Titolo: Mermaid Voice
Serie: FullMetal Alchemist
Rating: Nc-14, Angst, Death
Pairing: RoyxEd
Note: Oddio, che cos'ho scritto O_o"? Err... non lo so bene manco io XD! So
solo che, quando ho iniziato a buttar giù questa fic, chissà come e chissà
perchè, mi è balenata alla mente una scena del manga CardCaptor Sakura: quella
dove Sakura sta affogando a causa della Carta dell'Illusione e, prima di andare
a salvarla, Tomoyo vede la figura di un ragazzo che si tuffa nell'acqua (e
diciamolo, Yukito non è mai sembrato così figo come in quella scena*__*, seppure
non si veda la sua facciotta!). Comunque è stato questo a dare inizio alla fic
che, per motivi di ispirazione ho abbandonato dopo le prime quindici righe.
Soltanto oggi l'ho ripresa in mano e completata e... mhmmmm, ekekakkyou, perchè
ancora non riesco a farle venire corte come vorrei é__è? Perchè non ho la
capacità della sintesi ecco perchè>_> e perchè all'ultimo ho deciso di
stravolgere il finale. Della serie evviva gli Happy ending, eh XD!
Disclaimers: FullMetal Alchemist ed i suoi personaggi appartengono a Hiromu Arakawa. Roy ormai l'ho rapito per cui, se lo cercate, sappiate che sta da me e stiamo creando insieme una super-tatticona che gli permetta di portarsi a letto Edo-kun XD! La frase Morire, dormire... nulla più [etc-etc] è una colta citazione*__* di William Shakespeare e, se mia madre potesse, mi chiederebbe: "Dai, spara, questa volta in quale manga hai letto quella frase? Non c'è altro motivo perchè tu la conosca!". Comunque giusto perchè a voi posso anche mentire, vi dirò che in realtà non sono così ignorante, eh>_>!
.†.Mermaid Voice.†.
Hai mai visto le sirene?
Gli occhi sono chiusi mentre liquido trasparente carezza il tuo corpo cercando di divorarlo piano.
Hai mai sentito il loro canto?
La risacca dell'oceano è l'unico suono a riempire il silenzio dei tuoi pensieri, troppo simile ad una risata lontana ed insolente.
Hai mai guardato nei loro occhi?
Bolle d'ossigeno scoppiano sulla
superficie increspata.
Non puoi vederle.
Hai gli occhi chiusi.
Ma non solo per questo.
Stai affondando.
Sei distante tu dalla superficie.
E, dopotutto, quelle bolle sono le tue.
E' il tuo respiro che viene rapito dall'oceano e trascinato lontano
dal minuto corpo che piano sparisce abbracciato dall'acqua.
Vieni con noi, bambino.
Ti culleremo in eterno.
E' freddo l'oceano.
Non c'è luce in quelle profondità sconosciute.
Rimane soltanto la solitudine che, in realtà, non sei sicuro di
poter sopportare nè di poter affrontare.
Non tu.
Non avere paura.
Presto finirà tutto.
Ti piacerebbe.
Che tutto finisse.
Ti piacerebbe.
Porre un freno ai tuoi pensieri, per sempre.
Non dover più arrancare in un mondo infinito che ti ha sempre
rigettato tra la sabbia ed il dolore insieme a tuo fratello,
marchiati come pecore nere di una famiglia che si chiama
umanità.
Certo che ti piacerebbe.
Non dover più piangere in silenzio, lottare contro tutto ciò
che ti sovrasta perchè tu, in fondo, sei così dannatamente
piccolo. Così insignificante dopotutto.
E allora sprofondi.
Dopo ti sentirai meglio.
Anche se un dopo non ci sarà.
Non più.
Non per te.
Hai mai visto le sirene?
Creature splendide, soavi ed eteree.
Esseri dalla bellezza crudele.
Angeli dell'inganno.
Dolci assassine.
I pomoni bruciano.
Vorresti aprire la bocca, respirare anche nell'acqua, ma
sei consapevole di non avere branchie per farlo.
Morirai. Morirai, vero?
Improvvisamente ti è così chiaro che fa quasi male.
Devi nuotare, così ti dici mentre le braccia sembrano
imprigionate da dita affusolate fatte solo d'acqua e le
gambe vengono trascinate verso il fondo.
Morirai?
Morirai?!
