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Autore: Izume Hope    29/11/2012    2 recensioni
Ryou escogita un piano per prelevare del dna da un chimero, questo significa che i tre alieni dovranno essere distratti. CHi saranno le tre mew mew chiamate per questo compito? Un così semplice piano...cosa succederà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice, o in questo caso, della traduttrice, io sono Black Rose 92, forse alcuni di voi hanno letto delle mie storie, comunque girovagando per altri siti mi sono imbattute nelle storie di questa autrice, Izume Hope, dopo averle lette, me ne sono innamorata, e le ho chiesto il permesso di tradurre alcune delle sue storie, quindi questa è la prima la mia preferita.

Pubblicherò qui di seguito il permesso accordatomi da Izume Hope e il link delle storia originale in caso qualcuno volesse leggerla. Io ve lo consiglio, perchè in lingua originale è molto più bella.

 

 

 

Hi!

 

I'm honoured! Please do! Thank you for your time.

 

Izume Hope”

 

 

http://www.fanfiction.net/s/6691121/1/Simple-Distraction

 

 

Spero che la storia vi piaccia come è piaciuta a me, ok ora la smetto di blaterare, e vi lascio alla storia.

 

 

 

 

 

 

Semplice Distrazione....

 

 

 

“Ma perchè io?”

Retasu guardò Ryou con disperazione, che sospirò

“Ascolta” disse con voce severa,

“é un piano semplice e se resti focalizzata sul nostro obiettivo, per tenon dovrebbe essere un problema”

“Ma lo è! Perchè devo essere io a distrarre Pai?”

 

Erano tutti seduti al Caffè mew mew, in un pomeriggio soleggiato. Avevano chiuso il locale in anticipo, perchè Ryou aveva escogitato un piano per prelevare del Dna dai chimeri, così avrebbero potuto utilizzare la loro stessa tecnologia contro il loro nemico.

Era un piano molto semplice: Tre delle ragazze, avrebbero distratto gli alieni, mentre le altre due avrebbero raccolto il dna del mostro mentre lo combattevano.

 

Tuttavia, a Retasu il piano non piaceva più di tanto, perchè significava che avrebbe dovuto distrarre Pai. Non solo si sentiva un po' strana quando lui le era vicino, ma la spaventava a morte. Come avrebbe potuto farlo?

“Minto e Zakuro sarebbero molto meglio per distrarlo”

 

Ryou sospirò di nuovo. “Guarda, ci ho pensato molto,è l'unico modo in cui potrebbe funzionare. Te lo spiego. Ichigo sarà quella che distrae Kisshu, perchè è l'unica che riesce a tenerlo fermo per più di dieci minuti, Purin distrarrà Taruto, perchè sa esattamente come farlo. Mi servono le capacitò di Minto e Zakuro per prelevare i dati. Questo lascia te e Pai. Devi farlo Retasu, non ci sono scuse”

“Ma cosa dovrei fare?”

“Non lo so! Dagli qualcosa da esaminare, o qualcosa del genere”

“Qualcosa da esaminare?”

“Esattamente”

 

Ryou tirò fuori una bottiglietta con della sostanza blu al suo interno, dalla sua tasca.

“Ecco, prendi. Salta in acqua, trasformati nella tua forma a sirena e tienilo occupato con quello. Se ho capito bene il suo carattere, non dovrebbe resistere alla tentazione di esaminarti”

 

Fantastico. Ora, era una sorta di fenomeno da baraccone.

 

“Conto su di te per fare questo, Retasu” Lo sapeva. Certo che lo sapeva. E sapeva anche che eventualmente lo avrebbe fatto perchè doveva. Ma lo stesso...la prospettiva di affrontare Pai, il loro nemico che la spaventava a morte e che poteva causarle serie ferite, non era molto allettante.

Aveva paura che sarebbe svenuta o qualcosa del genere. E avrebbe fallito. Non poteva fallire, avrebbe rovinato tutto.

Non sapeva come gestire questa responsabilità.

 

Il viso di Ryou si ammorbidì un po', ciò fece accelerare i battiti del cuore di Retasu che trattenne il respiro.

“So che puoi farlo Retasu, ho fiducia in te” “Fiducia...?” I suoi occhi si ingrandirono. “Fiducia” ripeté Ryou. Lei gli fece un piccolo sorriso. Se lui credeva che ce l'avrebbe fatta...Avrebbe solo dovuto essere all'altezza delle sue aspettative. Sapeva che non l'amava nel modo in cui lei amava lui, ma non le importava. Finché riusciva ad ammorbidire il suo sguardo un pochino era contenta.

