…Look…
...
E se d'inferno è fatta l'esistenza.
Di cos'è fatto l'inferno mi chiedo...
Se non di colori tumultuosi e pareti
nere.
E buio e silenzio rimesti a rabbia.
E quel che s'ode non è altro
che l'oblio della
dimenticanza...
Il mio...dunque...
è inferno.
Rabbia e dolore incatenati in
questo mio corpo.
Ed esso si libera solo nella lotta,
e la libertà ha un altro senso.
E non vedo altro.
Chiudo gli occhi e l'odore
del sangue, quello della morte.
Ed il passato torna alla mente...
E rimango immobile ad ascoltare
il grido soffocato dell'innocenza passata.
Colui che è solo per metà.
Seguire il sentimento o
l'anima nera?
Domanda alla quale non v'è
risposta.
E piove...
piove sulle case,
sulle campagne,
sulle strade e sale
l'odore acre dell'asfalto misto alla pioggia.
E così, lacrime di sangue lungo il volto,
sangue dell'animo che ferito vaga
in cerca d'una strada.
Qual'è la mia?
Spire del
tempo che si frangono
contro una promessa.
Presente e passato,
fa differenza forse? Se di quel che sono
composto non è altri che la metà di me...
non completo, non uno...
E se la morte avesse un sapore diverso?
Se ciò in cui credo fosse per un istante
sconvolto da qualcosa d'inatteso?
Ed ecco che
qualcosa entra in gioco
ad intrecciarsi
col mio presente...
ed io che per te sono il passato
torno ad essere futuro.
E il battito cardiaco si spezza,
il dardo di rabbia e gelosia stretto
nel petto viene spezzato da qualcosa che
non sapevo di possedere.
E il sangue non pare tanto rosso quando
incontro quel nero spento...
ed il tuo sguardo al mio s'è incatenato quel giorno,
buio e luce così l'inferno è parso il paradiso.
E quel fuoco di rabbia s'è spento.
Un nome.
Una donna.
Un'umana.
Carneficie del mio cambiamento.
Io che ero distruzione,
io che ero dolore,
io che ero malvagità...
uno sguardo, un solo istante è bastato
a cancellare ciò che temevo in me stesso.
Nè demone, nè umano.
Gli artigli a cosa servono se
non per ferire?
Le zanne a cosa servono se
non per mordere ed attaccare?
La spada a cosa serve se non
per uccidere?
E di questo non ho bisogno,
tu non sei nemico,
non sei ostile,
non sei pericolo.
Ripongo le armi per l'attacco
ed imparo
a difendere.
La minaccia dell'odio diviene
gelosia...
e cosa potrei mai dedurre da questo?
Nascita di qualcosa forse...
Pensieri confusi e sconnessi
i miei,
mentre guardo fuori dalla finestra...
piove ancora e nemmeno questa è capace di bagnarmi.
Io errante vagabondo,
solitudine per eccellenza.
Figlio della notte.
Ora stretto ad una morsa che
m'incantena
a quel nero.
E volgo lo sguardo distraendomi dal nulla
del passato,
e in un istante scorgo il mio presente.
Tu che dormi imprigionata
dal sonno ...
sorta di di dannazione con
gli abiti d'angelo...
tu che mi hai derubato della malvagità...
tu che mi hai derubato dei sogni di conquista.
Un solo sguardo e so che
sarai anche futuro...
Kagome.
Che con uno sguardo...
hai reso schiavo il figlio d'un demone.
Che con uno sguardo...
hai mutato un dannato in essere umano.
Che con uno sguardo...
m'hai reso tuo...