Sì, morirai.
E sparirai dal mondo come se non fossi mai esistito, senza
nemmeno lasciare una nota a margine nelle pagine della
storia di Amestris.
Diventerai Nulla.
Nemmeno un ricordo.
Diventerai una bolla d'aria che scoppierà sulla
superficie.
Lasciati andare.
E' meglio così, te l'assicuro.
E' meglio così per tutti.
Tutti chi?
Tuo fratello? A cui hai rubato l'anima gettandola in
un'armatura che ha reso di ferro la sua umanità.
Che tu sia dannato
per quello che gli hai fatto!
Tua madre? Morta
troppo presto. Non eravate pronti per lasciarla
andare, non lo eravate affatto. Eravate troppo
egoisti tutti e due per privarvi del suo calore
gentile e protettivo e del suo sorriso ingannatore
che vi aveva sempre tenuti allo scuro di tutti,
promettendovi la felicità eterna.
Perchè anche lei mentiva.
Perchè gli esseri umani mentono.
E lei era umana tanto quanto lo siete voi... no,
quanto lo eravate voi, perchè ora non lo
siete più.
Ora siete Peccatori.
Che tu sia
maledetto per aver osato sfidare le Leggi di
Dio!
Dimentica.
Abbandonati a noi.
Il mondo vivrà anche senza di te.
Questo è
sicuro.
Infondo tu sei sempre stato fuori posto.
Forse troppo ribelle, troppo cocciuto,
troppo attaccato alle sue convinzioni.
Troppo preso dai tuoi sbagli.
Concediti
a noi.
Smetti di opporti.
Ma fa così
male.
L'acqua che entra a forza nei polmoni e
le tue mani che stringono convulsamente
il collo improvvisamente troppo stretto.
Serrandosi più forte per impedirti di
ingoiare altra acqua senza il consenso
del cervello.
Impossibile.
E' come se schegge liquide ti
trafiggessero.
Respirare.
Respirare.
Vuoi solo respirare.
Ancora non hai capito sciocco bambino?
E' finito il tempo dei Voglio.
Ora rimane soltanto quello della Fine.
Non c'è nulla oltre a questo.
Non c'è mai stato niente.
Perchè, allora, continuare ad
opporre resistenza quando sarebbe
più facile morire.
Morire, dormire... nulla più.
E con il sonno dire che poniamo
fine al dolore della carne
E alle mille afflizioni naturali a
cui la carne è destinata?
Questa è la fine che bisogna
desiderare ardentemente!
Morire, dormire... forse sognare.
Dita
di pelle e dita d'acciaio
abbandonano la presa al collo.
I sensi sommersi vanno appassendo.
La testa si riempie bi bolle
d'acqua che fluiscono al cervello
sostituendo i pensieri. Scomparsi
uno ad uno; annerendo i ricordi,
il passato, la vita stessa.
Bravo.
Così.
Lasciati andare.
L'oscurità ti sta
inghiottendo.
Dormi.
Muori.
Che vuoi che importi.
Un ultimo barlume di
volontà ti concede di
alzare il braccio con
l'auto-mail.
Riesci a distinguere a
malapena le dita di
metallo bigio avvolte
nella prigione d'acqua.
Questa volta non ti
servirà quel braccio.
Quello che, fatto di
metallo, ti ha aiutato
tante volte. E' anche a
causa di quel peso che ora
affondi.
Finchè non vedi più
niente.
Finchè non senti più
niente.
Finchè...
Non sopraggiunge la
morte...
- ...an... -
...
- Nii-san! -
...
Silenzio, non urlare,
il bambino ora dorme.
Non svegliarlo.
Non svegliarlo più.
- Nii-san!!! -
Perchè devi
disturbare il sonno
dei morti?
Tornatene a casa
Ragazzo di latta,
non ci sarà un cuore
qui per te!
Vattene e trova
un'altra ragione di
vita.
Vattene e non
tornare!
- Perchè non torni
su? Nii-san! -
Cocciuto lui.
Cocciuto tu.
Mentre urli
disperato
guardando l'oceano
che ha rapito tuo
fratello,
trascinandolo dove
tu non potrai
andare.
E, da sempre
insieme, ora non
sai cosa fare.
Tu, sciocco
burattino di
ferro, che cammini
all'ombra di tuo
fratello, ora non
puoi far altro che
guardare la
superficie
dell'acqua e
chiamarlo.
