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Autore: FairyCleo    02/11/2012    11 recensioni
“HO DETTO DI NO, DONNA! Lasciami in pace!”.“Giuro che se non ti alzi entro meno di un minuto e non fili in bagno a darti una ripulita, smonterò pezzettino per pezzettino la tua tanto amata Gravity Room, polverizzerò i componenti e ne spargerò i residui in mare. Per di più, potrai anche solo dimenticare di mangiare di nuovo un pasto preparato da me e da sta notte DORMIRAI sul divano".
“TU – NON – LO – FARAI”.
“Oh, si che lo farò! Puoi giurarci, TESORO. E adesso fila!” – ed era uscita dalla stanza, sbattendo con violenza la porta.
“ACCIDENTI” – aveva sbraitato Vegeta, lasciandosi cadere pesantemente sul materasso. Bulma lo avrebbe fatto impazzire. O forse, c’ era già riuscita. [...]“La- la state percependo??” – aveva chiesto Gohan.
“Si!” – aveva risposto Crilin – “E’ spaventosa!”.
“E non è una!” – C18 sembrava tesa – “Sono due!”.
“DANNAZIONE!” – Junior era preoccupato.
“Ma cosa sta succedendo??” – aveva chiesto Chichi, allarmatissima.
“Non lo so Chichi” – Goku aveva uno strano sguardo – “So solo che percepisco due auree. E sono potentissime”.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Trunks, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La resa dei conti

 
Dende si era precipitato all’interno del palazzo per recuperare la tanto famigerata Acqua Miracolosa. Non c’era un minuto da perdere. La situazione era a dir poco drammatica.
 
“Anime! Quasi non ci credo! Quei ragazzi hanno affrontato di tutto e l’hanno fatto a testa alta, ma questo potrebbe essere troppo anche per loro!” – aveva esclamato mentre percorreva l’ennesima rampa di scale.
“Oh Vegeta, non sai quanto mi dispiace… Resisti, ti prego. Ti prego”.
 

*

 
Era crollato. Aveva fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per non cedere, ma alla fine lo aveva fatto. Le gambe stanche e gelate non lo avevano più retto, ed era caduto nella neve gelida, schiacciando con il suo peso le creature che stringeva in grembo.
Non era quasi più in grado di respirare perché i polmoni erano congestionati, e non riusciva a smettere di tremare. Aveva fallito. Aveva fallito e i bambini non ce l’avrebbero fatta.
Sentiva il forte bisogno di piangere, ma non aveva le forze neanche per compiere quel gesto liberatorio, quel gesto così umano, quel gesto che in fin dei conti gli era piuttosto familiare.
 
Avevano vinto. Le anime erano riuscite a sconfiggerlo. Le sentiva avvicinarsi ogni istante sempre più, e non sapeva come fare ad ostacolarle. Non gli importava niente di se stesso, di quello che volevano fargli. Lo meritava, ne era sempre più convinto. La cosa più importante era preservare i bambini, era cercare di fargli scudo fino a quando sarebbe sopraggiunta la morte a portarlo via, sempre se le anime le avessero permesso di arrivare.
 
“Che brutta…che brutta fine…” – si era detto, cercando di sollevarsi un po’ per non schiacciare le creature che continuava a stringere al petto nel disperato tentativo di proteggerle – “Mi dispiace ragazzi… Non doveva andare a finire così, non ho più energie per difendervi… io… mi dispiace che siate finiti in mezzo a questa storia, mi dispiace…”.
 
Il principe dei saiyan aveva ragione. Il gelo che caratterizzava quell’infernale limbo era aumentato a dismisura, e sentiva delle presenza malvage avvicinarsi ad una velocità impressionante. Ed ecco che, improvvisamente, occhi simili agli zaffiri in cui brillava una luce sinistra erano comparsi dal nulla, circondando lui e le due creature che stava cercando di proteggere. Erano centinaia, forse migliaia, ed erano lì solo per fargli del male. Chiunque avrebbe compreso quanto grande fosse la loro rabbia, il loro odio, il loro rancore, anche chi non era in grado di percepire le auree altrui. Lo si capiva dal modo in cui si muovevano, dai ringhi infernali che emettevano, da come il vento era mutato, diventando più impetuoso e gelido.
Il ghiaccio continuava a colpire il corpo stanco e provato di Vegeta, annidandosi nei punti più sensibili. Ormai non respirava quasi più. Tutte le sue energie erano state risucchiate. Non aveva più modo di difendersi.
 
