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Autore: emychan    02/11/2012    2 recensioni
Arthur è disperso e Merlin è ferito. (merthur)
Piccola storia, solo cinque capitoli da poco più di 500 parole ognuno.
Scritta per il "multifandom spargilacrime contest" indetto da Veronic90 su Efp e giudicato da Superkiki92, arrivata al quarto posto!:)
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Eccomi di nuovo qui, è tanto che non pubblico niente. Il praticantato mi toglie molto tempo e l'ispirazione scarseggia, questa storia l'ho scritta tempo fa, mi sono resa conto di non averla mai pubblicata, perciò eccola qui per voi. E' molto breve, ma spero vi piaccia.

Approffitto dell'occasione per avvertire tutte voi Merthur fans(anche se un po' in ritardo forse:P) che sabato e domenica sarò a Lucca comix vestita da Mei Terumi, il Mitsukage di Naruto (ovvero un vestito azzurro, un codino ridicolo in cima alla testa e stivali grigi senza punta,speriamo non faccia freddo...:D)
chi dovesse riconoscermi/incrociarmi mi faccia un fischio o gridi Merthur, mi piacerebbe incontrarvi!xDDD

Detto ciò, vi lascio alla storia:


 

 

Dreaming of you



Cap.1: Gaius

 

«Cosa mi state nascondendo, Gaius?»

L'anziano medico non rispose. Il suo viso, pallido e stanco a causa della lunga veglia che teneva da giorni al capezzale del mago, lo faceva sentire colpevole. Avrebbe voluto dirgli di dormire, di riposare, ma il dolore che sentiva in ogni angolo del corpo e il freddo, che lo faceva tremare nonostante le sue tre coperte, dimostravano la gravità delle sue ferite.

Eppure, aveva la sensazione che non fossero solo le sue condizioni a preoccupare Gaius.

Merlin cercò nella sua mente, intorpidita e stanca, una qualsiasi ragione che spiegasse tutti quei silenzi e misteri. Era difficile pensare lucidamente, quando tutto il suo corpo gli chiedeva disperatamente di dormire; da giorni non faceva altro che giacere in quello stupido letto. «Si tratta di Arthur?» chiese cercando di ricordare quanto tempo fosse passato dalla partenza del principe. Erano già due giorni? Oppure tre? «Avete avuto sue notizie? Sta bene?».

Il modo in cui Gaius evitò di guardarlo limitandosi a strizzare il vecchio panno nella bacinella d'acqua affianco al letto, fu sufficiente a metterlo in allarme.

«Gaius?» gracchiò con voce roca. Provò a schiarirsi la gola, ma perfino quel semplice gesto gli risultò troppo faticoso. «Non è niente, Merlin. Dovresti riposare. La febbre è ancora troppo alta» gli ordinò il medico mettendogli l'ennesima boccetta sotto al naso e passandogli una mano sotto al collo per aiutarlo a berne il contenuto.

«Per favore. È successo qualcosa ad Arthur?» gli chiese in tono quasi disperato, rifiutandosi di bere il tonico, che certamente l'avrebbe fatto addormentare ancora una volta. Sentendosi impotente come non era mai stato prima.

Gaius lo fissò in silenzio, con aria colpevole, poi sospirò e lo lasciò andare. «Non è niente di certo» cominciò in tono sommesso; lo sguardo concentrato sul sedativo per il mago. «Sono giunte delle voci. Pare che la pattuglia guidata dal principe sia caduta preda di un'imboscata» gli spiegò. «I Merciani sostengono che avesse superato il confine, che fosse nelle loro terre senza permesso».

Merlin sentì il cuore battergli freneticamente nel petto. Non era possibile. Arthur non avrebbe mai commesso un errore simile. Non avrebbe mai condotto i suoi uomini a morte certa. Era una follia. Una menzogna.

«E Arthur? Sta bene?» chiese passandosi la lingua sulle labbra secche e screpolate per la febbre.

Gaius scosse la testa. «Nessuno sa nulla, ma i testimoni parlano di un massacro. Colti alle spalle, in minoranza numerica. Perfino il principe aveva poche chance».

Merlin fissò incredulo il capo chino del medico. Il terrore gli esplose nel petto. Paura per Arthur, per il suo principe. La persona che avrebbe dovuto difendere ad ogni costo e che, invece, poteva essere ovunque. Prigioniero, ferito, in punto di morte. Il solo pensiero gli fece venire da vomitare.

Merlin posò i piedi sul freddo pavimento di pietra e rabbrividì. Non poteva restarsene lì a dormire, quando Arthur aveva bisogno del suo aiuto.

«Merlin, cosa pensi di fare?».

«Devo andare» mormorò cercando di combattere il forte capogiro che lo aveva assalito.

«E dove, di grazia? Sei troppo debole per muoverti, la ferita è ancora infetta» lo rimproverò Gaius alzandosi per costringerlo a rimettersi a letto.

Merlin lo ignorò e si alzò, sentendosi quasi trionfante, finché il pavimento sembrò farsi stranamente vicino. Il mago sentì Gaius chiamare il suo nome, ma la sua mente era già lontana.

Da qualche parte, in una foresta, il viso illividito del principe si voltò a guardarlo con un ghigno. «Non fare l'idiota, Merlin» lo sentì mormorare, e il suo cuore perse un battito.

tbc

   
 
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