Chiamarlo finchè
avrai fiato in
corpo. Chiamarlo
finchè non
ricorderà la
strada per tornare
da te.
Chiamarlo... e non
poter nemmeno
vederlo morire...
- Nii-san!
Nii-san! Ti prego,
torna in
superficie! -
Un passo ti porta
ad avanzare
nell'acqua, che
già ti circonda
fino alla vita.
Potresti
continuare a
camminare,
affondare quei
pesanti piedi
nella sabbia,
percorrere il
fondale alla
ricerca di un
corpo minuto dai
biondi capelli e
gli occhi
dorati... ma a che
scopo?
Non puoi aiutarlo.
Non questa volta.
Hai mai visto
le sirene?
- Chi... chi
ha parlato? -
E' stato
l'oceano.
Hai mai
sentito il loro
canto?
- Chi sei?
Perchè non
riesco a
vederti?
Perchè mio
fratello non è
ancora tornato
in
superficie?! -
Sono sogni ad
occhi aperti
tramutati in
incubi.
Sono desideri
irrealizzabili
trasformati in
ossessione e
paura.
Hai mai
guardato nei
loro occhi?
- Dov'è
mio
fratello?
Rispondetemi!
Rispondetemi
ho detto!
-
Sciocco
sognatore.
Dannato
peccatore.
Tuo
fratello
non c'è
più.
E' stato
punito per
le colpe
che ha
commesso.
E presto
toccherà a
te.
Afferra
la
nostra
mano,
bambino.
Ti
porteremo
da lui.
Ti
regaleremo
l'eternità.
La
vedi,
vero?
Quella
mano
fatta
d'acqua
e
d'aria
che
zampilla
davanti
ai
tuoi
occhi
attraversata
dalle
sfumature
dell'arcobaleno.
La
senti,
vero?
Quella
voce
soave
che
regala
dolci
incanti
in
cambio
della
vita.
Lo
desideri,
vero?
Un
sogno
eterno
in cui
perderti
per
sempre
in
compagnia
di tuo
fratello.
Allora
va.
Non
attendere
oltre.
Afferra
quella
mano.
Ascolta
la
melodia
di una
canzone
in una
lingua
ormai
perduta.
Riposa
in
pace...
La
gamba
si
alza
per
compiere
un
altro
passo
e,
questa
volta,
la tua
testa
urla
con
tutta
sè
stessa
di non
farlo,
avvertendoti
che
questo
sarà
l'ultimo.
Non ci
saranno
altri
passi
a
venire.
Non ci
sarà
nulla
oltre
questo.
Ma tu
non
l'ascolti,
soggiogato
dal
canto
delle
Sirene.
Veleno
in una
voce
disciolta
dal
paradiso.
Eppure
quel
passo
non lo
completi.
Qualcosa
ti
ferma
prima.
Salvandoti.
Dita
serrate
con
forza
alla
spalla
dell'armatura
ed una
spinta
violenta
ti
trascina
indietro.
Lontano
dalla
voce
dell'Inganno.
Lontano
dai
sogni
di
Follia.
Cadi
là,
dove
l'acqua
è
ancora
bassa,
verso
riva
e, se
avessi
occhi
da
spalancare,
ora li
avresti
persi
guardandoli
rotolare
via
per lo
stupore.
Ma non
li
hai.
Bambino
di
latta.
Nessun
occhio,
nessun
cuore.
E'
questa
la tua
punizione.
E
bianchi
bagliori
si
accendono
guardando
una
figura
ora
davanti
a te.
Non
riconosci
null'altro
che un
ombra.
Blu.
Di un
blu
quasi
impossibile
da
definire
mentre
si
getta
nell'oceano
sparendo
anch'essa
in un
modo
fatto
d'acqua.
Chi
sei
tu
che
osi
invadere
i
nostri
domini?
Chi
sei
tu
che
non
cedi
al
suono
del
nostro
canto?
Chi
sei
tu,
Per
andar
contro
le
Sirene?
Nessuna
risposta.
L'ombra
di
un
blu
troppo
blu
nuota
verso
il
fondo
dell'oceano,
alla
ricerca
di
pesci
rari,
alla
ricerca
di
un
unico
esemplare.
