Serie TV > Dr. House - Medical Division
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Autore: Daymy91    14/05/2007    2 recensioni
Ff nata dopo il finale della seconda stagione: e se nella vita di House comparisse una strana ma bellissima donna... più legata a lui di quanto tutti pensino? PS: ff principalmente cotton, con qualche risvoltino qua e là...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Scusate tanto per il ritardo di questo cap… ma ho avuto parecchio da fare in questo periodo, tra scuola,compiti,amici…

 

Rieccomi!

Anche se ancora una volta con puntuale ritardo^^’

Vi prego nuovamente di perdonarmi,ma in questo periodo sono tartassata con compiti ed interrogazioni,per cui vi chiedo scusa anche per il prossimo(ed ultimo) capitolo che non so quando potrò pubblicare.

 

Comunque mi sembra doveroso fare dei ringraziamenti a tutti coloro che continuano a leggere e a recensire questa storia,malgrado questi ultimi ritardi. In particolar modo a SHY,piccy6 e susina.

GRAZIE! Il vostro appoggio mi è fondamentale!

 

Spero che anche questo cap vi piaccia!

 

Un mega kiss

 

Miky91

 

 

 

 

Capitolo 14

 

 

 

26 Dicembre. h 7:30

Casa di House.

Erano appena passati cinque minuti da quando House si era alzato dal letto e adesso il rumore sordo del suo bastone si faceva spazio tra il rumore dei suoi passi,più decisi e spediti.

 

Cinque minuti passati ad andare avanti e indietro per la casa non erano bastati.

Si bloccò di colpo,passandosi una mano sugli occhi,per poi posare lo sguardo su uno scaffale vicino la tv.

Sospirò e si diresse verso questo, iniziando a svuotarlo nervosamente,fin quando non ebbe in mano una scatola.

L’aprì e ne estrasse una siringa,l’ultima ormai.

Fece una smorfia,iniettandosi quell’ennesima ed inesorabile dose di morfina.

 

Era da giorni ormai che andava avanti in quello stato.

La gamba lo tormentava sempre di più. Non gli dava nessun attimo di tregua,nemmeno la notte.

Ed ora che anche la scorta di morfina era terminata,sarebbe andato tutto ancor peggio.

 

Sospirò,accasciandosi a terra.

Quella era la sua vita,anche se non era stata una sua scelta ed ormai ricordava con nostalgia quei giorni in cui aveva potuto scegliere…in cui aveva scelto di morire.

Perché il destino doveva essere così avverso nei suoi confronti?!

Voleva solo morire in pace e in tranquillità.

Stacy gli aveva “Salvato la vita” per gli altri; Per lui gliel’aveva solo rovinata.

 

Scosse la testa,cercando di ricacciare in dietro quei pensieri e rimettendosi in piedi con l’aiuto del suo fido bastone.

Si guardò attorno,notando di aver combinato un bel macello: aveva gettato a terra almeno metà scaffale.

Ma la cosa che più attirò la sua attenzione,fu un’altra.

Un piccolo pacchettino dorato era andato a finire proprio accanto allo sgabello del pianoforte.

 

Si avvicinò a questo molto lentamente,come se una parte di se stesso glielo volesse impedire, e si chinò a prenderlo.

 

Ricordava benissimo che cos’era… ma quel che non riusciva a spiegarsi era il fatto di averlo tenuto per tutto quel tempo.

Era il regalo che Cameron gli aveva fatto due anni fa,proprio a natale.

In tutto questo tempo non l’aveva nemmeno aperto… il motivo? Bella domanda!

 

Si avvicinò al divano e,dopo avergli gettato un ultimo sguardo, posò il pacchetto sopra di questo,dirigendosi verso il telefono illuminato fievolmente dalla spioncina dei messaggi.

 

Il numero era quello di Sandy,senza dubbio.

Effettivamente,ora che ci pensava… era strano che non fosse ancora tornata.

 

Incuriosito premette il pulsante dei messaggi.

 

*Greg.. Perché diamine non ti decidi a rispondere!!! Lo so che ci sei!..... ok,fa come vuoi. Comunque volevo dirti che questa sera non torno. Ciao.*

 

-E brava la mia sorellina…- Brontolò,mettendosi un po di ghiaccio in testa ancora dolorante a causa della sbronza della sera precedente.

