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Autore: past_zonk    25/11/2012    0 recensioni
Rikku sapeva cosa stava cercando di fare l'uomo. Le stava insegnando a vivere, a non seguire i suoi nefasti passi. Lui era come il suo maestro, l'aveva accolto sotto la sua supervisione severa, di tanto in tanto le parlava, e le insegnava la storia di Spira, o come difendersi, ma mai, mai, le aveva insegnato qualcosa di lui. Quello Rikku semplicemente glielo leggeva dentro.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Auron, Rikku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic ,,,Ehy! Aspettando di scrivere il nuovo capitolo di Jumpin' in my dreams, ho trovato una vecchia oneshot sul mio pc, ed ho deciso di pubblicarla :'>
Niente, questi due mi fanno impazzire! OTP OTP OTP! >///<
A scuola stiamo occupando, quindi sono superiperimpegnata - e stanca, molto stanca. Niente, siete tutti carini. AW.
Bye bye,
eveyzonk.
 






Un giorno questo dolore ti sarà utile.

 


 
-Perché?- disse piano, guardando la ragazzina negli occhi.
-Perché mi stai dicendo questo?
-Sostanzialmente perché sono albhed. Perché non voglio rimpianti, ma credo questa sia effettivamente una consequenza dell'essere albhed. E poi perché ho sedici anni e non voglio lasciarmi niente alle spalle, anche se si tratta di una porta della locanda di Rin sbattutami in faccia...- disse d'un fiato -Eh, ah, perché è vero! Mi piaci. Mi piaci da sempre e voglio che tu mi faccia entrare nella tua stanza per parlare un po', perché sono inquieta e non riesco a dormire...e anche tu lo sei, da sempre, immagino, e...-
La zittì bruscamente -Entra-
Rikku entrò e l'uomo chiuse la porta alle sue spalle. La luna era alta nel cielo, illuminava la Piana della Bonaccia; s'affacciò alla finestra, in silenzio.
-Siamo quasi arrivati...- sussurrò tra sé, per poi far cadere di nuovo tutto nel silenzio della notte.
-Non lo sono da sempre- disse d'un tratto l'uomo, stupendo la ragazzina.
-Cosa?
-Non sono sempre stato così inquieto...- disse sfilandosi gli occhiali, e poggiandoli sul comodino.
Rikku osservò la sua schiena, la sua postura elegante, la semplice canottiera nera aderente che lo copriva. Pensò fosse armonioso, nel suo turbolento modo di essere.
-C'era un periodo- disse, voltandosi -In cui ero quasi...sereno.-
E Rikku poteva vederlo, libero da ogni copertura, quel volto ora stanco e martoriato dai rimpianti, dai ricordi.
E giurò che stava per trasformarsi in un espressione di dolore, la sua, prima che si ricomponesse.
-Ora è troppo tardi, suppongo- disse con un ghigno amaro.
Rikku sapeva cosa stava cercando di fare l'uomo. Le stava insegnando a vivere, a non seguire i suoi nefasti passi. Lui era come il suo maestro, l'aveva accolto sotto la sua supervisione severa, di tanto in tanto le parlava, e le insegnava la storia di Spira, o come difendersi, ma mai, mai, le aveva insegnato qualcosa di lui. Quello Rikku semplicemente glielo leggeva dentro.
-No!- urlò l'albhed, alzandosi in piedi -Non dire così! Non è tardi...mai-
E si sentiva ferita, mentre lo diceva. Auron, il suo grande, imbattibile, incrollabile maestro che s'arrendeva così.
Quanto poco lo conosceva?
Sbuffò, Sir Auron.
-...è di un'ombra che dici d'essere invaghita...
Rikku si morse il labbro inferiore, gli occhi sgranati in un'espressione dolorante.
Auron s'avvicinò e, superandola, le poggiò una mano sulla testa, spettinandole i capelli goffamente, come si faceva con un animaletto domestico o un bambino.
-Solo un bacio- disse tremante la ragazzina.
Nessuna replica.
-Un bacio e sparisco di qui.
Silenzio.
Auron si girò a guardare la ragazza negli occhi, ma non trovò le sue iridi verdi. Gli occhi della ragazza erano bassi, a fissare il pavimento, e acquosi, annegati in lacrime corpose.
L'uomo si sentì in colpa; le alzò piano il mento con l'indice e il medio, si sporse verso lei e sbuffò, prima di poggiare leggermente le labbra su quelle della ragazza.
Fu un tocco leggero ma ponderato. Labbra schiacciate contro labbra.
Auron si ritrasse, spezzando il bacio, ma rimanendo a pochi centimetri dall'albhed.
Rikku lo guardò negli occhi -Ora va- le disse lui, appena udibile.
Le labbra della ragazza tremarono, e l'uomo le bacio un'ultima volta, prima di voltarsi ancora verso la finestra stanco.
Sentì i passi di Rikku, lenti fino alla porta della sua stanza, veloci e agitati nel corridoio della locanda, mentre mormorava, tra sé:-Spero mi perdonerai.







   
 
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