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Autore: intersect    23/11/2012    2 recensioni
«Buongiorno desidera?» parlai, ancora con il capo chino sul foglio a segnare che in magazzino, in totale, c'erano 15 taglie 46 e 10 48.
«Pensa che io possa comprare la commessa?» alzai di scatto la testa trovandomi davanti Louis, il mio Louis, sorridente e interamente avvolto da una sciarpa bianca.
Gli sorrisi imbarazzata, girando intorno alla cassa e abbracciandolo forte.
«Buon Anniversario, amore» bisbigliò al mio orecchio, stringendomi a sé e carezzandomi i capelli.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Alice, a fine capitolo capirai.

 

Era il 14 di Dicembre e quel giorno a Londra, faceva più freddo del solito. Una cappa di nuvole nere aveva coperto l'intera capitale facendo affrettare il passo a quelle persone che, speranzose, avevano lasciato per un giorno l'ombrello a casa.

Eppure per me, quello era il giorno più luminoso al mondo.

 

«Josie, corri!» destai lo sguardo dal nuovo catalogo di jeans super skinny arrivati quella mattina in negozio e mi avviai a passo veloce verso il magazzino.

«Zayn! - gridai, vedendo mio cugino in bilico su una sedia – che diavolo stai combinando?»

«Ho messo qua il regalo di Megan e devo prenderlo. Non è così stupido» borbottò mentre allungava il braccio a recuperare un pacco dalle medie dimensioni.

«Si può sapere perché lo prendi adesso e, soprattutto, perché l'hai nascosto in negozio?» incrociai le braccia al petto e presi a picchiettare il piede per terra, mentre lui scendeva sano e salvo dallo scaletto.

«perché lei domani parte e l'ho nascosto qui perché lei è curiosa e mette le mani ovunque, non potevo metterlo a casa.»

«Già, me ne ero dimenticata che domani va in America dai nonni. Fortuna che abbiamo già deciso cosa devo indossare stasera..» Zayn mi sorrise, con quel suo sorriso storto, a mezze labbra prima di mettere il regalo impacchettato di blu con una coccarda argento dentro la sua sacca e andare a servire una giovane cliente che, a giudicare da come lo guardava, avrebbe provato anche gli stracci del barbone Ben che viveva lungo il Tamigi.

 

Mi avviai verso il lavoro che non avevo terminato prima e ricominciai a catalogare i jeans per colore e taglia quando la campanella sopra la porta suonò, segno che un nuovo cliente era entrato dentro.

«Buongiorno desidera?» parlai, ancora con il capo chino sul foglio a segnare che in magazzino, in totale, c'erano 15 taglie 46 e 10 48.

«Pensa che io possa comprare la commessa?» alzai di scatto la testa trovandomi davanti Louis, il mio Louis, sorridente e interamente avvolto da una sciarpa bianca.

Gli sorrisi imbarazzata, girando intorno alla cassa e abbracciandolo forte.

«Buon Anniversario, amore» bisbigliò al mio orecchio, stringendomi a sé e carezzandomi i capelli.

«Buon anniversario anche a te» sentivo gli occhi lucidi e un nodo alla gola e mi sentii tanto stupida nel voler piangere in una situazione simile.

Ci staccammo piano e lui mi guardò da capo a piedi, sorridendo.

«Sono vestita di merda, lo so. Però per stasera mi riscatterò.»

«A chi hai fregato le scarpe?» rise, poggiandosi di fianco al bancone della cassa, mentre fissava i miei tronchetti neri con le borchie d'oro.

«A nessuno! Sono un acquisto che io e Megan abbiamo fatto in comune.. tanto non le usiamo sempre.» borbottai, ritornando alla mia postazione per poi far pagare uno spropositato numero di capi alla ragazza entrata un quarto d'ora prima.

«Abbiamo esaudito le sue richieste, a quanto vedo» rivolsi un sorriso cordiale alla bionda davanti a me che non riusciva a togliere gli occhi di dosso da Zayn.

«Oh.. certamente.» vidi Louis ridacchiare e scossi la testa, porgendole il sacchetto e guardandola uscire fuori al freddo, voltandosi per l'ultima volta verso il negozio.

«finchè Zayn si manterrà così, credo che il negozio non fallirà di certo»

«chissà se Megan è d'accordo» risi, poggiando i gomiti sul legno e sporgendomi verso di lui.

«che dici, me lo dai questo cazzo di bacio?» sussurrai, avvicinandomi ancora di più.

«Non per interrompervi, ma dobbiamo chiudere.» chiusi gli occhi e maledissi mentalmente la delicatezza con cui mio cugino riusciva a distruggere i momenti pieni di romanticismo.

«Si, chiudo io vattene adesso!» gli urlai contro, facendolo scappare fuori ridendo sguaiatamente.

