Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: caramel coffee    15/11/2012    4 recensioni
-Ehilà, Hayami-kun- ultimo sguardo agli occhi liquirizia, alle guance squisitamente rosse e agli occhiali che ormai erano sotto al naso –ti va di diventare mio amico?-
Si sentì un tonfo sordo: Hayami era caduto dalla sedia.

Una one-shot del giorno in cui Hamano e Hayami si sono conosciuti :3
Ma quanta fantasia che ho ♥
C'è anche un minuscolissimo accenno MinaKura °w° Ma proprio minuscolo minuscolo, eh C;
Spero vi piaccia -W-
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hamano Kaiji, Hayami Tsurumasa, Kurama Norihito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Do you want to be my friend?



-Hamano, è ora di alzarsi!-
-Unnggh…-
Ma cosa aveva da urlare a quell’ora di mattina? Un attimo, un attimo…
-Hamano, in piedi ho detto!-
Si sentì togliere le coperte di dosso e rotolò giù dal letto, atterrando su un mucchio di vestiti abbandonati per terra da… nemmeno lui si ricordava quanto.
-Cinque minuti…-
Sbadigliò e affondò la testa nel suo giaciglio improvvisato.
-HAMANO, ALZATI SUBITO PRIMA CHE MI ARRABBI SUL SERIO!-
Il ragazzo fece un balzo da far invidia a un canguro e si ritrovò faccia a faccia con la madre che lo fissava irritata.
-Sono sveglio, sono sveglio! Aiuto!-
Corse in cucina per sfuggire alla furia della donna, lanciandosi sulla sedia sotto lo sguardo divertito del padre.
-Ehi Kaiji, lo sai che è meglio non far arrabbiare tua madre…- ridacchiò.
Hamano sollevò lo sguardo e guardò l’uomo, sorridendo.
-Eh sì, ormai l’ho imparato a mie spese!-
In quel momento arrivò la madre, che gli ripeté -come al solito- di quanto lui fosse pigro, irresponsabile, che la sua stanza era un disastro e che avrebbe buttato tutto via se non avesse messo in ordine.
-Va bene, mammina, ma non toccare le mie canne da pesca.-
La madre lo fulminò con gli occhi mentre gli serviva le uova e bacon che preparava ogni mattina.
“Che si dia inizio alla giornata” pensò il ragazzo, addentando la sua colazione.


-Ohayo, Kurama-kun!-
Il ragazzo si voltò fissando l’amico che gli correva incontro agitando un braccio.
-Ehilà, Hamano- lo salutò quando l’altro lo raggiunse –hai sentito che oggi arriva un nuovo studente?-
-Ah sì? Bene, ci sarà da divertirsi- sogghignò il moro, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.
Kurama sospirò; ogni volta che qualcuno di nuovo arrivava nella classe, Hamano gli dava il benvenuto a modo suo, solitamente facendo uno scherzo al malcapitato. Non lo faceva per cattiveria, assolutamente, ma ci teneva a comportarsi da buffone. Era fatto così.
-Vieni Kurama, raggiungiamo gli altri!- lo chiamò Kaiji, che stava correndo verso un gruppetto di ragazzi della loro classe.
-Va bene, eccomi.-
E così seguì Hamano, che stava progettando un qualche malefico piano dei suoi.


