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Autore: layla84    14/11/2012    2 recensioni
Tradimento.
E’ una parola conosciuta che rotola amara sulla tua lingua, che riporta alla mente il sapore aspro dei ricordi.

Arthur ha scoperto il tradimento di Gwen, che si va ad aggiungere a quello di suo padre e di Morgana.
Chiedendosi perché, nella sua vita, tutte le persone che ritiene importanti finiscano per tradirlo, si fa forza appoggiandosi a Merlin, convinto che lui sia l’unico che non potrebbe mai farlo.
Merlin, dal canto suo, è terrorizzato al pensiero che Arthur possa scoprire il suo segreto.
E se il Re decidesse di andare a cercare la sorellastra e Merlin non avesse altra scelta, per proteggerlo, se non quella di rivelarsi... cosa succederebbe? Riuscirebbero le due facce della medaglia a superare quest’ennesima prova?
Tra battaglie, prove di coraggio e sentimenti che pian piano vengono in superficie, lo scopriremo assieme.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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Capitolo lungo e corposo, spero vi faccia piacere.
Sono circa 2000 parole, ma non aveva senso spezzare il racconto in due parti quindi ecco qui ^^
 
Inizia ad esserci un po’ d’azione, s’inizia ad entrare nel vivo dell’avventura, senza però tralasciare i pensieri di Merlin che, per adesso, continua a seguire da lontano i cavalieri.
Ci tengo a ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia tra le preferite, le ricordate o le seguite, grazie, davvero.
Un ringraziamento particolare a SanjiReachan, Ryta Holmes e Echo85 che hanno commentato l’ultimo capitolo. Grazie ragazze!
Per chi volesse, trovate qui l’ultima One-Shot che ho pubblicato: Camelot

Vi lascio alla storia e, come al solito, critiche, commenti e consigli sono sempre molto molto graditi.
 
Layla
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sta cavalcando ormai da diverse ore quando inizia a scorgere fin troppo nitidamente il gruppo davanti a se. I cavalieri sembrano essersi fermati in una sorta di radura, probabilmente per far riposare i cavalli.
Decide di fare altrettanto, in attesa di poter ripartire, lasciando vagare lo sguardo nel bosco silenzioso e calmo.
Al contrario di quello che appare però, quel luogo mette in allerta i suoi sensi.
C’è qualcosa, in quel posto, che non riesce a definire con precisione, ma che fa reagire la magia che scorre nelle sue vene.
D’istinto tutto il suo corpo si tende, nervoso, cercando di cogliere quale sia la fonte di quella sensazione e proprio in quell’attimo, un urlo scuote il silenzio della radura, facendolo voltare di scatto verso il gruppo poco distante.
Quella che a tutti gli effetti è una bestia magica, sta emergendo lentamente dagli alberi, verso la radura in cui Arthur e i cavalieri sono fermi.
Il Re, ovviamente, non ci pensa due volte e si posiziona subito davanti ai suoi uomini, per niente intimorito da quell’apparizione improvvisa, anche se a confronto di quella creatura anche il peggiore Widdeoren parrebbe solo un agnellino profumato.
Quando il mostro entra nella radura Merlin può vederne le impressionanti dimensioni: la bestia ha svariate teste, lunghe e squamose, che ricordano quelle di un serpente e che si agitano, schivando i colpi di Arthur e aprendo di tanto in tanto le fauci per cercare di colpire l’avversario.
Il corpo, deforme e pensante, è simile a quello di un drago senza ali e sembra non poter essere scalfito dai colpi dei cavalieri, che si vedono costretti ad arretrare, sempre più.
E’ ovvio che non possono sconfiggere quella creatura magica con solo le spade, eppure il Re continua, imperterrito, ad affrontarla.
L’avventatezza di Arthur è una delle cose che più non sopporta in lui, pensa, mentre l’Asino schiva con abilità l’ennesimo colpo e si rimette in posizione d’attacco, lo sguardo concentrato, la mascella serrata e la postura di chi è pronto a scattare contro il nemico.
Eppure il coraggio che l’altro dimostra in ogni occasione è una delle cose che più ama di lui.
Il pensiero è così inatteso che Merlin si ritrova a scuotere la testa, incredulo da se stesso: non ha tempo per certi pensieri, adesso. E’ il momento di agire, quello.
Fissa la scena che si sta svolgendo davanti a se ed è un attimo, prima che i suoi occhi si tingano dell’ormai familiare color oro.
“Forbearnan Firgenhol.” è un sussurro, ma tanto basta a far si che un ramo di uno degli alberi secolari si abbatta sulla bestia, stordendola.
C’è un attimo d’incertezza, tra i cavalieri, prima che questi ne approfittino per ritirarsi in fretta, sfruttando quel momentaneo vantaggio.
 
