Videogiochi > Final Fantasy X
Ricorda la storia  |      
Autore: Columbrina    22/11/2012    2 recensioni
{Lulu&Wakka.
“Ho capito una cosa, sai Lu?”
Lulu sorrise, senza che se ne accorgesse.
“Ti ascolto”
“Ho capito perché ti vesti sempre di nero. Sono le vedove che lo fanno, giusto?”
Annuì, innestando un rumore di ninnoli per capelli e ciuffi.
“Vuoi farmi la predica sul mio modo di vestire?”
“No anzi… Trovo che questo colore ti stia molto bene. La mia era solo curiosità”
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lulu, Wakka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fraternity
 

 
Il sole basso di Besaid tracciava una linea nel cielo che sfumava nel rosato, che correva parallela al mare azzurro che stava prendendo i colori di un’alba tersa e fresca, più di tutte le altre.
Wakka si era svegliato presto quel giorno, non perché sapesse che un’alba bella come quella ricorreva solo una volta l’anno, ma perché i pensieri gli avevano portato via il sonno.
Giocava con la fida palla da blitzball, palleggiando con destrezza, quasi senza guardarla e con un movimento impercettibile, tanto era veloce, la lanciò in acqua.
Era un piacere guardarla fluttuare tra le onde, che la riportavano giudiziosamente a riva come se volessero tenerla al sicuro dagli intrighi del mare aperto.
Wakka, allora, si perdeva nella contemplazione forzata del cielo terso, che rifletteva i colori candidi e rosati dell’alba. E pensava a fondo, senza perdere alcuna concezione spensierata di una vita a cui il male aveva asportato troppe cose.
“Toh… Sei già qua”
Il tono di convenienza, caratteristico di una voce a cui era stata portata via la vita, lo costrinse a vagare con lo sguardo alla ricerca di un lembo funereo, di un gesto inatteso anche se, come tante altri tentativi della sua vita, ciò risultò vano dato che Lulu si era messa accanto a lui, strategicamente lontana dal bagnasciuga.
“Sai che mi piace svegliarmi presto” fece Wakka, con il tono di chi era capitato lì per puro caso.
“Non ricordo che la tempestività fosse una tua prerogativa, quindi due sono le alternative…” esordì, con impeccabile tempismo “O hai mangiato pesante ieri sera oppure questo giorno ti dà sempre alla testa”
“Beh Lu, scusami se te lo dico… Ma non sei proprio la persona più giusta a poter venire a dirmi questo”
Wakka chinò lo sguardo sulle onde che si infrangevano sulla riva sabbiosa, depositando un alone di schiuma che si perdeva in nuovi e tristi pensieri. Si aspettava che Lulu se ne andasse via, silenziosamente sdegnata e senza proferir parola; invece elargì un sottile sorriso che rendeva il suo volto inaspettatamente diverso.
“Pienamente d’accordo… Per una volta”
Il sole iniziò la progressiva salita, facendo sfumare la linea rosata nell’azzurro limpido; un’ esuberanza in netto contrasto con la mestizia che si depositò negli occhi di Wakka, perfino l’emblematico ciuffo rosso pareva accasciarsi in un’anonima e semplice matassa di capelli.
Lulu, imprigionata nel nero, sussurrava una nenia a mezza voce che Wakka riconobbe subito.
“Era la preferita di Chappu. Gliela cantavo tutte le sere, anche quando era abbastanza cresciutello…”
“E non si addormentava mai”
“Ecco perché poi gliela cantavi tu” concluse Wakka, elargendo un gran sorriso impacciato “Credo fosse un pretesto per averti vicina”
Lulu raccattò una manciata di sabbia e lasciò che questa fluisse tra le sue mani, come se fosse un’impotente schiava del vento e i pensieri si impregnarono di lacrime mai versate.
Sapeva perfettamente che Chappu le avrebbe chiesto di sposarla; Wakka glielo aveva confessato il giorno in cui scoprirono che era morto, disperso tra i sogni di una sorte ingrata e congiunto a nuove stelle, a nuovi cieli che si muovevano quando Morfeo scoccava l’ora fatidica.
