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Autore: KuromiAkira    26/11/2012    2 recensioni
Mamoru assentì e in pochi secondi tutti raccolsero le loro cose per dirigersi verso l'edificio che li ospitava durante quel ritiro.
All'appello mancavano solo Midorikawa, che durante il giorno si era infortunato e non era più tornato, e Hiroto che si era dileguato subito dopo la fine dell'allenamento, molto probabilmente proprio per controllare che fine avesse fatto l'amico.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Versi
Fandom: Inazuma Eleven
Personaggi: L'Inazuma Japan quasi al completo.
Genere: commedia
Rating: giallo
Avvertimenti: nessuno
Conteggio Parole: 1097
Note: Ero partita con l'idea di scrivere una HiroMido e non so perché è uscito questo °° Che è, obbiettivamente, una cavolata. XD Preciso, comunque, che la situazione descritta capita anche a me... solo che, naturalmente, qui l'ho ingigantita ed esagerata per rendere la fiction comica.





- Endou, forse è meglio tornare. Finiremo per fare tardi per cena - aveva commentato Kazemaru, esattamente un'ora e quaranta minuti dopo la fine ufficiale dell'allenamento giornaliero.
Il sole stava tramontando e, come sempre, i giocatori della Inazuma Japan si erano trattenuti al campo per continuare gli allenamenti lasciando che il Coach Kudou e le manager rientrassero prima di loro.
Il capitano sollevò lo sguardo dalla palla, che aveva appena parato, al compagno di squadra, quasi si fosse riscosso solo in quel momento da chissà quali pensieri. Mamoru assentì e in pochi secondi tutti raccolsero le loro cose per dirigersi verso l'edificio che li ospitava durante quel ritiro.
All'appello mancavano solo Midorikawa, che durante il giorno si era infortunato e non era più tornato, e Hiroto che si era dileguato subito dopo la fine dell'allenamento, molto probabilmente proprio per controllare che fine avesse fatto l'amico.
Il ragazzo con i capelli verdi non sembrava essersi fatto nulla di serio ma Endou condivideva la preoccupazione di Hiroto e, insieme agli altri, decisero di passare per la sua camera, prima di andare a riposarsi.
Erano praticamente arrivati di fronte alla porta quando Tachimukai si fermò improvvisamente.
- Non avete sentito qualcosa? - chiese dopo qualche istante.
Tutti si voltarono verso di lui, con sguardo interrogativo.
- Cosa? - chiese Tsunami.
Il secondo portiere della Inazuma Japan non rispose e nessun'altro fiatò. Il rumore che aveva sentito il ragazzo si ripeté e, questa volta, lo udirono anche gli altri.
Era una specie di leggero mugolio. Ne seguirono altri.
Endou aggrottò le sopraciglia. Si voltò verso la porta della camera di Ryuuji.
- Mi sembra... - Mamoru non fece in tempo a terminare la frase che un inequivocabile gemito arrivò alle sue orecchie. -...la voce di Midorikawa - concluse poi.
Nella mente di tutti nacque lo stesso sospetto.
Fudou fece schioccare la lingua e sorrise. - Pare stia bene - disse, col solito tono provocatorio.
Kidou si voltò verso il ragazzo. Già si era chiesto perché uno come lui li avesse seguiti, dato che non era proprio il tipo da preoccuparsi per gli altri.
- N-non sono affari nostri, comunque - balbettò Raiden, imbarazzato. E il rossore aumentò ancora quando sentì altri gemiti.
- Scusa, ti faccio male? - mormorò qualcuno, pacatamente e dolcemente, dentro la stanza. Era Hiroto.
- Un po', ma è piacevole - si sentì ribattere.
A quel punto, tutti avvamparono.
Fudou ghignò.
"C-che diavolo stanno facendo?" pensò l'intera squadra.
Tsunami appoggiò l'orecchio alla porta, curioso, ma Raiden lo strattonò all'indietro, intimandogli di farsi gli affari propri.
Dato che quei versi lasciavano pochi dubbi, molti ebbero intenzione di lasciar perdere ma Gouenji, accigliato ed evidentemente contrariato - più per correttezza che per altro: certe cose, al ritiro, non dovevano accadere - e preparandosi psicologicamente a ciò che avrebbe potuto vedere, provò ad aprire la porta, che non risultò affatto chiusa a chiave.
Tsunami sfuggì dalla presa di Hijitaka, troppo interessato alla questione per trattenersi.
