Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: bambi88    24/05/2007    19 recensioni
Il pugno la colpì appena sotto l'occhio, infrangendosi sullo zigomo già fratturato. Temari cominciò a contare per sfuggire al dolore. L'avrebbero uccisa comunque. Ma, per ora, quella voce acuta continuava a parlare (domandare?) e quel pugno a colpire. Non era questo, però, che la torturava. Quell'ombra. Era quell'ombra che non la colpiva. Ficcy dal linguaggio un pò crudo e dai temi leggermente forti. Spero vi abbia incuriosito. baci Roberta
Genere: Romantico, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Altri, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
tortura

Il pugno la colpì appena sotto l’occhio, infrangendosi sullo zigomo già rotto.
Sentì l’osso scricchiolare ancora, senza avvertire, però, più dolore.
Sorrise lentamente, assaporando sulle labbra il sapore metallico del suo stesso sangue.
Cercò ancora, invano, di muovere le mani. Inutile. Erano legate troppo strette.
Quel ciccione dall’aria scema non era affatto delicato con una signora.
Tentò di aprire gli occhi, ma le palpebre gonfie le impedivano di vedere.
Cazzo.
Qualcuno stava parlando.
Una voce acuta ed arrabbiata.
Chissà che le stava chiedendo.
Era troppo stanca anche per ascoltare.
Bisbigliò un insulto.
Che fece il suo effetto.
Urla più alte e un cazzotto più forte.
Si sentì svenire.
Solo allora tutto cessò.
I due ceffi uscirono dalla stanza.
Temari riprese a contare.
Così le avevano insegnato.
Quando sei sotto tortura pensa ai numeri.
Di frasi senza senso.
Accetta i peggiori dolori.
E così Temari continuava a contare, seguendo il ritmo delle gocce di sangue che scivolavano a terra.


- Si ostina a non parlare- disse la ragazza bionda, rivolta alla figura vestita da anbu.
La maschera da falco si voltò verso la porta.
La "squadra interrogatori e torture" di Konoha si stava rivelando un fallimento..
Avevano servito loro una delle kunoichi più pericolose e vicine al nemico e loro la stavano solo ammazzando di botte.
- Incapaci- sussurrò da dietro la maschera, osservando la ragazza magra e il giovane ciccione.
- Ehi! Noi stiamo facendo del nostro meglio!- sbottò lei, serrando i pugni
- Calmati Ino…- le bisbigliò il ragazzo, fermandola con le mani sporche di sangue.
- Sono sei ore di interrogatorio…siamo stanchi anche noi…- si scusò il ragazzo, lavandosi in una bacinella, dall’acqua già tinta di rosso.
- Fatela arrivare viva a stasera almeno…- ordinò l’anbu, aprendo la porta, osservando la cenciosa figura accasciata sulla sedia.
- Fino all’arrivo di Shika…poi dirà lui cosa ne dobbiamo fare di quella…- l’interruppe Ino, passandosi un panno sulla fronte sudata.
La maschera da falco chiuse violentemente la porta, allontanandosi.
Sperò che Shikamaru si sbrigasse ad arrivare.
Quelle informazioni sul Kazekage erano essenziali in quel momento del conflitto.
Da quando Suna aveva tradito, alleandosi con Orochimaru.
La maschera da falco percorse il corridoio stretto, raggiungendo la maschera da lupo che, seduto in un angolo, lucidava la katana.

Ino fasciava la ferita che si era aperta sul pugno di Choiji.
Quell’interrogatorio stava procedendo malissimo.
Le uniche parole che le avevano strappato erano stati sei "stronza", cinque "’fanculo puttana" e una decina di altri teneri complimenti.
Strinse con forza la benda ed il ragazzo sussultò.
- ahi, Ino-chan, mi fai male così!- disse, ritirando la mano.
- Scusami Choiji…- mormorò, osservando la porta chiusa.
Dovevano sbrigarsi a farla crollare…la sicurezza del villaggio dipendeva da questo.
Temari sapeva dove si trovava il fratello. Avrebbero solo dovuto farla parlare. Era il loro (semplice?) dovere.
Choiji afferrò un pezzo di pane abbandonato sul piccolo tavolino.
Ino sentì una stretta allo stomaco.
Al solo pensiero di come avevano ridotto il viso di Temari… come faceva quello lì a mangiare?