«Bene, adesso posso baciarti.» Mi prese per un braccio e mi trascinò davanti a lui, prendendomi il viso tra le mani e appiccicando le sue labbra sulle mie.

«A che ora mi passi a prendere stasera?» gli chiesi, poggiando entrambi le mani sul suo petto e prendendo a guardarlo negli occhi azzurri, che mi avevano stregato un anno prima.

«20,15 sotto casa tua.» annuii e poi lo baciai di nuovo, sfiorandogli timida le labbra con la lingua.

«mhmh, Josie intraprendente» borbottò, riappropriandosi di nuovo delle mie labbra, mordendole.

«Ora devo andare a farmi bello, ci vediamo dopo.» Mi aggrappai alle sue spalle, cercando di non farlo andare via. Mi sentivo bene al suo fianco, mi sentivo viva e non volevo lasciarlo andare, neanche per rivederlo dopo poche ore.

«Lasciami andare, ti prometto che poi da stasera potrai avermi tutto per te.»

«e va bene, ci vediamo dopo allora.» Gli lasciai l'ultimo, per il momento, spassionato bacio prima di vederlo andare via.

Sarebbe stata una lunga serata.

 

 

«Meg, Meg ho bisogno di te corri qua!» strillai alla mia coinquilina che, ciabattando, mi raggiunse in camera.

«¿Qué pasa, chica?»

«Quale tra queste?» le feci vedere tre collane tutte con l'oro: una con il globo, una con una rondine e una con una chiave e un lucchetto a forma di cuore.

«rondine J, è bella, fine e ti fa figa.» mi sorrise e si sedette sul mio letto, a gambe incrociate.

«Viene Zayn a casa?» le chiesi mentre mi agganciavo il ciondolo al collo e mi guardavo allo specchio.

Mi piacevo, mi piacevo parecchio: il vestito rosso fuoco che avevo acquistato due giorni prima mi fasciava nei punti giusti e il corpetto a cuore era perfetto. Cascava morbido fin sopra le ginocchia e la trama merlettata mi aveva colpito immediatamente. Decisi di indossare uno stivaletto completamente nero molto semplice ma che avrebbe fatto il suo effetto.

«Si, non ho voglia di uscire.. vorrei non dover partire.» mi girai a guardarla, mentre giocherellava con i ciondolini del bracciale che io e suo fratello David le avevamo regalato al suo compleanno.

«Perché non rimani allora? Non faresti contenta solamente me..» mi sedetti al suo fianco stringendole le mani nelle mie, facendole alzare il viso.

«Starò via solo .. solo due settimane.»

«Portalo con te, gli farebbe solamente piacere.»

«Dici?» le si illuminò il viso al pensiero e decisi che avrei fatto di tutto affinchè Zayn l'avesse seguita in America, pur di non sopportare musi lunghi in negozio e telefonate deprimenti da parte di lei.

«Dico, dico. Adesso mi sistemi i capelli e mi ripassi lo smalto?» le chiesi, sporgendo in fuori il labbro e sbattendo gli occhi.

Scosse la testa, facendomi alzare e portandomi in bagno.

«Ora siediti e stai zitta, ti renderò ancora più bella di quello che già sei.» ubbidii immediatamente, rilassandomi al tocco delle sue dita che, presumibilmente, intrecciavano delicatamente le ciocche dei miei capelli.

 

Un'ora e mezzo dopo ero completamente un'altra Josie: avevo i capelli raccolti in una treccia a lisca di pesce che cascava morbida sulla spalla, lo smalto beige risistemato alla perfezione e anche il trucco era sistemato: il rossetto rosso scuro sulle labbra e il mascara disteso alla perfezione.

«Sei uno schianto, fossi lesbica ci proverei spudoratamente con te.» la guardai shockata prima di scoppiare a ridere e abbracciarla, ringraziandola.

Sentimmo suonare il campanello e così, recuperata la giacca nera e la borsetta rossa, corsi in salotto spalancando la porta.

«Un po' più di allegria quando mi vedi cuginetta» mi diede una pacca sulla spalla e poi si avvicinò a Megan che con il capo chino, si strinse a lui.

Fortunatamente Louis era un tipo puntuale così appena suonò corsi giù per le scale, rischiando nove volte su dieci di spezzarmi le caviglie e tuffarmi a peso morto sul pavimento.

«Piano.. piano tigre!» ridacchiò prendendomi tra le sue braccia e baciandomi con trasporto.

«Ti ho lasciato tutto il rossetto sul viso» mormorai dolcemente, pulendolo con la mano.

«Andiamo, forza. Non vuoi di certo far attendere il ristorante.» scossi la testa prendendo posto nell'auto di Louis che – sicuramente; - aveva ricevuto una bella pulita.

Mentre ci avviavamo al ristorante in macchina chiacchierammo di tutto: del lavoro, dei suoi studi, dei nostri progetti, di tutto ciò che una coppia ad un anno di loro possa parlare.