Ed ecco che, insieme a quella moltitudine indistinta di male e rancore, erano sopraggiunti anche l’essere che aveva preso possesso del corpo di suo figlio e la creatura infernale che era formata dalla maggior parte delle anime delle vittime che aveva mietuto nel corso della sua esistenza.
Ridevano maligni. Stavano per compiere la loro vendetta. Lo avevano ormai fatto suo. Non ci sarebbe stato un finale diverso da quello che avevano sperato e programmato con tanta cura.
 
“Finalmente sarai nostro” – aveva detto Vegeta jr – “Finalmente potrò vendicarmi per tutti quello che hai fatto a me e alla mia famiglia, per tutto quello che ho dovuto patire per causa tua!”.
 
“Sì… tutti noi potremo vendicarci. E tu, stupido scimmione, pagherai per tutto il resto dell’eternità”.
 

*

 
Moon, Goku, Junior e i soldati superstiti continuavano a rimanere nascosti. La saiyan si era destata dal sonno indottole dal namecciano, e sembrava aver ritrovato la calma. Il suo sguardo era molto diverso da quello che l’aveva caratterizzata in precedenza. Sembrava pervasa da centinaia di emozioni diverse. Rabbia, delusione, ma soprattutto impotenza. Aveva perso un figlio, era una cosa che non sarebbe mai e poi mai dovuta accadere. Non era naturale. I genitori non dovevano sopravvivere ai figli. In cuor suo sapeva bene che fra i saiyan era una cosa piuttosto normale, in verità, ma loro erano un popolo molto diverso da quello che avevano conosciuto gli altri popoli. Molti di loro non avevano mai conquistato pianeti, o combattuto guerre. Erano stati solo addestrati a combattere, ma non avevano mai partecipato ad uno scontro. I genitori si erano legati ai proprio figli non vedendoli più come semplici soldati, come semplici membri di un esercito da mandare in avanscoperta, ma come veri e propri pezzi del loro cuore. Sangue del loro sangue, carne della loro carne, i cari da proteggere ad ogni costo. Questo erano. E questo sarebbero stati fino alla fine. Ma, adesso, non c’era più nessuno da proteggere.
Erano rimasti in pochi, pochissimi, e dovevano lottare contro un nemico molto più crudele e più forte di loro.
Sì, era l’impotenza il sentimento che la stava logorando. E, stavolta, non sapeva davvero come poterle sfuggire.
 
“Goku! Ehi Goku! Figliolo, mi senti?”.
“Re Kaioh! Ma è lei o mi sbaglio??”.
 
Il saiyan era balzato in piedi una volta che le sue orecchie avevano sentito la voce dell’uomo – o quasi – che lo aveva aiutato a diventare più forte per lo scontro con Vegeta avvenuto tanto tempo fa.
Gli altri, invece, escluso Junior, si erano subito messi sulla difensiva, convinti che si trattasse di uno di quei mostri che non avevano idea di come poter sconfiggere.
 
“Certo che non ti sbagli figliolo! Ancora non riconosci la mia voce dopo tutto questo tempo??” – era piuttosto indignato, anche se non era il momento più adatto per esserlo, effettivamente.
“Ha ragione, le chiedo scusa! Ragazzi, non dovete avere paura! Lui è re Kaioh! E’ un pezzo grosso che vive nel regno dell’Aldilà! E’ un amico, e ci darà sicuramente una mano! Non è vero, re Kaioh??”.
 
L’entusiasmo di Goku era contagioso. I soldati sembravano essersi tranquillizzati, compresa Moon, che era curiosa di sapere cosa questo essere superiore avesse loro da dire.
 
“Ti ringrazio figliolo, e in effetti è proprio per questo che ti ho contattato. Ho parlato con Dende che mi ha spiegato come stavano le cose, e ci siamo attivati immediatamente”.
 
“Mi state dicendo che sapete come esorcizzare i miei uomini?” – aveva chiesto Moon, incredula.
 
“Sì principessa, anche se non è un procedimento molto semplice” – aveva ammesso re Kaioh – “Dende, il namecciano che è diventato l’attuale Supremo della Terra, ha già recuperato l’Acqua Miracolosa che scaccerà gli spiriti dai loro corpi, ma il procedimento deve essere fatto dopo che le anime dei saiyan saranno liberate dalla loro prigionia nel limbo. Non deve trascorrere molto tempo però, o moriranno tutti”.
 