- Ohi, coppia di noiosi imbranati…-
Quella voce la fece sussultare.
Si voltò verso la figura che, appoggiata alla porta, si era portata una mano tra i capelli scuri, per una volta, sciolti sulle spalle.
- Shika!- urlò, fondandosi verso di lui e gettandogli le mani al collo.
- Sta buona Ino…perché mi avete fatto chiamare?- rispose, osservando il giovane amico, preso a finire di sgranocchiare la crosta di una fetta di pane.
- Una si rifiuta di parlare…- mugugnò l’altro, inghiottendo velocemente anche le ultime briciole.
- Donna?...seccature, seccature. Io l’ho sempre detto…- disse Shika, sulle labbra un sorriso stanco.
- Tutte tranne me, vero tesoro?- proruppe Ino, tenendogli la mano, ricevendo per risposta un brontolio sommesso.
Shikamaru aprì lentamente la porta.
Sembrò trattenere il fiato.
Quando si voltò, sul volto aveva una strana espressione.
- è Temari…- bisbigliò, raccapricciato.
Afferrò una bottiglia d’acqua e il poco pane rimasto, oltre a delle bende pulite.
- Ehi, Shika…- Ino l’afferrò per la manica della maglia
- Tranquilli, crollerà- decretò, infilandosi nella penombra della stanza.

Temari era arrivata a duemilacinquecentoventidue, o ventitre, non riusciva a ricordare, a seguire il filo dei pensieri.
Illogico. Tutto quello che era accaduto era illogico.
L’imboscata, quelle stupide maschere, la cattura.
Cavolo, era Temari, figlia e sorella dei Kazekage più potenti…
Che schiappa.
Smise di contare, raccogliendo le forze.
Cercò ancora di strattonare il laccio che le teneva le mani dietro la schiena.
- fatica inutile… Choiji è troppo forte anche per te…-
Strano, lei quella voce sembrava riconoscerla.
Alzò gli occhi, ma un velo rosso non le permetteva di riconoscere chi aveva parlato.
Lasciò ricadere la testa con un gesto sconsolato.
Eccola la grande Temari.
Legata, indifesa, in balia di un’ombra…
Ma certo! L’ombra!
Shikamaru.
- Che vuoi?...- biascicò, provando un nuovo lancinante dolore
- Per ora, rimetterti in senso…- disse lui, passandole un panno bagnato sul viso.
- Non parlerò…- continuò lei, avvertendo sulla pelle una sensazione fresca, sospirando di sollievo.
Nara le allontanò i capelli dalla fronte, esaminando lo zigomo ferito.
- Cazzo! Fa male!- strillò lei, voltando la testa.
- Si lo so…ci sono passato anche io.- disse lui, continuando a tastarle la guancia.
Era vero, Temari riusciva a ricordarlo.
Qualche mese prima lo avevano catturato.
Fatica vana, Naruto lo aveva liberato solo dopo qualche ora.
Dopo qualche terribile ora.
Di lui se ne era occupato Kankuro.
E, a quanto si diceva, aveva fatto un pessimo lavoro.
Alla fine Shikamaru era inutile.
Non riusciva neanche più a parlare.

