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Autore: chilometri    04/11/2012    8 recensioni
I will love you better now; Larry Stylinson as a romance.
[...]
«Lou» lo chiama, così piano che pensa che non si sveglierà nemmeno, ma così non è, perché il ragazzo apre quasi di scatto gli occhi.
«Che hai Harry?» fa fatica a parlare, ma non demorde «hai… bisogno di qualcosa? ti senti m-».
«Volevo solo darti il buongiorno».
E ad Harry si stringe il cuore quando vede gli occhi di Louis aprirsi un po’,
stupiti e le labbra che si stirano in un sorriso sincero.
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome: I will love you better now.
Rating: Arancione.
Disclaimer: Gli One Direction non mi appartengono in nessun modo - purtroppo - , come tutti i cantanti qui citati/linkati.
La storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Conteggio parole: 2.275
Genere: Slash, (it's Larry Stylinson, bitches!), Angst, Drammatico, Fluff.
Credits: Grazie a Demsmuffin per il meraviglioso banner. E' stata disponibilissima, le devo un favore e le sono grata. In più scrive benissimo, amo ogni sua singola storia quindi... passate. e.e

 

ATTENZIONE: Leggetela con in sottofondo le canzoni che vi linko, vi piacerà di più. c: 
(cliccate sui quadrati neri che escono, per capirci ewe) 

E seguite l'ordine, cioè, se trovate una canzone, la ascoltate, e poi trovate
un'altra canzone, cambiate anche se quella che state ascoltando in quel momento non
è finita, perché vuol dire che cambia scena e.e


 


Photobucket

 

Questa la dedico in eccellenza a Sam, che mi fa sempre un
sacco di complimenti,
che mi ha esplicitamente chiesto di
scrivere una cosa del genere,
che dice che mi odia ma che, in fondo,
un po' di amore nei miei confronti deve provarlo.

La dedico anche alla mia Sun,
che mi sostiene
sempre e comunque. 
Grazie mille, ti voglio bene. 

 



- I will love you better now.


 



Harry fa scendere nella sua gola un altro sorso. Brucia. Brucia tutto, ormai, dentro di lui. Non sa che ore siano, non sa dove si trovi, non sa nemmeno perché esiste, a dire il vero. L’unica cosa che sa è che è da qualche parte, insieme a Nick.
Osserva il bicchiere, pieno per metà. Mezzo pieno, o mezzo vuoto, Harry?
Tossisce, il petto viene scosso da uno spasmo violento, mentre il sapore metallico del sangue gli invade le labbra. Disgusto. Ormai ogni singola particella, in lui, prova disgusto.
Verso sé stesso, che non riesce a fare Louis felice, perché dopo ogni litigio, non rimane lì con lui, non gli chiede scusa, no.
Chiama Nick.
Lo lascia soffrire, sul divano, mentre la gelosia corrode ogni singolo pezzo del suo cuore.
Prova disgusto perché, invece di baciarlo con le labbra che dovrebbero sapere di lui, ogni volta, ogni sera, dopo che si urlano addosso, Harry torna a casa sbronzo fino al midollo, con l’alito che sa di alcool e Louis abbassa lo sguardo.
Sa che non gli farà del male, perché non ne sarebbe capace, perché sa di avergli inflitto già troppo.
Stupido lui, il suo amore per Harry e la sua gelosia verso Nick.
Sul serio, a Tomlinson, quel tipo non va proprio giù, è come un taglio che, invece di rimarginarsi, va aprendosi sempre di più, lasciando, di conseguenza, sempre più dolore dentro di lui. 



 



Mentre Harry distrugge la sua gola, il suo stomaco e la sua mente, Louis si stringe un po’ più nella sua coperta, il cuore più pesante del solito, perché son già le tre e mezza e lui non è ancora tornato, chissà in quale locale si è andato a cacciare.
Fissa la televisione, spenta. Un po’ come lui.
Che non sa più dove andare a sbattere la testa per far capire al riccio che lo ama così tanto: ogni minuto, ogni singolo istante che lo guarda sorridere, abbassare lo sguardo, arrabbiarsi, aggrottare le sopracciglia, lo ama.
Perché lui è perfetto, per lui.
Proprio sopra la televisione, c’è una loro foto, Harry sorride; è di qualche anno fa, Louis se la ricorda, perché a terra ci sono gli scatoloni marroni – grandi per lui, che non sa dove mettere tutti quei pantaloni aderenti che fanno uscire di testa Harry, e piccolo per quest’ultimo, che tanto non ha bisogno di vestiti, perché come dice(va) sempre lui «preferisco le tue cose, alle mie. Mi basta annusarle per sentirti vicino» -, quello era stato il giorno in cui si erano trasferiti, per andare ad abitare assieme.
Louis sospira, sperando che le cose diventino più facili: gli piacerebbe così tanto.