Biondi
filami
danzano
mossi
dall'acqua,
come
serpi
dorate
che
hanno
osato
rubare
il
calore
ed
il
colore
del
sole
e,
per
questo,
sono
costrette
a
nascondersi
nelle
profondità.
Lontano
dalla
luce.
Lontano
dal
mondo.
Attendendo
la
pena
delle
proprie
colpe.
La
morte.
L'ombra
tende
una
mano
sfiorando
quei
filami
che
in
realtà
sono
capelli.
Lascialo!
Non svegliarlo!
Non avvicinarti!
Lui è nostro!
E' il nostro bambino.
E' nostro figlio.
E' il nostro tesoro!
Voce di sirena.
Canto di dolcezza.
Minaccia di morte.
Lascialo subito o te ne pentirai!
E spire verdi d'invidia ad allacciarsi al suo corpo adulto, cercando di portarlo via dal biondo prigioniero della Morte.
Alghe a legare braccia e gambe.
Alghe ad ucciderlo per la sua impudenza.
Credevi di farcela davvero?
E per quale motivo?
Perchè sei un Militare? Perchè il tuo grado di Colonnello ti permette di aggirare leggi che non riguardano l'esercito?
Pazzo!
Stolto!
Pagherai per il tuo affronto!
Apre la bocca per parlare ma l'acqua gliela tappa nuovamente.
La voce muore in gola insieme al respiro.
Il braccio si tende, imbrigliato ancora dalle alghe.
L'acqua gorgoglia intorno al suo corpo, solleticandolo e muovendosi come a formare figure astratte che lentamente prendono una vera e propria forma.
Delle labbra.
Un sorriso.
Un volto.
Vita creata dall'acqua dalla bellezza evanescente.
Chi sei tu che non cadi nella rete del nostro inganno?
L'ossigeno nei polmoni sta finendo.
Morirà anche lui per la sua presunzione.
Tende un'ultima volta la mano, attraversando con le dita un volto fatto d'acqua, nato dall'immaginazione dei pescatori, dalle storie di mare e dagli incubi più nascosti, sfiorando un viso fatto invece di candida e morbida pelle.
E ancora una volta la bocca si apre.
L'acqua assale la gola, scendendo fin nei polmoni.
Le labbra si schiudono a formare una parola.
Lettera dopo lettera.
- ...F.u.l.l.m.e.t.a.l... -
No!
Taci! Taci!
Ti ordiniamo di tacere!
Le alghe aumentano, sembrano tentacoli di un mostro marino che ora si avvolgono anche intorno al busto, al collo e al volto dell'uomo.
Che non vuole lasciarsi portar via.
Ed insiste.
Incurante del dolore al petto e della voce della sirena ora diventata un orribile gracchiare.
- ...E.d.w.a.r.d... -
Maledetto!
Ti odiamo!
Muori!
Muori maledetto umano!
Non è più il dolce canto che ti ha cullato in fondo al mare.
E' un'acida condanna di morte quella che senti grattare nei timpani, insieme ad una voce che esiste solo nella tua testa.
Perchè non può essere vera.
Perchè non hai mai udito quella voce pronunciare il tuo nome.
Perchè non sai cosa avresti provato nel sentirla.
Edward.
Eppure, piano, un occhio si apre seguito dall'altro e gemme dorate osservano il volto prigioniero delle alghe attaccate alla sua pelle.
E non ci credi.
Ma vorresti.
E non sai se è il desiderio di vedere quell'uomo affogare insieme a te, nel vano tentativo di salvari, a farti male o la consapevolezza che non può essere vero quello che stai vedendo, che le mani guantate di bianco che si muovono a strappare le alghe non sono vere e che il suo corpo mentre, in un ultimo sforzo, nuota verso di te, è solo un sogno.
Forse tutto questo non è altro che il Sogno della Sirena.
Ma quando senti le sue braccia circondarti con forza, strappandoti dall'illusione, la tua convinzione vacilla, così come sta vacillando la tua coscienza mentre la Morte ti reclama a sè, furiosa per la tua fuga.
Allora le sue labbra si portano alle tue.
E' strano. Sott'acqua non dovresti sentire il sapore delle cose, ma quelle labbra ti sono sembrate la cosa più dolce del mondo mentre lo senti soffiarti in bocca il suo respiro, regalandoti le ultime manciate d'ossigeno.
Donandoti la sua vita.
E forse è questo quello che ha reso dolci quelle labbra.
Come hai osato umano?
