Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Rota    05/11/2012    0 recensioni
Questo è dunque un sogno?
I contorni colorati dell'allegria svaniscono quando si scontrano con qualcosa che è estraneo alla mia personalità, sommergono i miei piedi in rossi stagni e rallentano il mio cammino fino a farmi scontrare contro un muro nato dal nulla. Non è qualcosa che si fa ad occhi aperti, con la stessa mente leggera ma il pensiero fermo, costante, pieno l'animo di speranza e fantasia, illuso dalla meraviglia di una vita solo ai suoi inizi – eppure ha lo stesso identico nome. “Sogno”.
Si dice che per esso si venderebbe l'anima al diavolo o qualche altra sciocchezza ma io non ci ho mai creduto davvero. Non ho sogni tanto importanti per cui valga la pena un simile sacrificio e queste mie convinzioni mi inseguono come un mantra ovunque io tenti di scappare. Non credevo fosse così vile non avere una reale prospettiva alla quale votarsi.
“Sogno”. Come quello che ha privato Mami della sua testa.
[Prima classificata al contest "Contrattate il vostro tema ~ Contest su Madoka Magica" indetto da Setsuka sul forum di EFP]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Madoka Kaname | Coppie: Homura/Madoka, Kyoko/Sayaka
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*III – Amore*

 

 

Si può chiamare “amore” quello che vedo? Questa è per me un'altra parola sconosciuta, di quelle che usano soltanto gli adulti pieni di esperienza e con la coscienza di chi conosce davvero le cose e non parla a vanvera.

Io questo lo chiamo amore anche se non comprendo davvero la profondità di una parola tanto grande, perché ora Kyoko non assomiglia alla ragazza che ha aggredito Sayaka in quel vicolo, intimandole di lasciar perdere le Streghe che non erano roba per lei, e non assomiglia neppure alla ragazza che con sguardo afflitto e sconfitto mi ha consegnato il corpo vuoto di Sayaka non più di ieri sera, quasi pronta alle lacrime da tanta tristezza aveva in corpo. Kyoko non assomiglia a nessuno – ed è questo lo stato d'animo di una persona innamorata, lo so d'istinto.

Sembra quasi che sia successo qualcosa tra lei e la mia amica Sayaka perché altrimenti non giustificherei la profondità del sentimento che le vedo nello sguardo. Persino il suo sorriso me lo dice, le sue parole che non hanno mai perso sicurezza ma suonano quasi dolci, rassicuranti. Mi chiedo, per un istante, quale parte del suo animo debba aver svelato Sayaka per farla diventare così. Lo il rilevarsi di un sogno in comune, la confessione di un passato taciuto, lo scoprirsi vicine nelle intime intenzioni non sono che le risposte che si darebbe solo una sognatrice come me.

Questa volta io spero davvero di essere utile, sono qui per questo.

Attorno a me ci sono soltanto i muri pieni di muffa uno dei vecchi palazzi che rendono la superficie della Terra ancora più informe e spregevole; io e Sakura siamo salite fin quassù assieme, fianco a fianco. Al di là della barriera che Kyoko ha eretto per proteggermi, c'è una Strega. No, non è vero, ho detto una bugia: al di là di questa barriera c'è Sayaka, Sayaka che è impazzita, Sayaka che non è più davvero Sayaka ma solo un corpo impazzito che vuole distruggere ogni cosa.

La prima volta che vidi una Strega in faccia ebbi davvero tanta paura e un senso di vomito mi aveva attanagliato tutto lo stomaco. Nelle fattezze del viso e del corpo, le Streghe sono mostruose – di fatto, l'unica cosa umana che resta loro è la conformazione, ma poi non c'è altro, non nella pelle gialla e decadente, non negli occhi privi di orbita, non nella gola rossa senza denti, non nella forza distruttiva e non nella pazzia, non nell'assenza di coscienza. Per chi non sa che una volta erano persone, le Streghe assomigliano soltanto a dei mostri.

Io la chiamo ancora una volta, ad alta voce. Chiamo la mia amica, perché se quello è il suo corpo significa che l'anima è solo volata via, da qualche parte. La chiamo forte, disperata, mi aggrappo alla barriera tanto da farmi sanguinare le mani. Kyoko è dall'altra parte e mentre io urlo lei combatte contro Sayaka, non per ucciderla ma perché possa sentire la mia voce e risvegliarsi. Non avrei mai pensato che persino lei nutrisse la speranza di salvarla in un modo del genere, eppure è così: è stata forte anche nel portare avanti quest'unica speranza.