Si era ritrovata quella mattina insieme a Wakka, proprio quel giorno, senza nessuna voglia di condannare o rimuginare; sentiva la necessità impellente di ascoltarlo, perché sapeva di non averlo mai fatto abbastanza.
“Ho capito una cosa, sai Lu?”
Lulu sorrise, senza che se ne accorgesse.
“Ti ascolto”
“Ho capito perché ti vesti sempre di nero. Sono le vedove che lo fanno, giusto?”
Annuì, innestando un rumore di ninnoli per capelli e ciuffi.
“Vuoi farmi la predica sul mio modo di vestire?”
“No anzi… Trovo che questo colore ti stia molto bene. La mia era solo curiosità”
Era piacevole constatare quell’impacciato disagio in parole che potevano risultare forzate, arrangiate giusto per non smentire le aspettative; a Lulu piaceva riflettere profondamente, ma Wakka non vi riusciva quando non era da solo.
Lei era naturalmente telegrafica, lapidaria come una stoccata perfida, mentre annacquava nei ricordi delle persone care.
“Io, però, non capisco una cosa. Perché ci ritroviamo sempre qui per ricordare Chappu? Il suo corpo non giace qui…”
“Ma la sua anima sì” Wakka chiuse gli occhi, assorto “Chappu adorava respirare l’aria della spiaggia, ci aveva depositato un pezzo di vita quando era ancora piccolo e perdemmo mamma e papà, come te Lulu. Qui amava giocare a blitzball e dicevano che era una promessa. Ci metteva la passione, l’anima e il cuore senza chiedere nulla in cambio. Voleva portarti qui per farti la proposta, sai Lu?”
“L’ho intuito” sorrise Lulu, in una veste che si confaceva più a quelle lacrime nascoste nel letto e nel freddo notturno.
“Eh lo so, sei una grande intuitrice tu!”
Il sole scintillava sul nero opaco che fasciava Lulu come un involto, come se la incitasse a sorridergli per una volta senza alcuna implicazione morale.
Wakka perse lo sguardo nelle onde, per l’ennesima volta e stavolta non sarebbe riuscito a ritrovarlo, temeva.
Succedeva sempre così quando si perdevano a pensare ai propri cari che erano persi in un vortice di sabbia e vento.
Poi Lulu prendeva a cantare piano.
“Mi ha detto anche un’altra cosa, sai?”
La nenia fugace smise di impregnare l’aria con il suo estro lamentoso e Lulu aprì i ricordi.
Fece finta di non notare il compromettente rossore che attraversava le gote floride di Wakka, che calciava sabbia e acqua con i piedi per cercare un diversivo, probabilmente.
“Cosa ti ha detto?” lo incalzò lei, pacata come sempre
“In teoria è una sciocchezza che non implica alcun vincolo morale…”
“Devo preoccuparmi, Wakka?”
“Oh no, solo che Chappu è Chappu e ha sempre parlato a sproposito…”
Era una curiosa caratteristica di Wakka comportarsi come se il fratello e le persone care che avevano contornato la sua vita fossero ancora accanto a lui, magari a casa a dormire sogni tranquilli; Lulu gli invidiava questa qualità.
Per lui le persone care e perse erano come se fossero rimaste sempre lì.
“Wakka, se non te la senti, non me lo dire e dacci un taglio”
“Oh no, non è questo il problema… Solo che Chappu mi ha detto che semmai gli Aurochs non fossero riusciti a vincere la coppa di blitzball, avrei dovuto farti io la proposta. Buffo, vero?”
Wakka chinò di nuovo lo sguardo, bagnandosi i piedi e i pensieri in quella mistura di schiuma e sabbia che le onde depositavano a ogni nuovo afflusso.
Impacciato com’era, per lui era quasi un’abitudine non affrontare quegli occhi scrutinatori che si aprirono per la prima volta da quando il nero la inghiottì totalmente.
Sul viso venne fuori spontaneamente un sorriso, scettico però, che si confaceva perfettamente a lei.
“E’ ridicolo…” disse, giusto per rincarare la dose.
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy X / Vai alla pagina dell'autore: Columbrina