Quando il professore era arrivato in classe, Hamano era intento a costruire una complicata scultura con pennarelli, avanzi di gomme e scotch, che ormai era alta venti centimetri buoni.
-Hamano, metti via quella roba, per favore.- gli intimò l’insegnante.
-Ma come prof, è così artistico!- sorrise il ragazzo indicando fiero la sua scultura.
-Sai cos’altro c’è di artistico? La tua media del quattro.-
-Lei non ha il senso dell’umorismo.- sbuffò, lanciando nel cestino il suo “lavoro”, per poi risedersi al suo banco.
-Bene ragazzi, oggi abbiamo qui con noi un nuovo studente!- esordì allegro l’uomo, sorridendo in direzione della classe.
-Evviva- commentò piatto Kurama, tirando fuori i libri, mentre Hamano gli lanciava un pezzetto della sua scultura rimasto attaccato al banco.
Il professore finse di non sentirlo, e si rivolse a qualcuno fuori dalla porta: -Vieni pure, entra!-
Kaiji rivolse la sua attenzione verso la sagoma che era apparsa sulla soglia. Lentamente, molto lentamente, il nuovo arrivato camminò fino alla cattedra, mentre l’insegnante scriveva il suo nome alla lavagna. Era piuttosto agitato, si tormentava la mani e sembrava malfermo sulle gambe. Aveva i capelli rosso scuro legati in due codini, e un grande paio di occhiali nascondevano due occhi scurissimi, neri come Hamano non ne aveva mai visti.
-Lui è Hayami Tsurumasa.-
Hayami sembrava sul punto di esplodere, rosso com’era; si muoveva di continuo, intrecciando le mani, saltellando da una gamba all’altra e lanciando occhiate spaventate di qua e di là.
“Forse ha paura che lo mangiamo” pensò Kaiji, ridacchiando.
-S-sal-sa-salve.- riuscì finalmente a borbottare il poveretto, rischiando di svenire.
“Incredibile, una parola e ha balbettato quattro volte!” osservò stupito Hamano, guardando il viso del ragazzo vicino alla cattedra, che era diventato –se possibile- ancora più rosso.
-Mi raccomando, accoglietelo nella classe e fatelo sentire a suo agio- sorrise il professore, prima di indicare ad Hayami un posto in seconda fila, poco distante dal banco di Hamano –ti puoi sedere lì.-
Tsurumasa si avvicinò barcollando al suo posto e si avvinghiò al banco come se fosse la sua ancora di salvezza, distogliendo lo sguardo da tutto e da tutti e riprendendo a tormentarsi le mani.
“Che tipo buffo!” si disse Kaiji guardando il ragazzino.
Quindi si voltò verso la cattedra.
Alla seconda ora ebbe una conversazione via bigliettino con Kurama, un modo come un altro per far passare più in fretta la lezione. -Ohi Kurama, che ne pensi del nuovo arrivato?-
-Mi sembra un po’ moscio.-
-E’ buffo! Prima era rosso come un pomodoro! Anzi, anche adesso è un po’ rosso…-
-Ma che hai? Sembri in adorazione!-
-Ma guardalo! E’ troppo kawaii!-
-Kawaii? Vabbè… sei completamente andato.-
-Sembra uno facile da mettere in imbarazzo, non dovrò inventarmi uno scherzo troppo complicato!-
-Non vorrei essere al suo posto.-
-Oh, mi sta simpatico, non sarò troppo cattivo!-
-Lo spero.-
Dopo un’altra ora finalmente arrivò la ricreazione. Hamano si alzò allegro dal suo banco per dirigersi verso quello di Hayami, mentre Kurama lo guardava appoggiato al muro.
Il ragazzo, che stava leggendo un libro di una qualche materia, si accorse dell’avvicinarsi veloce del moro e subito tentò di nascondersi dietro al suo libro.
Hamano notò con piacere che le guance dell’altro si erano di nuovo imporporate.
Si avvicinò ancora di più ad Hayami, appoggiando le mani ai lati del banco e piegandosi su di lui, che istintivamente indietreggiò aggrappandosi alla sedia.
-Ehilà, Hayami-kun- ultimo sguardo agli occhi liquirizia, alle guance squisitamente rosse e agli occhiali che ormai erano sotto al naso –ti va di diventare mio amico?-
Si sentì un tonfo sordo: Hayami era caduto dalla sedia.