Lui è nostro!
E' venuto con noi quindi ora ci appartiene!
E' il nostro tesoro!
Nostro soltanto!!!
Un sorriso spicca sulle labbra cianotiche dell'uomo.
L'essenza stessa dell'arroganza e della malizia.
Essenza che ora va annullandosi.
Davanti ai tuoi occhi.
Non dovrebbe essere così...
Ma che cosa stai facendo?
Nuota! Scappa! Salvati!
Ancora non lo hai capito?
Ti ha salvato! Questo soltanto era il suo compito, quindi vattene con la vita che ti ha donato in cambio della propria.
Vattene portando con te quel tuo scambio equivalente.
Invece la tua mano di metallo, quella che ti ha salvato tante volte in passato, cerca la mano dell'uomo; le tue dita si incrociano alle sue.
E nuotate.
Sperando che questa volta quel tuo braccio salverà lui.
E nuotate.
Scappando dall'ira di una Sirena impazzita.
Hai mai visto le sirene?
Sono la reincarnazione della bellezza.
E, come essa, sono crudeli e senza pietà alcuna.
La luce filtra appena attraverso la superficie dell'oceano.
Il riflesso del sole che si specchia tra le onde sembra così lontano, anche ora che stai cercando con tutte le tue forze di avvicinarti e salire in superficie.
Cerchi ancora la salvezza.
Credi ancora nella redenzione dopotutto.
Manca così poco.
Un metro.
Forse meno.
Le bolle d'ossigeno hanno smesso da tempo di scappare dalla tua bocca.
Lo hai finito da tempo l'ossigeno.
E' la forza della disperazione che ti sta muovendo.
Ma prima o poi anche quella avrà fine.
Stringi più forte la mano dell'uomo che ha provato a salvarti.
Poverino.
Che pena.
Morto lui e morto tu.
Che tentativo inutile.
Che morte deplorevole.
E lo guardi mentre biglie nere galleggiano vacue in un volto che hai sempre ammirato.
Presto o tardi quegli occhi si chiuderanno.
Come i tuoi.
Anche se non è questo che vuoi.
Non per lui.
Ma, in fondo, nemmeno per te.
Perchè hai paura della morte e non sei ancora pronto ad accettarla.
Perchè vuoi assaggiare di nuovo le sue labbra e sentirne il vero sapore.
Perchè... perchè non vuoi che lui muoia e basta!
E per farlo anche tu devi vivere, a tutti i costi, così che lui non firmi mai più un contratto con il Diavolo gettando la sua anima all'Inferno per recuperare la tua!
E' tardi ormai.
Non riuscirete a sfuggirci.
Puniremo l'umano!
Diventeremo nuovamente padrone del nostro tesoro.
E lo ameremo come un figlio.
Crescendolo negli abissi.
Cullandolo con le nostre canzoni.
E poi...
Uccideremo anche lui.
- Non ve lo lascerò fare! -
E' stato il ragazzo di latta a parlare.
Ovunque riconosceresti quell'infantile vocetta di metallo, così come le sue mani possenti quando afferrano i vostri corpi estraendoli dall'acqua, aiutandovi a compiere l'ultimo metro di distanza che vi separa dalla superficie. Dall'aria.
Ossigeno.
Ossigeno.
Respiri e tossisci al tempo stesso.
Tossisci e respiri senza sosta.
Vivo.
Rinato.
Finalmente libero dalle grinfie di Ade e delle sue schiave.
Noi ti odiamo bambino maledetto!
Vi odiamo entrambi!
L'acqua gorgoglia, ribolle, si infuria e poi, come se non fosse stato altro che un sogno, tutto tace.
L'oceano riposa.
La Sirena ritorna negli Abissi.
E tu sputi ancora acqua mentre tuo fratello ti riporta a riva.
- Taisa... sta bene... vero? - domandi tra una grossa boccata d'aria e l'altra, sdraiato tra la sabbia che si appiccica ai vestiti e si insinua tra i biondissimi capelli ora sciolti.
L'uomo non risponde.
Eppure sai che è lì, sdraiato accanto a te.
Lo sai perchè la tua mano stringe ancora la sua, talmente forte che devi perfino avergli fatto male.
- Taisa...? -
Ti volti verso di lui.
Ha gli occhi ancora chiusi.
Le labbra discuse.
Il corpo completamente bagnato così come il tuo.
