Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Vedra    30/11/2012    3 recensioni
C'è una donna. Da giovane era fortunata: bella, brava, corteggiata. Poi un giorno si guarda allo specchio e capisce di aver perso tutto.
Non l’ha più toccata quella stanza, chiusa a chiave, a doppia mandata, le lenzuola sono le stesse di quella notte, sul comodino c’è ancora la collanina che si era messa il giorno prima. L’orologio è fermo da sette anni. Fermo all’una di notte. A ricordarle in eterno la sua colpa. Nuove lacrime sgorgano dai suoi occhi, un tempo smeraldi brillanti, adesso grigi, smorti. Strano, pensava che fossero terminate. Non vede sua figlia da sette anni, lei ha fatto perdere le su tracce ma la mamma non l’ha dimenticata
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.



Si volta, allo specchio un’immagine.  Riflessa vede una donna, non più giovane, non sa chi è. Con una stretta al cuore ricorda che è lei. Lei. Occhi verdi, capelli neri. Quel connubio, assieme alla sua figura slanciata e filiforme, aveva fatto impazzire decine di giovani, a suo tempo, e ancora adesso la rendeva desiderabile. Capelli corti. Lutto. In onore dell’unico uomo che ha mai amato. Erano giovani quando si conobbero. Una ragazza, un ragazzo, una coppia come tante, unita dall’amore e poi l’abito bianco. I suoi lunghissimi capelli, che sfioravano tranquillamente la natiche erano stati lucidati e arricciati, poi coperti da un velo. A quel tempo i suoi occhi verde acqua erano brillanti. Ora li guarda, sono slavati, sbiaditi, velati da un dolore troppo intenso per essere dimenticato.

Ricorda ancora l’emozione quando ha assentito. Poi una bimba. Dal suo fisico snello era nata una bambina, il simbolo del loro amore. Quella figlia era tutto. Caterina. L’avevano chiamata Caterina. In quel periodo la sua vita è stata perfetta, fantastica, troppo bella per essere vera. Infatti una sera, lo ricorda ancora vividamente, la chiamano, lei sta allattando Caterina, le accarezza la testa. Forse quello è stato l‘ultimo vero gesto di affetto verso di lei. Le dicono che suo marito è morto. Investito da un’auto. L’assassino? Non si è ancora scoperto. Ricorda come il suo cuore si sia fermato, come sua figlia sia caduta a terra, non più sorretta dal braccio della madre, ricorda come le arrivava il suo pianto: un’eco lontano. Continuava a tenere la cornetta in mano, immobile sulla poltrona, la bimba ai suoi piedi. Nulla contava più. In quel momento tutto il mondo le si è disintegrato attorno. In quel momento, attorno al suo cuore si è costruita un’armatura, ma ha dimenticato di chiudervi anche sua figlia. I lunghi capelli cadevano soffici sulle sue spalle, la vestaglia l'avvolgeva, solo il petto era nudo. La cena per suo marito era pronta in cucina, non l’ha mai più mangiata. Ricorda come le lacrime siano sgorgate, senza che potesse far nulla per fermarle. Ricorda come era diventata semplice spettatrice della vita della figlia, costruendo tra di loro un muro. Adesso sa quanto sia mancata a Caterina una madre, una madre presente, vera.

Guarda fuori. Fuori piove. La pioggia ticchetta contro le pareti. Fa freddo. Si stringe le ginocchia tra le braccia, quanto sono esili. Un tempo non erano così le sue gambe, erano toniche, tornite. Facevano invidia a molte. Il suo corpo era perfetto. Molto desiderio destava tra i suoi coetanei.

