L’importanza
di essere amati
Il cielo era limpido e l’aria era fresca, forse un
po’ ancora fredda siccome la primavera era appena giunta. Ad un certo punto un
rumore acuto e stridulo interruppe la quiete del mattino. Il rumore proveniva
da un piccolo appartamento. Un ragazzo raggiunse la sveglia e le diede una gran
manata che la fece cadere per terra e questa smise subito di parlare,
probabilmente rotta. Il ragazzo uscì dalla coltre di coperte e guardò il
calendario appeso davanti al letto, si accorse che era quel giorno che tanto
odiava, che lo rendeva triste e lo faceva apparire un bambino bisognoso di affetto, amore e coccole: tutte cose che non sopportava
soprattutto perchè non gli piaceva mostrarsi debole. Decise
che sarebbe andato a scuola per non rimanere a rimuginare sul passato e
distrarsi. Giunto davanti alla scuola incontrò il suo professore di italiano: Kakashi-sensei, molto
sorpreso di vederlo lì a quell’ora e con uno sguardo
assente e triste “ Buongiorno Naruto, come stai?” e
lo guardò negli occhi per vedere la sua reazione. “Buongiorno Kakashi-sensei, sto bene non si preoccupi!” disse senza
guardarlo negli occhi. Ecco, doveva immaginarselo che qualcuno si sarebbe
accorto del suo comportamento e ovviamente Kakashi-sensei
sarebbe stato il primo.”Naruto guardami negli occhi
quando parli con me! Su forza voltati e rispondi
nuovamente alla mia domanda” doveva
aspettarselo, che Naruto, testardo com’era, non
avrebbe accettato il conforto di nessuno; soprattutto se era quel giorno… “Mi
scusi, le ho detto che sto ben…” .“ Naruto non
prendermi in giro puoi darla a bere ai tuoi amici ma con me sai che non
funziona. Smettila con questa pagliacciata e vieni con me” detto ciò prese Naruto per il polso e l’ho portò
fino ad un’aula in cui non c’era nessuno.”Bene, almeno qui possiamo parlare
liberamente e tu ti puoi sfogare” .”Io
non ho nessun bisogno di sfogarmi sto benissimo!!” disse e cominciò ad
avviarsi verso la porta quando venne richiamato.”Ah Naruto con te non c’è niente da fare, sei
proprio testardo…!”. Naruto per ribattere alle
sue parole si girò di scatto ritrovandosi nell’abbraccio del sensei. Il suo abbraccio era così caldo e affettuoso che…. No non doveva e non poteva piangere se lo era promesso
quella stessa mattina mentre si vestiva ma…. Non riuscì più a trattenersi, che
calde lacrime gli scivolarono dagli occhi cadendo sul freddo pavimento. “ Su
adesso sfogati così dopo ti sentirai meglio” immaginava che fosse triste, ma
non al punto di cominciare a stringere la sua maglia spasmodicamente fra le sue
mani e chiamare i nomi dei suoi genitori. Rimasero così per un bel po’ di
tempo, tento che Kakashi
decise di prendere in braccio Naruto e portarlo in
infermeria. Dopo mezz’ora di pianto si calmò “ Stai meglio ora?”chiese
dolcemente.” Mnh grazie”
rispose.”Non ti preoccupare se hai bisogno sono sempre qui” disse. “ Per
qualunque cosa?”.”Per qualunque cosa, basta che metti
da parte il tuo orgoglio e vieni da me. Qualche volta fa bene piangere!! Su
forza ora devi tornare in classe la prima ora l’hai già persa, ma non ti
preoccupare ti giustifico io! Su corri!!” e mentre
diceva ciò fece scendere Naruto dalle sue gambe e gli
diede una spintarella. Arrivato in classe il suo morale fu un po’ risollevato
vedendo che i suoi compagni gli avevano lasciato il posto in fondo all’aula e
mentalmente lì ringraziò. Il resto della giornata passò tranquillo tra gli
scherzi con Kiba e Shino e
le chiacchierate tranquille con Ino,Sakura,Hinata e tutti gli altri. Arrivò finalmente il momento di tornare a casa,
e nuovamente quel dolore a lui molto famigliare lo pervase, lasciandolo senza
fiato e con l’amaro in bocca. Si mise a correre per evitare che scendessero
ancora le lacrime, ma tutto fu vano e fermatosi si appoggiò al muro di una via
e pianse a lungo. Non si era accorto di un paio di occhi
color cremisi, che per tutto il tempo lo
avevano osservato, scrutato fino in fondo all’anima e che ora lo guardavano come
si guarda un cucciolo abbandonato in una grande città, infreddolito dalle notti
ghiacciate e impaurito da tutto e tutti.