Eppure tu ti muovi, parli, respiri! Perchè lui no? Perchè?!?
- Taisa! -
Ti metti a sedere di colpo, piegandoti su di lui e scuotendogli con forza le spalle.
- Nii-san... -
- No! -
Non vuoi sentire cosa ha da dire tuo fratello.
Qualsiasi cosa dica la negheresti comunque.
- Taisa! Si svegli! Taisa! Respiri! Respiri! - ordini. Ed è buffo perchè solitamente è lui quello che da gli ordini e tu sei quello che dovrebbe obbedire... anche se di solito non lo fai. Quindi, perchè lui dovrebbe...?
- Taisa! Dannazione, respira Taisa fottuto! -
- Nii-san lui è... -
- No! No! No! Lui non è morto! Lui non può morire! Non può, hai capito?! -
- Ma... -
Prima che Alphonse parli ancora tu hai già gonfiato i polmoni d'ossigeno e, abbassandoti sull'uomo, lo hai soffiato nella sua bocca.
Così come lui ha fatto con te.
Perchè è quello infondo il tuo Scambio Equivalente.
E perchè, ridare la vita con un bacio, ha un nonsochè di speciale.
Di magico.
Anche per chi non crede nei miracoli.
Ma lui non si sveglia, non apre gli occhi e non respira.
Lui sembra morto.
- Pe... perchè... Taisa non...? -
Vorresti piangere e, al contempo, non vuoi mostrare le tue lacrime al mondo.
C'è qualcosa di così sbagliato nel finale della storia, di così ingiusto, che sembra scoppiarti il cuore per il dolore.
- Ro-Roy... -
E piano, torni di nuovo a sfiorare le labbra di quell'uomo, questa volta in un casto bacio, perchè forse anche tu hai capito che non tornerà indietro, perchè non c'è nessun posto da cui debba tornare. Non c'è niente dopo la morte.
Proprio niente.
Soltanto il dolore di chi rimane in vita.
- Nii-san, guarda che... -
Non termina la frase.
Braccia più forti e più grandi delle tue si sono alzate a circondarti e mani guantate di bianco si sono insunuate ai tuoi capelli premendo sul tuo capo per approfondire il bacio, mentre la lingua si spinge contro le tue labbra alla ricerca di un'apertura che trova. E allora quel po' di ossigeno che hai recuperato ti viene di nuovo tolto.
Ma questa volta è perfino piacevole.
Mentre le vostre lingue battagliano e tu ti senti divorare dalla passione dell'uomo, ti senti bruciare e tremi perfino per il piacere, tra le sue braccia, perso nei suoi baci.
Finchè la ragione non torna a bussare al cervello.
Sciogli il bacio staccandoti con la forza da lui e fissando polle d'oscurità assottigliatesi e avvolte dalla lussuria.
- Ma... Lei... Lei... -
Sorride.
Osa sorridere mentre tu quasi sei morto di paura.
Sorride.
Osa mostrare quell'espressione di pura sensualità mentre tu credevi... credevi...
- Lei stava facendo finta, brutto stronzo!!! -
- Io volevo dirtelo, nii-san, ma tu non mi hai ascoltato. -
In realtà nemmeno ora stai ascoltando tuo fratello.
Perchè sei troppo felice e troppo imbarazzato e, perchè, i tuoi occhi non riescono ad abbandonare la figura del colonnello mentre la sua mano destra ha resistito alla tua fuga ed è rimasta a carezzarti la guancia.
Gentilmente.
Così come il suo sguardo.
- Touka Kouka, FullMetal. - sussurra piano e nulla ti pare più dolce di quella voce.
Aggrotti la fronte, senza capire.
Touka Kouka.
Scambio equivalente.
- Hai fatto prendere un bel colpo a tuo fratello, sai? Perciò ho pensato di fare lo stesso con te. -
Credi di essere arrossito anche se non lo sai per certo.
- Tsk, se ho spaventato mio fratello lei che centra? - borbotti, ben sapendo di stare facendo la figura del moccioso.
- Visto che a causa tua sono bagnato fradicio mi sembrava giusto farti preoccupare personalmente. -
- E chi le dice che mi sono preoccupato per lei, eh? -
Domanda stupida.
Lo sai tu quanto lui che è così.
Lo sa perfino tuo fratello.