“Va bene, farò del mio meglio”

 

Ryou le sorrise. “Fantastico! Andiamo” Salirono tutti sulla macchina di Keiichirou e arrivarono al porto, dove erano attese.

Mezz'ora prima un'enorme chimero era apparso. Guidarono al porto in silenzio.

 

Purin era eccitata. Avrebbe potuto vedere Taru-Taru di nuovo! Non solo questo, aveva anche una bella scusa per giocare con lui: doveva distrarlo no? Sapeva come farlo. Era incredibilmente facile e lei non vedeva l'ora di farlo.

 

Retasu si stava innervosendo. Non poteva credere che aveva realmente accettato di affrontare Pai da sola.

L'alieno viola la faceva sempre sentire a disagio, ed era un miglior combattente di lei. Se sarebbe finita in un combattimento,avrebbe perso. Ma non doveva finire così...Se poteva trattenere Pai dal combattere oggi, quello potrebbe essere un segno che potrebbero eventualmente vivere in pace l'uno con l'altra. La ragazza strinse i pugni. Doveva distrarlo ad ogni costo. Per la pace.

 

Ichigo era preoccupata. Doveva restare da sola con quel noioso alieno per almeno dieci minuti. Quelli erano dieci minuti di troppo. Non era sicura di riuscire ad ascoltare il suo blaterare così a lungo. Così avrebbe dovuto semplicemente metterlo k.o. E se quello non funzionava, avrebbe dovuto continuare a parlargli. Avrebbe ascoltato, lo sapeva che l'avrebbe fatto. E se nemmeno questo funzionava..

 

Deglutì. Non voleva nemmeno pensare a quell'opzione. Non era veramente una sua idea, ma di Ryou.

 

Distrailo. Non mi interessa davvero come lo fai, ma fallo. Mandalo k.o., bacialo, qualsiasi cosa. Ma devi distrarlo.”

 

Ichigo deglutì ancora una volta. Baciarlo. Quella era la sua ultima opzione. Dio, sperava davvero di non doverlo fare. Non solo avrebbe tradito il suo Masaya, avrebbe dovuto trattenersi dal respingerlo immediatamente. Se l'avrebbe fatto, sarebbe tornato dal chimero troppo in fretta. Quindi se avrebbe dovuto baciarlo, avrebbe dovuto baciarlo per davvero. Quella non era una bella prospettiva.

 

Certo, l'aveva baciata prima. Ma quello non era qualcosa di positivo. Ricordava la sensazione della sue labbra sulle sue, un po' troppo. Per l'amor del cielo, se lo sognava a volte addirittura! Se solo potesse controllare i suoi sogni...questo renderebbe la sua vita molto più semplice.

 

La macchina girò verso il porto, e le cinque ragazze uscirono in fretta. Presero le loro spille e le attivarono con un bacio leggero.

 

“Mew mew Ichigo metamorphosis” “Mew mew Purin metamorphosis” “Mew mew Lettuce metamorphosis” “Mew mew Minto metamorphosis” “Mew mew Zakuro metamorphosis”

 

Tutto d'un tratto, le mew mew erano in piedi di fronte a Ryou e Keiichirou. “Bene ragazze” esclamò Ryou con un'espressione severa. “Questo piano deve funzionare perfettamente. Capito? Tutte voi attenetevi al piano, nessuna improvvisazione. Buona fortuna” Le ragazze annuirono e corsero via, verso qualcosa che avrebbe potuto ferirle gravemente. Non si guardarono indietro.

 

Le stavano aspettando. Fluttuavano in aria, sopra la testa del mostro che avevano creato per loro, questa volta, stava distruggendo dei capannoni.

 

“Ecco la mia Koneko-chan” esclamò Kisshu con un ghigno. Ichigo immediatamente sentì la rabbia fluire nel suo corpo. Avrebbe semplicemente dovuto metterlo fuori combattimento. “Il mio nome è Ichigo!”

“Siete in ritardo, Mi stavo già annoiando” disse Taruto annoiato.

“Oh boohoo” rispose Purin ridacchiando “Beh, sono qui per giocare con te adesso, Taru Taru!”

“Non chiamarmi così!” Taruto parlò con rabbia. Era appena arrivata, e lo stava già innervosendo.