“E come possiamo farli uscire da lì?” – aveva chiesto la saiyan, più impetuosa che mai. Sembrava che avesse ritrovato la sua grinta originaria.
 
“Dobbiamo aprire le porte delle stanze di Vegeta jr, non è così?” – aveva chiesto Junior, serio.
“Proprio così, ragazzo, ma vi avviso che entrare in quel luogo infernale potrebbe essere molto, molto pericoloso. Potreste rimanere intrappolati, e qualcuno potrebbe prendere possesso del vostro colpo. La situazione è drammatica, posso assicurarvelo. Vegeta e i bambini sono ancora lì dentro ai loro corpi, ma non stanno bene, non stanno bene per niente”.
 
“Come sarebbe??” – Goku era più che allarmato. Lì dentro c’erano due bambini innocenti e colui che considerava più di un amico, come poteva accettare una simile notizia a cuore leggero?
 
“Vedi figliolo, quello è un luogo di sofferenza e dolore, ma è un luogo fatto apposta per le anime. Vegeta e i vostri figli si trovano lì con i loro corpi, e questo sta causando loro sofferenze indicibili. Hanno preso le loro energie, e ormai sono allo stremo. Il vostro amico sta lottando con tutte le sue forze affinché i bambini non subiscano angherie, ma questo ha contribuito a farlo indebolire ancora di più. Se non lo portiamo via da lì Vegeta morirà, e a quel punto nessuno potrà portarlo indietro. La loro vendetta sarà compiuta, ma sarà stato pagato un prezzo troppo alto. E’ vero, ha commesso degli atti ignobili in passato, ma era la sua vecchia vita. E’ molto cambiato e… Figliolo, non posso accettare che lui muoia così”.
 
Goku era felicemente sorpreso dalle parole di Re Kaioh. Anche lui aveva notato il cambiamento avvenuto nel cuore di Vegeta, apprezzandolo per quello che era diventato. Le sue parole erano più che veritiere. Tutti posso cambiare, anche lui. Anzi, soprattutto lui, perché era circondato da persone buone che lo rispettavano, che gli volevano bene e che gli avevano insegnato ad amare.
 
“Non posso permettere che lui muoia” – era stato il commento di Moon che aveva così spezzato il filo dei suoi pensieri – “Mi hanno portato via mio figlio, mi hanno portato via Tarble… Non posso permettere che mi portino via anche lui. Non mi resterebbe più niente” – aveva ammesso, quasi con le lacrime agli occhi. Vegeta era troppo importante, anche se era diverso, anche se non era più l’uomo che lei ricordava.
Tutti i presenti si erano accorti che nel pronunciare il nome di suo cognato la sua voce aveva assunto una strana inflessione, ma nessuno aveva osato commentare.
“Non lo permetteremo” – le aveva detto Junior, posandole una mano sulla spalla – “Non permetteremo che lui muoia, te lo prometto”.
Finalmente, anche lei aveva capito di potersi fidare di loro.
 
“Generale, permetteteci di aiutarvi” – aveva detto il ragazzo che gli aveva salvato l’anima – “Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per salvare il nostro re e per sconfiggere questi mostri. Diteci solo cosa dobbiamo fare e lo faremo”.
Era stato il portavoce dei suoi amici. Tutti erano pronti a perdere la vita per il loro pianeti, per i loro cari, per il loro re senza alcun timore, e questo faceva loro un immenso onore.
 
“Re Kaioh” – aveva proseguito Goku – “Che cosa dobbiamo fare?”.
“Ecco, tu dovrai andare da Dende a recuperare l’acqua miracolosa mentre qualcuno dovrà aprire la porta e salvare i ragazzi. Solo che…”.
“E’ inutile girarci attorno re Kaioh” – lo aveva interrotto Junior – “L’unico modo per portarli via da lì è entrare nella stanza”.
“E’ troppo pericoloso. Non se ne parla proprio. Fate uscire le anime dei saiyan e…”.
“E cosa? Dovremmo sperare che Vegeta ce la faccia ad uscire sulle sue gambe? Non sarebbe stato così melodrammatico prima se avesse creduto anche solo per un attimo che potesse farlo! Sta morendo re Kaioh, è così chiaro. Qualcuno deve entrare là dentro”.
“Allora quel qualcuno sarò io”.
 
