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Autore: Hazza_Boo    01/11/2012    0 recensioni
Raccolta di One Shot Larry in un futuro lontano o vicino, improbabile o probabile. Se vi piacciono le Larry entrate. Spero che vi possa piacere. Per ora c'è solo un capitolo, di cui cito qualcosina nella speranza di invogliarvi a leggere :3
"E la strabiliante famiglia Stylinson si unì a tavola, mangiando, parlando e divertendosi, facendo mille progetti senza limiti.
Nessuno avrebbe impedito a Harry e Louis di avere ciò che avevano sempre desiderato, di stare insieme e di prendersi cura di una creaturina indifesa e dolce come la piccola Darcy.''
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Famiglia Stylinson

 
La forchetta girava e rigirava nell’acqua, facendo fluttuare la pasta che, lentamente, si stava cuocendo. Louis si muoveva a ritmo di “isn’t she lovely” di Stevie Wonder che suonava alla radio nel salotto, con il volume al massimo per fare in modo che la musica arrivasse anche alla cucina, in cui il ragazzo faceva avanti e indietro dai fornelli al tavolo, al frigo e al bancone. In mano reggeva un mestolo con cui mescolava il sugo e, quando non trovava la forchetta, anche la pasta.
Un piccolo suono privo di significato per un adulto giunse alle spalle di Louis.
«Sì, sì, amore, lo so. Hai fame ma tra poco la pasta è cotta» parlò tranquillamente Louis, mescolando la pasta concentrato, per poi passare al pollo che stava soffriggendo in una padella su un altro fornello. Di nuovo quel suono gutturale seguito da una specie di singhiozzo, o di protesta silenziosa.
«Sii paziente, baby cakes» disse di nuovo cercando di confortare quella creaturina alle sue spalle, seduta sulla propria sedia, di fronte al tavolo e ad un piatto vuoto. Anche quella volta Louis capì che prima o poi l’essere che tanto si lamentava avrebbe dato sfogo alle lacrime. Quindi, mentre spegnava un fornello e metteva il pollo da parte, iniziò a sculettare a ritmo di musica e a canticchiare la canzone, nelle parti che si ricordava. Quella che canzone che anni prima Harry cantò ai provini di X-Factor. Ah, quanto tempo da allora!
« ‘’Isn’t he lovely? Isn’t he wonderful? Isn’t he precious?» canticchiò sottovoce, modificando a suo piacere il testo, muovendosi veloce, mettendo il pollo in un piatto fondo e spruzzandogli sopra un pò di succo di limone. «I never thought through love we’d be’’» proseguì Louis e sentì una piccola risata divertita alle sue spalle. L’aveva fatta ridere… era bellissima la sua risata, gli dava pace e gli ricordava Harry.
Il pollo era pronto, ma Louis mise il piatto da parte per dedicarsi alla pasta quasi cotta. Mescolò ancora, si allontanò dai fornelli e iniziò a frugare  nella cucina, aprendo la credenza, cercando nei cassetti e altri scompartimenti. Iniziò a fischiettare sul finale della canzone, trovando il cucchiaio che cercava fece un piccolo balletto, che consisteva nel muovere i fianchi disegnando un cerchio invisibile, alzare e abbassare il bacino accompagnato da espressioni facciali buffe e assurde, che riusciva a fare solo Louis Tomlinson. Di nuovo quella risata, che fece tremare il cuore del ragazzo e d’istinto sorrise… felice. Si voltò e ritornò ai fornelli, tolse la pasta e la mise in un piatto, aiutandosi con il cucchiaio. 
«Pa’!» era l’unica sillaba che la creaturina dietro di sé sapeva dire per chiamare l’attenzione del ragazzo.
«E’ quasi pronto, piccola» le diede la lieta notizia mentre aggiungeva alla pasta il sugo. Iniziò a tagliare gli spaghetti, facendo piccolissimi pezzettini per evitare che la piccola potesse avere dei problemi. Infondo aveva finito da poco di mangiare omogenizzati, e aveva abbastanza denti per iniziare a mangiare cose più solide e gustose di quegli odiosi omogenizzati di carne di coniglio, o qualsiasi altra cosa ci mettessero dentro. Per non parlare di quelli con le verdure… Louis si era sempre chiesto come diavolo facesse la piccola a mangiarli. Quel pensiero venne scacciato quando prese la forchetta e assaggiò la pasta: cotta perfettamente, il sugo era buonissimo e gli spaghetti erano tagliati in modo che non potessero andare di traverso nella piccola gola di un bambino.
