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Autore: WordsEnchantress    14/11/2012    0 recensioni
E se qualcuno provasse a insegnare in modo cattedrale le emozioni?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anni fa, nel tempo prima del tempo, esisteva un solo piccolo villaggio. In esso vivevano pochi abitanti che si conoscevano bene tra loro. Il paesello di Emotività. Infatti gli abitanti di questa piccola comunità erano alla ricerca ella scoperta delle emozioni dell’uomo, che catalogavano in un libro chiamato Cuore. Tra loro regnava l’armonia e la pace, ma c’era qualcuno che ne spezzava la quiete.
Si chiamava Solomon, soprannominato Solo, ed era una bel ragazzo alto e robusto. Si divertiva a schernire e malmenare i poveretti che li capitavano a tiro. Aveva però uno strano senso di “Morale”, infatti non colpiva mai chi era da solo, ma soltanto chi era in gruppo. Una notte la bella Emma non riusciva ad addormentarsi così si alzò e si avvicinò alla finestra. Con un lieve gesto della mano scostò le tende leggere e scrutò la luna. Nel farlo notò che non era l’unica sveglia in paese, vide Solo attraverso le goccioline di pioggia che rigavano il vetro, che si dirigeva a passo deciso ma furtivo verso la foresta. Ella allora prese il mantello più caldo che aveva e affrontò il gelo della notte dirigendosi con passo leggiadro sulle tracce del ragazzo.
Dopo parecchio lo raggiunse e, nascosta dietro l’ombra di un’alta quercia sbirciò cosa avesse spinto il bulletto verso il bosco in piena notte. Con sorpresa scorse le lacrime scorrere copiosamente sulle guance di Solomon, che si era riparato sotto una sporgenza rocciosa. Uscì allora dal suo nascondiglio, con il cappuccio a nasconderle il viso. Lui spaventato fece un salto indietro: “Cosa vuoi? Chi sei? Mostrami il tuo volto!”
Emma fece scivolare il cappuccio sulle spalle scoprendo i boccoli color mogano che le ricadevano sulle spalle. I suoi occhi scuri erano grandi e lucenti e il suo sorriso timido e gentile. “Mi chiamo Emma, ti ricordi di me? Mi hai schernita l’altro giorno, dandomi della frivola bambolina viziata”
Solo sentì una piccola fitta dentro, la sua bellezza, la sua voce, i suoi occhi l’avevano abbagliato. A scuola era obbligatorio studiare il Cuore e quindi riconobbe subito l’emozione che stava provando, catalogandola come Stupore. Certo che sulla pelle faceva tutto un altro effetto rispetto alla gelida carta. E si dispiacque, per la prima volta in vita sua, di essersi comportato così male. “Io.. Io.. Mi dispiace.. Io..”
“Tranquillo – sorrise – Come mai piangi?”
“Non ho nessuno, non l’ho mai avuto”
“Per questo ferisci la gente? E per questo lo fai solo se è in compagnia?”
“Credo di sì. È che mi sento.. Beh non lo so spiegare..”
“Non è possibile! Immagino che tu provi una delle emozioni già scoperte e descritte nel libro sacro del villaggio di Emotività. Forse tristezza, rabbia, frustrazione?”
“Anche, ma c’è qualcosa che non so spiegare… La mancanza di qualcuno che mi voglia bene.”
Emma si portò la mano chiara alla bocca, in un’espressione sorpresa…
“Allora è vero! Hai scoperto una nuova emozione! Dobbiamo correre al villaggio! Guarda sta già alb…”
Le parole si spensero sul limitare delle sue labbra vedendo la sua espressione afflitta.
Si avvicinò e si sedette sulle ginocchia del giovane. Poi si avvicinò al suo orecchio e scostandogli i capelli dal viso sussurrò “Io ti voglio bene” e gli diede un dolce bacino sulla guancia.
Non vi fu il bisogno di parole, che a quel gesto eran futili. La mano della fanciulla si strinse a quella di lui e si diressero in paese, silenziosamente.
Quel giorno di inizio primavera fu scritta una nuova emozione nel libro Cuore, che prese il nome di colui che l’aveva scoperta. Per quanto concerne Solomon, da allora si fece chiamare Jacopo e visse con la splendida Emma,
Vivendo nuove emozioni che non poterono mai essere scritte
Nero su Bianco.
   
 
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