 

 

 

 

 

26 Dicembre. h 8:30

Princeton Plaisboro Teaching Hospital

House uscì velocemente dall’ascensore, dirigendosi subito verso il suo ufficio.

 

Vuoto.

 

Il diagnosta sorrise. Per una volta che veniva in orario…

Fece spallucce ed uscì nuovamente nel corridoio, questa volta diretto verso l’ufficio della Cuddy, ma appena fu a due passi dalla porta una voce alle sue spalle lo fermò. –Dr. House!-

 

House sbuffò voltandosi.

 

Era l’infermiera Brenda. –La dottoressa Cuddy non è ancora arrivata.-

 

-Cosa?!- Esclamò lui sbigottito per poi posare lo sguardo sul suo orologio. –Ma sono le 8:35!! Che le è successo!? È caduta da un burrone??-

 

-No!- Rispose l’infermiera facendo una smorfia. –È solo in ritardo!-

 

-O bene.. questo si che spiega tutto.- Ironizzò.

 

-Be, se non ha niente da fare… perché non inizia con l’occuparsi di qualche paziente?!- Brenda gli porse delle cartelle. – Sa,tanto per cambiare..-

 

-Ok.- Rispose secco lui,prendendo i documenti ed avviandosi verso l’ambulatorio sotto lo sguardo allibito della donna.

Quella era la prima volta, nella storia del Princenton, che accadeva che House arrivasse prima di Cuddy e contemporaneamente accettasse i turni in ambulatorio senza discutere.

Il mondo si era forse capovolto?!?

 

 

 

26 Dicembre. h 10:00

Parcheggio del PPTH

-Cavoli!- Disse Cuddy,aprendo velocemente lo sportello dalla macchina di Wilson. –Siamo in ritardissimo!-

 

L’oncologo sorrise tra se.

Certo che non l’aveva mai vista così di fretta.

Lei che era il più puro esempio di rigore e puntualità… ora era in ritardo a lavoro.

-Hei.- Disse,fermandola per un braccio.- Allora ci vediamo più tardi?-

 

Lei si voltò a guardarlo e bastò quello a farla calmare.

Sorrise,riappoggiando la schiena sul sedile dell’auto. – Certo... avrei parecchio da fare,visto che per colpa sua,dottore, sono arrivata tardi…- Iniziò, senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dall’uomo. -…ma si potrebbe fare.-

 

-Non chiedo altro.- Concluse lui raggiante,attirandola a se e baciandola.

 

-A più tardi… -Gli sussurrò lei dolcemente, uscendo dall’auto ed avviandosi verso l’entrata del suo ospedale,ma senza negare un ultimo sorriso a quell’uomo che fino ad allora l’aveva fatta sognare.

 

 

26 Dicembre. h 10:05

PPTH

-Dottoressa Cuddy!- Esclamò la segretaria appena la vide. –Ho…-

 

-Scusa il ritardo.- Disse lei,entrando velocemente ne l suo ufficio seguita dalla donna. – Hai preparato i documenti di questa giornata?-

 

-Si,ma…-

 

Cuddy si bloccò.- Diamine! Oggi avevo anche una riunione per… -

 

-.. non si preoccupi, ho rimediato mandando un sostituto.- Intervenne la segretaria,attirandosi finalmente l’attenzione sbalordita della dottoressa. –Per quanto riguarda il colloquio che aveva per il nuovo membro dell’equipe del dr. House,l’ho rimandato. È fra mezz’ora; Poi ci sono dei messaggi per lei da parte di…-   

 

-Sei quella nuova?- La interruppe Cuddy.

 

-S…si.-

 

-Bene.- Le sorrise la dottoressa,andandosi a sedere alla sua scrivania. –Hai iniziato bene. Continua così.-

 

-La ringrazio.-  Rispose raggiante la giovane per poi posare il blocchetto con le varie note sulla scrivania del suo capo ed avviandosi verso l’uscita.

 

-Aspetta!-

 

-Si?-

 

-E i turni di ambulatorio del dr. House non sono stati assegnati a nessuno??-

 

-Ma… se ne stà occupando il dr. House.- Rispose semplicemente la ragazza, notando poco dopo l’espressione sorpresa della dottoressa. -… Qualcosa non va?-

 

-No,no.- Cuddy scosse la testa,cercando di concentrarsi sul suo lavoro. –Puoi andare. Se ho bisogno di qualcosa ti chiamo.-

 

Cuddy aspettò che la ragazza uscisse per iniziare a prendere in considerazione il fatto di avere le travergole.