***

Il bambino stava seduto sulle gambe del padre reggendo goffamente la canna da pesca, sorridendo. Osservava l’esca oscillare nell’acqua, scomparire sotto la superficie per poi riaffiorare pigramente.
-Papà, guadda come sono blavo!- esclamò allegro il bimbo moro.
-Sì Hamano, sei proprio un bravo pescatore.- disse l’uomo stringendo a sé il figlio –però non ti agitare troppo, che rischi di cadere.-
Lo sguardo del bambino andò al loro secchio di pesci, e sorrise contento: lì dentro ce n’erano proprio tanti!
In quel momento sentì la canna da pesca tirare; qualcosa aveva abboccato.
-Vai Hamano, puoi farcela!- lo incitò il padre, stringendo le sue mani attorno a quelle del figlio e aiutandolo a tirare su la canna da pesca, che si stava facendo sempre più curva e difficile da tenere. Con un ultimo sforzo, riuscirono a portare il pesce fuori dall’acqua, appoggiandolo sul terreno accanto al secchio.
-Quetto è grande, papà!- esultò Hamano guardando il pesce.
-Eh sì, è davvero enorme, Kaiji!- confermò il padre, togliendo l’amo dalla bocca dell’animale e mettendolo nel secchio con gli altri.
-Direi che per oggi può bastare, non credi?-
-Nooo io volio stale ancola qui!-
-Ma è tardi, la mamma si starà chiedendo che fine abbiamo fatto…-
Il bimbo mise il broncio e si piegò sul secchio dei pesci. In quel momento qualcosa attirò la sua attenzione: un altro bambino –che stava nella postazione di fianco alla loro- era chinato sul suo secchio nella stessa posizione in cui era messo lui. L’espressione del bambino però era triste, e guardava il secchiello con rassegnazione; di fianco a lui, una donna metteva via l’attrezzatura da pesca.
Hamano si avvicinò al bimbo triste.
-Tao!- gli strillò nell’orecchio, facendolo sobbalzare. Il bimbo lo guardò stranito.
-Tao…- rispose triste, per poi tornare a guardare il suo secchio. Curioso, Hamano si sporse per guardare, e notò che era miseramente vuoto. -Non hai peccato neanche un pesce!- esordì sorpreso. L’altro lo fissò malinconico.
-Eh no…-
-Appetta qui.- sussurrò Hamano, andando verso il suo secchio; prese il pesce che aveva appena pescato –quello più grosso- e, facendo attenzione a non farselo scivolare dalle mani, lo portò al bimbo.
-Tieni, puoi plendele il mio!-
Il piccolo lo guardò sorpreso, ma poi scosse la testa, agitando i codini rossi: -Non posso, è tuo…-
-Ma io sono più contento se lo plendi tu.- disse allegro Kaiji mettendo il pesce nel secchio che stava ai loro piedi. Il bimbo coi capelli rossi lo guardò contento, mentre i suoi occhi liquirizia si illuminavano.
-Davvelo? Glatie!- esultò avvicinandosi al moro. Gli schioccò un bacio sulla guancia.
-Quetto ela pel ringlatiale-
Hamano arrossì appena, e gli dette un bacino sulla fronte: -Quetto invece ela pel ringlatiale il ringlatiamento!-
Risero insieme, poi Hamano tornò dal papà, che aveva osservato tutta la scena sorridendo pacato.
-Vieni Kaiji, torniamo a casa.-

