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Autore: mauro longoni    04/11/2012    2 recensioni
L’Ordine era in subbuglio. Da circa un anno la NovaVis Inc. aveva annunciato al mondo la costruzione di HN21, la prima macchina in grado di riprodurre la Risonanza e aveva lanciato la sua sfida.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Prologo

La star venne posizionata sopra al campionatore, fissata al rack e scoperta tra gli ovattati applausi del pubblico. Quattro tecnici in camice bianco, mascherina e guanti in lattice neri lunghi fino al gomito penetrarono nella bolla acustica e iniziarono i collegamenti tra le macchine. Fuori dal teatro un forte vento di tramontana sferzava i vecchi platani del Viale della Nuova Scala mentre, di tanto in tanto, veloci cumulonembi oscuravano il sole di luglio e gettavano un’ombra grigia sulle decine di migliaia di persone che si accalcavano per il più emozionante evento del secolo: la sfida tra HN21 e Claudio Benedetti, il tredicenne prodigio della musica che stava sorprendendo il mondo.
La testa appoggiata al finestrino, dal sedile posteriore guardava la folla che sfilava alla sua destra. I lunghi, fini capelli biondi gli coprivano l’occhio sinistro e scendevano ad accarezzargli le spalle minute.  Le prime grosse gocce di piogga iniziavano a cadere sull'asfalto bollente. 
“Padre, crede che mia madre verrà?”. In verità non sapeva se augurarselo. Non la vedeva da molto tempo e durante le rare visite che le venivano concesse appariva ai suoi occhi quasi come un’estranea. “Non crucciarti figliolo, se Dio vuole farà in modo che tua madre sia presente”. Padre Schuster non era proprio la persona più loquace del mondo e certamente la meno indicata a cui chiedere un consiglio. A Claudio però stava molto più simpatico di tutti i suoi confratelli; anzi, padre Schuster poteva essere considerato a buon diritto, durante gli anni trascorsi all’Accademia del Miglioramento, ciò che di più vicino ci fosse ad un amico. Benché fosse molto vecchio, come testimoniavano la sua lunga barba grigia e le folte sopracciglia che incappucciavano come neve sporca gli occhi slavati, a Claudio sembrava comprendesse le sue miserie meglio di chiunque altro. 
“Posso farle un’altra domanda padre?” Le lunghe dita affusolate si torcevano l’una con l’altra. Padre Schuster rispose con un breve cenno del capo. 
“E se perdessi?”
Da più di trecento anni, cioè dalla rivoluzionaria scoperta dell’abate Hyeronimus, la musica era la chiave di volta per la comprensione dello spazio e del tempo. Tralasciando le enormi conseguenze filosofiche e pratiche scaturite dalla scoperta, quella che ebbe l’impatto più decisivo sulla società fu la sua applicazione più consolatoria: la possibilità di comunicare con l’aldilà. Beh, per dirla meglio: “avvertire” la presenza spirituale di un defunto nella propria mente. La musica, opportunamente suonata e canalizzata attraverso tutta una sequenza di macchine di trasduzione, gettava un ponte tra le realtà alternative. La moderna teoria quantistica era riuscita ad isolare alcune di queste realtà possibili e attraverso complesse risonanze di banda poteva far combaciare due differenti dimensioni nel cervello degli uomini. In quella realtà il defunto era ancora vivo e si poteva avvertire con estrema concretezza la sua presenza. Praticamente si era quasi cancellato il senso della perdita e si aveva la sensazione di aver definitivamente sconfitto la morte. Il fattore emotivo era fondamentale. Infatti non tutte le possibili realtà erano richiamabili con questo metodo ma solo quelle in cui l’associazione di un elevato numero di traumi emotivi era canalizzato attraverso la musica e, dal punto di vista strettamente scientifico, l’apporto del fattore emotivo era ancora inspiegato.