Felice, sorridente soddisfatto e commosso dal lavoro da cuoco di casa che aveva fatto, Louis prese il piatto e si voltò.
Al tavolo della cucina, seduta sul suo seggiolino rialzato, una piccola bambina osservava con gli occhi brillanti il piatto, pronta a gustarselo.
«Pronto. E’ tutto tuo» disse accompagnato da quel suo bel volto beato e allegro. Avanzò verso la bambina e le posò il piatto di fronte, sottraendole quello vuoto, in cui poco prima c’era stato solo un piccolo spuntino che non l’aveva saziata. Lo mise nel lavabo e tornò dalla piccola. Mentre le passava da dietro le accarezzò i capelli castani dolcemente, infine prese una sedia e si mise seduto accanto a lei.
«Mangia piano. Non ingozzarti.» continuava a ripeterle sottovoce premuroso, con la forchetta in mano, che avvolgeva intorno ai suoi denti gli spaghetti tagliati e li portava alle labbra della bambina. «Darcy, sei proprio uguale a tuo padre!» Louis rimproverò la bambina nel momento in cui questa iniziò ad ingozzarsi di pasta, fino a mettere perfino le mani dentro il piatto e prendere gli spaghetti senza forchetta. Per quanto Louis provasse a rimproverarla ciò lo divertiva. Sorridendo iniziò a canticchiare la canzone che stava passando in radio. Poi, mentre Darcy si serviva da sola, alzò lo sguardo sull’orologio appeso alla parete della cucina. Era mezzogiorno e mezzo.
Louis volse il volto al corridoio, per sbirciare e controllare la porta d’ingresso. Entro poco avrebbe dovuto fare la sua entrata Harry, con i nervi tesi per via del lavoro… e sarebbe stato il sorriso di Darcy e i baci di Louis a farlo calmare, a donargli la serenità di cui aveva bisogno.
Sospirando sollevato e felice il ragazzo tornò a fissare la bambina accanto a sé: tutta intorno alla bocca era sporca del sugo, così come le mani di cui si stava leccando le dita. Gli scappò una risata e, alzandosi in piedi dalla sedia, disse divertito: «Sei terribile, Darcy!»
Corse a prendere un panno sopra il piano del bancone della cucina, si avvicinò a Darcy e iniziò a toglierle via il sugo dalla faccia, dal corpo e dai vestiti con cura e dolcezza, continuando a cantare dolce nel suo orecchio, mentre lei si lasciava pulire dal padre.
Un rumore.
La serratura che gira.
La porta che sbatte.
Louis alzò di scatto il volto, mollò il panno sul tavolo e aspettò ansioso. Il suo cuore sembrava volesse uscire dal petto. Dovette ricordare a se stesso di continuare a respirare, mentre se ne stava ritto e zitto, ad ascoltare il suono dei passi sul parquet che si avvicinavano sempre di più.
Tutto tacque, anche Darcy smise di mangiare e attese. Silenzio, attesa e… i passi si fermarono e sulla soglia della cucina si affacciò una figura alta.
Gli occhi di Louis si accesero di una luce meravigliosa, che illuminò le iridi azzurre. Un sorriso si dipinse sul suo volto e, un attimo dopo, le sue braccia erano intorno al collo di Harry, che lo stringeva a sé e lo baciava sulle labbra.
Il sole entrava dalla finestra della cucina, i suoi raggi colpivano in pieno volto i due ragazzi. Stavano uniti, avvinghiati l’uno al corpo dell’altro, le labbra che si modellavano, come se fossero fatte per combaciare. Le loro lingue che si intrecciavano con lentezza, amore e dolcezza, allo stesso tempo ardevano di passione, come se non si toccassero da un’eternità. Harry cinse i fianchi di Louis, che si alzò in punta di piedi, per raggiungere meglio il volto del ragazzo. Gli mise le mani tra i ricci, e gli accarezzò la nuca delicatamente, come quando accarezzava la testa della piccola Darcy prima di lasciarla dormire nel suo caldo letto, dopo la storia o la ninna nanna della sera.
Un piccolo urletto divertito, quadi di piacere, li distrasse. Si allontanarono controvoglia, Louis si morse il labbro inferiore abbassando gli occhi divertiti e maliziosi, e Harry gli lasciò un piccolo ma tenero bacio sulla fronte. Entrambi si voltarono verso l’esserino dolce e vivace che li aveva interrotti. Sorrisero felici osservando la piccola Darcy agitarsi sul sedia, sporgendosi verso i due ragazzi, allungano le braccia come se volesse essere presa in braccio, e pregando i genitori con uno sguardo dolcemente voglioso di raggiungerli.
