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Autore: Chartraux    07/11/2012    9 recensioni
[Sterek]
Quando Derek decide di riportare a Stiles il suo cellulare (perduto durante lo scontro con Gerard Argent), non sa, davvero, quello che lo aspetta: Stiles Stilinski, piegato su se stesso a lamentarsi e pieno di lividi che non dovrebbe avere. E se la prende con lui, perchè non gli ha raccontato subito ciò che gli è accaduto, perchè non gli ha parlato di Peter e perchè il suo odore umano, di ragazzino, continua ad innondargli il cervello.
Quando Derek decide di riportare a Stiles il suo cellulare, non si aspetta di addormentarsi con lui nel suo letto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Can che abbaia, non morde.'
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Fandom: Teen Wolf
Autore: Chartraux
Beta: Millicent
Titolo: Cancella i miei lividi
Capitoli: 1
Personaggi: Stiles Stilinski, Derek Hale.
Genere: Sentimentale, introspettivo.
Rating: Arancio
Avvertimenti: One-Shot, What if?, Lime, (un pò di fluff).
Parole: 3.445
Desclaimers: La storia appartiene a Jeff Davis ed alla casa di produzione (Adelstein Productions, DiGa Vision, First Cause, Inc., Lost Marbles Television, MGM Television, Siesta Productions). Se fosse stata mia, probabilmente Stiles e Derek non sarebbero etero; ed interagirebbero tra loro in modo molto più che equivoco. V_V
Note: [a piano terra]

Cancella i miei lividi


 



 
Appena Derek, con un balzo, si affaccia alla finestra del secondo piano, corrispondente alla stanza di Stiles, nota subito che qualcosa non va. Il ragazzo è seduto sul letto, le spalle tremano un poco, le dita sottili stringono il lenzuolo e bassi mugolii provengono dalla sua gola.
Nel buio di quella camera, non nota altro.
Con il solito passo silenzioso, entra nella stanza; senza chiedere permesso. Lo ha sempre fatto e non vede il motivo per cambiare ora il proprio comportamento.
Ma, con propria enorme sorpresa, vede Stiles che si gira verso di lui e sussurra “Derek?” con una strana inflessione nella voce, strizzando gli occhi, come se cercasse davvero di mettere a fuoco la persona che gli sta di fronte.
“Sì.”
“Che fai qui?” domanda cauto il ragazzo. Visti gli ultimi avvenimenti, non è certo che non ci siano brutte notizie in arrivo.
Il lupo, con molta calma, come se temesse di spaventarlo, recupera un cellulare dalla tasca posteriore dei propri jeans logori e glielo porge “L’hai perso nell’ultimo attacco.”
Stiles si alza in piedi e lo raggiunge, Derek si accorge della camminata malferma in quei pantaloni larghi: quasi traballa.
“Grazie. Non avrei mai potuto comprarne un altro.”
La sua voce… – Derek è seriamente preoccupato “Stai bene?”
“…certo.”
“Stiles?”
“Uhm?”
E in un attimo la luce viene accesa; il ragazzo chiude gli occhi, quasi accecato, e ci mette un po’ prima di riaprirli. Non ode nessun suono, nessun movimento, ed è certo che Derek se ne sia andato per tornare nella propria tana, dagli altri lupi, invece è ancora lì.
Con gli occhi sgranati.
E Stiles allora comprende; cerca rapido una maglia, una felpa, qualunque cosa per coprirsi. Si guarda attorno quasi spaventato ed afferra il lembo del lenzuolo, ma le mani del lupo mannaro sono molto più rapide, bloccano quelle dell’altro in una presa ferrea, ma non dolorosa.
“Stiles…” dice con un misto di preoccupazione e rabbia nella voce.
L’umano volta la testa di scatto sulla destra, chiudendo rapido gli occhi lucidi.
“Parla.” è un ordine, vuole esserlo, perché vuole davvero capire.
“Non è… niente…” balbetta il giovane cercando di liberarsi dalla sua stretta, ovviamente ottenendo pessimi risultati.
“Non mentirmi. Questi sono lividi. Li hai su tutto il corpo!”
Si morde il labbro inferiore, Stiles, perché non vuole dirglielo; ma Derek è un lupo, un Alfa, gli basta muovere il naso ed aspirare l’odore della sua pelle per comprendere.
Infatti il licantropo digrigna i denti ed un piccolo ruggito esce dalle sue labbra “Argent.” sibila con disgusto “Gerard Argent!”