Moon era più determinata che mai. Lo si vedeva dal fuoco che ardeva nei suoi occhi, dalla sua postura eretta. Doveva salvare Vegeta, e lo avrebbe fatto ad ogni costo.
 
“Ma…”.
“Nessun ma, re Kaioh. E’ di Vegeta che stiamo parlando. Ed io non posso permettere che lui muoia”.
 

*

 
Bulma non riusciva a staccare gli occhi dalle immagini che scorrevano davanti ai suoi occhi. Era uno spettacolo a cui non avrebbe mai creduto di poter assistere. Vegeta stava morendo e lei era completamente impotente.
Quelle belve terribili stavano continuando ad attaccarlo, ma lui non si era mosso di un centimetro, cercando di proteggere come meglio poteva i due corpicini su cui era steso.
La neve era macchiata del suo sangue, e lividi scuri come la notte erano affiorati sulla pelle che si intravedeva dalla stoffa ormai lacera della sua battle suit.
Ma la cosa più straziante era che non stava emettendo neppure un lamento. Ad ogni colpo, ad ogni morso, ad ogni calcio, ad ogni sferzata, il suo viso si contorceva in una smorfia dolorosa, ma le sue labbra, labbra macchiate di rosso, continuavano a rimanere serrate.
 
Tutti erano rimasti in silenzio, sconcertati da quello che si stava palesando davanti a loro. Chichi aveva portato entrambe le mani alla bocca, piangendo in silenzio, imitata da Videl. C18 si era stretta a Crilin, apparentemente imperturbabile. Quest’ultimo, Rif, Yamcha e Tenshinan erano frementi di rabbia, incapaci di accettare che si compisse un simile scempio.
 
“Non possiamo lasciarlo lì!” – aveva urlato Crilin – “Morirà senza il nostro aiuto!”.
“Dobbiamo fare qualcosa!” – gli aveva fatto eco Tenshinan.
“Hanno ragione” – aveva concluso Rif.
 
Era opinione comune che si dovesse fare qualcosa. Non potevano rimanere nascosti in eterno. Era da codardi, era da infami, e loro non erano niente di tutto ciò. Non avevano paura della morte. L’avevano già conosciuta e vinta più volte. Per un amico, avrebbero lasciato vincere lei una volta per tutte.
 
Bulma si era alzata di scatto dalla sedia su cui era stata seduta fino ad allora, incapace di attendere oltre.
 
“Dobbiamo trovare il modo di fermare quei bastardi” – aveva asserito – “Torniamo immediatamente al castello”.
 

*

 
Aveva teletrasportato Moon, Junior e i suoi uomini davanti alla porta della stanza di Vegeta jr prima di teletrasportarsi sulla Terra.
Non era suo desiderio lasciarli, ma non aveva avuto molta scelta. Era l’unico in grado di arrivare e tornare indietro in un batter d’occhio, e non avrebbe di certo potuto inviare qualcun altro al suo posto.
Ed era stato proprio questo ciò che aveva fatto. Aveva posato due dita alla fronte, aveva cercato l’aura di Dende e si era teletrasportato immediatamente al palazzo del Supremo, trovando il namecciano sulla soglia con l’Acqua Miracolosa già pronta per essere utilizzata. Sarebbe solo dovuto tornare indietro e aspettare il momento propizio per somministrarla ai saiyan.
Solo che non sapeva ancora che sulla sua strada avrebbe incontrato un terribile imprevisto.
 

*

 
“Soffri, saiyan? Soffri?” – aveva chiesto la creatura, sprezzante, mentre assestava l’ennesimo colpo micidiale ad un Vegeta ormai in punto di morte – “E’ così che ci siamo sentiti… E’ così che ci hai fatto sentire! E questo è solo l’inizio!”.
 
All’apice della loro crudeltà, le creature si erano lanciate tutte insieme sul principe, strappandogli dalle braccia i bambini che aveva protetto fino ad allora con il suo corpo.
 
“Noo!” – aveva provato ad urlare, inutilmente. Lo avevano bloccato, impedendogli qualunque tipo di movimento. Vegeta aveva visto i bambini allontanarsi da lui, li aveva visti fra le grinfie di quelle bestie, li aveva visti ancora più fragili e indifesi di quello che già non fossero stati in precedenza.
E lui non poteva fare niente. E lui non era in grado neppure di urlare.
 