«amore, oddio senti senti!» strillai, alzando il volume della radio che passava Heartbeat dei The Fray, la nostra canzone.

«Casca a pennello» sorrise lui, intrecciando la sua mano con la mia.

 

Parcheggiò in una delle vie più ricche di Londra, e sentii l'ansia arrampicarsi sulla pelle.

«Tranquilla, non spenderemo molto. Te lo prometto.» le sue parole, per quanto confortanti, non mi rassicurarono per niente.

Mi trascinò fino a fuori la porta e spiando all'interno notai un arredamento sobrio e molto elegante.

«Lou, perché non ci mangiamo una pizza?» proposi, cercando di rallentare il momento in cui saremmo entrati dentro.

«Non deludermi, entriamo dentro. Passeremo una bella serata.» Mi sorrise, e poggiandomi una mano sulla schiena m'invitò dentro. Ci accomodammo e subito un cameriere vestito in modo impeccabile ci consegnò il menù e dopo una manciata di minuti tornò, prendendo le nostre ordinazioni.

«E' la serata più bella della mia vita.» allungò la mano sul tavolo stringendo la mia e sorrisi, diventando dello stesso colore del vestito che indossavo.

Non sapevo cosa fare, come comportarmi. Era la prima volta che avevo una relazione così lunga: certo c'erano stati alti e bassi, incomprensioni ma avevamo sempre risolto nel migliore dei modi.

«Louis io.. sono senza parole ma davvero ti sono riconoscente di tutto.» mi sorrise in quel modo tutto suo e sentii il cuore crollare nelle caviglie.

Finita la cena al ristorante ( a cui rinunciai anche di oppormi per pagare, tanto avrebbe fatto tutto comunque lui,) decidemmo di concederci una passeggiata lungo il Tamigi, ammirando ogni vetrina già pronta per gli sconti Natalizi, le coppie che si stringevano e baciavano sulle panchine e gente sola che affacciata sul fiume, sola, chissà a cosa pensava.

 

«Sono ventidue anni che vivo a Londra e continuo ad amare il Big Ben di notte.» bisbligliò Louis, poggiandosi di schiena al parapetto.

«Beh, io due anni in meno.. ma lo amo ugualmente.»

Lo vidi muoversi e posizionarsi davanti a me, con la testa china poi, alzando la testa, mi sconvolse con la sincerità dei suoi occhi azzurri.

«Io non sono mai stato bravo a parole, e lo sai. Ci ho messo settimane per chiedere di diventare la mia ragazza, mesi per dirti ti amo, giorni e giorni per dirti che avevo voglia di te, in tutti quei sensi. E adesso pretendo di metterci poco per chiederti una cosa che è più grande di noi,» vedevo l'ansia nei suoi gesti, nei suoi occhi e nelle sue mani e io stavo per morire, lì, sul ponte del Tamigi.

«Josie – prese un respiro, un grande respiro – vuoi diventare la mia fidanzata? In modo ufficiale?» spalancai la bocca e stavo per rispondere si, si, si e diecimila volte si quando lui aprì di nuovo la bocca.

«e vuoi venire a vivere con me?»

Sentii animali nello stomaco, il cuore battere tre volte più forte e le mani e le gambe iniziare a tremare.

«si, si, si e diecimila volte si» pronunciai, strillando quasi, saltandogli al collo e rempiendolo di baci in ogni dove.

«Se scendi, ti do anche un regalo.» Ritornai con i piedi per terra e lui aprì una scatoletta rossa davanti ai miei occhi mettendomi sotto al naso un sottile anellino argento con sopra un brillantino.

Me lo mise e lo fissammo insieme per una manciata di secondi, poi mi avvicinai e distrussi la distanza che si era creata tra noi.

«Preparati ad una convivenza da strapazzo.»

«Sono pronta a tutto per te, Tomlinson.»


Questa potete amarla o adiarla, davvero.
Per me stasera conta solo il parere di una sola persona: Alice.
Oggi è un anno che ci conosciamo, trecentosessantacinque giorni. Proprio oggi, un anno fa, le lasciai il primo commento alla sua fanfiction e .. ed è iniziato tutto.
Vorrei ringraziarla per ogni parola che mi dedicato, per ogni situazione difficile che abbiamo condiviso e siamo andate avanti insieme.
Vorrei ringraziarla per un sacco di cose, ma mi trattengo.
Voglio solo augurarle il meglio dalla vita, da tutto.
Ringraziarla per essere con me, sempre. E anche se non ci sentiamo per giorni magari, lei c'è sempre con me. So di poter fare affidamento su di lei, quindi grazie Ali.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE.

ps: se siete arrivati fin qua vi ringrazio tutti perché questa cosa è... boh. Però grazie.

   
 
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