- Forza, ora cerca di bere…- le ordinò, versandole dell’acqua nella bocca socchiusa.
Aveva il viso avvolto da una benda sottile e lo fissava sprezzante.
- Muori- gli rispose, voltando la testa
- Vorrei farti notare che ora, Tem, quella con un piede dalla fossa sei tu…- mormorò lui, gettandosi a sedere su una sedia.
Si accese una sigaretta.
- Il fumo mi infastidisce…- disse lei, come un riflesso incondizionato.
- Lo so. Me lo ricordo bene.- continuò lui, aspirando una boccata.
Temari si chiese quante volte glielo avesse detto in passato.
Quando, camminando per le vie di Suna (in segreto, nessuno sapeva perché Shikamaru si trovasse lì) o nella foresta attorno Konoha ( Temari, chissà perché, era sempre li quando non era in missione), lui iniziava a fumare e lei lo sgridava.
Chissà quante volte.
- Allora, dov’è?- proruppe lui.
Temari represse un sobbalzo dalla sorpresa.
- Non ti dirò niente…- rispose, abbassando lo sguardo.
- Bene. Allora rimarremo molto tempo insieme. – continuò lui, gettando la cicca a terra.
- Bene- sibilò lei.

Il silenzio era assordante. Quasi quanto il dolore.
- Ti conviene bere…sono ore che sei chiusa qui- borbottò lui, asciugandosi le labbra,allontanando la bottiglia dalla bocca.
- Taci!- intimò la ragazza
- Sei di pessimo umore è?!...ma almeno ti sono tornate le forze…- disse lui, gettando le braccia dietro la nuca.
- Io non ho mica la ragazza che mi aspetta fuori a gambe…ops, scusa, braccia aperte!- mormorò lei, con aria di sfida.
- No, lei ti sta aspettando per mandarti sotto terra.- rispose, fissando il soffitto
- Sei mezza morta e sei ancora gelosa…dimmi Temari, dove le trovi tutte queste energie?- continuò il ragazzo, osservando la figura della giovane.
Nonostante il viso gonfio, l’occhio nero e le labbra spaccate…era ancora Temari.
Un nodo lo assalì.
Dannata guerra.
Stava andando tutto così bene.
- Sono stanco, dimmi dove si trova…- bisbigliò, portandosi alle labbra un’altra sigaretta.
- Il fumo mi ammazzerà…- continuò lui, assaporando l’odore amaro
- Non prima di me, se mi lasci libera…- proclamò la ragazza.
Finalmente, Shikamaru pensò, ora riconosceva la sua voce.
- Un altro buon motivo per tenerti legata allora…dai, dimmi dove si trova…- continuò meccanicamente.
- N O – sillabò lei, mostrando un sorriso di sfida.
Temari non sarebbe cambiata mai.
Shikamaru le sorrise di rimando.
Come tempo prima, i loro sguardi si incrociarono.
Anche Shikamaru non sarebbe mai cambiato.

Sembrava essersi addormentato.
Perfetto, pensò Temari, socchiudendo gli occhi.
Doveva solo raccogliere un po’ di chakra per spezzare la corda. Che stupido che era! Lasciarla riposare!
- Non provarci Tem…c’è un sigillo fatto apposta proprio attaccato alla tua schiena…- disse con voce calma, lentamente, con ancora gli occhi chiusi.
La ragazza lanciò un insulto che, ovviamente, non produsse alcun effetto.
Sempre calmo e pacato.
Temari lasciò ciondolare la testa, che sentiva pesante.
Aveva sonno.
Aveva fame e aveva sete.
E, e questo non lo avrebbe mai immaginato, per la prima volta dall’inizio della guerra, voleva tornarsene a casa.
Perché lei, rinchiusa lì con Shikamaru, stava impazzendo.
- Allora, hai deciso?- iniziò nuovamente lui, attirando l’attenzione della ragazza
- Io con te non parlo…richiamami quei due di prima, il ciccione e la puttana…mi sembravano tipi più socievoli- rispose lei, ostentando una sicurezza che non aveva.
L’avrebbero ammazzata comunque. Anche se avesse parlato.
Meglio finirla subito. Preferiva i cazzotti a quella calma solo apparente.
Anche perché non avrebbe sopportato di essere uccisa da lui ( e non avrebbe sopportato la certezza della vendetta di Gaara. Meglio crepassero quei due, allora).
- Mpft – mugugnò lui, sospirando.
- Stai cercando di farmi arrabbiare?...guarda che l’esperto in torture sono io, non tu- continuò il ragazzo, fissandola.
Temari abbassò lo sguardo, voltando la testa.
Sentiva le ferite bruciarle e lo zigomo le pulsava.
Non aveva più forze.
Forse era a quello che Shikamaru puntava.
- Stai male?- le chiese, avvicinandosi
- Meglio di come staresti tu al mio posto…- sputò lei, sollevando gli occhi arrossati.
Non aveva mai versato una lacrima durante quelle ore. Solo ora se ne rendeva conto.
Ora che gli occhi le dolevano per le tante lacrime.
- Questo, certamente. Kankuro mi aveva davvero fatto il culo…- rispose lui, con apparente indifferenza
- …Anche io non ho parlato. Ti capisco- disse, portandole alle labbra la bottiglia.
Lei bevve avidamente, ora.