“Oh… Ma guardatelo! Soffre per i suoi figli! Vorrebbe aiutarli… Che cambiamento! Non sembra neanche lui, non è vero?” – aveva berciato la creatura, ridendo con malvagità.
Le anime avevano ringhiato, crudeli.
“Forse dovremmo lasciarlo andare!” – lo aveva schernito – “O forse no!”.
 
Lo aveva afferrato per i capelli e lo aveva sollevato da terra. Ormai era così stanco da non essere in grado di muovere neppure un muscolo.
 
“Che ne dici? Vogliamo vedere se sei cambiato davvero o no?”.
 
Purtroppo per lui, nonostante fosse allo stremo, era ancora abbastanza lucido per capire che avrebbe fatto del male ai bambini. E, proprio come aveva temuto, Vegeta jr si era avvicinato minaccioso a Trunks e a Goten, sollevandoli entrambi per le braccia e facendoli penzolare come due marionette senza vita.
 
“Che-che vuoi fagli?” – aveva domandato il principe, cercando di alzare le braccia per liberarsi da quella stretta, ma inutilmente.
“Sta fermo”.
“Ti prego… lasciali andare… lasciali andare. E’ me che vuoi brutto bastardo. Me. Non i bambini. Lasciali stare”.
 
Ed ecco che Vegeta jr aveva piegato il capo prima a destra e poi a sinistra, lasciando in seguito cadere i bambini fra la neve. Aveva ragione. Era lui che volevano. E non ci sarebbe stato niente di più bello che farlo soffrire guardandolo con gli occhi del figlio che non aveva mai conosciuto.
 
“Come desiderate… PADRE”.
 
Con un colpo netto, impiegando tutta la forza che aveva in corpo, il ragazzo aveva cercato di perforare lo stomaco di Vegeta, ma un lampo di energia lo aveva fatto desistere, ustionandogli la mano.
 
“Non vi permetteremo mai di fare del male al nostro re”.
 

*

 
 
La situazione era molto più tragica di quanto potesse sembrare: la porta delle stanze di Vegeta era presidiata da centinaia di quei bastardi, compreso Tarble, che purtroppo si era liberato dalla prigione in cui era stato relegato con gli uomini che lo avevano seguito.
Il suo sguardo era glaciale.
Purtroppo, né Junior né Moon erano riusciti ad avvicinarsi.
“Maledizione…” – aveva berciato la saiyan – “Come faremo ad entrare?”.
“Non lo so. Non pensavo che fossero così tanti” – aveva confessato Junior.
“Bè, vorrà dire che tu li distrarrai mentre io cercherò di entrare. E’ l’unico modo e… Che cavolo ci fanno loro qui?”.
 
Improvvisamente, si era scatenato il delirio: la squadra dei terrestri era piombata nel corridoio, e senza pensare alle conseguenze, tutti avevano cominciato a lottare contro i saiyan posseduti che avevano davanti.
 
“FERMI! NON TOCCATELI!” – aveva urlato Junior, impedendo a Crilin e Yamcha di dare un calcio ad un paio di loro.
“Ma perché?”.
“Sono posseduti! Non dovete toccarli o diventerete come loro!”.
 
La notizia era stata simile ad una doccia fredda. Erano nei guai. Chichi e Videl erano svantaggiate, così come Bulma. Loro non erano in grado di lanciare sfere di energia, e sarebbe stato un problema difendersi.
 
Ma non era quello ciò che voleva fare la terrestre dai capelli turchini, e Moon lo aveva capito nel momento in cui l’aveva vista gettarsi tra la folla in lotta, sprezzante del pericolo e afferrare la maniglia di quella maledetta porta.
Senza che gli altri se ne accorgessero, l’aveva seguita, guardandola negli occhi prima di aiutare la terrestre ad aprirla. Un minuto dopo, entrambe erano riuscite a penetrare nel limbo.
 

*

 
“Come hai osato!!!” – aveva urlato Goku, in preda ad una rabbia incontenibile.
Il suo primogenito, il suo Gohan, era stato fatto prigioniero da uno di quei mostri senza cuore. Il suo corpo era stato posseduto da una di quelle anime, e la sua potenza stava superando l’inimmaginabile, mettendo in difficoltà il saiyan. Goku non voleva colpirlo. Era pur sempre il corpo di suo figlio, e non voleva fargli del male. Ma non poteva accettarlo. Non poteva accettare nulla del genere.
 