E, quando la sua lingua passa con silenziosa malizia sulle sue labbra alla ricerca del tuo sapore che ancora non le ha abbandonate, ti rendi conto di quanto davvero sia stata stupida la tua domanda, e questa volta non hai dubbi sul fatto di essere arrossito.
Dannato Taisa.
Dannato!
Dannato...
- Lei non... -
Finalmente hai distolto lo sguardo da lui, altrimento non saresti riuscito a porre la tua domanda.
- Lei non si è spaventato nemmeno un pò...? -
La sua mano, sempre ferma alla tua guancia continua a carezzarti, come volesse rassicurarti, farti essere sicuro della sua presenza e del fatto che non stai sognando, che non ti stai illudendo.
Vorresti toccarlo a tua volta.
Così da toglierti ogni dubbio.
E perchè vuoi toccarlo e basta, sapere com'è il suo corpo, che profumo ha la sua pelle, che suono ha la sua voce quando ti chiama per nome.
- Io non mi spavento per così poco. -
Forse un po' sei deluso.
E' stupido, ma ci speravi anche se non lo mostri ed, insistente, tieni lo sguardo lontano da lui.
La sua mano si sposta alla nuca, tirandoti a sè mentre le sue labbra si posano alla tua fronte.
E finalmente lo senti.
Il profumo della sua pelle, nascosto dall'acqua salmastra.
Il calore del suo corpo.
La sua voce...
- Sapevo che non saresti morto, Edward. -
...mentre pronuncia il tuo nome.
- Bastardo. - è l'unica parola che ti esce fuori.
Anche lui ne rimane perplesso.
Crede perfino di aver sentito male.
- Bastardo. -
No. Non ha sentito male.
- Lei è un fottuto bastardo. -
Le tue mani si sono strette a pugno.
E lo colpisci.
Con le poche forze che ti sono rimaste.
Lo colpisci.
Ripetutamente.
Lo colpisci.
E lo colpisci.
E lo colpisci.
Anche quando la sua immagine ti appare sfocata a causa del bruciore agli occhi.
E' colpa dell'acqua salmastra che ti è entrata negli occhi ed ora riga le tue guance come fossero lacrime.
Perchè quelle lacrime non sono, vero?
Certo che no.
Non hai motivo di piangere.
Ti ha terrorizzato. Pensavi davvero che fosse morto. Per salvare te.
Ma non basta questo per farti piangere.
Certo che no.
Quindi fanculo a Taisa!
Fanculo anche alle lacrime!
Le braccia dell'uomo ti circondano, obbligandoti a sdraiarti su di lui poggiando la fronte alla sua spalla mentre piccoli baci raggiungono i tuoi capelli.
- Va bene. - ti dice lui - Va bene così. - ripete con voce rassicurante - Va tutto bene. Shsss, non c'è più bisogno di aver paura. -
Perchè la verità è che sei tutt'ora terrorizzato e nella tua testa non c'è spazio per altro.
Non fai altro che porti assurde domande.
E se Alphonse non vi avesse aiutato ad uscire dall'acqua?
E se Taisa non fosse riuscito a sbrigliarsi dalle alghe?
E se le Sirene lo avessero catturato e tirato di nuovo giù?
E se fosse morto per davvero? Eh? Se fosse morto per davvero tu... cosa avresti fatto...?
- Lei... poteva morire. - singhiozzi, non sei sicuro che lui se ne sia davvero reso conto, in fondo quell'uomo è sempre stato un po' pazzo.
- Ma non è successo. -
- Sì, però avrebbe potuto! -
Hai alzato il capo per guardarlo negli occhi.
Hai visto il suo sorriso che ha sciolto ogni tua voglia di urlare contro di lui.
- Ma io sono qui. - afferma. La sua è una sicurezza così disarmante... che non puoi far altro che soccombere sotto di essa ed accettare ogni sua parola. Come sempre.
- Quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi. -
Stai fissando le sue labbra che si schiudono per parlarti e, nel frattempo, si avvicinano sempre un po' di più.
- Non è così, Edward? - finchè non sfiorano le tue e allora chiudi gli occhi, per non vedere più niente. Preferisci sentire, perchè le emozioni non si possono vedere, quelle, si sentono con la mente, e la sua bocca sulla tua è la più intensa delle emozioni.
E' passione. Ardore. Lussuria.
Piacere allo stato puro.
