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Autore: ImaPandaH    02/11/2012    1 recensioni
Endou, come Alice, si ritrova in Wonderland dove, una Regina Rossa, indice ogni anno un torneo di calcio.
La posta in gioco è alta, per Endou è un biglietto per risalire in superficie, per tutti gli abitanti del regno è un nuovo Re o una nuova Regina.
Prima long che spero di portare a termine ^W^
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel/Shuuya, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Endou in Wonderland

Autore: Laughing Out Loud

Disclaimer: “Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Level -5 mentre l’ambiente e alcune frasi sono ispirate a “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carol. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro".

 

 

Endou in Wonderland

The Hole

 

-Endou, Endou, dove sei?- Una voce femminile echeggiava lungo l’immenso corridoio dell’enorme villa.     

–Sarà in giardino, come al solito!- Fu la risposta secca proveniente dalla stanza della sorella di Endou.        

La donna si avviò verso il giardino e lì trovò suo figlio seduto sul bordo della fontana, al centro del giardino, che contemplava il cielo con i suoi occhi grandi e marroni, assorto nei suoi pensieri.

-Endou Mamoru! Ti chiamo da un’eternità, possibile che tu non mi senta?- Sbuffò sua madre, eppure, nonostante fossero molto vicini, egli parve non darle retta.

“È proprio un caso perso.” Pensò sua madre andandosene da lì ma Endou né si mosse né si girò, rimase fermo com’era, con un’aria assorta tra i suoi pensieri.

La sua attenzione andò, invece, su un giardiniere, doveva essere appena assunto perché il ragazzo non lo aveva mai visto. I capelli biondi erano quasi bianchi, portava un berretto e i suoi occhi erano color del cioccolato. Ma la cosa che lo stupì di più era l’abbigliamento; invece della solita divisa, il ragazzo indossava un paio di pantaloni marrone sotto il ginocchio, una camicia bianca e per finire il tutto un panciotto rosso con una catena d’oro alla cui estremità pendeva un cipollotto. Poteva essere un maggiordomo eppure le cesoie e i guanti da giardiniere parlavano chiaro. Una cosa assai bizzarra fu quando lo vide allontanarsi borbottando.

-Oh com’è tardi, povero me, povero me! Si arrabbierà e mi mozzerà il capo!-

Per Endou fu come una molla, scattò in piedi e prese a inseguirlo; se fosse stato un dipendente, non doveva allontanarsi durante le ore di lavoro e poi la curiosità lo spinse a vedere dove andasse così di fretta. Il giardiniere iniziò a girare per l’enorme giardino fino ad arrivare a un salice, dove ai suoi piedi, si estendeva un’enorme buca. Il giardiniere non ci pensò due volte e si buttò giù nella voragine.

Con molta cautela, Endou, si affacciò alla buca, doveva essere profonda sì e no cinque metri.

“Forse gettarsi non è una buona idea.”

Fu il suo pensiero ma il terreno intorno a lui cedette e così il ragazzo si ritrovò a cadere dentro la voragine. Era terrorizzato, dove l’avrebbe portato, ma soprattutto, sarebbe riuscito a uscire da li? Erano soprattutto queste le domande che si chiedeva mentre cadeva, ma poi gli sorse un altro dubbio, sarebbe mai finita questa caduta? Dovevano essere passati già tre minuti buoni eppure non si vedeva ancora la fine del pozzo. Dato che disperarsi non era molto utile, Endou decise di guardarsi intorno, la tana aveva le pareti circolari tappezzate con della carta da parati a righe colorate, qua e la c'erano quadri antichi e vari stemmi nobiliari. Notò anche delle credenze con vari barattoli allineati, una libreria stracolma di libri che a colpo d’occhio dovevano essere molto antichi, vari orologi a cucù tutti fermi alle cinque e persino un pianoforte che stavano lì, sospesi nel vuoto di quel profondo fosso. Un foglio, incollato alla parete, attirò la sua attenzione.

“Welcome!”

–Benvenuto?- disse stranito, che ci faceva un cartello del genere lì proprio non riusciva a capire.

Schivò per un pelo l’ultimo libro prima di finire in una stanza ellittica, finalmente la caduta era finita, ma restava il problema di come ritornare in superficie. Guardò il tetto, e dove si sarebbe aspettato una voragine, trovò solo un lampadario in ottone che illuminava la stanza data l’assenza di finestre. Si girò intorno per trovare una via d’uscita ma non ne notò, la stanza era assente di porte, le pareti erano di un giallo canarino troppo acceso e la stanza era assente di pezzi di mobilio, c’era solo un tappeto rettangolare viola al centro. Percorse il perimetro della stanza alla ricerca di un qualche pannello o porta che fosse ma non si trovava. Si girò ed ecco una porta rossa di fronte a lui.