Merlin esce dal suo nascondiglio, sicuro di non essere visto nella confusione del momento, cercando di attirare l’attenzione del mostro per dare ulteriore vantaggio al gruppo.
La bestia, dopo qualche secondo di stordimento, punta tutte le sue teste verso di lui e Merlin si ritrova con diverse paia di occhi gialli che fissano la sua figura, mentre questa si avvicina con grandi passi pesanti.
Dopotutto, pensa deglutendo e fissando la creatura avanzare, non è stata una grande idea la sua.
“Cumen theoden!”
Urla, sperando di riuscire quanto meno ad arrestarne l’avanzata, ma l’incantesimo sembra non arrivare nemmeno a sfiorare il mostro.
Magia potente, ecco di cosa è impregnata quella bestia.
Si volta ed inizia a correre, sperando che la mole gigantesca della creatura gli dia almeno un po’ di vantaggio, per poter organizzare un piano d’attacco.
La fortuna purtroppo non è dalla sua, e la mancanza di alberi attorno favorisce la creatura, che in un solo balzo gli è davanti, le fauci che si aprono e si chiudono, risuonando in scatti secchi per la radura, terrorizzandolo.
In trappola, pensa alacremente ad un incantesimo, a qualsiasi cosa gli possa permettere di fuggire da quella situazione, quando sente un rumore metallico provenire da dietro la creatura.
Le varie teste lanciano diversi urli, simili a sibili e si avventano su chiunque sia stato l’incosciente che ha provato a colpirle, dimenticandosi di Merlin che, inerme, tira un sospiro di sollievo, prima che l’idea che si tratti di Arthur lo colpisca.
Incosciente com’è, l’altro sarebbe perfettamente in grado di ritornare in dietro ad affrontare il mostro.
Quando però la bestia si sposta dalla sua visuale, mettendosi in posizione d’attacco, Merlin scopre, con non meno sorpresa, che il malaugurato che sta per essere attaccato dal mostro altri non è che Lancelot.
“Lance!”
“Merlin. Sapevo che non potevi che esserci tu dietro al ramo spezzato. Dovresti aggiornare un po’ il tuo repertorio d’incantesimi, sai.”
E’ l’affannata risposta del cavaliere, che schiva l’attacco del mostro, per poi correre da lui, afferrarlo per un braccio e iniziare a correre.
“E’ per questo che sei tornato indietro?” Urla Merlin, senza fermarsi a prendere fiato, la fitta radura che intanto permette loro di acquistare metri sulla bestia.
“Mi pare ovvio.” E’ la risposta dell’altro, mentre lo prende per la spalla per farlo nascondere assieme a lui dietro una grande corteccia “Ho pensato che avresti avuto bisogno d’aiuto.”
Si fissano per un attimo, prima che Lancelot riprenda a parlare, stavolta sussurrando, in attesa della mossa della belva.
“Certo che almeno una spada avresti potuto portarla con te.”
“Certo, perché la mia abilità nell’arte della spada è rinomata in tutto il regno.”
È la sua ironica risposta, che fa sbuffare di divertimento l’amico, nonostante la situazione.
Il mostro, intanto, si avvicina al loro nascondiglio, facendosi spazio tra rami e radici, spezzandole al suo passaggio.
Merlin socchiude gli occhi e fa un respiro profondo, prendendo coraggio.
“Direi che è ora di provare nuovi trucchi.”
Dice con una calma che in realtà non gli è propria, uscendo con un balzo allo scoperto, sorprendendo sia Lance sia la belva, che lo fissa.
“Forbairn ypile!”
Urla, mentre un cerchio di fuoco richiamato dalla sua magia nasce attorno alla creatura, circondandola ed impedendole l’avanzata.
Quella emette un nuovo sibilo, più forte e acuto, proprio mentre Merlin, le spalle rigide e il fiato corto, urla un nuovo incantesimo.
“Akwele!”
Ed è un attimo: il fuoco si alza, scoppiettante e vivo, e al comando del mago si riversa al centro esatto del cerchio, dov’è presente la bestia.
Ci vogliono solo pochi secondi e il mare di fiamme la sommerge completamente, spezzando il grido che riempie l’aria, a metà.
Un attimo dopo nella radura cala un silenzio irreale, mentre il corpo della creatura si accascia senza vita sul terreno bruciato.
Merlin rilascia un sospiro di sollievo, scuotendo la testa e pensando che, anche per quella volta, gli è andata bene.
“Wow! Ricordami di non farti mai arrabbiare, Merlin.”
La voce di Lancelot è tinta di sollievo e di qualcosa che Merlin riconosce, incredulo, come ammirazione.
Ride stupito dalla cosa, incamminandosi poi con il cavaliere verso la radura e lasciandosi alle spalle la carcassa ormai immobile del mostro, ancora stordito dagli eventi.
 