Insomma… quando mai House veniva così presto a lavoro? Ma la domanda che più si faceva spazio nella sua testa era: Quando mai House veniva così presto a lavoro per lavorare sul serio?!?

 

 

26 Dicembre. h 10:15

Ambulatorio.

-Bene.- disse House,poggiando sul bancone lo stetoscopio. –Le prescrivo del Ceftriaxone –

 

-Prego?- Chiese con non poca fatica l’uomo di fronte a lui.

 

House gli gettò uno sguardo. –Ha una lieve forma di polmonite, questo farmaco l’aiuterà.-

 

-Ma potrebbe bastare solo un po’ di riposo,giusto? Del resto ha detto che è leggera.-

 

-Si,come no.- Lo schernì il diagnosta. – Ma lo sa che dopo quella “leggera” c’è quella “grave” se non curata in maniera adeguata!? Potrebbe persino morire!-  Esclamò con enfasi, ingigantendo enormemente la diagnosi. Ma del resto, almeno si divertiva un po. Fece spallucce,incartocciando la ricetta che aveva appena prescritto. –Ma se non la vuole,va bene. Del resto è lei il paziente,no?-

 

-Be… veramente…-

 

-House!- Una voce alle sue spalle lo distolse dalla sua occupazione. Era Foreman.

 

-Finalmente un faccia amica!- Esclamò lui con enfasi.

 

-C’è bisogno di te, Cuddy ci ha assegnato un nuovo caso.- Sbuffò il neurologo richiudendosi la porta alle spalle.

 

House si voltò nuovamente verso il suo paziente. –È sempre stato un tipo di poche parole.- Lo giustificò,alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta.

 

-Mi scusi, ma la ricetta??-

 

Il diagnosta sorrise aprendo la porta. –È li.- indicò col bastone una ricetta scritta e firmata sul tavolino affianco all’uomo. –Le consiglio vivamente di stare un “po a riposo”… inizia già a perdere colpi.-

 

L’uomo annuì,prendendo in mano il foglio di carta e gettando lo sguardo alla porta,ora spalancata.

Era proprio uno strano medico, quello.   

 

26 Dicembre. h 10:20

Ufficio diagnostica.

-Allora, chi vota per il morbillo?- Esclamò House,entrando velocemente in ufficio.

 

-Ma se non hai nemmeno letto i sintomi!- Lo rimproverò Foreman, voltandosi a guardare il suo capo.

 

-Ah,giusto!- Fece lui,dandosi una pacca sulla fronte. – L’avevo dimenticato.-

 

Il neurologo scosse la testa,voltandosi nuovamente verso la lavagna e continuandola a scrivere.

 

House si sedette su una sedia li di fronte,cercando di vedere ciò che il medico scrivesse ma di colpo si voltò ed iniziò a guardarsi intorno. – Che è successo agli altri?? Collasso improvviso o banale ubriacatura natalizia?- Chiese ironico.

 

Foreman si voltò a guardarlo,più sorpreso che altro. -Non lo so…ma credo che Chase arriverà da un momento all’altro.-

 

House sorrise. –Già… Chase.- Bisbigliò,dandosi del cretino per aver dimenticato che ormai Cameron non lavorava più in quell’ospedale.

Altro che loro due! Alla fine,la verità era che in realtà era lui quello che doveva ancora smaltire i postumi della “sbronza natalizia.”

 

Forse House non se ne accorse poi tanto ma quel lieve accenno di sorriso venne fuori come una smorfia malinconica che Foreman stesso evitò di commentare. Ormai dovevano abituarsi al fatto di non rivederla più.

 

 

Brividi, febbre, mal di testa, dolori ossei e muscolari, nausea e vomito. Questi erano le parole che si facevano spazio nel bianco sfondo della lavagna.

 

Il Neurologo non disse niente e si andò a sedere anche lui,attendendo ormai una delle solite reazioni del suo capo come per esempio: “Perché hai accettato un caso tanto banale!?!” oppure del tipo. “Pensaci tu che mi vado a vedere un po’ di televisione.”

 

-Bene.- Esclamò House,alzandosi dalla sedia ed iniziando ad andare avanti e indietro per la stanza. – Prima di tutto inizia con i soliti esami di routine ed appena arriva Chase..

