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Autore: SlowDownLiz    30/10/2012    5 recensioni
"..Così mi costrinsi a rimanere lì fermo mentre lei si preparava a cospargermi di protezione solare. Fatto tutto il corpo, toccò al viso dove dedicò più premura che nel resto: prima di posare ogni ricciolo di crema, Laura lasciava nel medesimo posto un bacio delicato. " (Preciso che non è tutta così la storia; inoltre è la prima che scrivo.. quindi non vi prometto niente.. l'ho finita ancora ad inizio anno, solo che mi mancava il coraggio di pubblicarla..) In poche parole, è una storia d'amore ambientata ai nostri giorni a Liverpool, con i nostri amati Beatles.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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2- Not Guilty

 

Davanti a me c’era il ragazzo che mi era venuto addosso quella stessa mattina. Dalla sua faccia mi resi conto che anche lui aveva ricordato chi ero, ma poi mi sorrise. Mi venne incontro bello come il sole, ma il grembiule che indossava rendeva la scena alquanto comica. Mi strinse la mano e si presentò:
- Penso che stamattina non fosse il nostro momento e ora ho la possibilità di farmi perdonare.. Piacere, io sono Paul.
- Mi ripresento anch’io: sono Elisabeth, ma puoi chiamarmi Liz!
La ragazza mi strinse la mano vigorosamente e, prendendo con l’altra uno dei miei trolley, mi condusse fino alla camera in cui avrei dormito. Scoprii che avrei dovuto condividerla con lei, ma in fin dei conti non mi sarebbe dispiaciuta la cosa.
Le stanze da letto erano due con due letti in ciascuna; in entrambe c’erano due grandi porte finestre che davano su due piccoli balconi.
Quella mia e di Liz era molto spaziosa: aveva due scrivanie, due armadi e due comodini ai lati dei letti. Le pareti erano state recentemente tinteggiate di un arancione tenue e appesi c’erano dei quadretti vuoti che avrei potuto riempire con delle foto.
Liz si offrì di mostrarmi il resto dell’appartamento: c’era un unico bagno con una piccola finestra che dava sul giardino, una doccia spaziosa e gli altri sanitari erano completamente nuovi. La camera dei ragazzi non me la mostrò all’interno, ma questo mi sembrò giusto.
C’era uno stanzino usato come ripostiglio generale dove intravidi un’ aspirapolvere e altri utensili per la pulizia della casa.
A dir la verità, per come era arredato e tenuto in modo curato, pagare quella cifra era una fortuna: mi avrebbe fatto così risparmiare per spese future.
Dopo avermi riaccompagnato in camera, la ragazza mi disse che c’erano ancora alcuni minuti da aspettare prima di cenare.
Decisi così di iniziare a mettere un po’ in ordine le mie cose. Aprì il primo trolley e tirai fuori le scarpe che avevo deciso di portare via.
“Vorrei tanto sapere quando mai metterò queste qua!” pensai riferendomi ad un paio di scarpe con tacco vertiginoso che mi ero comprata per il mio diciottesimo compleanno e che avevo messo solo in quell’occasione. Le nascosi sotto il letto e riposi tutte le altre in riga sotto la scrivania.
Poi fu la volta di tutti gli altri beauty-case: uno per le collane, uno ber i bracciali e l’altro per la pulizia personale-trucchi e cose simili. Stavo per appendere le collane ad un appendino per tenerle così in ordine, quando mi sentì chiamare:
-Ehi Laura! E’ pronto! Vedrai, ti leccherai i baffi.. Ah no, giusto, ha cucinato Paulie.. Allora ti conviene già chiamare l’ambulanza!
A quanto pareva, John era un ragazzo al quale piaceva molto scherzare. Dopo altre battute che però non riuscì a cogliere, si mise a ridere molto sguaiatamente ma nonostante tutto, la sua risata era molto coinvolgente tanto che mi strappò un sorriso.
Abbandonai il mio disfare i bagagli e andai in cucina; un grande tavolo apparecchiato era imbandito come ci dovesse essere qualcuno di molto importante a cena. Liz e John mi presero sottobraccio e mi fecero accomodare a capotavola.
Mi sentivo leggermente imbarazzata per tutte quelle attenzioni, ma decisi di stare al gioco.
Ci sedemmo mentre Paul finiva di mescolare ciò che avremmo mangiato; si avvicinò per servire prima me, forse perché ero l’ospite o forse perché avevano già complottato tutti e tre di farmi fuori subito perché non ero adatta a vivere con loro.
“Oddio Laura, ti fai di quelle paranoie assurde!! ” pensai.
Quando vidi cosa c’era per cena rimasi basita:
-Siccome quando hai chiamato Liz le hai spiegato praticamente la storia della tua vita prima di arrivare al sodo, abbiamo pensato che come cena di benvenuto potevamo preparare qualcosa di italiano per accoglierti come si deve..
- Ah sì, perché tu hai fatto tanto, vero Lennon?! Disse Liz
- Donna di poca memoria.. chi ha avuto l’idea di cercare in Internet una ricetta italiana?le rispose.
-Si, ma chi l’ha cercata alla fine? Chi l’ha cucinata? Tu no di sicuro, a quanto posso ricordare.. Gli disse sempre Liz
- Beh. Ho partecipato anch’io!! cercò di chiudere il discorso John.
- Seh..con il pensiero forse.. intervenne per la prima volta Paul finché impiattava.