Quello avrebbe potuto essere un nuovo record. Doveva essere orgogliosa di se stessa.

 

Pai non disse nulla. Si limitò a osservare le cinque ragazze di fronte a lui, e si accorse che quella verde sembrava molto a disagio. Cosa poteva significare?”

 

Retasu, lanciò uno sguardo a Pai per un secondo, poi immediatamente guardò nuovamente le sue mani. La stava fissando. Perchè la stava fissando? Probabilmente aveva già capito tutto...non c'era modo di distrarlo.

 

“Il tempo dei giochi è finito” disse Zakuro. “Andiamo ragazze”

“Non so cosa vogliate ottenere, ma probabilmente non è niente di buono. Per questo, non vi perdonerò!” Gridò Ichigo agli alieni e al loro mostro.

 

Kisshu scuoté la testa e ridacchiò. “Sempre così aggressiva” Poi sparì nel nulla, solo per riapparire di fronte a lei. Afferrò la sua guancia e ghignò. “Ti sono mancato così tanto?” Ichigo immediatamente schiaffeggiò la sua mano e afferrò la sua arma. “Sta zitto” Kisshu ridacchiò nuovamente, e tirò fuori le sue armi. “Bene, parleremo dopo. E forse faremo un pochino di più...” “Ti ho detto di tacere!” Ichigo alzò la sua arma e urlò il suo attacco, ribolliva già di rabbia.

 

Oh sì, l'avrebbe definitivamente messo al tappeto.

 

“Ribbon Strawberry check!” Kisshu schivò l'attacco con una risata malvagia, e si teletrasportò dietro di lei, posando le mani sulle sue spalle. “Eccomi qui!” sussurrò leggermente nel suo orecchio. Ichigo rabbrividì e si girò trovandosi così faccia a faccia con lui.

“Tu! Maniaco!”

“Mi hai chiamato?” Non riusciva a sopportare quel suo ghigno. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per cancellarlo.”Sì!” Un'altra volta chiamò il suo attacco, costringendolo ad arretrare, lontano dagli altri e dal mostro.

 

Questo risvegliò le sue amiche. Dovevano dar inizio al piano.

 

“Ribbon Zakuro sphere!”

“Ribbon Mint Echo!” Zakuro e Minto cominciarono ad attaccare l'orribile creatura di fronte a loro, mentre Retasu e Purin correvano verso i due alieni rimasti, che strinsero la loro presa sulle loro armi. Taruto corse con rabbia verso Purin, mentre Pai aspettava con calma Retasu.

 

“Purin ring Inferno!” Purin lanciò il suo attacco con un sorriso, sapendo che probabilmente non avrebbe ferito Taruto. Il ragazzino alieno schivò l'attacco,accerchiando la ragazzina di fronte a lui.

 

Tutto d'un tratto Purin corse via. Doveva allontanarlo dal mostro.

 

“Hey!” urlò indignato. “Dove credi di andare?” Purin fece una risatina e continuò a scappare. Mentre, emettendo un sibilo frustrato, Taruto la seguiva. “torna indietro! Nanerottola!”

“No!” lo canzonò Purin mentre si arrampicava su un albero.

Dall'albero, arrivò sul tetto di un capannone e lo guardò con sfida. “Prova a prendermi, Taru- Taru”.

Poi si girò scappando nuovamente sul tetto, mentre rideva rumorosamente.

“Non chiamarmi così!” La seguì volando, furioso.

“Sei una codarda! Combatti con me!”.

“NO!” Lo canzonò nuovamente.

 

Improvvisamente il ragazzino si teletrasportò di fronte a lei, il viso distorto dalla rabbia. “Ti farò piangere finchè non crolli, mi hai sentito?”

Purin lo salutò con espressione seria. “Sì signore”. Poi rise di nuovo, correndo di nuovo da un'altra parte del tetto.

 

“Non prenderti gioco di me!”

“Non mi sto prendendo gioco di te, Taru-Taru! Mi sto solamente divertendo! Non vuoi giocare con me?”.

“No non voglio! Sei via troppo infantile!”.

“Ma io sono una bambina!” Si girò verso di lui, restando immobile, cercando di recuperare il fiato causato dalla corsa. “Quindi perchè non dovrei essere infantile?”

 

“Perchè...Perchè...Devi batterti con me!”

“No se non voglio” “

“Sì che devi! Altrimenti ti schiaccerò! Prendi questo stupida scimmia!” Le lanciò la sua arma. Purin la schivò in tempo, ma si ferì, cadendo dal tetto.