Harry ha, ormai, la testa così pesante, che fatica persino a tenerla dritta, e gli occhi gli si chiudono, ma non è stanco fisicamente.
Non vuole tornare a casa, non pensa nemmeno di esserne capace, le gambe non gli reggerebbero nemmeno se prendesse due stampelle.
Sente la tasca vibrare, e con fatica lo estrae dalla tasca dei jeans.
Lo tiene in mano, e ci mette un po’ a focalizzare il nome sullo schermo, poi, dopo qualche secondo, collega il nome che c’è scritto, alla sua mente. «Brucia la stanza mentre te ne vai, bruciano i sogni e rimangono i guai, ma te ne vai. Tu te ne vai»*.
Harry sussulta, poi scaraventa il telefono dietro al balcone, mentre il barista sobbalza. «Harry».
Qualcuno lo chiama, non riconosce la voce.
«Louis?» ma quello non è lui, l’accento è diverso, la voce non è sottile come la sua persino il respiro è diverso da quello di Louis.
Un sospiro.
«Non saresti dovuto venire, torniamo a casa, dai» «Non ne ho…» la bocca è così pesante, che Harry, per un momento, crede di avere qualche sasso dentro «…v-oglia» biascica.
Poi qualcuno lo prende di peso sulle spalle, e lui si lascia andare al sonno.


 

 (takemehomesong)

Louis apre gli occhi di scatto quando sente la serratura scattare, e così come quella, anche lui si mette sull’attenti, si scopre e si avvicina alla porta.
Non gli interessa se è ubriaco, se non lo è, se è uno zombie, un vampiro, se ha voglia di urlargli nuovamente contro «Non hai bisogno di aspettarmi, non sono un bambino!» con quel sapore di birra che gli arriva dritto alle narici.
Non gli importa.
Ha solo voglia di baciarlo. Ecco.
Louis Tomlinson ha bisogno di sentire le labbra soffici e calde di Harry Styles, sulle sue.
Ma quando apre la porta, il viso che meno avrebbe desiderato vedere, gli compare davanti.
Il ragazzo inspira ed espira due volte, mentre lo sguardo cade sul suo – e di nessun altro, cazzo – ragazzo, tra le braccia di Nick.
«Loui-»
«Zitto, passamelo» dice, rude e nemmeno fosse un oggetto, quasi gli strappa dalle braccia il riccio.
«Ascolta» ma Louis lo interrompe, ci mette davvero tutto sé stesso per non tirargli un pugno, perché è stanco di tutte quelle parole, ha bisogno del silenzio.
«Ho ascoltato abbastanza, il solo fatto che tu mi abbia rivolto anche solo due parole, è già tanto. Non ti basta rovinare la nostra vita? Sparisci dalla mia vista» sibila, poi chiude la porta con un calcio e mentre Harry si muove leggermente su di lui, Louis inizia a camminare lentamente verso la loro camera da letto, sale gli scalini e lo posa delicatamente sul letto.
E’ sempre stato delicato nei suoi riguardi, mentre continuava a ferirlo, lui era sempre stato attento a tutto come uno stupido.
O come un innamorato.
Guarda i suoi lineamenti, solo per un’altra volta – si impone -.
La fronte è aggrottata, - sta facendo un incubo - pensa, mentre posa un bacio su questa. Le guance sono rosse, le labbra schiuse.
E’ bellissimo.
Louis bacia anche quelle, non riesce a resistere, le desidera, le ha sempre desiderate.
Poi bacia il mento, si sofferma sul collo lo succhia con avidità, lo marchia – ed Harry si muove un po’, ma è ancora troppo ubriaco per poter capire ciò che sta succedendo – perché il riccio gli appartiene.
Scende ancora, sbottona la camicia, e con la lingua disegna dei cerchi sul petto di Harry, che sembra quasi prender coscienza, perché inarca un po’ la schiena e mugola qualcosa.
Poi, inaspettatamente, si sposta sulla parte sinistra del petto, all’altezza del cuore, ci posa la testa, mentre ascolta con poca fatica il battito accelerato del gruppo, che continua a sussurrare qualcosa.
Louis bacia questa parte del suo petto.
Veloce, ecco come batte il cuore del suo ragazzo.
Veloce come tutte le volte in cui Louis cerca di rincorrere Harry, con tutte le sue insicurezze, i suoi sbalzi d’umore, i pianti isterici, le urla, i baci, l’amore, l’odio, ma è sempre troppo dannatamente lento.
Louis bacia questa parte del petto di lui.
Poi sospira (e giura di aver sentito i brividi percorrere la sua – soffice – pelle) e chiude gli occhi, mentre le lacrime scendono, senza che lui possa fare niente.