Quando
il suo pianto cessò, si era già fatta sera e, spaventato dal buio, che gli
appariva nero e profondo, Naruto scappò verso casa
come una saetta. Arrivato sull’uscio si fermò per riprendere fiato, ma prima
che potesse aprire la porta di casa, due braccia bianche e robuste lo
circondarono. Terrorizzato cercò di divincolarsi in ogni modo, ma non c’era
nessuna reazione dal ragazzo, come se non facesse fatica. Allora Naruto chiese “Chi sei e che cosa
vuoi da me??”. Nessuna risposta e neanche un movimento, così decise di domandare
di nuovo “Ehi co…” “Buono, non ti faccio
niente. Adesso però tu vieni con me!” e prima che Naruto
potesse ribattere si ritrovò tra le braccia del
ragazzo, che saltava di tetto in tetto. Mentre
aspettava che il ragazzo si fermasse, cercò di girarsi per capire, almeno un
po’ il suo aspetto. Era sicuramente più
alto di lui, aveva la pelle bianchissima, come la neve, pareva avere i capelli neri con due ciuffi al
lato del viso, mentre dietro erano ribelli e aveva gli occhi
nero pece. Stava per domandare il suo nome quando quest’ultimo
lo precedette “Mi chiamo Sasuke mentre tu sei Naruto” . Sbalordito chiese”Tu
come fai a sapere il mio nome??” Sasuke piegò leggermente le labbra in quello che sembrava
un accenno di sorriso “Oh io so molte cose su di te più di quanto ti immagini”. Naruto, dimentico
della sua paura, esclamò “Ma mi spii?? Almeno dimmi
tutto quello che dici di sapere su di me!!”. Ora si che era sorpreso, non si aspettava che Naruto passasse così velocemente dal terrore alla curiosità,
ma soprattutto non si aspettava che si lasciasse trasportare da lui senza neanche
provare a scappare. Finalmente Sasuke si fermò, e
lasciò che Naruto scivolasse dal suo abbraccio per
guardare in giro. Si erano allontanati molto dalla città e ora si trovavano
davanti ad una enorme villa; a prima vista pareva
disabitata ma se si osservava con attenzione si poteva vedere che era tenuta
pulita e calda. Naruto era estasiato, non avrebbe mai immaginato che da quelle parti ci fosse una
villa di quelle dimensioni e di quella bellezza. Sasuke,
senza mai distaccare gli occhi dalla figura di Naruto,
si incamminò verso l’entrata richiamando l’attenzione
di quest’ultimo “Su forza, andiamo.” “Si si arrivo. Ma
tu abiti qui tutto da solo?”. La risposta era solo un
piccolo cenno d’assenso con la testa. “Bene, ora tu te ne stai qui tranquillo e
ci rimani. Puoi uscire solo se prima mi dici dove vai. Chiaro?” “Ehi io non sono un bambino, so badare a me stesso. E
tu chi sei per darmi degli ordini?!” “Io ho detto così perché so quello che
faccio, e tu ubbidisci. Chiaro ora?” questa volta usò un tono minaccioso per
mettergli paura e fargli rispettare il suo ordine. “Si va bene” disse, pensando
che era meglio fare quello che gli diceva, perché,
anche se sembrava che non avesse cattive intenzioni, in lui c’era qualcosa che
gli metteva i brividi. Cominciò a tremare e neanche lui sapeva dire se di
freddo o di paura; Sasuke
accortosi andò a prendergli una coperta.