“Prima ero sicuro che non ci fosse!” Pensò stupito Endou mentre apriva la porta ed entrava nel corridoio che si celava dietro la porta.

Il corridoio era tortuoso, lungo e largo e, quasi immenso e non si vedeva la fine. Le pareti nere a losanghe rosse s’intonavano con la moquette rossa dando all’ambiente un’atmosfera cupa ma dava anche un senso di eleganza. Avanzò tentennando insicuro sul da farsi fin quando non notò un’ombra, avanzando notò che apparteneva al ragazzo di prima, solo che adesso aveva due buffe orecchie da coniglio e una coda a batuffolo ancor più buffa.

–È tardi, è molto tardi, è tardissimo!- Sbuffava correndo.

“Forse sa come uscire da qui.” Penso Endou e iniziò a inseguirlo, per fortuna aveva pensato bene ma adesso si ritrovava in un’altra stanza circolare, molto più grande e con tantissime porte intorno e l’unico mobile presente era un tavolino al centro della stanza, era di vetro con i piedi di legno di mogano con sopra una piccola chiave d’argento.

Il ragazzo provò nelle varie porte ma nessuna di esse si apriva perché o la chiave era troppo piccola o la serratura troppo grande. Riprovò una seconda volta e si aprì una piccola porta che Endou non ricordava che ci fosse. Un’altra stanza davanti a lui con l’ennesima porta rossa che celava dietro di se un corridoio dai colori sgargianti come arancione, verde mela e blu. Seguendolo si arrivava a una rampa di scale che portava più giù. Ogni gradino assomigliava un tasto di pianoforte e sembrava che camminando su di essi si sentisse una melodia, ma Endou pensò che fosse solo una sua suggestione. Alla fine delle scale un altro corridoio si parò davanti a lui, la moquette sta volta era viola e intorno a lui un’infinità di specchi di tutte le dimensioni e forme. Endou percorse il lungo passaggio che proseguiva diritto fino a un'altra porta, di legno di quercia con una targa d’ottone con scritto

“Parali se ci riesci.”

-Parali?!- Lesse incredulo Endou guardandosi intorno, l’unica cosa che riusciva a vedere era il proprio riflesso, era un bel ragazzo, i capelli castani e gli occhi marroni, si girò verso la porta, doveva riuscire ad aprirla ma era assente di maniglie o di qualsiasi serratura, solo quella scritta.

–Cosa vorrà dire, cavolo!- Urlò Endou tirando un calcio alla porta, voleva andarsene da li, da quel mondo pieno di porte e corridoi, da quel mondo assurdo e senza senso. Un pallone gli arrivò dritto in faccia e per un decimo di secondo riuscì a pararlo. “Ma che diamine…” Non riuscì a finire il pensiero che altri palloni gli arrivarono da destra e da sinistra. Fortunatamente riuscì a pararli tutti.

Dall’altro lato della porta il buffo ragazzo-coniglio spiava la scena assieme ad un’altra ragazza dai capelli blu e dagli occhi grigi

–Senti Gouenji, pensi che sia lui quello giusto?- Mormorò la ragazzina dai capelli blu e con una coda da topo.

–Non lo so, Haruna, non lo so.- Sospirò il ragazzo dalle orecchie da coniglio –Però è riuscito a pararli tutti, forse c’è una speranza…-

-L’ultima speranza!- Dissero assieme tristemente.

***

Un piccolo ometto entrò nella grande sala del trono, dove la Regina Rossa stava prendendo il suo the.

-Regina, o mia Regina.- Disse il Fante tutto d’un fiato mentre s'inchinava al cospetto della Regina

–Dimmi mio fido Fante, che notizie porti?- Disse con una calma glaciale la Regina mentre sorseggiava il suo the delle cinque.

–Cattive, disastrose, pessime!- Il povero Fante assunse un’aria melodrammatica mentre pronunciava queste parole. –Il Bianconiglio, Gouenji, sta riformando una squadra per batterla.-

-Ah si? E dove sarebbe questa notizia pessima?- Rispose con voce acida, quasi infastidita.

–Dice che sta volta… sono pronti per batterla e toglierle il trono.-

-Ci penseranno le mie guardie e fermarli prima.- Concluse la regina in modo sbrigativo –La prossima volta porta notizie serie!- Finì urlandogli e tirandogli contro la teiera.

Il meschino indietreggiò e uscì di tutta fretta da quella sala.

“Non dovrei pensarlo, ma spero tanto che riescano a vincere, non sopporto più questa pazza isterica.” Pensò il Fante ritornando nei suoi alloggi.