 

“Ow, fa male!” Si alzò velocemente, arrabbiata ora. “Mi hai fatto male! Taru-Taru!”

“Ti batterai con me, ora?” chiese speranzoso. Avrebbe reso tutto più facile. “Bene! Purin ring Inferno!”

 

Il suo attacco lo colpì sulla spalla, e lui l'afferrò dolorante. “Ahia! Visto! Adesso tu hai ferito me! così è come dovrebbe essere!”

“Ma io non voglio ferirti!”

“Non hai nessuna scelta se vuoi sopravvivere!” Le tirò la sua arma di nuovo.

“ Io non concedo pietà!” Purin saltò via

“Non ne sto chiedendo alcuna!” Lanciò il suo attacco.

Questa volta lo colpì più pesantemente, e il ragazzino cadde dal tetto.

 

“Taru-Taru!” Urlò Purin correndo verso di lui. “Mi dispiace! Ti ho fatto male?”

“I- Ma che stai facendo idiota? Dovresti attaccarmi!”

“Ma sei ferito! Non posso attaccarti se sei ferito!”

“Si che puoi, e dovresti!”

“Ma io non voglio!”

“Sei debole!”

“No, sei tu debole”

“Perchè dovrei essere debole?”

“PERCHE' CREDI DI POTER RISOLVERE LE COSE COMBATTENDO!”

 

L'alieno rimase spiazzato e guardò la ragazza di fronte a lui, che cercava di riprendere fiato, con stupore. “E non puoi” aggiunse con più tranquillità. “In più, giocare insieme è molto più divertente”

Taruto la guardò meglio. “Tu sei una scimmietta bizzarra”

“E tu sei un alieno bizzarro, ma non ci faccio caso, no?”

 

Purin si inginocchiò vicino a lui, posando una mano sulla sua ferita. “Fammi vedere...oops, ti ho davvero colpito forte...Mi dispiace Taru-Taru, ma mi hai fatto arrabbiare così tanto!”

Taruto era stupito. Il suo nemico si stava scusando per averlo ferito.

Questo era qualcosa che non accade molto spesso giusto? Lei lo guardò e gli sorrise.

“La prossima volta giocheremo semplicemente a nascondino, d'accordo?”

 

“Ribbon lettuce rush!” L'alieno viola schivò il suo attacco senza problemi e immediatamente mandò uno dei suoi, che le causò di cadere cercando di schivarlo. Si rialzò immediatamente, giusto in tempo per schivare il secondo attacco.

 

Sapeva cosa doveva fare.

 

Retasu fissò i suoi occhi neri per un secondo, poi saltò in acqua, accanto ai capannoni.

 

Pai rimase ghiacciato e guardò con occhi spalancati mentre Retasu riemergeva nuovamente dall'acqua, le sue gambe rimpiazzate da una coda verde e avvolta da una luce blu che si combinava benissimo con i suoi occhi. Il suo sguardo era determinato mentre lo guardava dritto negli occhi e si rituffava in acqua. Il momento in cui ruppe la superficie, tutto il suo essere sembrò cambiare, era una sensazione fantastica.

Non ci volle molto che anche lui saltò appresso a lei. Si tuffò in acqua guardandosi intorno, vedendola immediatamente. Galleggiava ad almeno venti metri da lui, il suo sguardo più determinato e bellissimo di quanto avrebbe mai pensato di vederlo.

I suoi capelli ondeggiavano un pochino intorno al suo viso, i suoi occhi blu più limpidi che mai.

Non pensava che qualcosa di così bello come la visione di fronte a lui potesse esistere. Non faceva senso. Doveva scoprire da dove proveniva. Semplicemente lo doveva fare.

 

Retasu gli voltò le spalle nuotando via lentamente. Non poteva permettere che ciò accadesse.
“Fuu Rai Sen” Lei gridò dal dolore quando l'attacco la colpì alla schiena. Poteva sentire il calore emanato dal fulmine che provava a mangiarle via la pelle, rabbrividì.

Lui si teletrasporto di fronte a lei e aprì la sua bocca per attaccare di nuovo.

 

Troppo tardi questa volta.