La scena non fu però quella temuta: l'ex capitano della Genesis era seduto sul letto dietro Midorikawa con le mani appoggiate sulle spalle dell'amico. Il ragazzo dai capelli verdi li fissò un po' sorpreso. - Ehi - salutò.
- C-che fate? - chiese Kabeyama.
Ryuuji li guardò perplesso. Cosa potevano star facendo, secondo loro?
- Massaggio - spiegò Hiroto, sorridendo. - Ha un piccolo strappo muscolare - specificò.
Jousuke sospirò. - Ragazzi, abbiamo pensato malissimo - esclamò sollevato.
Midorikawa piegò appena la testa da un lato. - Perchè? -
- Sentivamo rumori strani... - disse Endou, ridacchiando.
- Che versi fai, tra l'altro? - domandò Shuuya, ancora imbronciato, incrociando le braccia al petto.
- Che versi ho fatto, scusa? - ribatté con assoluta innocenza l'ex capitano della Gemini Storm. Hiroto ridacchiò appena, ma nessuno sembrò farci caso.
Qualcuno della squadra si guardò l'un l'altro, senza aver il coraggio di dire nulla.
- Insomma, versi... - ripeté Kabeyama, scrollando le spalle. Forse era meglio lasciar cadere il discorso.
- Insomma, te ne rendi conto pure tu, no? - ci tenette però a precisare Raiden.
Ryuuji fece scorrere lo sguardo su tutti loro. - Sì... che pensavate? - Era evidente che non sospettasse nulla.
- Gemevi. -
- Beh? Non è normale? - insistette nuovamente. - Mi godevo solo il massaggio. Hiroto è bravo. -
"Ti prego, non usare quella parola..." pensarono all'unisono gli altri.
- No - disse secco Shuuya. - Ma non fa nulla, volevamo solo sapere se andava tutto bene. -
Kiyama, a quel punto, si alzò dal letto. - Ormai penso di sì, giusto? - chiese all'amico. Poi, senza attendere risposta, si rivolse agli altri. - Mi sono preoccupato non vedendolo tornare perché temevo si stesse deprimendo. Ogni tanto gli capita. Abbiamo parlato un po' - confessò.
Midorikawa non disse nulla, non sembrando infastidito dalla frase del ragazzo con i capelli rossi. Sapeva bene che abbattersi in quel modo era sbagliato ma ormai pensava potessero saperlo anche gli altri.
Mamoru annuì, ricordandosi di un discorso che aveva accidentalmente sentito proprio tra i due compagni di squadra, e intuendo che Hiroto si stesse riferendo a quell'episodio.
L'atmosfera si fece più leggera, una volta chiarito l'equivoco.
Yuuto, rimasto sempre dietro tutti gli altri, fece qualche passo dentro la stanza. - Non bisogna massaggiare uno strappo muscolare - fece notare, con assoluta tranquillità.
- Non è grave - disse Midorikawa. - E poi ne avevo proprio bisogno. -
- Ok. Non fatelo mai più qui. Sembrava steste facendo cose sconce - mormorò Hijitaka scuotendo la testa e uscendo dalla stanza.
Comprendendo finalmente quale fosse il problema, Midorikawa sussultò e avvampò. - Insomma, ma a voi non capita mai? Cosa c'è di così strano? Così come grido quando mi faccio male, mugugno quando mi massaggiano le spalle! - sbottò, agitatissimo.
Kidou si rivolse a Hiroto. - Tu non ci hai fatto caso? -
Kiyama ridacchiò. - Ci sono abituato. E poi dà soddisfazione -
Gli altri rimasero interdetti a quella frase. Ecco un altro che parlava in modo ambiguo...
- Che intendi? - fu la domanda di Ryuuji.
- Perché dimostri di apprezzare. E mi fa piacere. Nulla di equivoco, giuro - Hiroto rise ancora.
Proprio in quel momento arrivò Haruna. - Ragazzi, eccovi! La cena è pronta. Che ci fate tutti in camera di Midorikawa? -
Yuuta sospirò. - Nulla. Arriviamo - disse uscendo dalla stanza seguito da tutti gli altri.
Hiroto attese che Midorikawa si alzasse dal letto, poi gli lanciò uno sguardo divertito.
L'altro se ne accorse e arrossì. - Ok, ho capito, mai più massaggi - decise Midorikawa, incamminandosi verso la sala pranzo.
  
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