Non passano che pochi minuti, prima che la sua curiosità abbia la meglio.
“Che scusa hai usato per tornare indietro?”
Lancelot lo fissa, accenna un sorriso e torna a guardare davanti a se. La risposta arriva solo qualche secondo più tardi.
“Nessuna. Stavamo scappando, sono tornato indietro e basta, senza dire niente.”
“Staranno tornando indietro a cercarti.”
Si ferma a pochi passi dalla radura: deve trovare un modo per nascondersi, Arthur sarà lì a momenti.
“Non credo proprio.” Risponde intanto Lancelot e Merlin sbuffa impaziente.
“Vuol dire che allora non hai capito niente di Arthur. Lui non è così. Lui non lascerebbe indietro nessuno, mai.”
La sua voce risulta più severa di quanto vorrebbe, ciò non di meno crede fermamente ad ogni parola, con tutto il suo essere.
E, a conferma delle sue parole, arrivano le voci dei cavalieri e il rumore di armature a riempire l’aria.
Merlin fa appena in tempo a notare l’espressione sorpresa di Lance prima di nascondersi dietro una roccia, che la voce di Arthur entra, nitida, preoccupata e reale, nelle sue orecchie.
E’ possibile aver nostalgia di una voce? A quanto pare sì.
Perché non riesce a chiamare in altro modo quel nodo che gli sale nel petto, mentre sente il Re rimproverare Lancelot per la sua avventatezza, anche se nel suo tono non c’è la minima recriminazione, anzi, c’è una punta di sollievo a tingerla, mentre Lancelot gli spiega che la bestia si è allontanata attratta probabilmente da qualche animale.
 
Merlin non riesce a trattenersi e si sporge appena dal suo nascondiglio. I buoni propositi di non farsi scoprire che perdono, ogni volta, contro la voglia di poterlo vedere.
Arthur sta intimando ai Cavalieri di affrettarsi, per paura che la bestia ritorni.
Una mano sull’impugnatura della spada e una tra i capelli, si volta solo un attimo indietro, per controllare che tutto sia tranquillo.
Merlin vede, non visto, il bel volto del Re contratto dalla preoccupazione e dai pensieri e quella fastidiosa ruga di preoccupazione che ancora fa capolino tra le sopracciglia chiare.
E vorrebbe, in qualsiasi modo, poterla far sparire.
 
 
 
 
Dopo l’attacco della bestia il viaggio prosegue con relativa tranquillità, finché, arrivata sera, i Cavalieri si accampano nuovamente.
E, di nuovo, l’argomento principale della conversazione è Merlin.
Merlin che, osservando la scena dall’alto del suo nascondiglio, riparato da una sporgenza, sbuffa.
Sembra che i cavalieri, a Camelot, non abbiano molte cose di cui parlare, a parte lui.
 