 

“Ribbon Lettuce rush!” Non riuscì a vederlo arrivare, perchè lei stava ancora rabbrividendo per il dolore. Era veramente determinata. Senza esitazione sollevò nuovamente la sua arma, ma lei nuotò verso di lui in un secondo, provando a lanciargli un pugno nello stomaco. Riuscì ad evitarlo e afferrò il suo polso, tirandola verso di sé. Gli occhi di lei si spalancarono.

 

“Perchè mi temi?” le chiese con uno sguardo penetrante. I suoi occhi erano spietati. Le tolsero il fiato. Non lo temeva? Era terrificata. Sapeva che poteva ucciderlo da un momento all'altro, senza esitazione o rimorso. Ma in nessun modo gliel'avrebbe detto. La guardò, investigando sulla sua espressione del viso.

 

“Perchè potrei essere morta ormai”

 

I suoi occhi divennero feroci. Cosa stava insinuando? Che non voleva ucciderla? Anche se non poteva negare che avrebbe potuta ucciderla facilmente un paio di volte, ma non lo aveva fatto. Solo perchè voleva analizzarla un po più a fondo. Lo intrigava. Il fatto che le sue armi fossero delle nacchere, il modo in cui poteva trasformarsi in sirena, il fatto che fosse così fragile, ma lo stesso così determinata. Non sembrava timida come suo solito in acqua, ma arrossiva lo stesso mentre esprimeva i suoi pensieri.

 

“Pensi che non ti ucciderò?” Ad alta velocità piazzò la sua mano sul suo collo e portato il suo viso al suo, nessuna emozione nei suoi occhi,

Poteva sentire la pelle nuda bruciare al suo tocco, ma non era quello che causò il suo rossore. Quale fosse la causa, lei non lo sapeva. Ma arrossì. La sua voce era bassa e profonda, proprio come i suoi occhi.

 

“Sono assolutamente sicura che tu non mi ucciderai. Non ancora”

“Perchè?” “Perchè tu sei uno scienziato, e io sono un progetto”

Lui investigò nuovamente sulla sua espressione, attirandola nuovamente verso di sé. Poteva sentire la sua coda toccare il suo corpo.

Cosa stava facendo?

 

“Parli di te stessa come se fossi un oggetto” “Sì, lo faccio a volte”. “Perchè?” “Perchè se non lo faccio, sarei spazzata via dai miei sentimenti, e questo significherebbe che non riuscirei a svolgere bene il mio lavoro”

 

Lui capiva esattamente cosa stava dicendo, poteva vederlo. Ma non capiva che lei si sentiva esattamente come lui.

 

“Quali sentimenti?” “Scusa?” “Saresti spazzata via, da quali sentimenti?” “Oh...beh non voler ferire il mio stesso nemico, per esempio. O la mia paura, o la mia rabbia o la mia tristezza.” “Tristezza?”

“Sì. Vedo quanto soffri. Non è una bella visione” “Non lo do a vedere” “Non a tutti, no. Ma certe volte guardo sotto la tua superficie, Pai. Non sei un uomo cattivo. Segui solo gli ordini che credi siano giusti. Ma non lo sono. Dovremmo negoziare, aiutarci l'un l'altro” La sua voce si tramuto in suppliche.

“Ti prego Pai. Dacci un'occasione. Dammi un'occasione per dimostrarti che possiamo risolvere le cose senza la violenza”
 

“Non possiamo”

“Sì che possiamo! Certo che possiamo! Non siamo bestie, no? Siamo persone civilizzate, dovremmo riuscire a-” “Non possiamo” “Perchè no?” Lo sguardo nei suoi occhi era feroce e testardo. “Parli come Ryou...perchè non mi vuoi ascoltare?” “Non sono come lui” “Cosa?”

 

Retasu lo guardò negli occhi. Si stava arrabbiando, lo poteva vedere. Forse non avrebbe dovuto dire che era come Ryou.

 

“Non sono come quel biondino”

 

“Biondino...?” Lo aveva detto con una faccia talmente seria. Retasu non ne potè fare a meno, ma si lascia scappare una risatina. Biondino...se Ryou sapesse come lo chiamava Pai, sarebbe ribollito di rabbia. Si lasciò sfuggire un'altra risatina.

 

“Perchè sei felice? Sei sul punto di venire uccisa”

“No non lo sono. Non ancora” La sua stretta intorno al suo collo si strinse. “Ti credi troppo al sicuro, Mew Retasu”

 

Era assolutamente terrorizzata. Ma non poteva mostrarlo. “Ti credi troppo violento, Pai. Vuoi veramente batterti con me? Lo sappiamo entrambi che vinceresti tu. Io sarei morta. In quel caso non scopriresti mai perchè sono così” Posò le sue mani sul suo petto.