L’umano sussulta, ma non apre bocca.
“Adesso dimmi il perché. Voglio sapere cosa ti ha chiesto, cosa gli hai risposto, cosa hai visto e perché ha preso proprio te!” lo strattona un poco facendogli emettere un mugolio di paura, “Dimmi cosa è successo!” ruggisce.
“No!” urla di rimando Stiles riuscendo finalmente a liberarsi dalla presa di Derek che lo sta guardando allibito.
“Cosa?!”
“Ho detto no!”
Un ringhio feroce ed i suoi canini si allungano un poco “Parla Stiles, o non rispondo di me!”
“Tanto tu non rispondi mai di te” brontola l’altro, stringendosi nelle spalle ed incrociando le braccia al petto.
Il mannaro sospira e si siede sul letto sfatto, gli occhi verdi, nuovamente umani, squadrano il ragazzino “Siediti, Stiles” gli dice con poca gentilezza; ma tanto Stiles lo sa che Derek non chiede: lui ordina.
L’umano si accomoda sulla sedia alla scrivania, non prima di essersi infilato almeno la maglia del pigiama; ma ormai il licantropo ha visto abbastanza.
“Cos'ha usato per colpirti?”
Stilinski si gratta il naso, facendo attenzione, i lividi gli fanno ancora male “I pugni.”
“E basta?”
“… e il bastone.”
Un ringhio sommesso esce dai denti stretti del lupo e Stiles ne ha quasi paura. Ha sempre avuto soggezione del capo branco, ma mai a questi livelli. Pensava che dopo avergli salvato la vita innumerevoli volte, dopo le svariate chiacchierate più o meno spontanee e desiderate, dopo la vicinanza coatta causata dal Kanima, Derek non lo avrebbe più aggredito come faceva i primi tempi.
Ma lo so che è impossibile – si dice Stiles puntando gli occhi sui suoi piedi scalzi – Derek non mi sopporta, perché mai dovrebbe preoccuparsi per me?
“Provi dolore?”
Gli occhi di Stiles si alzano di scatto per cercare quelli del lupo, e li trova in un lampo, quel verde muschio che lo emoziona… da quando lo ha salvato dall’annegamento in piscina, non riesce a dimenticarli. Quando lo ha riportato all’asciutto, ha visto la fiducia e la stima passare per un istante nelle sue iridi verdi e umane.
O almeno lo ha creduto. Ora non ne è più così certo.
“Ti fa male?” domanda ancora Derek, non ricevendo risposta, ed il giovane non può far altro che sospirare e accennare positivamente col capo “Sai com’è” gli dice tornando a fissare il pavimento “il bastone è di legno, ma il pomo è d’argento!”
“Perché non l’hai detto?”
“Quando?”
“Quando sei arrivato con Lydia!”
“Ceeerto” borbotta sarcasticamente il più giovane “come se non foste già abbastanza occupati con un mostruoso Jackson, un paio di Argent psicopatici, i tuoi beta colpiti, Scott che sembrava volerti fregare… in tutto questo avrei dovuto aggiungere che il nonnetto mi ha picchiato? Ma non scherziamo! Voglio dire, sai che figura del cavolo avrei fatto? Davanti a tutti poi? Ci fossi stato solo tu, sarebbe stato diverso, tanto tu lo sai quanto io sia debole; ma con l’intero branco? Assolutamente no. E poi sono solo ferite superficiali, un paio di settimane e non resterà più niente.” Gli risponde rapido con la sua solita e caratteristica parlantina sciolta.
Dopo essersi umettato le labbra riprende “Hai trovato Erica e Boyd?”
“No”
La risposta giunge dura alle orecchie dell’umano che sospira “C’erano anche loro nella cantina… Erano legati con vecchi cavi elettrici; non ho potuto aiutarli” continua, osservandosi le mani che tremano un poco “Mi hanno preso, picchiato e sbattuto di nuovo in mezzo alla strada! Io sono tornato a casa, capisci? Non avrei dovuto abbandonarli!”
Si morde il labbro inferiore e poi riprende "E sono incazzato, Derek. E lo sai il perché? No, ovvio che no. Perché dopo essere stato picchiato da un over settantenne -e pestato bene per di più-, io sono qui, al buio a tremare di paura! Non per il Kanima o un altro lupo mannaro in circolazione, ma perché ho pensato che mio padre si sarebbe ammazzato se io fossi morto. Ed è questa la mia paura Derek: morire. Abbandonare mio padre a causa di una faida fra mostri e umani!" prende respiro "E non voglio lasciare mio padre! Non voglio lasciare Scott, Allison, Lydia o Jackson." alza gli occhi e li punta in quelli di Derek "E non voglio lasciare te."