 

I minuti passavo lenti, silenziosi. Come loro due.
L’aria puzzava del sangue e del sudore della giovane.
Ondeggiava la testa, scuotendo i capelli increspati e sporchi.
- Fammi qualche domanda…sto per addormentarmi- sibilò, rivolta a Shikamaru che la osservava, tranquillamente seduto.
- Tanto non mi risponderesti…- disse lui, alzando gli occhi al cielo con ostentazione.
Ci mancava solo che iniziasse a fare lo scemo, pensò lei, storcendo le labbra.
I loro sguardi, ancora una volta, si incrociarono.
Strano come quel momento ricordasse loro, ad entrambi, quei momenti tanto lontani nel tempo.
Quando lui era un inesperto leader pronto a mollare, e lei una decisa kunoichi, fiera di sé.
Ora loro erano un esperto manovratore e una ragazza ( Temari odiava sentire di essere solo una ragazza) umiliata.
- Cazzo Shika, fa qualcosa!- gli urlò addosso, sperando la punisse. La picchiasse. Qualsiasi cosa, ma non quella calma.
- Anche questo me lo dicevi sempre…sei monotona, mendekouze- rispose lui, ondeggiando una boraccia vuota.
Lei sentì le bende umide.
Non era sangue. Erano lacrime.
Si accorse di aver iniziato a piangere.
L’umiliazione si confuse alla vergogna.
Cominciò ad urlare. Insulti. Grida. Odio.
Niente. Nessuna reazione. Shikamaru sembrava assorto in altri pensieri, più interessanti.
Più importanti. Più importanti di lei.
- Traditore!- urlò, in un susseguirsi di singhiozzi.
Lo sguardo sicuro di Shikamaru parve esitare.
- Era iniziata la guerra…è stato Gaara a tradire- rispose, con un lampo sinistro negli occhi
- Traditore…- sussurrò ancora lei, guardandolo con gli occhi gonfi di lacrime
- Che potevo fare?! Asuma era morto, Choiji ferito…- gridò lui, alzandosi in piedi
Lei lo fissò sconcertata per qualche istante, prima di sputare in un angolo con rabbia.
- Ino…era sola…- terminò lui, abbassando improvvisamente la voce.
Temari represse l’ultimo singhiozzo, alzando gli occhi verdi.
- Vattene.- sibilò.