 

Dio, era vicino. Perchè era così vicino? Perchè a lei piaceva così tanto che lui fosse vicino? Che le stava succedendo? Perchè lui non arretrava? L'avrebbe uccisa dopo tutto? No, non l'avrebbe fatto no? Ma, cos'altro stava pianificando? Tutto questo non faceva senso.

 

Pai stava pensando le stesse cose. Non sapeva cosa stesse succedendo o perchè si sentiva in quel modo. O perchè sentiva del tutto.

Poi, tutto d'un tratto, fuori dal nulla, un pensiero nacque nella sua mente. Ne rimase spiazzato, prese il sopravvento su tutto il suo corpo.

 

La logica può andare al diavolo.

 

L'attirò a sé ancora di più e premette le sue labbra su quelle di lei, che causò al suo cuore di accelerare il battito, alle sue guance di arrossire e al suo cervello di collassare.

 

La stava baciando. La stava baciando. Oh cielo,la stava baciando. E non le importava per niente. Al contrario avvolse le sue braccia intorno al suo collo e chiuse gli occhi, chiedendosi come sarebbe finita, e perdendosi nel suo bacio. Era incredibile quanto dolce il ragazzo potesse essere. Tenero. Le sue dita correvano tra i suoi capelli, e lei sentiva che sarebbe svenuta tra le sue braccia, ma non lo fece. Non sapeva cosa stesse succedendo e non le interessava.

 

“Argh!” con un gridò frustrato, Ichigo mandò un altro attacco al suo nemico. “Idiota!”

 

L'opzione di metterlo al tappeto non aveva funzionato come aveva voluto.

 

Ogni volta che mandava un attacco all'alieno, le sorrideva cinico e si teletrasportava dietro di lei. Così, non poteva tramortirlo. Ciò significava che doveva passare al piano B, parlargli. Ma come avrebbe potuto avere una conversazione civilizzata col suo nemico che la stava innervosendo? Non era mai stata così tanto arrabbiata con lui. Persino la prima volta che l'aveva baciata, non era stata così arrabbiata. Era come una granata, in attesa di esplodere e spingerlo via.

 

“Eddai Koneko-chan. Arrenditi. Non vincerai mai contro di me!” “Mai!” urlo lei. “Ribbon Strawberry surprise!” Kisshu roteò gli occhi e sospiro, teletrasportandosi. “Argh, smettila di barare stronzo!”

 

Kisshu piazzò una delle sue mani sul suo petto e guardò verso il cielo. “Mai!” le ripetè. Poi guardò in basso verso di lei, e ghignò. “Beh...almeno, non finchè non ti avrò. Non ci vorrà ancora molto, non credi?” “Quante volte te lo devo ripetere: Tu non mai avrai mai e poi mai!”

 

Lui sembrava quasi triste quando quelle parole le sfuggirono dalle labbra, e lei si ritrovò a provar rimorso per averlo detto. Questo la spaventò un pochino, perchè avrebbe dovuto importarle se soffriva?”

 

Kisshu si teletrasportò di fronte a lei questa volta, i suoi occhi a pochi centimetri di distanza. Ichigo rimase a bocca aperta. Lui fece un'altra risatina e poi si girò e volò verso un vicolo tra due capannoni, lasciando Ichigo da sola a riprendere fiato.

 

Cosa avrebbe dovuto fare? Era l'occasione perfetta per distrarlo, ma d'altra parte lui l'avrebbe aspettata lì. Stava definitivamente pianificando qualcosa. E se fosse una trappola? Avrebbe pensato che era una stupida.

 

Aspetta, perchè avrebbe dovuto importarle se la credeva stupida? Inoltre, era lei quella che lo stava prendendo in giro distraendolo, giusto? Annuì con determinazione e seguì l'alieno nel vicolo.

 

C'era una specie di strano crepuscolo, causato dall'altezza dei container a cui stava in mezzo. Non le piaceva per niente, ma continuò a camminare, aspettando che lui si rivelasse, o qualcos'altro.

 

Poi lo vide.

 

Era appoggiato contro il muro di uno dei capannoni,completamente comodo e rilassato. Tuttavia aveva questo sguardo negli occhi che le faceva venir voglia di confortarlo. Stava soffrendo.

 

Perchè stava soffrendo? Perchè e lei importava che lui stesse soffrendo?”