Così intenso che quasi ti fa male.
Eppure...
...solo quando i tuoi occhi si aprono di nuovo, per spiare il volto dell'uomo...
...tutto svanisce.
In una bolla d'aria scoppiata nell'acqua, guardata da occhi dorati sciolti in lacrime di sale che si perdono goccia dopo goccia nell'immensità di un oceano spietato.
E tu, prigioniero degli Abissi.
Non c'è stata nessuna possente mano a tirarti fuori dall'acqua.
Non è arrivato nessun Taisa a regalarti la vita con un bacio a fior di labbra.
Attorno a te soltanto il buio e le acque gelide.
Il canto della Sirena che ti ha regalato il tuo ultimo sogno.
E nient'altro.
Solo nell'immensità.
Solo anche nella morte.
Shssss, va bene così.
Anche Taisa te l'aveva detto.
Va bene così.
Era solo un'illusione ma lo ha fatto.
Ti ha mentito.
Bugiardo e crudele, bello e maledetto.
Era lui la tua Sirena assassina e tu non te ne sei accorto.
Non devi più aver paura.
Non provi più niente.
Nè paura.
Nè tristezza.
Nè delusione.
Nè pena.
Nè rabbia.
Nè odio.
Più niente.
Tanto ormai...
Ora tu sei qui.
Con noi.
E sarà così per sempre.
Tanto ormai...
...sei morto...
Ninna nanna
Ninna oh
Chiudi gli occhi, mio tesor
Ninna nanna
Ninna oh
Ascolta un'altra nenia ancor
Ninna nanna
Ninna oh
Dormi, dormi e sogni d'or.
.†.THE END.†.
-Note *super-extra-mega-lungamente-in-ritardo* dell'Autore-
Della serie evviva gli Happy Ending, eh XD?
Ma anche no*___*v!
Ok, lo so, lo so cosa state pensando>_>: sono stata proprio stronza! Lo ammetto v_v"""... Ma non ho saputo resistere ç_ç!
Giuro che ci ho pensato su fino all'ultimo e, di
fatti, inizialmente la fic finiva con Roy che baciava di nuovo Edward, lui che
apriva gli occhi e trovava quelli di Roy a fissarlo intensamente*__*, Taisa che
se ne usciva con un'ultima frase super-figa*-* (che non vi dirò perchè non ho più
deciso e perchè è difficile trovare delle frasi super-fighe che si adattino alla
situazione XD) e Al che rovinava l'atmosfera fallendo nell'imitazione di un
albero per fingere di non esserci e lasciare i due piccioncini in intimità.
Poi però mi è venuta l'irresistibile voglia di essere crudele (altro che le
sirene e blablabla, le vere carogne sono le autrici è_é/ *fiera di essere
un'autrice carogna*).
E allora nel secondo finale: Edward, dopo il bacio, apre gli occhietti e vede le ultime sue bolle d'aria andarsene via, con gli ultimi sensi ne segue il percorso finchè non incontra gli occhi quasi vacui di Roy ed il suo viso ormai cianotico mentre, imbrigliato tra le alghe non è mai riuscito a raggiungerlo.
I due si gettano in un disperato tentativo di allungare le manine almeno per sfiorarsi, ma le braccia si abbandonano senza più volontà alla corrente e loro rimangono lì, negli abissi, l'uno di fronte all'altro, a fissarsi con occhi spalancati per l'eternità. Morti.
Roy, razza di fallito>_< ! Ma che Colonnello sei che non sei riuscito a salvare Mame-chan, eh é_è? Ed uno come te vuol diventare Fuhurer>_>? Ma vergognati!!!
Roy: Guarda che stai decidendo tutto tu autrice della malora!!! *schiocca le dita per incenerire l'autrice ma, essendo i guanti zuppi d'acqua, lei si salva miracolosamente*
Autrice: Oh, che culo*__*! Ah, sì... cioè... infine v_v...
Infine ho pensato che: 1. Roy mi è già morto una volta, quindi per pareggiare i conti con Quindici minuti per morire doveva crepare Edward>_> 2. Roy non può essere così pirla da morire lui e lasciar morire Edward perchè si è impigliato in un'alghetta é__è! Quindi si ritorna al punto uno. Deve morire solo Ed é_è!
E così è stato^^"""...
Ora il mondo intero mi odia, vero XD?
Pasiensa*___*v