 

Ino aprì violentemente la porta, illuminando la piccola e fredda stanza.
Notò le bende che avvolgevano il viso straziato della ragazza e la bottiglia d’acqua oramai vuota.
Shikamaru non trattava mai così i suoi "scoccianti canarini" (possibile pensasse sempre al cielo?).
Represse un’ondata di gelosia, che le fece arrossare le guance pallide.
Certo, ora era Temari. Per lei era sempre stato diverso.
Ma tra poco tutto sarebbe finito.
- Nara, puoi venire un attimo?- chiese, con la voce ancora più acuta.
Ottimo, pensò Shikamaru.
Ino non lo interrompeva mai durante un ‘interrogatorio. Né, tanto meno, lo chiamava per cognome.
Qualcosa si stava mettendo male.
Fissò ancora una volta Temari. Aveva voltato il viso. Non avrebbe permesso a nessuno di vederla piangere (troppo orgogliosa).
Sbuffò, portando una mano alla fronte.
Era accaldato.
Doveva respirare.
- che c’è?- ringhiò, insolitamente agitato, ritrovandosi nell’altra stanza.
- Siamo stati scoperti…dobbiamo levare le tende!- disse Choiji, raccogliendo gli zaini da terra
Ino fissò il ragazzo ancora immobile davanti la porta socchiusa
- e…Lei?- chiese, con un leggero tremolio nella voce.
- Non possiamo permetterle di tornare indietro…sa troppe cose…va eliminata- concluse Ino, osservando il ragazzo con la coda dell’occhio.
Notò l’impercettibile sussulto che lo scosse e l’espressione del suo sguardo.
- è compito del leader, ma se non hai le palle…- urlò, dirigendosi rapidamente verso la porta.
Shikamaru la bloccò serrandole con un braccio i fianchi.
Choiji seguì i due compagni con lo sguardo.
Si stava mettendo male. Dovevano andarsene. Se quei due iniziavano a litigare, per Quella poi, era davvero finita.
- Ino, mentre Shika finisce il lavoro, aiutami…- disse, strappando dei fogli di appunti.
Tutti i dati che avevano raccolto in quella settimana.
- Ino, manda a memoria quello che puoi e tu Choiji, brucia tutto…io torno subito- disse infine Shikamaru, aprendo la porta scura.
- Ti amo Shika…- bisbigliò lei, sciogliendosi da quella sorta di abbraccio
- Lo so, Ino…- le sorrise lui, afferrando un kunai.

Temari alzò lo sguardo.
Si era assopita, ma era stata una terribile sensazione a svegliarla.
Sentì un brivido percorrerle la schiena sudata.
Strinse i denti.
Era la paura. Le avevano raccontato cosa potesse fare.
Shikamaru aveva socchiuso la porta
- Ti amo Shika…- Ino.
Temari sentì distintamente quella frase, appena un sussurro.
Deglutì rumorosamente, ingoiando anche le altre lacrime che le salivano lentamente agli occhi.
La terribile sensazione la invase di nuovo.
Cercò con lo sguardo la figura che, intanto, era entrata nella stanza.
Un pallido riflesso la fece sobbalzare.
Lo conosceva fin troppo bene.
Lo aveva visto fin da bambina, quando si allenava strenuamente, pur di essere degna del nome che portava.
Ma solo ora, non in mezzo alle battaglie più cruente, non quando il nemico la circondava, di quel riflesso, ebbe paura.
Un kunai.
Allora è così che sarebbe morta, pensò.
Legata ad una sedia, indifesa, sgozzata con un kunai.
Dal ragazzo di cui, anni prima, si era innamorata.
Che schiappa.
Anche Kankuro non avrebbe saputo far di peggio.
- Su, sbrigati…- gli disse, alzando fieramente lo sguardo, porgendogli il collo.
- Mi conosci, non sono fatta per le lunghe attese- continuò, anche se la voce aveva già iniziato a tremarle.
Shikamaru le si avvicinò, stringendo nervosamente l’asta del kunai.
- Non mi concedi neppure l’ultimo desiderio?- chiese, sorridendogli debolmente.
Il ragazzo la fissò negli occhi verdi, inginocchiandosi di fronte a lei.
- Baciami, cry baby…- bisbigliò, socchiudendo gli occhi indolenziti.
Quando i loro respiri si fusero, ancora una volta, pensò che morire così non le sarebbe dispiaciuto più di tanto.