“Ahahah! Ti vedo sorpreso ed oltremodo irritato, saiyan! Non trovi che sia una cosa a dir poco fuori dal comune?? Ma non avere timori, ti prego! Battiti pure al cento per cento della tua forza!”.
 
Ma Goku sapeva bene di non poterlo fare. Se si fosse scatenato, avrebbe ucciso suo figlio, e non se lo sarebbe mai e poi mai potuto perdonare.
 
“MAI!” – aveva urlato, cercando di sfuggirli. Era una cosa che non aveva mai fatto prima di allora. Aveva sempre affrontato gli avversari a testa alta, a costo di morire. Non era da lui nascondersi, non era da lui scappare, ma non aveva alternative.
Doveva portare l’Acqua Miracolosa a destinazione, e doveva farlo in fretta.
Oramai Moon doveva essere entrata nella stanza, e se tutto era andato come dovuto, le anime dei saiyan sarebbero dovute essere libere! Ma quello che aveva visto nel momento in cui si era trovato nel corridoio che conduceva alle stanza di Vegeta jr lo aveva lasciato pietrificato: i suoi amici, tutti i suoi amici, si trovavano lì, solo che non erano più loro. I loro corpi erano occupati dalle anime di quei mostri orribili.
Goku era rimasto completamente solo.
 

*

 
Moon e Bulma non avevano avuto bisogno di scambiarsi parole, o di fare qualche gesto eclatante. Come mai era capitato fra le due prima di allora, si era venuta a creare una forte intesa. Entrambe volevano salvare le persone che amavano, e una di essere era proprio quell’uomo che le aveva fatte diventare nemiche giurate.
 
Veloce come il vento, Moon aveva afferrato Bulma per la vita, sollevandola come se fosse stata una piuma, e insieme stavano volando verso il punto da cui proveniva l’aura sempre più debole di Vegeta.
 
“Presto Moon! Fa presto, ti prego!” – aveva urlato Bulma, incapace di staccare gli occhi rossi dalle immagini proiettate dall’oggetto che aveva creato – “Ti prego”.
“Sto facendo quello che posso. Ma più veloce di così non riesco a volare. Il vento mi toglie le forze!”.
 
Aveva ragione. Anche Bulma si sentiva tremendamente stanca, svuotata, ma non potevano fermarsi. C’erano delle vita da salvare, e tutto dipendeva da loro.
 
‘Coraggio Vegeta’ – aveva detto a se stessa la terrestre – ‘Non mollare’.
 
Sapeva perfettamente che la saiyan stava pensando la stessa e identica cosa.
 

*

 
Era rimasto senza parole. Non era in grado di vederle, ma le sentiva chiaramente. Quelle che aveva attorno e che lo stavano proteggendo erano le anime dei saiyan che popolavano Neo-Vegeta-Sei. Ma come poteva essere? Che ci facevano lì? Voleva dire che quei mostri avevano preso il possesso di ogni saiyan rimasto ancora in vita? Si era reso conto solo qualche istante più tardi che quello che l’aveva salvato era lo spirito di suo fratello Tarble.
 
“Tarble… No…” – si era lamentato, incredulo, cercando di rimettersi in piedi.
“Non devi affaticarti Vegeta. Siamo qui per te. Siamo in tanti, e loro non possono vincere!” – aveva urlato, spronandolo ad andare avanti – “Siamo qui fratello. Siamo qui solo per te”.
 
Lo scontro era avvenuto qualche istante dopo sotto i suoi occhi rinvigoritisi all’improvviso. Erano troppo pochi per sperare di vincere, eppure non si erano arresi, cosa che invece aveva fatto lui. Vedeva solo occhi che si muovevano a destra e a sinistra, e solo per via del loro diverso colore riusciva a distinguere le anime malvage da quelle buone dei saiyan: queste ultime avevano mantenuto il tipico colore scuro che li distingueva da tutti gli altri popoli della galassia.
Suo fratello si stava battendo come un leone. Tarble stava sprigionando una forza fuori dal comune, e lo stava facendolo solo per permettere a lui di salvarsi, per permettere a lui di salvare i bambini.
 