La scoperta dell’abate Hyeronimus era, fino dalla sua morte, monopolio esclusivo dell’Ordine Neo-Domenicano. Le messe dell’ordine erano il luogo dove si celebrava il rituale della Risonanza e su questi rituali l’Ordine aveva fondato il suo immenso potere. Per anni le persone raccoglievano i risparmi di una vita intera e li devolvevano all’ordine per partecipare anche per una sola volta ad una di queste messe. Il Concilio Vaticano V, nonostante le resistenze dell’ala più conservatrice, era stato costretto a santificare l’abate Hyeronimus e ad inserire la Risonanza tra i Misteri della Fede e così il potere dell’Ordine era cresciuto fino ad imporre sul soglio di Pietro pontefici fantoccio di una religione ormai svuotata di qualsiasi altro significato se non la morbosa ricerca di un contatto con l’aldilà. Il centro di questo potere era l’Accademia del Miglioramento Umano. Qui venivano formati i tecnici, i fisici e soprattutto i musicisti che davano vita al rituale e che venivano poi inviati nelle abbazie di tutto il mondo. All’Accademia Claudio aveva passato gli ultimi otto anni.
Gli innumerevoli esami fisici e psicologici ai quali era stato sottoposto avevano evidenziato solamente una leggera ipertrofia dell’emisfero destro del cervello che, nel corso di anni di esperimenti, era stato rivoltato come un calzino. Per il resto, fisicamente, Claudio era un ragazzino assolutamente ordinario. Il suo genio si manifestò già a quattro anni la prima volta che posò le mani sul pianoforte del padre. La madre, vedova da un anno, ne rimase sconcertata e impaurita. Gli proibì di suonare, finanche di battere sulle pentole dalle quali Claudio riusciva a ricavare melodie di rame, nichel e acciaio. Sapeva che se lo avessero sentito glielo avrebbero portato via. E così fu. A cinque anni venne prelevato dall’Ordine e spedito all’Accademia dove il suo genio venne plasmato da ore e ore di esercizi quotidiani e la sua personalità forgiata nella più assoluta dedizione. Nessun contatto esterno se non qualche sporadica visita concessa alla madre, nessuna distrazione, l’assoluta mancanza di calore umano. Fino a che nessuno fu più in grado di insegnargli nulla. 
“Nessuna macchina può rivaleggiare con lo Spirito Santo, figliolo” rispose padre Schuster.
L’Ordine era in subbuglio. Da circa un anno la NovaVis Inc. aveva annunciato al mondo la costruzione di HN21, la prima macchina in grado di riprodurre la Risonanza e aveva lanciato la sua sfida. Dapprima l’Ordine era apparso scettico e per niente preoccupato. Poi le voci si erano rincorse da un capo all’altro del globo e c’era gente pronta a giurare che la cosa funzionava anche se gli esperimenti si tenevano nella più completa segretezza. E l’Ordine vacillò. La multinazionale sino-nipponica stava scuotendo il suo potere dalle fondamenta e prometteva di fare quello che faceva l’Ordine senza lunghi anni di studio e di sacrificio, senza l’intermediazione dello Spirito Santo e, soprattutto, ad un costo decisamente inferiore. 
Le voci si propagavano incontrollate e l’Ordine non poteva più accettare un attacco tanto grave al suo primato. Così chiese alla NovaVis Inc. una dimostrazione. Era ciò che la multinazionale aspettava. Accettò a patto che HN21 potesse sfidare, in una dimostrazione pubblica, il migliore del musicisti del suo tempo ovvero Claudio Benedetti. L’Ordine era riluttante ma l’opinione pubblica operò una tale pressione che la sfida fu decisa. Si sarebbe tenuta il terzo giorno del mese di luglio nel tempio laico della musica, la Nuova Scala di Milano. 
Protetti del cordone di polizia, erano già transitati il Capo di Gabinetto della Restaurazione Permanente con la propria consorte, gli imperscrutabili Padri dell’Ordine Neo-Domenicano, le magnifiche Tre Sorelle a cavallo dei loro schiavi postulanti, il coreografo Pinell, fondatore del Balletto dei Diavoli, decine e decine di dignitari provenienti da ogni angolo della Terra e alcuni tra i volti più noti del bioschermo. L’apparato di sicurezza predisposto dal Prefetto era imponente: un migliaio di robo-agenti in assetto anti-sommossa scongiurava qualsiasi pericolo di infiltrazione da parte dei Dissidenti. Erano loro il nemico pubblico numero uno. In realtà erano l’unico nemico tra le migliaia di persone festanti. Per tutti si trattava solo del più grandioso, emozionante, esclusivo evento del secolo: la sfida tra l’uomo e la macchina, tra il sentimento e la ragione, tra il sangue e l’elettricità. Per i Dissidenti invece si trattava della sfida tra il Bene e il Male; il Bene era HN21. Il Male era Claudio Benedetti.

  
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