 

-Scusate il ritardo.- Lo interruppe l’intensivista,entrando velocemente in ufficio.

 

-Mio caro dottore,credevo che ormai il felice natale ti avesse consumato!- Lo stuzzicò lui,mentre il giovane posava nell’attaccapanni la giacca. –Sai stavo proprio dicendo a Foreman di mandare una squadra di recupero.-

 

-Grazie per l’interessamento,ma come vedi non cen’era poi così bisogno.- Ribattè il giovane medico, posando poi lo sguardo sulla lavagna. –Allora,di che si tratt…- Si voltò  a guardare perplesso prima Foreman e poi il suo capo.

 

-Chase tu vai a fare l’anamnesi.- Concluse il diagnosta uscendo dalla stanza.

 

-“L’anamnesi”!?- Esclamò stupito il giovane,rivolto al collega. –Che gli è successo? Si vede lontano un miglio che è un banalissimo caso di influenza.-

 

-Non chiederlo a me!- Sbottò il neurologo alzandosi dalla sedia. –Cuddy mi ha consegnato la cartella questa mattina, dicendo che dovevamo occuparcene noi.-

 

-Forse per i dolori muscolari?- Ipotizzò Chase.

 

-Credi che in realtà sia più grave di una semplice influenza?-

 

-Se House non ha detto niente,lo è di sicuro.-

 

 

26 Dicembre. h 10:30

Ufficio della Cuddy.

-Che è successo,le infermiere erano troppo occupate per prendersi cura di una banale influenza?!- Sbottò House entrando improvvisamente nell’ufficio della dottoressa.

 

-Prego?- Chiese lei,alzando tranquillamente lo sguardo dalle scartoffie.

 

House sbuffò. -Dico, a che serve parlare se poi nessuno ti ascolta!?-

 

-Approvo in pieno.- Concluse Cuddy,tornando al suo da fare ma avendo lo sguardo sempre un po’ assente.

 

-Sicura di stare bene?- La schernì il diagnosta. –Sai,se sali di un piano c’è sempre il reparto psichiatria.-

 

-Che vuoi!?!- borbottò la dottoressa. – Quel caso tel’ho affidato perché… -

 

-Perché??-

 

-E va bene, mi arrendo.- Cuddy fece un sorriso tirato.. –Molte infermiere non si sono ancora presentate e ti chiederei il favore di occupartene tu con la tua squadra per qualche ora.-

 

-Tz! Sporca approfittatrice!- Brontolò lui,uscendo dalla stanza.

 

“Cosa?!” si chiese tra se la dottoressa mentre, come mai era accaduto prima, il diagnosta se ne andava da quell’ufficio senza opporre benché minima resistenza alle sue decisioni.

 

26 Dicembre. h 10: 40

Ufficio di Wilson.

-La ringrazio dottore.- Disse un donna,alzandosi dalla sedia di fronte alla scrivania del medico e porgendogli la mano.

 

-Dovere.- Rispose lui a malincuore, stringendo la mano della donna.

 

La giovane annuì,uscendo poi dalla stanza.

L’oncologo rimase imbambolato per qualche istante,con lo sguardo fisso sulla porta appena chiusasi.

Purtroppo,anche se amava il suo lavoro,certe volte odiava essere un oncologo.

Aveva appena detto a quella donna che sarebbe morta fra tre mesi… ed ora,il vuoto si era fatto avidamente spazio nel suo cuore.

Molti magari avrebbero pensato che fosse abituato ormai a questo tipo di cose, come House che amava scherzare col fatto che quando lui diceva a qualcuno che doveva morire, veniva sempre ringraziato.

 

Sospirò,guardando velocemente l’orologio.

Non era passata nemmeno un’ora da quando aveva lasciato Lisa che già aveva voglia di rivederla… no!

Doveva resistere!

 

Si alzò comunque dalla sua sedia ed uscì dall’ufficio,diretto al bar sotto l’ospedale.

 

 

 

L’oncologo era appena uscito dal suo ufficio ed ora era diretto verso l’ascensore.. ma una cosa lo fece distrarre dal suo ‘Obbiettivo’.

Mentre attraversava il corridoio, lo sguardo si posò sul corridoio affianco, dove si poteva benissimo notare il nervoso va e vieni del dr. House.