***

Tre ragazzi stavano seduti su una panchina in un piccolo parco vicino alla periferia, un pomeriggio d’estate. Il sole batteva impetuoso sulle loro teste, e nemmeno l’albero sotto il quale erano seduti riusciva a donare loro un po’ di sollievo. Le anatre scivolavano placide sulle acque del laghetto, alcune becchettando i pezzetti di pane lasciati dai passanti.
Uno dei tre ragazzi sulla panchina –il moro, per la precisione- si stava lamentando, in maniera piuttosto insistente, del caldo.
-Ho caldooooo! Mi sciolgo…- ripetè per l’ennesima volta, facendosi aria con una mano e allargandosi il colletto della maglia con l’altra.
-Hamano, lo hai già detto diciassette volte- replicò il ragazzo dai capelli azzurri –se vuoi andiamo a prendere un gelato, così ci rinfreschiamo.-
-Sììì, gelato!- esultò entusiasta Kaiji, ma subito dopo cambiò espressione, diventando cupo –ma non ho portato i soldi…- disse mettendosi le mani in tasca e alzando le spalle.
-S-se vuoi pos-posso offrirtelo io…!- il ragazzo dai capelli rossi, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, prese parola balbettando come suo solito. Hamano si voltò a guardarlo, quindi gli diede un buffetto sulla guancia: -Sei dolce come al solito, Hayami-chan!-
L’altro, a sentirsi chiamare così, arrossì: anche se ormai si era abituato al carattere di Hamano, gli faceva sempre una strana impressione sentirsi chiamare Hayamuccio da qualcuno. Ma era più che logico. Specie se quel qualcuno era Kaiji, che rendeva il tutto più imbarazzante con la sua semplicità nel dire le cose.
-Bene, allora andiamo.- Kurama si alzò dalla panchina e si avviò per il viottolo che portava al carretto del gelataio, seguito da un Hamano saltellante che si trascinava appresso un povero Hayami rosso come un pomodoro.
Comprarono i loro gelati: limone per Kurama, pesca per Hamano e vaniglia per Hayami, per poi tornare a sedersi sulla loro panchina.
-Te li restituirò presto i soldi, promesso!- disse il moro al ragazzo seduto vicino a lui, dandogli una pacca sulla spalla.
-Tra-tranquillo Hamano-kun, non serve che me li re-restituisci- balbettò l’altro, rischiando di far cadere il gelato per colpa della pacca di Kaiji.
L’altro annuì, pensieroso, poi passò a dedicarsi al suo gelato, che stava pericolosamente in bilico sul bordo della cialda. Nel frattempo Kurama si era alzato ed era andato a dare il cono del gelato alle anatre, tanto a lui non piaceva.
-Ehi, Hayami- disse Hamano, interrompendo il silenzio –ti ricordi del giorno che ci siamo conosciuti?-
Hayami sospirò: come dimenticarlo? Come dimenticare il giorno in cui quel ragazzo si era impossessato di un pezzo della sua vita? Quel giorno di metà anno scolastico, quando gli aveva chiesto se avesse voluto essere suo amico, quando lui non aveva potuto fare a meno di accettare. Erano passati alcuni mesi da allora.
-Ma certo che mi ricordo, Hamano-kun- rispose il rossino, miracolosamente senza balbettare –mi hai fatto quasi svenire per l’imbarazzo!- prese fiato, poi continuò –per non parlare dello scherzo che ti sei divertito a farmi… non è stato carino!-
-Ma dai, cosa vuoi che sia una secchiata d’acqua in testa? E poi non era neanche fredda, mi ero preoccupato di intiepidirla!-
-Ma mi hai lo stesso bagnato da capo a piedi! E poi sono dovuto restare a letto col raffreddore per giorni.-
-Su su, non la fare tanto lunga, io pagherei per avere una scusa per non andare a scuola- disse il moro avvicinandosi, quindi riprese il discorso di prima –Comunque io non intendevo quel giorno a scuola, io intendevo quello molto più indietro, quello di cui forse neanche ti ricordi- sussurrò, prima di posare le proprie labbra alla pesca su quelle vanigliate dell’altro, in un tenero bacio che durò poco più di un istante.
-Questo era per ringraziare- sorrise Kaiji, leggermente rosso in viso. Allo sguardo confuso e decisamente imbarazzato dell’altro, rispose con uno sbrigativo –ringraziare per il gelato, che altro?-, facendo arrossire ancora di più Hayami, che riprese a balbettare parole incomprensibili.
E in tutto questo, nessuno si accorse di Kurama che, grondante d’acqua, imprecava contro un ragazzo dai capelli viola che aveva avuto la brillante idea di spingerlo dentro al laghetto.
-Non lo senti il caldo, Kurama? Almeno così ti sei rinfrescato~-







*angolino dell’autrice*
E dopo un bel po’ di tempo, eccomi di nuovo qui :3
Stavolta vi propongo una HamanoxHayami, che è la mia OTP di IE Go *w* Io li adoro questi due insieme ♥ E anche da soli ♥ Io adoro troppo Hamano ♥
Ma anche se lo adoro, l’ho fatto scabrosamente OOC çwç sono tutti scabrosamente OOC çwç *muore*
Ieri avevo voglia di kebab e gelato alla pesca *L* il kebab l’ho mangiato, ma non ho trovato neanche una gelateria aperta con sto freddo çOç Quindi l’ho inserito nella storia, awww, gelato alla pesca *u*
La storia non doveva diventare ammorossssa, ma è stato più forte di me :’D Amo troppo il fluff, chissà come mai si infiltra sempre nelle mie storie >w<
Ho fatto un elissi abnorme °D° Siete destinati a non sapere che cos’è successo in quei mesi ;D (ma a chi importa? x’’D)
E poi avevo voglia di inserirci un po’ di sana MinaKura, che è un’altra coppia che mi piace -dai, l’espressione di Kurama quando Minamisawa lascia il club di calcio è… è… indescrivibile ♥- e quindi ne ho messo un accenno in fondo -W-
Uhm, non sono sicura che si dica “Do you want to be my friend?”. Probabilmente ho sbagliato, se è così scusatemi, io e l’inglese non andiamo d’accordo D:
Grazie mille a chi ha letto tutta la storia, e a chi mi lascerà una recensione (?) :3
Questo angolino è diventato un angolone, omg '-'
Bai bai~
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: caramel coffee