È così sbagliato fare ciò che ti rende felice?

Senza un come o un perché, si ritrovavano lì. Soli, l’uno affianco all’altro, distesi sull’erba a contemplare le nuvole: era davvero curioso come quelle soffici masse d’aria mutavano forma in continuazione, spesso assumendone di buffe e bizzarre.
Uno spettacolo divertente, insomma. Goten ne era affascinato: lo rilassava distendersi in quel posto, sempre nel solito prato in collina, sperduto in mezzo al nulla. Braccia conserte dietro la nuca e gambe incrociate, amava immergersi in quel cielo azzurro sconfinato, sempre ricco di sorprese inaspettate. Perché in fondo ci si rispecchiava in quel cielo, lui che era sempre così distratto e spensierato.
Dinanzi quel panorama, si sentiva libero di fantasticare, volare via con la mente, abbandonare certi pensieri che ultimamente stavano iniziando a turbarlo non poco. Pensieri legati proprio alla persona che si trovava accanto a lui in quel momento.
Al contrario del moro, Trunks sembrava molto meno interessato alle nubi sovrastanti. La testa del lillà era completamente altrove, rivolta a tutt’altra tipologia di pensieri. Mentre Goten evitava di incrociare lo sguardo dell’amico - molto più che amico in verità - , imbarazzato dalla situazione circostante, il saiyan più grande se ne stava lì, su un fianco, a guardarsi intorno con fare indifferente, senza però smettere di lanciare frequenti occhiate furtive al compare.

Con quel ragazzo, Trunks aveva condiviso tutto: ogni momento, ogni esperienza, avventura… persino il suo corpo!
Il legame che li univa era un qualcosa di speciale, unico nel suo genere.
Di recente, però, qualcosa fra loro era cambiato. Era diverso, totalmente nuovo.

Erano molto più che semplici amici: erano consapevoli di amarsi, ma soprattutto di essere ricambiati.
E quindi spesse volte era l’imbarazzo, scontato, a prendere il sopravvento.
Tanto da non riuscire nemmeno a guardarsi negli occhi in un momento intimo come quello. Certo che però era buffo: insomma, l’avevano fatto per anni!
Ma era l’emozione provata nello specchiarsi in essi, ad essere cambiata. Mutata nel tempo, un po’ come la forma di quelle benedette nuvole, forse le uniche testimoni di ciò che gli stava pian piano accadendo.

Stremato da quell’ incessante silenzio, Trunks si girò completamente verso Goten, che nell’ immediato sembrava essersi destato da una sorta di sonno: era come se, fino a un attimo prima, si trovasse in un altro luogo, ben diverso, chissà dove. Tutta colpa di quella massa di pensieri e preoccupazioni che lo affliggevano, quasi  bombardandolo. Ma, in un qualche misterioso modo, era tornato alla realtà, sorpreso dalla mossa improvvisa dell’ altro.
Trunks era un ragazzo molto impulsivo, spesso testardo. Un saiyan degno del titolo, che spesso e volentieri agiva seguendo l’istinto. Per un momento si stupì persino di aver riflettuto tanto a lungo, lui che faceva sempre tutto di getto.
Che si amassero o meno, Goten era Goten e basta. Nulla avrebbe cambiato il loro rapporto: si era semplicemente rafforzato, ecco.
 Si conoscevano da una vita, i corteggiamenti erano inutili. Allora perché indugiare ancora? Non ne vedeva il motivo.

–  Allora, si può sapere cos’è tutto ‘sto silenzio? Non vorrai mica farmi credere di avere davvero una mente pensante!–     esordì, rompendo finalmente il ghiaccio.
–  Ma quale pensare? Stavo soltanto guardano le nuvole, tutto qui. – mentì, spudoratamente, l’altro.
–  Bella roba! Non so tu, ma io mi sto annoiando un casino… – replicò il lillà, con fare estremamente malizioso.

Qualcosa nel suo tono era diverso.

Era passato decisamente oltre: la sua espressione, più che scherzosa e divertita, era diventata molto più profonda e penetrante.
Il moro se n’era accorto, dando nuovamente il benvenuto all’imbarazzo iniziale.
Prevedeva a grandi linee cosa sarebbe successo in seguito.
Lo conosceva fin troppo bene, quel suo “amico”: sapeva che il bel principino dei Saiyan, quando si metteva in testa qualcosa, riusciva sempre ed inevitabilmente ad ottenerla. Aveva uno strano impatto su di lui. In ogni circostanza riusciva a farsi trascinare, uscendo quasi sempre praticamente sconfitto.
Ormai le intenzioni del lillà erano più che esplicite. Si avvicinò al ragazzo, ormai al limite della vergogna.
Lo guardò intensamente, lasciando presagire tutto il resto.
Lo baciò con tutta la foga che aveva, quasi con violenza. Amava prendere sempre l’iniziativa, lo faceva sentire molto più sicuro di sé.
Continuò a baciarlo con passione, stavolta sul collo, deciso a consumare ogni minimo millimetro di quel corpo che tanto lo mandava ai pazzi. Spavaldo e senza la minima esitazione, abbassò lentamente la mano destra, portandola sul membro dell’altro, che sembrava - stranamente - gradire quella mossa, nonostante l’incertezza…

–  F-frena un attimo, Trunks! Non possiamo, cioè intendo dire… non qui! Sarebbe un errore! – lo interruppe improvvisamente, anche se a malincuore.

–  È così sbagliato fare ciò che ti rende felice? –






Angolo dell'esaurita:

Oddio, quanto mi mancava pubblicare ♥
Ho un' infinità di dubbi su questa "cosa"... Ho paura che sia una schifezza totale, ecco, l'ho detto.
Se questa shot fa davvero pena come sembra ditemelo, senza peli sulla lingua!
Si tratta di una sorta di esperimento, non ho mai scritto nulla con questo raiting. A proposito, va bene o devo cambiarlo?
Maledetti dubbi, ho esitato tantissimo per pubblicarla. Speriamo bene! :)
Ogni recensione è sempre estremamente gradita, bella o brutta che sia. E come al solito ho scritto più nelle note che nelle storie.
Allora aspetto pareri :)
Alla prossima ;)
Baci :3

stillyna