Aperti gli occhi sono
2 i mondi che si stagliano all'orizzonte,
una è la realtà del dolore, la
realtà delle guerre di idee,
la realtà dell'assasinio
dell'umanità.
Dall'altra un molteplice multiverso di illusioni,
mondi
d'oro spirituale, mondi di felicità non fittizia,
mondi nati dalle menti dei fili
d'erba,
mondi nati da ciò che al reale
appartiene,
mondi di speranza.
La discrepanza mi porta a sentire lacrime sul mio viso,
lacrime che scendono, interminabili
e immutabili,
come immutabile è l'esistenza, le
tocco
o meglio le sfioro per non farle
sparire come un vento,
ma non sono liquide come le
lacrime, sono dense come melassa,
vedo il mio dito sporco di sangue e
così
scopro la vera natura del mio
dolore,
un dolore che piange sangue,
un dolore a cui non trovo rimedio
nemmeno nella morte,
essendo forte il dubbio che mi
segua anche nel nulla eterno,
ma chi è a piangere?
Il mio animo nel rifiuto dell'umana esistenza
o il mio cuore nella lancinante
consapevolezza di un paradiso irrangiungibile.
Può sussitere soluzione,
potrà mai essere che al vivere la
realtà non muoia mille volte,
che al contatto umano il mio
spirito non vomiti bile,
la morte dell'altro è soluzione?
Come lo può essere l'eterna solitudine
se è da quella che fuggo,
ma da cui il demone presente in me
non mi separa
Soluzione non c'è,
rimedio non c'è,posso solo piangere
sangue,
e vomitare bile
per l'eternità