Quando dischiude le palpebre, Harry, non ha idea di che ore siano, né sa se si trova nella sua camera o in quella di Nick o di chissà chi, ma quando il dolore martellante del mal di testa si impossessa del suo capo, allora crede di ricordare qualcosa: si è ubriacato di nuovo e chissà cosa ha detto, chissà cosa ha fatto, e spera di non essere nella sua stessa casa, perché non sopporterebbe di dover vedere lafaccia triste di lui. Perché se Louis è triste, lo è anche Harry: lo ama, o meglio, pensa di amarlo sul serio,
ma pensa pure che magari non glielo dimostra come dovrebbe e, che, magari, la sera dovrebbe invitare lui a mangiare fuori qualcosa per poi tornare a casa e fare l’amore,
piuttosto che litigare ed uscire sbattendo quella porta che fa tremare i muri di casa e le pareti del cuore.
Quei due, l’amore, non lo fanno più. Non ci sono più i tocchi gentili, i sorrisi e le parole sussurrate con gli occhi lucidi per l’emozione, ci sono solo i morsi, le lacrime di dolore dell’anima, i «perché?» sussurrati ad un Dio che di aiutare non aveva proprio voglia.
E, quando, con un bacio pieno di risentimento Louis gli tirava un pugno sul petto, rivestendosi frettolosamente ed usciva di casa, Harry chiudeva gli occhi, con una sigaretta tra le labbra, aspettando il suo ritorno.
Il riccio si riscuote dai suoi pensieri quando sente il movimento di qualcosa sopra di se e con non poca fatica apre completamente gli occhi, che, investiti dalla fastidiosissima luce pomeridiana, iniziano a lacrimare.
Abbassa lo sguardo e il cuore si stringe fino a fare male, dubita persino che continui a pompare il sangue, perché la visione che gli si para davanti è forse la più dolorosa e bella contemporaneamente, che ricorda.
Louis ha gli occhi chiusi, le labbra all’ingiù con la fronte aggrottata e le lacrime che si sono seccate sulle guance pallide, ma la cosa che più fa mancare il respiro ad Harry sono le gambe che sono intrecciate alle sue e le mani affusolate, strette alla camicia blu che ha messo, la stessa che gli aveva regalato, l’unica che mette quando non indossa nessun vestito che appartenga a Louis.
La stringe possessivamente, come se di aggrapparsi ad Harry non ne può più, e allora si attacca alla sua camicia. Il riccio singhiozza. Non sa perché, ormai non sa più niente, vorrebbe solo picchiarsi da solo mille volte, perché sta distruggendo l’unica persona che non vorrebbe ferire nemmeno per tutto l’oro del mondo.
«Lou» lo chiama, così piano che pensa che non si sveglierà nemmeno, ma così non è, perché il ragazzo apre quasi di scatto gli occhi.
«Che hai Harry?» fa fatica a parlare, ma non demorde «hai… bisogno di qualcosa? ti senti m-».
«Volevo solo darti il buongiorno» e ad Harry si stringe il cuore quando vede gli occhi di Louis aprirsi un po’, stupiti e le labbra che si stirano in un sorriso sincero.
«Piangevi?» chiede poi quello, osservando bene il volto del giovane, ed Harry si chiede come fa ad averlo notato, perché gli è scesa solo qualche lacrima.
Non risponde, solo passa un dito sulle gote di Louis e cancella ogni residuo di tristezza che vi era (a causa sua).
«Non sei in condizione di fare queste domande» sorride un po’, poi gli fa segno di stendersi vicino – e non sopra a lui – e il ragazzo occhi cielo lo guarda un po’ storto, quasi si chiede se tutta quella dolcezza è dovuta alla sbronza, ma non dice niente, fa ciò che gli viene chiesto, perché lo desidera da tanto.



 