- Finito- disse Shikamaru, uscendo dalla stanza, chiudendo alle proprie spalle la porta.
- Ce ne hai messo di tempo!- sbottò Ino, afferrandogli una mano
- Svelto, gli ordini erano di lasciare tutto entro pochi minuti…- continuò, spingendolo verso lo stretto corridoio, dove la mole dell’amico li attendeva.
- Ero preoccupata- gli sussurrò all’orecchio, facendolo rabbrividire
- Andiamocene- le rispose, strattonandola.
Doveva allontanarsi da lì.
Fuggire.
Si voltò un’ultima volta.
Nelle narici ancora l’odore del suo sangue, nella bocca quello del suo bacio.
Sospirò.
Addio Temari, pensò, correndo verso la stretta uscita.

 

 


- Ehi…sveglia!-
Uno strattone. No due…forse…tre…
- Apri gli occhi…non farmi preoccupare baka!- ancora uno, no due…
- Cavolo, mi spacchi la spalla!- strillò la ragazza, spalancando gli occhi
- TEMARI!- gridò il buffo ragazzo, ondeggiando il cappuccio da gatto
La bionda frenò un urlo.
Il dolore non le era ancora passato.
- Come sei arrivata qui?- le chiese Kankuro, aiutandola a sollevarsi
- Non lo so…ho corso, credo…- bisbigliò la sorella, osservandosi i polsi.
I segni dei legacci erano ancora ben visibili.
- Ma ti tenevano dentro un inceneritore?...puzzi di fumo…- disse il ragazzo, storcendo la bocca dipinta
La ragazza arrossì, abbassando lo sguardo.
- Zitto e torniamo a Suna…- disse, appoggiandosi al braccio che il fratello le aveva fatto scivolare lungo la vita
- Agli ordini!- proruppe lui, allargando la bocca in un grande sorriso.
Era felice di vederla viva. Aveva avuto paura che quei cani di Konoha…ma no, niente poteva toccare la sua sorellina.
Niente.

- Che fai?- gli disse, sentendo il suono delle corde che cadevano a terra (i polsi erano ormai ore che avevano perso sensibilità)
- Tra poco ci sentirai andare via. Aspetta qualche minuto e poi inizia a correre...i tuoi sono nascosti qui vicino- disse il ragazzo, passandole una borraccia piena
- Che diavolo vuoi fare? Liberarmi?-
Shikamaru annuì distrattamente
- Rapida come al solito nei ragionamenti è?!- la schernì, accarezzandole i capelli sporchi
- E perché?- gli chiese lei, ondeggiando i polsi tumefatti

- A che pensi Temari nii-chan?- chiese Kankuro, cercando lo sguardo della sorella, sdraiata accanto a lui, vicino al piccolo fuoco.
- A niente… sono stanca…- gli rispose, voltandosi per osservare il cielo.

- Perché ?- gli chiese ancora, irritata dall’espressione teneramente scocciata di lui
- Perché ti amo Temari- le rispose, uscendo dalla stanza

- Ti amo anche io, Shikamaru Nara…- sussurrò lei, osservando una nuvola scura nel cielo notturno.

 

Ciao!!! Grazie a tutte/i coloro che hanno letto questa mia ficcina .Sono consapevole (e mi scuso se qualcuno ne è rimasto infastidito) dello smoderato uso di "parolacce".. ma insomma, sotto tortura non credo che nessuno direbbe " fermati, vile marrano…" a meno che non ti fai chiamare Don Chisciotte ^__^ ( perdonatemi sono sotto stress per gli esami, non so quello che dico @___@). Solitamente non apprezzo l'uso di volgarità nelle ficcy.

Dedicata in particolare a Lupus, che so essere un amante del pairing ^_^ (spero ti piaccia e mi faccia perdonare la gaffe dell’altra volta…) ed in generale a tutti coloro che amano questa coppia. Un enorme bacio a tutti ed in particolare a chi lascerà un recensioncina.

Roberta

  
Leggi le 19 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: bambi88