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Autore: s_smile    23/11/2012    8 recensioni
Acqua e Fuoco. Due elementi così diversi, opposti, ma capaci di completarsi l'un l'altro.
Sole e Luna. Lui una stella, lei un satellite.
Così distanti, incompatibili, ma uniti da uno stesso destino.
Ogni differenza scompare, ogni disparità si annulla, e resta solamente una cosa, l'amore.
Una piccola Zutara, che spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katara, Zuko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Sole e la Luna.




La luna, indiscussa dominatrice dell’elemento che dà la vita, risplendeva alta nel limpido cielo, avvolta da un lenzuolo caldo di stelle lucenti.
Era piena quella sera, e la sua maestosità ipnotizzava la ragazza, la quale se ne stava seduta immobile sul bordo di una fontana, nel giardino del palazzo della nazione del fuoco. Non ricordava di aver mai visto un cielo più bello, o meglio, riusciva a rendersi conto solo ora di quanto fosse meraviglioso, ora che il loro viaggio era giunto al termine.
L’Avatar aveva finalmente sconfitto il Signore del fuoco Ozai e il loro compito era terminato già da quattro mesi, mentre loro, non essendo pronti a separarsi dopo tutto quello che avevano passato insieme, erano stati ospitati a palazzo da Zuko, proclamato nuovo Signore del fuoco, sentendosi ormai più che semplici amici, ma una vera e propria famiglia, loro che una famiglia non l’avevano quasi più.
Ne avevano passate davvero molte insieme, ed insieme erano cresciuti e maturati, sviluppando le proprie abilità tra combattimenti e fughe, ricerche di amici perduti e scoperte di nuovi.
 Uno di questi aveva da subito attirato l’antipatia di Katara, la quale era sempre stata ostile al giovane dominatore del fuoco e lo fu maggiormente quando lui decise di unirsi al loro gruppo sentendosi “cambiato”.
Ciò che la faceva dubitare, però, non era il fatto in sé, ma la percezione che quel “cambiamento” non fosse definitivo, come tutti gli altri suoi compagni, invece, credevano.
Ma il ragazzo le aveva già dato modo di diffidare, quando, nella vecchia miniera sotterranea di Ba Sing Se, lei gli aveva dimostrato fiducia e comprensione e lui l’aveva tradita subito dopo.
Eppure, ora che tutto era finito, non provava più nessuna ostilità per il giovane, che si era rivelato un ottimo alleato, e un ottimo amico.
Avevano legato molto i due dominatori, uniti dalle difficoltà che si erano presentate, e Katara sentiva che quel sentimento, nato come semplice affetto e rispetto reciproco, si era evoluto sempre di più.

 Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dal suono di passi leggeri, ma sicuri allo stesso tempo, che le parevano sempre più vicini. Il dominatore del fuoco le apparve alle spalle, scrutando anch’egli la volta celeste con sguardo assorto.

-          Il cielo è davvero splendido stasera- commentò, accomodandosi di fianco alla castana.

-          Già, la luna è magnifica, non trovi?- ma i reali pensieri della ragazza si erano discostati di molto dalla semplice contemplazione degli astri, per concentrarsi sul giovane.

Di fatto, le risultava curioso come il loro rapporto avesse preso quella piega inaspettata, almeno per lei, che, conoscendolo, aveva imparato anche a comprenderlo e, forse, ad amarlo.

Egli era la persona più complicata che avesse mai incontrato; da un lato un abile dominatore, potente e  minaccioso, dall’altro un bambino abbandonato, alla disperata ricerca di affetto.
Era stato questo suo lato nascosto, questo tormento interiore del quale lui l’aveva resa partecipe per prima, a farle effetto, ed essere legati dalla sofferenza per la perdita delle rispettive madri li aveva avvicinati sempre di più.
Ricordava bene quanto lui avesse sudato per conquistare ancora la sua fiducia, accompagnandola nell’impresa dei predatori meridionali, per placare il tormento che la logorava da lungo tempo.
Ed in quel momento sentì di dovergli molto; non solo gli era grata per l’aiuto che aveva dato, istruendo Aang nel dominio del fuoco, ma aveva chiuso in lei una ferità vecchia e incrostata di sangue, salvandola dalla sofferenza e dal risentimento che le consumava l’anima.

 Erano ancora seduti a contemplare il cielo, il silenzio regnava incontrastato, e solo i respiri dei due dominatori squarciavano il tempo, che pareva immobile. Zuko distolse lo sguardo dalla figura della luna, che ammirava incuriosita la scena, e parlò con voce tremante.

-          Katara, io..

-          Sai, all’inizio io ti odiavo…- parlò, con voce lieve ma autoritaria, come suo solito.

Sul volto del dominatore si disegnò un’espressione interrogativa, che fece sorridere appena la castana, la quale non distoglieva le pupille dalla figura che si ergeva fiera in cielo, nelle tenebre della notte.

