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Autore: Inucchan    17/05/2007    7 recensioni
...Che con uno sguardo... hai reso schiavo il figlio d'un demone. Che con uno sguardo... hai mutato un dannato in essere umano. Che con uno sguardo... m'hai reso tuo...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...

E se d'inferno è fatta l'esistenza.

Di cos'è fatto l'inferno mi chiedo...

Se non di colori tumultuosi e pareti

nere.

E buio e silenzio rimesti a rabbia.

E quel che s'ode non è altro che l'oblio della

dimenticanza...

Il mio...dunque...

è inferno.

Rabbia e dolore incatenati in questo mio corpo.

Ed esso si libera solo nella lotta,

e la libertà ha un altro senso.

E non vedo altro.

Chiudo gli occhi e l'odore

del sangue, quello della morte.

Ed il passato torna alla mente...

E rimango immobile ad ascoltare

il grido soffocato dell'innocenza passata.

Colui che è solo per metà.

Seguire il sentimento o

l'anima nera?

Domanda alla quale non v'è risposta.

E piove...

piove sulle case,

sulle campagne,

sulle strade e sale

l'odore acre dell'asfalto misto alla pioggia.

E così, lacrime di sangue lungo il volto,

sangue dell'animo che ferito vaga

in cerca d'una strada.

Qual'è la mia?

Spire del tempo che si frangono

contro una promessa.

Presente e passato,

fa differenza forse? Se di quel che sono

composto non è altri che la metà di me...

non completo, non uno...

E se la morte avesse un sapore diverso?

Se ciò in cui credo fosse per un istante

sconvolto da qualcosa d'inatteso?

Ed ecco che qualcosa entra in gioco

ad  intrecciarsi col mio presente...

ed io che per te sono il passato

torno ad essere futuro.

E il battito cardiaco si spezza,

il dardo di rabbia e gelosia stretto

nel petto viene spezzato da qualcosa che

non sapevo di possedere.

E il sangue non pare tanto rosso quando

incontro quel nero spento...

ed il tuo sguardo al mio s'è incatenato quel giorno,

buio e luce così l'inferno è parso il paradiso.

E quel fuoco di rabbia s'è spento.

Un nome.

Una donna.

Un'umana.

Carneficie del mio cambiamento.

Io che ero distruzione,

io che ero dolore,

io che ero malvagità...

uno sguardo, un solo istante è bastato

a cancellare ciò che temevo in me stesso.

demone, umano.

Gli artigli a cosa servono se non per ferire?

Le zanne a cosa servono se non per mordere ed attaccare?

La spada a cosa serve se non per uccidere?

E di questo non ho bisogno,

tu non sei nemico,

non sei ostile,

non sei pericolo.

Ripongo le armi per l'attacco ed imparo

a difendere.

La minaccia dell'odio diviene

gelosia...

e cosa potrei mai dedurre da questo?

Nascita di qualcosa forse...

Pensieri confusi e sconnessi i miei,

mentre guardo fuori dalla finestra...

piove ancora e nemmeno questa è capace di bagnarmi.

Io errante vagabondo,

solitudine per eccellenza.

Figlio della notte.

Ora stretto ad una morsa che m'incantena

a quel nero.

E volgo lo sguardo distraendomi dal nulla

del passato,

e in un istante scorgo il mio presente.

Tu  che dormi imprigionata

dal sonno ...

sorta di di dannazione con

gli abiti d'angelo...

tu che mi hai derubato della malvagità...

tu che mi hai derubato dei sogni di conquista.

Un solo sguardo e so che sarai anche futuro...

Kagome.

Che con uno sguardo...

hai reso schiavo il figlio d'un demone.

Che con uno sguardo...

hai mutato un dannato in essere umano.

Che con uno sguardo...

m'hai reso tuo...

 

 

 

 

 

 

  
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