Il cuore -o quello che dovrebbe essere- del licantropo, ha un sussulto.
Piccolo, ma ben percepito.
"Sentirmi dire che sono inutile, che sono ingenuo, che sono solo un ‘ricercatore’, non mi ha offeso; c'è chi mi ha detto di peggio, e poi è vero." sorride incerto all'Alfa "Ma il fatto che abbia creduto di usarmi per farsi spifferare dov'eri, dov'era Scott, per ottenere informazioni riguardanti il piano, beh, quello mi ha infastidito. So di essere uno sciocco, ma so anche che ci sono persone importanti per la mia vita che non posso abbandonare, tradire o deludere!"
Sospira stanco; non sa perché ne stia parlando con Derek di questa sua "paura" Però ammette con se stesso ora mi sento meglio.
Dopo una manciata di istanti che al ragazzo paiono ore, il licantropo parla: "Vuoi il morso?"
Stiles alza gli occhi di scatto, spalancati come piattini da caffè "Come?"
"Il morso Stiles, lo vuoi?"
"Perché?" deglutisce a fatica.
"Per farti sentire più forte." il tono che utilizza è deciso, ma al tempo stesso incolore e Stilinski non sa che valore dare a quella domanda. Perché non riesce mai ad inquadrare l'Alfa, a capire dove voglia davvero andare a parare?
Il silenzio si propaga nella stanza per troppi secondi e Derek sembra infastidirsi, si alza dal letto e si avvicina all'altro, piegandosi quel che basta per essere allo stesso livello e guardarlo negli occhi.
"Allora?" chiede di nuovo con un piccolo ruggito.
Stiles sbatte le palpebre per due volte consecutive, poi poggia le mani sul petto del lupo e imprime una piccola pressione; si alza dalla sedia e lo fronteggia come può, perché quella spanna e più di dislivello non gli semplifica le cose.
"No. Non lo voglio."
"Perché?"
"Perché voglio essere forte in questa forma" con le mani indica il proprio corpo "così come sono realmente!"
"Lo sai che è quasi impossibile?"
"Insomma, dico no a te come l'ho detto a tuo zio!"
Uno strano lampo rosso saetta negli occhi di Derek, rapido, veloce e terribile. Le sue mani si muovono automaticamente: afferrano le spalle strette di Stiles e lo sbattono contro al muro più vicino.
Il ragazzo sente la testa girare, e gli fa male; ringrazia ogni divinità in ascolto che suo padre sia fuori, al lavoro. Non vorrebbe assistere ad uno scontro tra titani.
Mugugna un gemito di dolore e poi posa le dita affusolate su quelle dell'Alfa "Derek?"
"Cosa ti ha fatto Peter?" ringhia questi con rabbia.
"Ma niente." viene sbattuto di nuovo contro la parete, ma con meno forza.
"Dimmelo!" urla ancora il licantropo.
"Derek, calmati!" gli dice mugolando, respirando con affanno e mordendosi l'interno delle guance. Quando sente la stretta dell'Alfa affievolirsi un poco, si sistema il colletto della maglia e lo guarda con un sopracciglio alzato "Che succede?" domanda cauto.
"Di che parli?"
"Capisco l'odio che provi per tuo zio, anche se con la storia di Jackson-Kanima ha recuperato un sacco di punti, ma tutta questa 'violenza' verso di me non ha senso! Sono Stiles Stilinski! L'Alfred di Batman; il Groucho di Dylan Dog! Dovrei essere utile nell'ombra; perché mi maltratti?"
"Perché te lo meriti"
"Ma non ho fatto nulla di male!"
"Ti sei fatto circuire da Peter!"
Stanno urlando entrambi.
"Non mi sono fatto circuire da nessuno! Peter Hale mi ha solo chiesto se volessi il morso, ed io ho risposto di no. E non lo voglio nemmeno da te!"
"Perché?" domanda Derek con un sibilo abbassando il tono.
"Perché voglio rimanere me stesso. E se a te non va bene, beh, sono fatti tuoi!" brontola con stizza.
