di loro amici che si rivedono dopo tanto tempo.

Allo scoccare della mezzanotte, ci fu il cambio della consolle e le luci si abbassarono. Dalle casse uscì una musica evocativa, tipo celtica e due fari dalla parte opposta della pista illuminarono i due cubi ai lati della consolle. In quella di destra c’era una ragazza meravigliosa vestita solo con un bikini e un paio di short in jeans sfilacciati.  Sul cubo di sinistra c’era un ragazzo con indosso una camicia bianca aperta che mostrava gli addominali allenati. Al collo portava una collana con un ciondolo azzurro. Aveva un cappello bianco calato sul volto e da sotto si intravedeva una zazzera di capelli biondi. Aveva le gambe leggermente divaricate e le braccia incrociate sul davanti all’altezza del bacino.
Le ragazze squittirono deliziate mentre il cubista iniziava a muoversi sensuale sulle note martellanti di una delle canzoni che andavano forte in quel momento. Tutti i ragazzi invece sbavavano dietro alla ragazza in un modo che faceva vergognare Sasuke di essere uomo.
La serata decollò e la pista si riempì nel giro di pochissimo tempo. Tutti ballavano, spintonandosi gli uni con gli altri perché non c’era spazio a sufficienza. All’ennesimo spintone Sasuke si arrabbiò e fece per andarsene dalla pista: Sakura e Ino lo trattennero e nell’attimo in cui il ragazzo stava per liberarsi dalla loro presa decine di ragazze urlarono all’unisono e la vista di Sasuke fu oscurata.
Il ragazzo si rese conto che qualcosa gli era caduto in testa, perplesso si tasto il capo e prese in mano i cappello bianco che indossava il cubista.
Infastidito Sasuke se lo tolse dalla testa, sollevando lo sguardo per maledire il ragazzo che stava ballando sopra di lui e fu come colpito da un fulmine a ciel sereno: il cappello aveva rivelato la chioma bionda del ballerino che brillava sotto le luci della pista. Possedeva il più incredibile paio di occhi azzurri che Sasuke avesse mai visto.  Le sue movenze erano così flessuose e sensuali che il ragazzo moro non riuscì a distogliere il suo sguardo. Il ballerino biondo ballò per circa mezz’ora poi ad un certo punto si chinò a bere un sorso d’acqua dalla bottiglietta posta ai suoi piedi. Nel mentre un’altra ragazza seminuda si avvicinò al suo volto e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Il biondo sorrise e annuì. Si rialzò, prese la sua camicia dalla sbarra e si volto verso la folla sotto di lui. Per un attimo i suoi occhi incrociarono quelli di Sasuke e sorrise al ragazzo moro. Poi con un balzò scese dal cubo e lasciò il posto alla ragazza appena arrivata.