-          Già, ti ritenevo responsabile per tutto il male che si era riversato su di me e sulla mia famiglia, ti odiavo profondamente e non riuscivo a vedere altro che malvagità in te.

Zuko abbassò lo sguardo, per rivolgerlo al prato erboso ai suoi piedi, sentendosi  amareggiato e colpevole.

-          Ma poi ti ho conosciuto meglio- continuò lei- e mi hai dimostrato che mi sbagliavo.. mi sbagliavo di grosso. Non sei tutto ciò che pensavo, non sei quel mostro senza cuore che ti ho sempre considerato, anzi, sei l’esatto opposto.

Per la prima volta dall’inizio di quel monologo, Katara distolse lo sguardo dal cielo e piantò i suoi profondi occhi blu dritti in quelli castani del  ragazzo.

-          Tu mi hai dimostrato che non bisogna mai giudicare qualcuno senza conoscerlo, senza conoscere il suo passato, senza sapere cosa pensa, cosa prova. Vedi, io ti avevo giudicato Zuko, ma è un errore che non farò più.
Una persona malvagia non avrebbe certo fatto quello che tu hai fatto:  ti sei fatto in quattro per aiutarci, senza che nessuno te lo chiedesse e senza pretendere qualcosa in cambio. Devo ringraziarti, e non solo perché hai insegnato all’Avatar il dominio del fuoco, ma anche perché mi hai aiutata a ritrovare la serenità, e ad essere felice di nuovo.

Zuko, intanto, era rimasto ipnotizzato dagli occhi di lei, così profondi e lucenti, e nessuno dei due sembrava voler rompere le catene che li univano in quello scambio di sguardi, che aveva rubato l’attenzione al fiero satellite ed alle sue ancelle.

-          Sono io che devo ringraziarti, in realtà - riuscì ad articolare lui, tra i vari pensieri che affollavano la sua mente-  a Ba Sing Se ho fatto un grave errore, ma è stato il ripensare alle tue parole che mi ha dato il coraggio di ribellarmi a quell’ insensata volontà di riconquistare un onore che sarebbe stato superfluo, in fin dei conti, perché avevo perso molto più che il rispetto altrui…avevo perso me stesso.
Mia sorella mi aveva fatto il lavaggio del cervello, ma sapere che per la prima volta qualcuno, a parte mio zio, aveva creduto in me  è stato ciò che maggiormente mi ha permesso di cambiare, di migliorarmi, e  sinceramente, se quel qualcuno non fossi stata proprio tu, non so se avrei fatto questo sforzo.

Quelle parole fecero eco nella mente della dominatrice, come in nessuna delle grotte più profonde. Forse era arrivato il momento decisivo, che avrebbe cambiato la sua vita, ancora una volta.

-          Katara, io…- sussurrò lui, titubante-  io credo di essermi innamorato di te… Anzi, ne sono certo.

Ecco, alla fine era successo.

 La castana sapeva che quel momento si stava avvicinando e finalmente non ebbe più dubbi: anche lei lo amava, da molto tempo ormai.
Prima che il ragazzo potesse dire altro, Katara gli gettò le braccia al collo e lo baciò, in maniera tale che qualsiasi parola non avrebbe saputo esprimere.

Il fuoco l’aveva sfiorata, attraversata, le aveva pervaso l’anima, ma senza bruciarla, entrando semplicemente a far parte di lei.
L’acqua lo aveva inondato, senza spegnerlo, ma donandogli vita nuova.
Per la prima volta l’acqua e il fuoco si erano uniti, senza, però, che nessuno soccombesse per mano dell’altro, stipulando una tregua implicita, che avrebbe permesso ai due ragazzi di incontrarsi a metà strada ed amarsi.
Acqua e fuoco, caldo e freddo.
Strano come due cose apparentemente incompatibili possano, in realtà, completarsi l’un l’altro.
Allo stesso modo anche la luna,  curiosa spettatrice di quella scena, avrebbe trovato completamento nel sole, suo inseparabile compagno nell’arduo compito di segnare lo scorrere del giorno, del tempo, per sempre, come la natura aveva voluto dall’inizio dei tempi, poiché, in realtà, non esistono sostanziali differenze, ma tutte le cose, anche quelle apparentemente più incompatibili, fanno parte di uno stesso essere…




Note: Salve!! Premesso che io amo Avatar con tutto il cuore, ho sempre adorato la coppia Zuko/Katara e quindi questa piccola one-shot e dedicata a loro!  Ringrazio tutti quelli che hanno perso 5 minuti del loro tempo per leggerla, e spero che non vi dispiaccia perderne altri 5 per recensire. Vorrei davvero sapere cosa ne pensate perchè scrivo da poco tempo e non sono ancora molto brava (Anche le critiche costruttive sono sempre ben accette!). Spero sia piaciuto a voi leggerla quanto a me scriverla! Alla prossima!  Un Bacio.
   
 
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