Kyoko viene sbattuta con violenza a terra e questa volta fa più fatica ad alzarsi delle altre. Chiamo anche lei, perché non voglio che muoia. I capelli sciolti che le ricadono davanti coprono per qualche istante il suo volto ma poi, quando si alza, vedo che sorride.

-Ho capito...-

Lei mi ricambia lo sguardo e c'è una nuova e strana dolcezza in lei. Si vede che non ha rinunciato al proprio fine ma che un nuovo proposito ha preso posto dell'altro. Fatalità, ecco cos'è quella nota nuova che si insinua nel colore dei suoi occhi.

Vorrei chiederle a quale conclusione è giunta ma sento tutto farsi nero e la voce lontana di Kyoko che ringrazia qualcuno. Sento il profumo di Homura che mi accompagna in un sonno tormentato e terribile.

 

QB salta all'interno della mia finestra e atterra sul materasso del mio letto dove io sono immobile ormai da quasi mezza giornata a fissare il muro.

Non piango più.

-La Strega Oktavia è stata uccisa dall'esplosione prodotta dall'infrangersi della Soul Gem di Sakura Kyoko. Nessuna delle due può dirsi più viva.-

Ignoro per quale assurdo motivo mi stia dicendo questa cosa ma non glielo chiedo: ho paura di sapere davvero la risposta e se al dolore si dovesse aggiungere altro dolore, ormai, credo che crollerei definitivamente senza l'aiuto di alcun “bacio” o incoraggiamento esterno.

Quando mi resi conto che Akemi mi aveva colpito e reso incosciente solo per trascinarmi via dal campo di battaglia, per mettermi in salvo, fui talmente arrabbiata con lei da rifiutarla con violenza e darle uno schiaffo – non avevo mai fatto una cosa simile e quindi piansi subito tantissimo accasciandomi a terra. La cosa strana fu che anche lei si mise a piangere in silenzio e mi guardò con lo stesso dolore intenso che aveva Kyoko negli occhi quando guardava il cadavere di Sayaka. Non feci in tempo a chiederle perché.

QB accanto a me si muove e si illumina, mi chiede ancora se desidero diventare una Puella Magi con la stessa voce fredda e metallica di sempre.

-Chi sei, tu?-

Cosa mi spinge a prestare attenzione al discorso che da questa mia domanda nasce deve essere una sorta di istinto di sopravvivenza che l'angoscia aveva seppellito all'interno del mio cuore sotto strati e strati di nera disperazione.

Qualcuno, anzitempo, costruì le macchine per il benessere dell'uomo e dell'umanità tutta, perché avesse una vita agiata e tranquilla, felice e semplice. Non furono le macchine ma l'uomo a inquinare l'aria e a rendere invivibile la superficie della Terra, con quei gas che a lungo respirati fanno decadere il sistema nervoso e i fanghi acidi che posso inglobare palazzi interi. Il nostro nuovo mondo è la sola conseguenza della scelleratezza umana. Ma queste colpe non hanno diminuito l'amore spropositato e la fede delle macchine nell'uomo, anzi: come una fragile creatura, l'umanità doveva essere protetta innanzitutto da sé stessa e dalla propria mente fallace. Per questo nascono le Streghe: per dare un limite al numero e alla portata delle capacità, dei sogni e delle illusioni. Se al momento della trasformazione lui concede di esaudire il desiderio di una Puella Magi è soltanto perché gli esseri umani gli hanno insegnato che non c'è un dare senza un ricevere.

Quello che risulta evidente è che, in maniera naturale, alla fine del processo una maga diventerà sempre una Strega per colpa delle esalazioni perpetuate e della corruzione graduale dei tessuti a cui la pillola magica da inizio. “Consumare la vita più in fretta”, così la definisce lui.

Quando so che ha finito di parlare, rotolo di pancia e affondo il viso nel cuscino. Vorrei rimanere lì fino a soffocare ma alla fine alzo di poco il mento e inalo l'aria che mi serve per respirare. La federa bianca è così fredda.

-La Notte di Walpurgis è tra qualche giorno. Homura Akemi combatterà da sola contro la Strega più forte ora esistente.-

Conosco l'evento che QB nomina perché è stato molto tanto sulle labbra di Homura che persino io vi ho prestato attenzione. Pare proprio che quella sia una notte tanto attesa e che arriverà un mostro di dimensioni mai viste. Akemi lo sa e questo è un dato di fatto, ne era a conoscenza ancora prima di QB ma ormai non mi stupisco più di certe suo stranezze perché ho compreso quale sia il suo potere.