 

Dov'era finita la sua salute mentale?

 

Lentamente camminò verso di lui e si fermò a un paio di metri di distanza, le sue mani con la sua arma lungo il suo corpo, cercando di riprendere fiato dalla battaglia.

 

“Perchè non mi ami micetta?”

 

La sua voce la trafisse come un fulmine e immediatamente si sentì presa dalle vertigini. Che le stava succedendo?

 

La guardò, in attesa di una risposta.

 

“Perchè sei un alieno...” “-Razzista-” “...e perchè ho un ragazzo”

 

Il ragazzo si sospinse contro il muro staccandosi e camminando verso la ragazza tremante di fronte a lui. “Potrei occuparmi di quell'ostacolo” “Ti odierei se lo uccidessi” “Non devo ucciderlo, devo solo fare in modo che tu lo lasci” “Non lo lascerò mai, Io lo amo!” “Ne sei sicura?”

 

Ichigo rimase congelata per un secondo. Se era sicura? Certo che era sicura! Ma da dove veniva quella sensazione scomoda che provava in petto e perchè era improvvisamente arrossita? Si sentiva come se stesse mentendo. Mentendo a se stessa.

 

“Sì sono sicura!”. Riusciva a vedere che aveva risposto troppo tardi. Lui aveva già un piccolo ghigno stampato sul volto. Lei rimase accecata dai suoi occhi dorati e fece un passo indietro, inciampando sui suoi piedi e cadendo.

 

Lui l'afferrò tra le sue braccia e la strinse così tanto che i loro nasi si sfiorarono. Ichigo perse la capacità di respirare e di pensare lucidamente per un secondo. Poi tentò di liberarsi dalla sua stretta.

“Lasciami andare”

 

“Se solo potessi...”

 

Ichigo rimase congelata e lo guardò dritto in quei suoi occhi troppo belli. Sembrava che fosse diviso in due. Sollevò una delle sue mani, tenendola ancora stretta a sé con l'altra, e le accarezzò leggermente il viso con i suoi polpastrelli. Erano freddi ma riuscivano a bruciarla lo stesso.

 

“Ho provato...ho provato davvero...Ma non riesco a lasciarti andare”

 

Ichigo si staccò dal suo abbraccio e si allontanò nuovamente da lui di qualche passo. “Devi, lo sai. Siamo nemici, noi combattiamo” Scuoté la testa, cercando di riordinare i suoi pensieri. “Non può importarti per qualcuno che combatti” Stava parlando a se stessa più che a lui. “Semplicemente non puoi”

 

Le piaceva. Certe volte le piaceva davvero. Quando la guardava come se fosse più potente del sole o quando le salvava la vita, nonostante dovesse ucciderla. Certe volte le sorrideva, un sorriso raro, che vedeva troppo poco, ma che esiste. In quel sorriso poteva vedere tutto il suo carattere, i suoi lati buoni, le cose di cui le... importava. Le cose che non voleva ferire. Quel sorriso le impediva di odiarlo.

 

E che quando la stringeva, non poteva non notare che la sua presa era molto più ferrea di quella di Masaya.

 

Lo stesso..c'erano momenti in cui avrebbe voluto sparargli. Le volte in cui abbassava lo sguardo su di lei per esempio, o quando feriva i suoi amici. Certo erano nemici, per cui capiva quella parte. Ma la cosa che odiava di più...

 

Semplicemente assumeva che lei eventualmente sarebbe stata sua. Ne era così assolutamente certo che lei cominciava a dubitare dei suoi sentimenti per Masaya.

 

E quel suo ghigno.

 

Dio, lo odiava come odiava l'inferno. Era una delle cose che la innervosivano di più e la trasformavano in una granata. Tuttavia...tuttavia innescava anche delle sensazioni strane al suo corpo che non voleva provare.

 

Le fece affrontare un fatto terribile:Qualsiasi cosa lei avesse potuto dire, le faceva effettivamente provare delle sensazioni per lui.

Cose di cui non sapeva nemmeno l'esistenza. Cose che facevano ardere il suo corpo e spazzavano via il suo cervello. Cose che avrebbero fatto collassare le sue gambe e che le mandavano brividi sulla schiena.

 

Di sicuro lui si era accorto che parlava a se stessa. Ne trasse della speranza.