Ad un certo
punto la suoneria di un telefono fece sobbalzare Naruto “Aspetta qui e non muoverti” fu il repentino
ordine. Ovviamente Naruto non riuscì a resistere alla
curiosità e pian piano si avvicinò alla porta della stanza, nella quale si era
chiuso Sasuke.”Si ti ho
detto che l’ho portato qui. Ma ora che ne faccio?” “Non dirmi
che non puoi tenerlo; eravamo d’accordo che io l’avrei catturato e poi tu
l’avresti tenuto. E poi lo sai che ho timore di ferirlo…” . Naruto smise di ascoltare
terrorizzato da quello che aveva sentito; che cosa intendeva con ‘ho paura di ferirlo?’ Troppo preso dai suoi pensieri, non
si era accorto che Sasuke aveva terminato la
telefonata e stava dirigendosi verso la porta. Ad un certo punto cadde
all’indietro e con paura si accorse di avere la faccia di Sasuke
a pochi centimetri dalla sua “Non ti avevo detto di
non muoverti?”. Quel tono freddo e scontante in quel momento era giunto alle
orecchie di Naruto come arrabbiato e duro e certamente non ben intenzionato. La sola cosa che
riuscì a fare in quel momento fu spalancare gli occhi,
color del cielo, fino all’inverosimile. “Lo sai che è maleducazione origliare e
ancor più non ubbidire agli ordini?” chiese Sasuke
per cercare di non spaventare Naruto e di non ferirlo
per riprenderlo una volta scappato. Il tono di Sasuke era abbastanza gentile da calmare Naruto, che rispose “Tu non arrivavi più, perciò ho deciso
di vedere cosa stavi facendo! Ma non stavo
origliando!!” sembrava un bambino piccolo, che chiede scusa per aver
disubbidito, dal tono della voce e dall’aria imbronciata e buffa che aveva. Sasuke non riuscì a trattenere il riso e Naruto chiese “E ora perché ridi sono così divertente?”
le sue parole parevano veleno puro, ma Sasuke
non riuscì a comprenderne il motivo. “D’accordo, ora sarà meglio che tu vada a
letto.” “Ma io non ho sonno e poi non ho voglia di
andare a letto; vacci tu se ne hai voglia” “Niente storie, su forza, ti avverto
non ho tanta pazienza…” non credeva che badare a un
ragazzino fosse così stancante. “D’accordo vado, ma almeno dimmi da che parte
devo andare questa casa sembra un labirinto!!” in effetti
doveva ammettere che un po’ di sonno ce l’aveva, ma quello che lo infastidiva
era che veniva trattato come un bambino; non lo sopportava poteva cavarsela
benissimo da solo, in fondo se l’era cavata fin da piccolo… Senza guardare davanti
non si era accorto che Sasuke si era fermato,
andandoci a sbattere contro e cadendo per terra, se prima Sasuke
non l’avesse afferrato. Aveva chiuso gli occhi e quando si accorse di non stare
cadendo, gli riaprì sorprendendosi di essere ancora
fra le braccia di Sasuke “Potevi farti male, perché
non guardi avanti? Dai adesso cambiati e mettiti a letto. Io rimarrò
qui finche non ti sarai addormentato ok?”. Naruto sbuffò con l’aria imbronciata, ma poco dopo, troppo
stanco, obbedì e in poco tempo stava già dormendo. Sasuke
rimase a guardarlo per un po’, non riuscendo a
immaginarsi come un angelo come quello potesse divenire un pericolo per tutti; poi lasciò pian piano
la stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Era già passata una settimana da quando Sasuke l’aveva portato in quella villa, e nonostante le sue
proteste non era mai riuscito a sapere niente sul
passato del ragazzo né del suo lavoro, ma soprattutto non era ma uscito da
solo. Sembrava quasi che Sasuke volesse proteggerlo,
ma da cosa o da chi lo sapeva solo lui. Tornato a casa
da una delle sue solite passeggiate pomeridiane, almeno come le definiva lui
perché secondo Naruto c’era qualcosa sotto, chiamò il
ragazzo a gran voce “Naruto, Naruto!!