La regina rimase sola nell’immensa sala del trono, che, senza sudditi timorosi, sembrava ancor più vuota. L’enorme tappeto rosso, tutti i quadri raffiguranti i suoi parenti, persino il pavimento marmoreo sembrava triste. La Regina si affacciò alla finestra, il cielo era cupo e dei nuvoli all’orizzonte coprivano la Piana Rotonda ,lì si teneva la partita che quasi ogni anno disputavano, lei e il Bianconiglio, per il trono; ogni volta era la stessa storia, una sconfitta schiacciante per la squadra di quell’ottuso di un coniglio.

“Sul serio, Gouenji, vuoi riprovarci? Quante volte dovrai essere sconfitto, quante volte dovrai cadere, prima di arrenderti.” Sospirò “Quanta altra gente dovrà rimanere qui, a Sottomondo?”

***

La porta si aprì con un rumoroso cigolio, come se non fosse aperta da anni. Endou si aspettava di ritornare a casa invece si ritrovò in un immenso giardino.

Il cielo azzurro cupo metteva in risalto ogni minima sfumatura di verde, fiori di ogni tipo crescevano ai cigli dei sentieri, alberi enormi e minuscoli assieme ad arbusti con foglie più grandi di una mano rendevano quel giardino un posto meraviglioso. Davanti a lui c’era il famoso ragazzo dalle orecchie da coniglio con un’espressione quasi imbronciata e una ragazzina dai capelli blu e dagli occhi vispi e con un enorme sorriso in netto contrasto con il ragazzo.

–Benvenuto a Sottomondo, Endou!- Disse lei con una voce radiosa.

–C-chi siete voi? E come conoscete il mio nome?- Balbettò Endou abbastanza sorpreso.

–Una domanda alla volta, “my dear”!- Era la ragazza a parlare, mentre lo strano ragazzo vestito da coniglio lo squadrava per bene.

–Io sono Haruna e lui è Gouenji, meglio conosciuto come il Bianconiglio.-

-Hai detto abbastanza, ora fammi parlare.- Disse con tono glaciale Gouenji. –Dato che i convenevoli li ha già fatti la mia amica, passiamo al dunque.- Indicò una roccia –Ti conviene che ti siedi, la storia è lunga e tu sei stanco per il viaggio!- -Sottomondo non è più un posto per bambini, almeno da quando la Regina Rossa è arrivata. Ogni anno indice un torneo, i primi erano per puro divertimento, poi poco a poco la posta in palio si fece più alta, fino ad arrivare al trono, infondo tutta la popolazione è contro la Regina, ma lei ha l’esercito dalla sua parte.- Il ragazzo deglutì prima di continuare.

–Capimmo che per batterla i nostri singoli sforzi non bastavano così decidemmo di reclutare anche un ragazzo di Sopramondo. Ma fu tutto vano, l’unica cosa che riuscimmo a fare fu l’aumentare della gente a Sottomondo, perché devi sapere che…- Si guardò attorno ed Endou capì che non doveva essere molto facile quello che stava per dire così Haruna lo precedette.

–Chiunque entri qui deve avere un permesso della Regina per uscire, quindi, se non si batte, si rimane qua.- Disse con tono serio, per fortuna che Endou fosse seduto sennò sarebbe svenuto lì per li, non amava molto la sua casa ma l’idea di dover battere una Regina che fin ora nessuno l'aveva battuta lo faceva star male.

–Se non hai obiezioni, e vuoi tornare in superficie, potremmo partire e andare a reclutare i giocatori.- Disse Gouenji alzandosi da terra.

–Ma che tipo di torneo è?- Chiese Endou curioso

. –Di calcio, ovvio!- Disse Haruna felice mentre saltellava di qua e di là.

–Calcio?! E come si gioca?-

I due amici si guardarono tristi scuotendo il capo. "Sarà molto lunga" pensarono.

***

Seguendo un qualsiasi sentiero si arrivava nella casa del Brucaliffo.

Chiunque si sarebbe aspettato un uomo colto e non un ragazzino dai lunghi capelli rasta legati in una coda alta. Egli se ne stava seduto su un fungo e avvolto nel proprio mantello blu, analizzava dei segni su una pergamena.

-Così dovrebbero arrivare tra poco… Meglio prepararsi!- Disse alzandosi e dirigendosi verso l’ingresso della propria casa.

 

 

Angolo di Laughing Out Loud

*compare vestita da cappellaio*
Allora, dato che la mia prima fanfiction ha ricevuto *rullo di tamburi* zero recensioni, vuol dire
o che era talmente schifosa da far pena a chiunque la leggesse
o così mediocre da non essere considerata.
Così mi sono scervellata e tra una versione e un'interrogazione
è giunta l'illuminazione, invece no... era soltanto tornata la luce!
(Battuta Squallida XD)
La vera illuminazione è giunta quando ho ritrovato
il libro di Alice e ho subito pensato a scrivere una fanfiction...
Credo che sarà una long, anche se i capitoli sono un po' short
(battuta squallida 2)
ma spero soprattutto di portarla alla fine ^W^
LOL
  
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