 

Lo fissò per qualche istante per poi decidere di andargli incontro.

-Nuovo caso?- Gli domandò avvicinandosi.

 

-No.- Disse lui sedendosi velocemente in una sedia del corridoio. –Solo noia.-

 

-Strano..- Lo stuzzicò l’amico. –Quando sei annoiato solitamente guardi la tv oppure rompi le scatole a qualcuno…-

 

House gli lanciò un’occhiataccia. – Ogni tanto mi piace cambiare!-

 

Wilson lo fissò per qualche istante per poi mettersi entrambe le mani sui fianchi. –Ho sentito che hai passato un po’ di tempo in ambulatorio questa mattina.-

 

- Questo è quel che credono tutti..- House gli fece un occhiolino. –Tu mi capisci,no?-

 

-Stai cercando di ingannare il tempo…- Disse l’oncologo. -…perché ti fa male la gamba.-

 

-Sul serio!? Sai avevo iniziato a pensarlo anch’io…- Lo schernì House.-…del resto è normale,dopo che mi hanno asportato parte del muscolo!-

 

-Si,come no.- Wilson sorrise. –Io invece avrei un’altra teoria al riguardo..-

 

-Bene.- Rispose il diagnosta,alzandosi e ricominciando a camminare per il lungo corridoio. –Valla a dire a Cuddy, sai quanto ci gode!?-

 

Wilson gli andò dietro. –Ti manca Cameron.-

 

-Giusto,  e sai un’altra cosa? Mi è venuto anche un forte mal di testa, sai capire il perchè?- Lo schernì House,alquanto scocciato da ciò che l’amico gli aveva appena detto.

 

–Pensala come vuoi.- Wilson scosse la testa.  –Puoi mentire a tutti,anche a te stesso… ma ricorda,ciò che ti brucia dentro,che ti rende felice anche quando non dovresti esserlo, che ti fa sentire come se stessi toccando il cielo con un dito.. non è una malattia House.-

 

Il diagnosta si bloccò improvvisamente,voltandosi a guardare l’amico.

 

-Se ci tieni veramente a lei,smettila di fare l’idiota egocentrico.- Concluse l’oncologo, voltandogli le spalle ed allontanandosi.

 

House rimase immobile,fissando l’amico allontanarsi e sparire tra la gente che affollava quel corridoio.

Un via vai di gente stava ora animando quello spazio,mentre lui era li,fermo,immobile.

Del resto,per quanto un grande albero possa essere forte, se si trova nel bel mezzo di un fiume in piena, prima o poi cederà.

E questo era lui. Un uomo,uno solo contro la vita.

Era sempre rimasto fermo con le sue convinzioni,mentre la vita gli passava davanti… era veramente questo quel che voleva?

Rimanere solo?

 

Abbassò lo sguardo stringendo il bastone sotto la mano destra.

Wilson aveva ragione, e ne aveva parecchia!

Ma ormai era troppo tardi per pensare a queste cose… Qualsiasi cosa avesse voluto fare,ormai era troppo tardi.

L’aveva persa,l’aveva persa per sempre.

 

26 Dicembre. h 11:00

Ufficio diagnostica.

-Allora?- Domandò Chase al neurologo,appena entrato nell’ufficio.

 

-Niente.- Foreman si sedette. –Gli esami hanno confermato l’influenza ed ho già iniziato la cura con gli antibiotici.-

 

-Bene.- Chase sfilò fuori dalla tasca il suo cellulare,iniziando a scrivere un messaggio.

 

-Allora, devo fraintendere il motivo per cui sei venuto in ritardo questa mattina?- Lo stuzzicò il neurologo.

 

Il giovane sorrise. –Be… -

 

-Ragazzi.- Cuddy entrò improvvisamente in ufficio,seguita da un giovane alto e bruno. –Sapete dov’è House?-

 

-No, ma sarà in giro.- Rispose Chase.

 

La dottoressa annuì,voltandosi verso l’uomo dietro di se. –Bene, lui è William Shoter,specializzato in immunologia.- Lo presentò. – Sarà il vostro nuovo collega.- 

 

 

 

 

To be continued…

 

 

 

 

 

Allora?

Aspetto con ansia i vostri commenti!^^

 

 

Note: Il Ceftriaxone è un antibiotico usato contro polmoniti e meningiti.

 

  
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