Digrigna i denti, Derek, con fastidio e rabbia "Stiles!" lo riprende con quella punta di psicopatia nella voce che fa sussultare il ragazzo.
"Che c'è?" domanda questi con timore.
"Non ti ha fatto nulla Peter, vero?"
"A parte mostrarmi un cadavere, obbligarmi a rintracciarti, trattarmi come un sacco di patate e ascoltare i battiti impauriti del mio cuore per terrorizzarmi psicologicamente? No, assolutamente nulla." incrocia le braccia, imbronciandosi e si accorge che il corpo del lupo lentamente si rilassa.
Sospira Stiles, che continua a non capire "Mi vuoi dire che ti prende? So che lo odi, ma sinceramente? Non dovrebbe poi importarti così tanto quello che mi ha fatto."
"Invece si che mi importa!" grida Derek avvicinandosi con un paio di falcate ed affondando lo sguardo negli occhi nocciola dell'altro.
"Perché?" chiede ancora l'umano con una strana nota d'incomprensione nella voce.
"Perché sei tu, Stiles!" ruggisce.
"Eh?"
Si osservano per un attimo interminabile, poi l'Alfa si risiede sul letto "Stiles Stilinski, io ti odio."
"Oh beh, grazie" borbotta sarcastico il giovane arricciando il naso.
"E ti voglio…"
"Eh?"
"Senti Stiles, sarò sincero, dopo tutto questo tempo il tuo odore mi è entrato dentro."
L'umano sbatte le palpebre perplesso "Devo cambiare deodorante?"
"Ma no cretino! Parlo del fatto che mi interessi come a te interessa Lydia!"
"Ah"
Silenzio. Un pesante ed imbarazzante silenzio riempie la stanza.
Poi Stiles sbuffa una risata.
"Stai ridendo di me?" domanda Derek infastidito.
"No" risponde l'altro con rapidità "è che mi sembra strano, voglio dire: sono Stiles! L'Alfred di Batman."
"Sì, lo so."
"E nonostante tutto ti interesso?"
"Sì."
"Anche se non ho poteri lupeschi, se non sono forte, se non ho un'arma fighissima e se sono semplicemente così?" domanda indicandosi coi pollici.
"Sì."
"Oh, bene."
"Bene?"
"Beh, si dà il caso che tu mi interessi, credo, da quando mi hai chiesto di tagliarti il braccio sinistro."
Gli occhi del licantropo tornano del suo colore umano: verde muschio.
Si osservano per alcuni istanti, poi si lanciano l’uno contro l’altro, facendo cozzare i denti in un bacio che non ha eguali. È il primo per Stiles, ed il primo per Derek con un ragazzo.
Ok, non un semplice ragazzo, ma il ragazzo più petulante di tutta Beacon Hills.
Se, all’inizio, quel contatto è stato aggressivo perché non sapevano con esattezza come muoversi, pochi istanti dopo diventa più tenero, dolce.
Fino a che le loro lingue non si incontrano e si inseguono all’interno delle reciproche bocche; le mani si sfiorano, i polpastrelli toccano e afferrano, i denti mordono e i respiri si fondono.
Le dita di Derek afferrano la t-shirt del ragazzo e gliela sfilano con uno strattone; Stiles sbatte contro al muro dietro di lui, un mugugno di dolore esce dalle sue labbra, un’espressione sofferente passa per un istante sul suo viso. Lacrimano un poco gli occhi chiusi e la testa torna a girare, per un attimo.
Poi, il corpo gli pare privo di peso; riapre le palpebre e si trova lo sguardo del licantropo a pochi centimetri dal proprio naso, il volto gli si imporpora “Mi hai preso in braccio?”
“Sei più leggero di quanto pensassi.”
“Oh, be, grazie…” borbotta arricciando le labbra in un chiaro segno di disapprovazione.
Derek ridacchia posandolo con gentilezza e accuratezza sul letto, lo gira di schiena per osservare meglio il danno fatto da Gerard Argent. Si umetta le labbra mentre passa delicatamente le dita sui lividi ormai diventati scuri.
“Stiles…”
“Uhm?”
“Se hai bisogno che ti dia una mano, dimmelo.”
“Nah, ce la faccio. Non preoccuparti.”
“Ma io voglio farlo, capito” e, detto questo, inizia a baciare dolcemente ogni centimetro di pelle macchiato da ematomi; il ragazzino freme al tocco delle sue labbra. “Capito?” chiede di nuovo.