“Chissà cosa starà facendo Merlin.” Esclama Leon.
“Probabilmente starà maledicendo il Re in tutte le lingue conosciute.” E’ la pronta risposta di Gwaine, che parla con il boccone in bocca, la sua voce che arriva a Merlin talmente ovattata da far fatica a distinguerne le parole.
La voce di Arthur invece è molto più nitida, a tratti dolorosa.
“Non c’è molto da fare nelle prigioni.”
E’ serio Arthur, troppo serio.
Gwaine, come suo solito, non coglie la sfumatura nella voce del sovrano.
“Ma siamo partiti da più di due giorni. Avete dato ordine di tenerlo in cella per così tanto tempo?” Esclama sorpreso.
“Se lo avessi fatto liberare subito l’idiota avrebbe provato a seguirci in ogni modo. Ho dato ordine che venisse trattato bene, con cibo e coperte a sufficienza. In ogni caso se l’è cercata, gli avevo dato un ordine ben preciso.”
La postura del Re dice molto del suo stato d’animo. Merlin osserva le mani coperte dai guanti che si stringono, poggiate sopra le ginocchia. Il volto illuminato dalle fiamme voltato verso terra.
Gwaine intanto ride, spensierato e ignaro come sempre.
“Merlin vi è affezionato, Maestà.” E l’affermazione è talmente vera e ovvia che Merlin non si stupisce che persino Gwaine sia arrivato a capirlo.
“Lo so.” E’ la risposta sbrigativa del Re.
Ci pensa Leon, che pare aver acquistato una loquacità non indifferente in quei giorni, a dire ciò che Merlin vorrebbe sentire dalle labbra dell’Asino.
“Anche sua Maestà è affezionata a Merlin, è innegabile.”
“Nessuno sano di mente riuscirebbe a non affezionarsi a Merlin.”
Esclama Gwaine, chiudendo il discorso e iniziando ad inveire contro qualche strano animale che si è ritrovato, chissà come, nello stivale, scatenando le risate degli altri, tranne che del Re, che ancora se ne sta in disparte, in silenzio.
 
Merlin lo fissa, ripensando al loro abbraccio. Al loro unico abbraccio.
Arthur pare pensieroso, mentre si passa stancamente una mano sugli occhi, esalando un leggero respiro.
Il mago dal suo nascondiglio rabbrividisce per l’aria gelida e la mancanza del fuoco, chiedendosi se, per caso, non stiano ripensando allo stesso momento.
Il pensiero dell’abbraccio si fa più forte e a lui pare di sentirlo, il calore intossicante di Arthur, la sua stretta forte e il respiro caldo sul collo.
Reprime un altro brivido, ma stavolta non ha la forza di mentire a se stesso, imputandolo al freddo.
 
Tutto quello non ha senso, o forse ne ha fin troppo.
 
Merlin, il capo voltato verso il cielo stellato, non riesce a capirlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Piccole note varie:
* Per la Bestia descritta in questo capitolo, ho preso spunto dalla descrizione di Idra, una creatura mitologica.
Per chi fosse interessato, wikipedia così descrive questa creatura: Creatura con nove teste di serpente, il corpo di un drago, gigantesco e senza ali.
Ne ho preso spunto solo come aspetto, non tenendo conto delle varie altre caratteristiche.
** Per gli incantesimi ho preso spunto dall’elenco presente sul forum merlinadventures.forumfree.it, che riassume tutte le magie usate durante la serie.
Io ne ho un po’ modificato l’uso e le ho, per così dire, combinate. Dopotutto Merlin è il mago più potente mai esistito, è ora che anche lui inizi a fare qualcosa in più di tirare spintoni magici a destra e manca. U.U
 
In questo capitolo si inizia a entrare un po’ nel vivo dell’avventura, anche se altre peripezie aspettano i nostri, prima di arrivare a Morgana.
Ho incentrato questo capitolo su Merlin e Lance per due motivi: il primo è che il cavaliere è l’unico a sapere della magia di Merlin e quindi può comprendere i motivi che lo spingono a seguirli, il secondo è che come personaggio Lance mi piaceva, e mi dispiace per la fine che gli hanno fatto fare, anche perché era veramente amico di Merlin.
E Lance sarà nuovamente protagonista, a breve, ma intanto Merlin continua a fissare Arthur non visto e questo inizia a farlo riflettere..
 
 
 
 
 
 
 

 
 
  
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