Vieni qui devo dirti una cosa molto importante!!” nessuna
risposta. Provò a chiamarlo ancora, ma niente. Inizialmente pensò ad una fuga
ma subito accantonò l’idea, allora fece il giro della casa scoprendo, che
quella piccola peste stava dormendo rannicchiata sul divano. Dolcemente lo
scosse e gli sussurrò nell’orecchio “Quando avrai
aperto i tuoi occhioni ho una cosa importante da
dirti”.
POCO PRIMA…..
Quella
mattina gli era arrivata una lettera con su scritto
d’incontrarsi al parco per informalo delle novità e per dirgli quando doveva
partire per raggiungere la base con Naruto. Gli era
stato detto che doveva arrivare alla base con la missione alle 18:00 esattamente fra una settimana; inoltre gli era stato
detto che cominciavano a circolare voci su suo fratello. La notizia di suo
fratello gli fece desiderare di lasciare che qualcun altro venisse
a portare la volpe al laboratorio, ma la sua mente fredda e controllata riprese
il dominio. Continuò la sua passeggiate se così poteva
essere chiamata; in verità passava dai suoi compagni a chiedere le ultime
novità sugli spostamenti dei loro nemici. Finito il giro ritornò a casa.
ADESSO…..
Naruto
sentì qualcuno che gli parlava nell’orecchio, ma non gli diede peso e continuò
imperterrito a dormire. Sasuke era cucina e stava
aspettando che Naruto si svegliasse “Ma quanto dorme!? Possibile che la sua vita sia determinata solo dal
cibo e dal letto?!?”. Così decise di andarlo a
svegliare, ma quando aprì la porta se lo ritrovò davanti “Alla
buon ora!! Vuoi muoverti adesso?”. E senza
aggiungere altro lo trascinò in cucina; Naruto,
intanto, guardava Sasuke con la bocca aperta non
capendo cosa gli fosse preso. “Si puoi sapere che ti preso??” chiese Naruto, che cominciava ad arrabbiarsi. “Volevo solo dirti
che ho deciso che andremo a fare una specie di gita ti va?” e come se non fosse
successo niente, Naruto, esaltato dall’idea, fece un
gran sorriso “Certo che vengo!! Non mi perderei mai
una cosa del genere!!”e di corsa andò nella sua stanza
a preparare lo zaino. Ma ad un tratto, come se si
fosse punto, urlò “Ahhhhhhhh”. Sasuke
spaventato corse velocemente in camera di Naruto “Cosa è successo!!!” “Mi sono dimenticato di chiederti dove
andiamo!! Eh eh!!” Sasuke
scosse la testa in segno di diniego, pensava davvero che qualcuno gli avesse
fatto del male; non doveva affezionarsi troppo altrimenti non avrebbe
sopportato la consapevolezza del destino di Naruto. “E dovevi urlare in quel modo!!?”, intanto Naruto rideva “Mi hai fatto preoccupare!! Cosa ridi dobe!!”
quando Naruto sentì che Sasuke
si era preoccupato, smise di ridere e lo fissò, spalancando all’inverosimile i
suoi occhi azzurri: possibile che a qualcuno gli importasse di lui?? Sasuke, intanto, fissava Naruto
sorpreso dalla sua reazione: davvero nessuno si preoccupava per lui? Si era
venuto a creare un silenzio imbarazzante, che venne
rotto da Sasuke “Andiamo nella foresta che circonda Konoha, verso nord. Partiamo domani mattina, all’alba.
Contento?” “Proprio all’alba?” “Si proprio all’alba!”.
Svegliare Naruto sarebbe stata un’impresa, faceva
fatica a svegliarlo all’ora di pranzo: figuriamoci
all’alba!!
Stranamente, Sasuke non
ebbe problemi a svegliare Naruto e così a pranzo
erano già in piena foresta.