“…capito…” biascica Stiles con il respiro affannato perché, si accorge, di non poter vivere di soli baci; o almeno non di soli baci sulla schiena. Si gira con calma, per non prendere in contropiede il licantropo, e gli circonda il collo con le braccia.
Derek ridacchia e torna a mordere, succhiare e baciare quelle labbra piene e rosee: le adora, le ha sempre trovate invitanti.
Lo accarezza piano, cercando di evitare il più possibile i lividi sul suo corpo magro, poi, rapido, scende verso il basso, e gioca con i lacci dei pantaloni della tuta, disfa il nodo ed infila una mano dentro la stoffa, trovando la sottile barriera dei boxer.
Si stacca un istante dalla sua bocca e lo guarda negli occhi: sono diventati più scuri, ora che quel velo di lussuria lo esalta; ghigna mordendosi il labbro inferiore, per poi rituffarsi su quelle labbra che sogna da molto più tempo di quanto sia disposto ad ammettere anche solo con se stesso.
Immagazzina il respiro di Stiles -certo che potrebbe servirgli più avanti- e classifica ogni odore che man mano si alterna nelle sue narici per non dimenticarne nemmeno il più insignificante.
Il corpo del giovane freme alle sue carezze e Derek ne è piacevolmente colpito. Infila la mano dentro ai boxer e trova la carne. Quella carne di cui, sa con certezza, una volta assaggiata non potrà più fare a meno. È comunque un lupo, un animale -anche se per metà- e sa che quando assaggia qualcosa che gli piace davvero, non riesce più a privarsene e caccia quella prelibatezza senza sosta.
Sente il membro del ragazzo duro e bagnato; si lecca le labbra.
“Stiles” chiama Derek, con la voce un poco arrocchita dal piacere e dal bisogno, un mugolio in risposta gli dice che l'altro lo sta ascoltando, “Voglio mangiarti.” e affonda i denti umani nel collo tenero del giovane che, dopo un gemito, ridacchia piano “Lasciami in vita, o non potrai assaggiarmi mai più.”
“Giusto, mio piccolo Alfred.” e detto questo lo fa sdraiare sul materasso e gli sfila, in un colpo solo, sia i pantaloni della tuta che l’intimo.
Stiles sospira, emozionato ed eccitato, il nome del proprio dolce aguzzino.
E di nuovo la testa gira, questa volta però non a causa di un colpo doloroso, ma di qualcosa di decisamente più piacevole, tanto piacevole da fargli perdere il fiato. Appena le labbra di Derek circondano il suo membro, una scarica elettrica gli attraversa la colonna vertebrale, facendolo fremere e sospirare come se anche l’eccitazione del licantropo fosse fluita in lui.
È… terribile – pensa, mordendosi le labbra per non lasciarsi sfuggire qualcosa di cui potrebbe vergognarsi – è così eccitante che mi ucciderà! – riflette cercando di rimanere vigile.
Non ha mai fatto sesso prima d’ora, o petting, o anche solo baciato qualcuno: tutto è una novità per lui e vuole godere appieno, completamente coinvolto, così da archiviare tutte le emozioni e riesaminarle quando sarà il momento. Perché sa che ne parlerà con lui, alla fine di tutto.
Sente la lingua di Derek accarezzare e giocare con la sua carne, in un modo che non credeva possibile. Freme e geme ancora. E ancora. Non può farne a meno.
Sente il piacere invadergli il corpo e mandargli messaggi che non può ignorare; è quasi sfinito, vuole venire, cerca di guardare il lupo mannaro che lo sta divorando e si accorge che i suoi occhi verdi,umani, nonlo lasciano un secondo e godono del suo stesso piacere. Uno sguardo possessivo, eccitato, coinvolgente e sconvolgente, lo sta sfidando: “Puoi resistere ancora?” sembra chiedergli.
E Stiles non può, perché quello sguardo lo sovrasta come se gli fosse penetrato nella carne.
È solo uno sguardo… – si dice il ragazzo cercando di non perdere quella scommessa.
Sì, scommessa; non ne hanno parlato all’inizio, ma quello sguardo ha sottolineato proprio quel “Puoi resistere?” che sembra rimbombare nella stanza come un'esplosione; e Stiles non vuole perdere, non gli piace. Ha perso per una vita intera, non potrebbe vincere almeno in questa occasione?
No, non può. Lo sente dentro che non può.
