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Autore: AliceBlue    29/11/2012    4 recensioni
Come appare il piccolo Stiles agli occhi di Derek? Quali sensazioni scaturiscono in lui? Quali sentimenti prova verso l'umano?
(Sterek)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vaniglia.
Derek odiava quell'odore, il suo odore, così dolce, stucchevole, nauseante, che gli impregnava le narici e si insinuava nel suo cervello, prepotente.
Odiava quel respiro caldo, il movimento del petto che si alzava e abbassava ritmicamente, le nuvolette d'aria che si plasmavano fuori dalle sue labbra e morivano al contatto con l'aria fresca di ottobre.
Detestava quel rumore sordo che nasceva nel suo petto e si propagava incessantemente per tutto il corpo e lo incuriosiva lo schioccare continuo di labbra, che ora si avvicinavano e ora si allontanavano, creando una O perfetta,se era sorpreso.
Sorrideva mentre le sue guance candide si tingevano di tonalità porpora e le mani affusolate gesticolavano inconsciamente nell'aria, a vuoto, quando si sentiva imbarazzato o fuori luogo.
Inclinava il viso se la luce colpiva quell'ambra liquida che erano i suoi occhi, ombreggiati da folte ciglia scure, mentre invidiava la luce del sole che li irradiava fortunato.
Non sopportava i capelli, troppo lunghi o troppo corti, quella ruga d'espressione che si increspava sulla fronte se nessuno gli prestava attenzione.
Sospirava Derek mentre immaginava il corpo lattiginoso nascosto dalle felpe e dai jeans larghi che ricadevano noncuranti sui suoi fianchi e bramava quel lembo di pelle che, gesticolando, si scopriva, la leggera peluria intorno all'ombelico.
Disprezzava la pelle troppo chiara in confronto alla sua, le linee violacee e bluastre che correvano su per le braccia, lì dove la pelle era più diafana e stringeva morbosamente gli occhi mentre fissava la curva della sua schiena, il collo nascosto in mezzo alle spalle, il cappuccio calato sul volto, segno di una giornata storta.
Lo stuzzicavano quei nei che marchiavano dispettosamente la sua pelle in punti strategici, il naso deliziosamente arricciato all'insù,la sua dolce innocenza umana, il calore che sprigionava il suo corpo.
Ma ciò che il licantropo odiava maggiormente era la sua voce,un tintinnio di campanelle mai fastidiose, ma che suonavano incessantemente, portandolo all'esaurimento, a far sbocciare, sulla pelle del piccolo, lievi segni rossastri, tracce indefinite delle sue dita premute sulla pelle.
Lo odiava come odiava se stesso, il proprio corpo, che non riusciva a stargli lontano, che aveva bisogno di quel contatto, del suo contatto,delle sue attenzioni.
Lo odiava perchè lo desiderava,
forse troppo.







Spazio delirio:
Mi sono divertita molto a scrivere questa storia  e anche se molto breve, mi auguro che vi sia piaciuta. Spero di scrivere presto qualcosa di nuovo, ovviamente una Sterek. Accetto volentieri i vostri pareri. Alla prossima! :)
  
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