Purtroppo, o fortunatamente, erano ancora privi di sensi, e se non li avesse spostati da lì sarebbero stati travolti dalla furia della battaglia.
Ogni saiyan stava combattendo con dieci alla volta di loro, e altri stavano sopraggiungendo, ma non sembrava che avessero intenzione di demordere. E non lo avrebbe fatto neanche lui.
 
Vegeta, allora, aveva chiuso gli occhi, cercando di ritrovare la concentrazione perduta. Nella sua mente si stavano susseguendo le immagini della sua intera esistenza, ma i ricordi buoni, quelli di suo fratello, quelli di Bulma e dei suoi figli stavano piano piano prendendo il sopravvento su quelli che gli ricordavano che mostro fosse stato, e finalmente aveva capito. Non poteva cambiare il passato, ma poteva scrivere un nuovo futuro. Ed era esattamente quello che avrebbe fatto.
 
In un’esplosione di energia che aveva fatto tremare tutto quello che aveva attorno, Vegeta, aveva cambiato colore di capelli, alzandosi in piedi e iniziando a fluttuare in aria, come una stella. Al contatto con la sua aura dorata, la neve si stava sciogliendo, e una nuvola di vapore si era formata attorno al suo corpo che stava sviluppando una potenza inimmaginabile.
 
Lo scontro si era fermato di colpo per assistere a quello spettacolo fuori dal comune, e anche Moon e Bulma, sopraggiunte sul posto, si erano bloccate di colpo, investite dalla sua potenza.
 
“Ma cosa, cosa gli sta succedendo??” – aveva chiesto la saiyan, incapace di capire.
“Non ci posso… non ci posso credere!” – era stata la reazione di Bulma che non riusciva a capacitarsi di ciò che stavano vedendo i suoi occhi.
“Che gli sta succedendo??” – aveva ripetuto Moon.
Ma Bulma non era stata in grado di risponderle immediatamente, perché era troppo intenta a godere ogni momento di quello spettacolo a cui non aveva mai assistito prima di allora.
I capelli di Vegeta avevano cominciato ad allungarsi magicamente circondati da quell’aura saettante, e il suo corpo si era ingrossato. Persino il suo viso aveva cambiato forma, e il colore dei suoi occhi erano mutato. Il principe dei saiyan stava subendo una delle trasformazioni più incredibili che potesse accadere ad un guerriero dalla coda di scimmia.
“Vegeta ha raggiunto il terzo stadio del Super Saiyan”.
 

*

 
Era accaduto tutto così in fretta che non avrebbe mai e poi mai saputo spiegarlo. Aveva solo sentito un’immane forza crescere in lui, e le energie sopite erano esplose, illuminando tutto quello che aveva attorno, mutandolo in maniera irreversibile.
Il ghiaccio e le nevi erano scomparse, sciogliendosi, e tutte le anime, indistintamente, si erano appiattite al suolo, stravolte da quell’aura così grande e potente.
 
Vegeta stava troneggiando su tutti, impassibile, immobile su quella moltitudine che non riusciva a capacitarsi di ciò che era appena accaduto. Qualche anima aveva provato ad attaccarlo, ma era stato tutto inutile: non riuscivano neppure ad avvicinarsi a lui, perché la sua aura finiva per scottarle irrimediabilmente.
 
“Nessuno di voi potrò più fare niente” – aveva detto, calmissimo – “Nessuno di voi potrà più fare del male alle persone a cui voglio bene” – e si era messo in posizione, raccogliendo tutte le energie e la concentrazione di cui era capace.
 
“NOOO!!! SCIOCCO!! CHE VUOI FARE???” – aveva urlato la creatura, terrorizzata.
“Voglio solo che troviate la pace”.
 
In pochissimi istanti, la sua concentrazione era arrivata al massimo, e un lampo di energia potentissima fuoriuscita dai palmi delle sue mani aveva preso la direzione di quella volta completamente bianca che li sovrastava, creando un enorme cratere nell’istante in cui era entrata in contratto con essa.
 
“NOOO!!!!!”.
 
Ma le urla della creatura erano state inutili. In un attimo, dal cratere erano usciti degli esseri che Vegeta aveva riconosciuto come i guardiani dell’Inferno, ed essi avevano cominciato ad afferrare le anime dannate cominciando proprio dalla creatura, per condurle nel luogo in cui avrebbero trascorso il resto dell’eternità.
 