- Infatti ! Con la forza del pensiero ordinavo all’acqua di bollire in fretta per mangiare prima! Disse John mostrandosi serio nonostante ciò che aveva appena detto. Gli altri due alzarono gli occhi al cielo ed io invece li guardavo divertita.
A loro modo, stavano cercando di mettermi a mio agio. Vedendo che stentavo comunque a parlare, Liz disse:
-Ragazzi, smettiamola, sennò Laura non ci sopporterà più già da subito e poi come farà a resistere per sei mesi?
- Perché. Sei sicura che io abbia già deciso di rimanere a vivere qui?..
Ma dopo la prima forchettata di carbonara mi rimangiai ciò che avevo appena affermato:
-Ritiro immediatamente quello che ho detto.. se si mangia sempre così qui consideratemi già una dei vostri!
Era veramente la migliore pasta che avessi mai mangiato; mi dava fastidio ammetterlo, ma era addirittura più buona di quelle che facevo io.
Si misero tutti e tre a ridere e Paul si alzò addirittura per fare un inchino e prendersi i meriti della buona riuscita del piatto.
Durante la cena continuammo la conoscenza e ognuno di noi raccontò un po’ di sé.
Liz aveva 21 anni, era di Londra e frequentava il secondo anno di giurisprudenza qui a Liverpool perché era un’università che non obbligava a risultati troppo eccellenti.
A sentirla parlare, doveva essere una ragazza molto schietta, solare e disponibile, caratteristiche che apprezzai immediatamente. John, volendo riprendere il controllo del suo show, tappò la bocca a Paul per poter parlare così per primo liberamente. Mi disse che andava per i 23 anni e che era proprio di Liverpool. Non andava all’università perché voleva diventare musicista di professione; perciò aveva scelto di frequentare il conservatorio. Sapeva già suonare molto bene diversi strumenti tra cui la chitarra classica ed elettrica e l’armonica. Questa sua vena artistica m’incuriosì molto, sicché mi presi la libertà di tempestarlo di domando a riguardo; tutta colpa della mia passione per la musica.
- A me sarebbe piaciuto imparare a suonare il basso.. dissi.
- Ah.. allora non è a me che devi chiedere informazioni su questo strumento.. m’interruppe John “devi guardare Paul in questo caso.. ma per il resto chiedi pure tutto a me..” continuò ammiccante.
- Davvero suoni il basso?  chiesi a Paul.
- Si.. sai, io,John e altri due ragazzi facciamo parte di una band che abbiamo chiamato i Beatles; John e George suonano le chitarre, come dicevo io il basso e Richard, per tutti Ringo, è alla batteria.
- UAO! Dissi.
-Già.. la vediamo come uno sbocco per il nostro futuro.. concluse.
Paul era uno studente del secondo anno di economia anche lui all’università di Liverpool, però a volte andava al conservatorio per aiutare i suoi tre compagni nelle prove. Pensava che in caso gli studi non fossero continuati in modo decente, poteva ripiegare alla carriera da musicista, visto che in realtà era ciò che desiderava fare di più. Anche lui come me andava per i 21 anni, veniva da Liverpool e come prima apparenza,da come si atteggiava, amava la musica quanto amava sé stesso. Ma nonostante questo, rimaneva comunque bellissimo. Cercai di spostare lo sguardo altrove, altrimenti si sarebbe accorto che me lo stavo mangiando con gli occhi.
- Sai che fra due settimane, esattamente il terzo sabato di marzo, terremo un concerto in un auditorium offertoci dal conservatorio? Ci danno questa possibilità perché dicono che siamo la band più promettente di tutti i gruppi finora visti qui.. E come dar loro torto?  Disse John gonfiando il petto per vantarsi.
- Io verrò di sicuro.. se poi c’è Ringo, ancora meglio!! Disse Liz
- E’ carino? Le chiesi
- Carino?!?! E’ stupendo, dolcissimo, ha un visetto adorabile..
- Beh, voglio proprio vederlo.. simultaneamente pensai “ Ma non si rende conto di con chi sta vivendo? Insomma, John è molto carino, carismatico, che attira, ma Paul.. Paul è bellissimo!! E se lei non si è accorta della sua bellezza, vuol dire che Richard/Ringo deve essere veramente perfetto; o forse Liz ha dei gusti strani.. Voglio proprio scoprirlo!”
Decisi di alzarmi e iniziai a sparecchiare la tavola: oltre alla pasta avevamo mangiato del gelato preso in gelateria apposta e bevuto un ottimo caffè. Ma non feci nemmeno in tempo ad prendere qualche piatto che la mano di Paul sulla mia spalla mi bloccò.
- Eh no.. ok, ora tu abiti qui ma per stasera sei comunque nostra ospite. Quindi, ora fai quello che vuoi, ma non renderti utile in nessun modo.. Avrai tanti altri giorni per farlo!  mi disse il ragazzo.
- No dai, cos’ mi sento in colpa.. gli dissi cercando di prendere qualche altra stoviglia.
- No no.. niente colpe, niente di niente.. su ora vai a farti una bella doccia, così ti rilassi e ti riprendi dalla faticosa giornata.. e mi prese per trascinarmi nella mia camera e lasciarmi lì.
Dovendomi arrendere al loro volere, iniziai a preparare le cose che mi servivano per farmi la benedetta doccia.
Chiusi la porta e mi tolsi la roba da vestire in santa pace, mi misi l’accappatoio, quando qualcuno bussò alla porta.

  
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