 

Così lei si trovò a essere spinta contro il muro, i suoi polsi accanto al suo viso. Lui portò il suo viso verso quello di lui e smise di avvicinarlo quando le sue labbra erano solo a qualche centimetro di distanza. Poteva sentire il suo fiato caldo sulle sue labbra tremanti. Ichigo provò a ogni costo e restare appesa alla sua salute mentale, ma la sentiva scivolare via.

 

“Sei così testarda...” mormorò, notando i suoi sforzi. Le sue labbra sfiorarono quelle di lei mentre parlava, causando al suo cuore di accelerare e a fermare i suoi movimenti.

 

Il pensiero le giunse dal nulla. Sto provando a resistergli pensò, scioccata perchè se non lo facessi lo lascerei effettivamente baciarmi. Peggio, lo bacerei io, invece del contrario.

 

Lui lo sapeva. Certo che lo sapeva. Certe volte sembrava che vedesse attraverso i suoi occhi nel suo cuore più spesso di lei. La conosceva e conosceva i suoi sentimenti meglio di quanto non li conoscesse lei. Lo sapeva che lo amava prima di quanto non lo sapesse lei. Ma aveva sottovalutato il suo potere. Non avrebbe ceduto. Finchè sarebbe riuscita a resistere, l'avrebbe fatto. Per il bene del pianeta.

 

Non era d'accordo con quella parte dei suoi pensieri. Le sue labbra scivolarono giù fino alla clavicola e il respiro di Ichigo si fermò.

 

Che idiota che era. Come avrebbe potuto resistergli se la spingeva a quel modo? Era impossibile.

 

La guardò dritto negli occhi, i suoi occhi dorati si sciolsero. “Koneko-chan...” sussurrò dolcemente. Tale dolcezza. Tale tenerezza.

 

Tale amore.

 

Non poté trattenersi.

Sentì la sua sorpresa, quando fu lei a chiudere il divario che li separava e lo baciò con quella bruciante passione che sorprese lui quanto lasciò stupita lei. Avvolse le sue braccia intorno al suo collo e separò appena le loro labbra, inalando il suo profumo, il suo sapore.

Godendoselo.

 

Tutto questo era assolutamente folle...Beh era già arrivata alla conclusione che la sua salute mentale

se n'era andata.

 

Perciò decise di seguirla. Non c'era modo di tornare indietro ormai. Si stavano baciando. Davvero baciando. E non lo respinse ripensando a come stesse tradendo Masaya. Non pensò per niente a Masaya. No, si sporse per averne di più.

 

“Dove sono le altre?” Chiese sorpreso Ryou. Minto e Zakuro, che stavano camminando verso di lui e Keiichirou, si guardarono per un secondo. “Ichigo ha detto qualcosa del tipo che era in ritardo per un appuntamento ed è scappata via, Retasu è andata a visitare sua zia che vive vicino e Purin è andata con lei.” disse Zakuro. Ryou alzò una delle sue sopracciglia. “Se ne sono semplicemente andate?” “Sì” “D'accordo...” Sembrava sospettoso, ma scrollò le spalle e aprì le porte della macchina. “Allora andiamo, vi accompagniamo a casa” Le ragazze annuirono e salirono in macchina.

 

Erano andate in cerca delle loro amiche. Ma tutte e tre erano...occupate.

 

Purin stava avendo una normale conversazione infantile con Taruto riguardante i loro animali preferiti e caramelle.

Stavano effettivamente ridendo insieme e non volevano disturbarli. Purin sembrava splendere.

 

Per secondo erano andate in cerca di Retasu. Anche lei era occupata. Lei e Pai stavano conversando silenziosamente, non riuscirono a sentire quello che dicevano. Si tenevano le mani e il loro abbraccio era un po' troppo dolce per dei nemici. I loro visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro e certe volte lui le accarezzava il viso. Lei stava piangendo. Quando baciò via le sue lacrime per poi baciarla sulle labbra se ne erano andate, stupite.

 

Per ultimo erano andate in cerca di Ichigo. L'avevano trovata in un vicolo, intenta a baciare Kisshu, Immensamente felice e godendoselo immensamente. Il loro bacio era così focoso che quasi le bruciò.

 

Ad essere sinceri, Minto e Zakuro, avrebbero preferito non vederlo.

 

Così le lasciarono in pace e tornarono da Ryou e Keiichirou.

 

Il piano era stato così semplice. Così incredibilmente semplice. Tuttavia, nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe finita in quel modo.

 

Semplice distrazione. Sì, certo.

  
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