Ha vissuto nel futuro così tante volte e in così tanti modi diversi che ormai il presente non le deve sembrare altro che un'inevitabile fatalità. Vede le cose che saranno e che potrebbero essere, le conseguenze di diverse decisioni e azioni, il susseguirsi di una serie di sbagli che sembrano portare irrimediabilmente ad un unico risultato: la disfatta. Il suo potere è quello di accelerare ogni cosa e in ogni direzione tanto che sembra quasi che possa dominare il tempo sia avanti che indietro. Questo me l'ha detto sempre QB, dopo che lei ha tentato per l'ennesima volta di distruggerlo.

Se penso che deve aver assistito alla morte di ognuna di noi così tante volte da perdere pezzi della propria umanità spengo subito ogni altro entusiasmo fuori luogo.

Non rispondo al piccolo essere per parecchio tempo, lui è istruito di quella psicologia bestiale che seduce le persone fino a farle cadere – solo l'ingegno umano poteva ideare una cosa terribile quanto quella – ma io non ho speranze con cui nutrirmi e un vuoto nel petto che assomiglia alla notte. Non mi serve neppure far finta di dormire che il piccolo robot se ne va via da solo.

 

Qui diventa notte soltanto perché è un orologio a dirtelo e le luci nelle strade da giornaliere si fanno serali e poi notturne – diverse nella gradazione e nel colore. Per quanto artificiale, basta benissimo questo a spaventare i bambini e gli animi deboli, assieme alle scosse di terremoto che da qualche ora scuotono il terreno e il soffitto della città senza interruzione.

Scossa e interruzione. Scossa e interruzione. Scossa e interruzione. Pare come se un gigante stesse marciando in questa direzione e avanzasse passo dopo passo con lentezza drammatica, capace davvero di spezzare ogni psicologia.

Noi ci siamo tutti riuniti nel punto di ritrovo del quartiere, una piazza rotonda e grande, capace di ospitare le famiglie di più di due condomini e qualche villetta, animali annessi. Le uniche cose che ci possiamo portare appresso, in questi casi, sono coperte e qualche vestito, perché è proibito fermarsi di più per raccattare oggetti.

Mio fratello strilla e piange, papà deve prenderlo in braccio per consolarlo perché tenti di smetterla. Non so quale sia l'espressione della mia faccia ma deve essere davvero terribile: mamma si avvicina a me e mi abbraccia gentile.

-Andrà tutto bene, Madoka!-

Ricambio il suo abbraccio ma guardo in alto, verso il confine della cava dove so che Homura sta combattendo contro la Strega, proprio in questo momento. Mi torna alla mente un sogno che ho fatto anzitempo, premonitore come pochi – non saprei dire se mi sia capitato prima o dopo l'arrivo di Akemi ma non è così importante in realtà. Anche in quel sogno lei stava combattendo contro una Strega gigante e nera, io la guardavo a lungo mentre la lotta infuriava senza che potessi fare altro che commentare, strepitare, urlare per lei. Impotente. Compariva QB all'improvviso e facevo con lui il patto, eppure nel momento in cui le mie labbra formulavano il desiderio da realizzare non sentivo nulla, non ero più nulla; dopo, c'era solo nero.

Mi sono sempre chiesta cosa volesse dire quel sogno o se davvero avesse un significato nascosto, se dovessi affannarmi a dare un senso alle sue sequenze.

Un'altra scossa fa tremare tutto e noi ci stringiamo l'uno contro l'altro. Qualcuno strilla ma è solo un suono ovattato di contro al rombo della terra che si muove. Si sente qualcosa scorrere sotto di noi e immagino che le tubature dell'acqua si siano spezzato sotto la grande pressione – chissà quanto ci si impiegherà per riparare tutto questo. Un lampione cade e si spezza in due, sul muro di una casa si apre una grossissima crepa.

La scossa dura in tutto ventidue secondi ma ognuno di noi è certo che quella che la seguirà sarà ancora peggio.