Il suo cervello non risponde più, il suo respiro non obbedisce e i riflessi sono abbandonati alla deriva, il corpo si è lasciato andare ed i sensi sembrano limitarsi al semplice tatto e olfatto.
“Derek…” geme come fosse un qualcosa di irraggiungibile in quel momento, il licantropo non risponde e lui prosegue “…non resisto più.”
E Derek non dice “Bene”, “Non resistermi” o “Vieni”; no, Derek Hale aumenta solo le lappate. Il risucchio. Il piacere.
E a quel punto, tutto il piacere che tanto ricerca, lo vede passare come un lampo nelle iridi castane dell’umano che, dopo un fremito tanto intenso da inarcargli la schiena, una stretta più forte sul lenzuolo, un gemito mal soffocato e quindi amplificato, viene dentro la sua bocca.
Aspetta Derek, conscio che non può lasciarlo andare immediatamente. Lo sente esalare un respiro profondo, prima di accasciarsi di nuovo sul materasso zuppo di sudore; ode l’affanno uscire da quelle labbra adorabili ed è certo di poter venire così, senza neppure sfiorarsi, solo guardando quell’espressione affaticata ed eccitata insieme.
Cerca i boxer e, quando li trova, glieli rinfila. Si leva la maglia ed i jeans e si corica di fianco al ragazzino.
“Stai bene?” gli domanda un po’ preoccupato per i suoi respiri lunghi e pesanti; sa che ha sofferto di attacchi di panico e mai vorrebbe causargliene uno. Gli accarezza una guancia e lo vede sorridere stanco.
“Mai stato meglio” esala Stiles in un sussurro difficile.
“Bene.” Il licantropo si avvicina ancora un poco al giovane e fa combaciare i loro corpi, lo sente sorridere contro il suo collo “Che c’è?” domanda.
“Beh, non è davvero da te, tutto questo.”
“Oh, e cos’è da me?” domanda con un tono di finta rabbia.
Il ragazzo ridacchia “Che so… mangiarmi come fossi stato Cappuccetto Rosso, da bravo lupo cattivo quale sei.”
“Ahah, spiritoso Stilinski, davvero spiritoso.” Brontola mettendogli un braccio sotto la testa e dandogli un bacio sulla fronte.
“Ecco” riprende l’umano “anche questo non è da te… ma potrei abituarmici!” la voce è incerta ed assonnata.
“Ma certo… credici Stilinski.”
Uno sbadiglio “Certo che ci credo. Come credo che tu domattina sarai ancora qui.”
“Sempre che tuo padre non decida di fare un salto in camera tua.”
“Aaah… lupo fifone…” mugugna quasi atono mentre il corpo si rilassa.
Derek sbuffa un sorriso e gli permette di addormentarsi senza più infastidirlo: l’indomani dovrà trovare un modo per fuggire dalle grinfie di uno sceriffo borioso e dal grilletto facile; ma per adesso è deciso a godersi quel calore piacevole che da troppo tempo manca nella sua vita.
E chi lo sa, che quel piacere, non riesca a sopravvivere più del previsto.
 


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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo

Ebbene, questa è la primissima Sterek in assoluto che scrivo.
Sono mesi che mi dico: "Eddai, scrivitene una (di Sterek) che ti togli la voglia" XD
E, quindi, eccola qui. ^^
Il prompt, più o meno, mi è stato dato dall'immagine lassù; io la adoro!
Comunque, come avrete notato ci sono delle differenze dall'episodio 2x12:
Innanzitutto Stiles non ha il labbro spaccato, scusate, ma ai fini del loro momento topico, non potevo far lamentare ancora di più l'umano... sapete poi quante chiacchiere e poca azione ci sarebbero state?! XD
Poi, è anche ovvio che Derek abbia notato, durante la trasformazione di Jackson da Kanima a Licantropo, i lividi di Stiles; ma penso che in quel momento, il sopracitato Alfa, non fosse totalmente interessato a vedere oltre il nuovo Jackson.
Quindi, insomma, perdonate queste decisioni egoistiche; ma a me servivano così :)
Spero che possa piacere a qualcuno; io intanto mi sono divertita a scriverla.
Un ringraziamento speciale a Milly, che ha betato il tutto (e sopporta i miei scleri)!
Un grazie anche a chi leggerà, a chi commenterà, a chi farà entrambe le cose, a chi non ne farà nessuna XD
Alla prossima, forse.
Charty :3



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