Louis non sa quando è stata l’ultima volta che ha guardato Harry così vicino negli occhi, sa solo che è passato davvero troppo tempo e gli mancava, Dio solo sa quanto.
«Scusami» sussurra, poi il riccio, lo sguardo basso e Louis teme di aver capito male, perciò cerca conferme.
«Cosa, Harreh?» chiede, con quell’accento che fa tanto impazzire il riccio.
«Scusami» ripete, la voce un po’ più decisa, ma che trema.
«Per co-»
«Per tutto. Sono… io non… avrei mai voluto farti soffrire, ma è quello che faccio ogni giorno è solo che se tu non sei qui con me, io…» prende un respiro, e il cuore di Louis accelera mentre finisce la frase al suo posto.
«E’ solo che se non sei qui con me, io non ce la faccio, Harreh. Scusami, perché io e la mia stupida gelosia che ti mandano fuori di testa, ed hai ragione, ma… ho… è come se a volte avessi bisogno di sapere che tu sei solo mio, come io sono solo tuo, vorrei sapere se mi ami almeno la metà di quanto faccia io».
Harry lo guarda e si rende conto che entrambi piangono in silenzio.
Sono stati davvero così stupidi da non accorgersi che quelle lacrime erano state trattenute da troppo tempo?
Perché quelle parole mandate giù ogni volta, costrette a non uscire perché «vaffanculo Louis, non ho bisogno di te ora» o perché «sei un idiota, Harry, non sei niente per me», facevano ormai troppo male.
Perché poi, quando la macchina di Nick si piazzava davanti al cancello della loro casa, Harry era un «non ho bisogno di te ora, ne ho sempre» e Louis «non sei niente per me, perché il tutto sarebbe troppo poco»*.
Nessuno dei due parla per un po’, e nella stanza si sente solo il rumore dei pantaloni che sfregano, mentre le gambe si incontrano timidamente, e i respiri che, seppur regolari, sono spezzati dalle lacrime.
«Ti prego, Harry» sussurra dopo un po’ Louis, la fronte poggiata su quella dell’altro, «dimmelo».
Louis non sente alcuna risposta, l’unica cosa che percepisce sono le labbra del riccio sulle sue, e non riesce a trattenere un mugolio di sorpresa, Harry sorride, lo stringe a sé così forte che non respira quasi, ma va bene così, perché quel tipo di dolore lo ama e sospira quando accoglie la lingua del riccio nella sua bocca e sente di amarlo ogni singolo secondo di più.
«Ti amo» dice, con quella sua voce roca, come se fosse la cosa più naturale del mondo e nello stesso tempo la più difficile da dire. «Come se non ci fosse un domani» si stacca quanto basta per parlare «e tra cento persone sceglierei sempre te»
«e se Nick fosse la centounesima persona?» chiede Louis, con un sorrisetto sarcastico «su sette miliardi di persone, su ogni singola persona, pianta, animale, sceglierei sempre te, solo te» lo bacia ancora.
«Dimmelo». 
«Sono» bacio «solo» vestiti che scivolano sul pavimento «tuo» Harry e Louis, sono finalmente insieme, corpo, cuore ed anima. Harry e Louis, sono pronti a scegliersi sempre, nel bene o nel male.


____

*= Il messaggio che Louis manda ad Harry, è, in realtà, un pezzo della canzone dei Gemelli Diversi, 'vai', che
personalmente amo, ho scritto quel pezzo con quella canzone, amo quella frase e quindi ho voluto inserirla 
perché ci stava uu
*= Okay, questa è una precisazione che ci tengo a fare io, nulla di importante.
La frase che Louis dice ad Harry: 'non sei niente per me, perché il tutto sarebbe troppo poco', ecco, il significato 
che volevo far cogliere è che Louis non se la sente di dire ad Harreh che per lui è tutto, perché il tutto, è, appunto,
troppo insignificante in confronto a quello che Louis prova realmente nei confronti del nostro curly boy, mh? c:


Note dell'autore:

Okay, mi fa sentire estremamente cool scrivere quanto sopra (note dell'autore), ecco perché lo sto scrivendo.
Non dovrei. Ma lo faccio. Sono o non sono cool?
Basta. c':
Allora akijsdfh so già che mi pentirò di aver pubblicato questa... cosa, perché sinceramente è la mia prova di Angst davvero
Angst, le altre erano solo cose drammatiche. Ho provato ad immedesimarmi e ad entrare nella testa dei miei due protagonisti
e ho cercato di tirare fuori più emozioni possibili, sperando di farvi arrivare dritti e chiari i loro sentimenti. 
Spero di esserci riuscita, ma ne dubito. LOL
Ho scritto questa one shot di getto, l'ho finita in due giorni e... avete visto? E' finita bene!
Ma non preoccupatevi, ne sto scrivendo un'altra (da due settimane, aiuto *sbatte testa contro tastiera*) che... sarà
molto drammatica. Sì. *-*
Anyway, preciso che ho inserito Nick, perché mi serviva una comparsa. Ed io ho un amore spropositato verso quell'uomo.
E amo la gelosia di Louis quando Harry è con lui.
Quindi aksjdhf c: Lasciatemi un parere v.v
Bene detto questo direi che andrò a finire di studiare spagnolo perché ho rotto già abbastanza le palle :D
E quindi niente, vi amo, grazie perché sostenete e recensite ogni stronzata che scrivo.
Sul serio, 
grazie.

  
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