Harry fece scivolare via le braccia dai fianchi di Louis. Si diresse verso la bambina e, dopo una carezza sulla guancia morbida e paffuta, la prese in braccio. La cullò, la osservò ridere divertita e si immerse nei suoi occhi verdi.
«Mi sei mancata, piccola» le sussurrò all’orecchio, per poi stringerla a sé e nascondere il volto tra le sua spalla ed il collo. Una mano morbida e calda, dalle dita affusolate, scese lungo tutta la colonna vertebrale del ragazzo e questo, rabbrividendo dall’emozione, posò gli occhi su Louis, che l’aveva appena raggiunto.
Harry andava a lavoro mentre Louis e la piccola Darcy, loro figlia adottata, se ne stavano a casa e si divertivano a guardare tutti i film di Harry Potter, ascoltare musica e ballare, preparare da mangiare, cantare davanti allo specchio con un cucchiaio come microfono e giocare a nascondino. Louis e Darcy si trovavano benissimo insieme, entrambi infantili, entrambi dei bambini. Darcy aveva tutto il diritto di esserlo, ma Louis era già abbastanza grandicello per giocare con il puzzle o mettere in lavatrice il gatto… no, invece continuava a comportarsi da bambino nonostante i vent’anni che aveva. Harry, invece, quando arrivava a casa dal lavoro, passava più tempo possibile con Darcy, cercando di comportarsi da adulto o, come minimo, da genitore. Erano genitori un po’ particolari ma fino a quando Darcy avrebbe sorriso allegra vedendoli abbracciati, e fino a quando avrebbe gattonato per raggiungerli desiderando coccole e amore, tutto ciò andava bene.
Harry iniziò a fare il solletico alla bambina, mentre Louis li guardava divertito e con il cuore pieno di gioia ed emozione. Harry era il miglior padre di sempre, ed era grato al cielo di avergli offerto l’opportunità di fare il padre insieme a lui, di prendersi cura di una bambina abbandonata in un bidone dell’immondizia alla nascita e trovata, per caso, proprio da loro due.
La risate divertite di Darcy rimbombarono in tutta la casa. Harry, esausto e ancora sogghignante, posò la bambina sulla sedia. Senza preavviso venne abbracciato da dietro da Louis, voltò la testa di lato per incrociare i suoi occhi e si sorrisero dolcemente.
«Ti amo, Hazza.» mormorò Louis sinceramente al ragazzo.
«Ti amo anch’io, Boo» fu la risposta di Harry diretta al cuore di Louis, come una freccia di Cupido.
Sia Harry che Louis posarono lo sguardo sulla piccola di fronte a loro, la quale li stava guardando divertita ed incantata.
«E noi amiamo te, non c’è bisogno di essere gelosa, tesoro» spiegò Louis con un sorrisino sulle labbra.
E la strabiliante famiglia Stylinson si unì a tavola, mangiando, parlando e divertendosi, facendo mille progetti senza limiti.
Nessuno avrebbe impedito a Harry e Louis di avere ciò che avevano sempre desiderato, di stare insieme e di prendersi cura di una creaturina indifesa e dolce come la piccola Darcy.
 

 

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Ho in sospeso una Larry… è solo che non mi va di scriverla. Si, lo so… sono pigra :3 Però questo pomeriggio stavo rileggendo una mia Niam e stavo decidendo se pubblicarla o no – e no, non l’ho pubblicata e non lo farò mai -, poi mi è venuta l’ispirazione per scrivere una Larry… non chiedetemi come può nascere Larry da Niam. E quindi ho scritto questa one shot, però mentre scrivevo mi è venuta in mente un idea. In poche parole, se ne avrò voglia, nei prossimi capitoli ci saranno delle piccole one shot Larry, in cui racconto ciò che potrebbe accadere in futuro tra quei due – come in questo capitolo, più o meno.- Insomma, ho ancora le idee confuse.
Se vi è piaciuto questo primo capitolo recensite, se vi ha fatto schifo… perché non siete usciti subito da questa pagina? Scusate qualsiasi errore io abbia fatto… semmai segnalatemelo così sistemo. Gracias :3
Ehm, alla prossima? Mi auguro di sì. 
  
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