Mamma mi lascia per andare ad abbracciare mio fratello, lui sta ancora piangendo e sembra quasi impossibile calmarlo. Lo guardo a lungo prima che anche lui si accorga di me; fa un singhiozzo silenzioso e una smorfia dolorante, io mi avvicino di un solo passo e lui già mi tende le braccia per farsi consolare anche da me. Facci un sorriso incerto quando gli accarezzo i capelli e lo bacio, lui non sente neanche ma mi stringe così forte che quasi sembra voglia fondersi con me. Sento contro il petto il battito frenetico del suo cuore e mi sembra che debba scoppiare da un momento all'altro.

-Andrà tutto bene!-

Mi risponde dopo parecchi secondi di silenzio – dopo che le tempie non pulsano più e il battito è diventato regolare tanto da consentire la parola – e dice “sì”. Mi crede. I nostri genitori, attorno a noi, si chiudono in una stretta protettiva che riesce a donare calma persino a me.

Mi bastano queste due cose per comprendere tutto.

 

Permetto a mio fratello di addormentarsi prima di consegnarlo a mio padre; sono passate un paio d'ore e di scosse non ne abbiamo avvertite più. Questo significa eventualmente due finali: o la battaglia è davvero finita o dobbiamo aspettarci l'ultimo colpo, quello più forte.

Mi allontano da sola dal gruppo cercando di non dare molto nell'occhio, ormai anche noi ci siamo via via dispersi qua e là e non dovrebbe essere difficile per me non farmi notare.

C'è solo mia madre che mi ferma, con voce sicura, e con lo sguardo mi chiede spiegazioni. So che è intelligente, legge nel cuore di sua figlia persino senza che questa le parli chiaramente – lei è sempre stata così ai miei occhi, magnifica e irraggiungibile.

-Ora so cosa devo fare, mamma!-

È stata lei a insegnarmi il senso del dovere, con l'esempio e i dolci ammonimenti del caso, per cui vedo una sorta di comprensione farsi strada nella sua espressione. Rimane preoccupata ma questo è normale, non può dimenticarsi d'essere madre proprio in questo momento.

Non mi riesce neppure di dirle una piccola bugia per rassicurarla.

-Fai allora in modo di adempire a questo tuo compito.-

Questo è il suo ultimo consiglio, lo terrò a mente.

 

Si può chiamare amore quello che sento? So per certo di essere una persona affettuosa e sincera ma non per questo adorabile o degna d'amore: non sono io che devo amare Madoka Kaname e quindi il mio giudizio diventa fallace se applicato a me medesima.

Eppure ho provato diversi tipi di affetto e diverse intensità di sentimenti. L'esperienza di cui posso vantare è quella di una ragazzina delle medie, altro non voglio e non mi serve. Sarebbe superfluo.

Non credo si possa amare la sofferenza che una persona esprime – quella si chiama pietà ed è un sentimento raccapricciante, orrendo. Non credo neppure che si possano amare le fattezze di una persona – quelle le si possono ammirare e apprezzare, ma spingendosi oltre si tocca soltanto la vanità.

Mi è sempre stato difficile dire quanto potesse essere bella Homura, togliendo i capelli nerissimi, gli occhi grandi e profondi, le dimensioni perfette. La barriera che ha eretto attorno a sé mi ha privata di questa conoscenza fino a questo momento, ed è tragicamente ironico che proprio ora io possa valicare il confine per arrivare a lei, per stringerla davvero.

Non si muove nel mio abbraccio e sento la fatica che le rallenta il respiro, la puzza di sangue che le impasta la lingua e il fiato. Non è solo l'aria malferma della superficie terrestre e le esalazioni delle pozze d'acqua che ci circondano; nonostante il luogo, è chiaro che il dolore che prova non ha natura solamente fisica.

Conserva una bellezza incredibile dentro, quella che si spoglia del dolore e diventa forza, diventa decisione, diventa coraggio. Perché lei è qui per combattere ancora, nonostante tutto.

La sento piangere mentre le dico che ho deciso quale sia il desiderio che voglio rivolgere a QB. So che è disperata, potrebbe impazzire e diventare Strega a propria volta da un momento all'altro, ma io la blocco a terra e la guardo negli occhi a lungo.

La bacio sulle labbra prima di alzarmi e allontanarmi da lei.

-Grazie, Homura. Grazie per essere la persona che più cara ho al mondo. Grazie per avermi sempre conservato nel tuo cuore. Grazie.-

Alla fine, il mio desiderio diventa un nuovo Sole per questa Terra desolata.

 


All I want is to fore ver dream with you
To live a life where all of me is a live
Deep inside I will give
All my love just to live
I won't regret making this sinful wish of mine

   
 
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