Sotto gli sguardi stupefatti di Moon e Bulma, Vegeta era sceso al suolo, circondato da demoni e anime dannate e non, e con passo sicuro si era diretto presso i bambini, prendendo entrambi fra le braccia, per poi cullarli.
 
‘Nessuno vi farà del male, non finché ci sarò io’ – era stato ciò che aveva pensato, mentre posava un bacio su entrambe le loro fronti.
Le due donne non avevano osato interrompere quel momento così intimo. Un padre stava salutando i figli che aveva protetto a costo della vita, ricordando loro che li amava più della sua vita.
Ma allora, perché sembrava che in quell’insolito gesto d’amore ci fosse qualcosa di sbagliato? Perché quel gesto sembrava quasi un addio?
 
Senza dire una parola, Vegeta li aveva sollevati, dirigendosi proprio verso Bulma e Moon che avevano trattenuto il fiato fino ad allora.
Con una delicatezza che non gli apparteneva aveva consegnato Trunks a Bulma e Goten a Moon, parlando poi con tono serio e senza alcun timore.
 
“Tornate indietro. La porta si aprirà quando sarete prossime ad essa, e lasciate che le anime dei saiyan tornino indietro. La magia di questo posto è stata infranta. Le anime dannate non possono più farvi del male” – aveva detto, guardando entrambe negli occhi.
“Ma Vegeta… Tu… Tu dove…”.
“Dove andrai?” – aveva detto Moon, completando la frase di Bulma.
 
Il saiyan, scintillante nella sua aura dorata, si era preso un attimo di pausa prima di rispondere.
“C’è una cosa che devo fare ancora. E devo farla da solo” – aveva risposto, vago, ma determinato.
 
E lo avevano visto spiccare il volo e sparire nel cratere che lo avrebbe condotto all’Inferno.
 

*

 
Era in estrema difficoltà. Non aveva più energie, ed era convinto che presto sarebbero riuscite a toccarlo, facendolo diventare uno di loro.
Eppure, quando tutto sembrava perduto, la porta della camera di Vegeta jr si era aperta all’improvviso e, dietro Moon e Bulma che avevano fra le braccia i bambini, erano fuoriuscite centinaia di anime luminose.
 
“Presto Goku! L’Acqua!” – gli aveva detto la voce di Tarble, la vera voce di Tarble che si era materializzato accanto a lui – “Adesso!”.
 
E, senza farselo ripetere due volte, aveva stappato la bottiglia che aveva custodito gelosamente, librandosi in volo, e facendo in modo che l’acqua cadesse su tutti i saiyan presenti in sala.
 
In pochissimi istanti, senza nessuna sofferenza apparente, le anime dannate erano uscite da quei corpi, e i saiyan avevano ripreso possesso di essi.
I demoni le avevano afferrate una ad una, conducendole poi dall’altra parte della porta, che si era chiusa dopo che anche l’ultima anima l’aveva attraversata.
 
“Ce l’abbiamo fatta!” – aveva urlato Goku, balzando in piedi – “Ce l’abbiamo fatta! Ora non mi resta che abbattere la porta e…”.
“NO! Goku, aspetta!” – aveva urlato Bulma, che continuava cullare Trunks – “Vegeta non è ancora tornato indietro”.
 
Continua…
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Ed eccoci qui al penultimo capitolo.
So che molti di voi non approveranno ciò che ho scritto, ma porca pupazza, possibile che Vegeta, il principe dei saiyan, non avesse raggiunto il terzo livello di super saiyan? E’ una cosa che non ho mai digerito, ed era un qualcosa per cui ho sempre voluto ‘ rimediare ‘. Ok, Goku era il protagonista, Vegeta il suo antagonista e blablabla, ma c’è un limite a tutto. Un principe resta pur sempre un principe, nel bene e nel male, e Vegeta per me sarà sempre il migliore a prescindere da tutto.
Per questo, ho deciso che per il suo terzo livello di super saiyan dovesse raggiungere una sorta di pace interiore, se così possiamo definirla. Dopotutto, il super saiyan non era il guerriero dal cuore puro? ;)
Inutile che io vi dica cosa è andato a fare Vegeta nel Regno degli Inferi…
Corro a scrivere l’ultimo capitolo e l’epilogo!
Grazie di cuore!
Un bacione
Cleo
   
 
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