Buio. È scesa la notte, notte, come quella di tanti anni fa, una notte tragica in cui sua figlia non cel’ha fatta più ad avere vicino una madre dagli occhi perennemente velati di dolore e sofferenza. Quegli occhi che rispecchiavano il guscio che aveva costruito attorno a sè, escludendo la sua stessa figlia. È per questo che è fuggita di  casa, lo ricorda, una notte di sette anni fa.
Dormiva, sentì dei rumori. Si volse dall’altra parte e continuò a dormire. La mattina dopo, trovò un biglietto sul cuscino della figlia, lei non c’era, il letto era rifatto perfettamente, l’armadio semivuoto, i gioielli di Caterina spariti.
Mamma, perdonami, ma non potevo più sopportare questa grande sofferenza. Sì mamma, forse così mi ascolterai, non l’hai mai fatto in questi anni. Me ne vado. Non so dove. Troverò un lavoro. Dimenticami, forse così potrai dimenticare il tuo dolore. Addio mamma. Tua figlia.
Caterina

Lo tira fuori adesso quel misero pezzo di carta, ingiallito dal tempo, salato dalle lacrime che vi ha versato sopra in questi sette anni. Un semplice foglietto. Ha capito da molto tempo che ha sbagliato ad abbandonare sua figlia a se stessa. Si vergogna ad ammettere che nemmeno si è accorta di quando è diventata donna. Non l’ha più toccata quella stanza, chiusa a chiave, a doppia mandata, le lenzuola sono le stesse di quella notte, sul comodino c’è ancora la collanina che si era messa il giorno prima.
L’orologio è fermo da sette anni. Fermo all’una di notte. A ricordarle in eterno la sua colpa. Nuove lacrime sgorgano dai suoi occhi, un tempo smeraldi brillanti, adesso grigi, smorti.
Strano, pensava che fossero terminate. Non vede sua figlia da sette anni, lei ha fatto perdere le su tracce, ma la mamma non l’ha dimenticata, anzi, a causa della chioma di quella fanciulla che ha come nuova allieva, soffice e vaporosa, che le ricorda così tanto la sua figlioletta, in quel periodo la disperata voglia di affetto si è fatta ancora più viva. Stringe al petto il foglio.
Tira fuori dal portafoglio l’unica foto che ha di lei, le altre le ha portate via in quella tragica notte, per non farsi ricordare . Piccola, la sua figlioletta, sei anni, il primo giorno di scuola, sorridente dinnanzi all’entrata della classe. Ricorda come era felice, andando a comprare il materiale della scuola e poi una domanda he le rimarrà per sempre nel cuore
“Mamma, perché non sorridi mai a me?” L’aveva quasi fatta scoppiare a piangere quella domanda, posta con tanta innocenza. Le aveva risposto che era stanca e lei aveva ancora domandato
“Sei sempre stanca mamma?” sente lacrime bollenti scorrerle sulle guance. Le aveva risposto di si, con un nodo alla gola, ma non era riuscita a schiudere l’armatura che si era fatta sul cuore.
Lei non lo sa più nulla di Caterina. Non sa se ha una nipote, se sua figlia è andata all’altare con l’abito bianco.. chissà, se si, con chi? Quale sconosciuto l’ha accompagnata all’altare? L’ha cercata, ma non l’ha trovata. Soffre? È felice? Davvero l’ha dimenticata?  Ricorda ancora quanto è dimagrita, dopo la scomparsa della figlia.
Da allora è diventata così magra che il suo volto ha perso quella bellezza che la caratterizzava da giovane, diventando affilato come quello di un corvo. Ride. Un riso disperato, isterico, quasi. La donna che sembrava destinata ad avere il futuro più roseo di tutte ora è sola, in una grande casa, troppo grande per una persona sola. Ora si sta avviando alla vecchiaia. Sognava nipotini saltellanti attorno a se. Risate infantili che avrebbero allietato quelle stanze. A rispondere al suo pianto, solo silenzio, un cuore distrutto, lacerato.

Ha fallito

Ha fallito come madre

Ha fallito come moglie

Ha fallito come donna

Ha fallito come insegnante

Semplicemente ha fallito.

Tutta la sua vita è stato uno spreco. Non le importa più, non le interessa chi gode del suo corpo, chi affonda ogni notte nella sua dolcezza, nella sua femminilità. Non è altro che un involucro vuoto, senza più anima ne volontà. Sente che Mauro la richiama, la richiama alla vita, ma lei non può rispondere ,ora è troppo tardi. Si stupisce lei stessa di come in classe appaia sorridente, tranquilla, per alcuni addirittura felice, e invece è disperata, morta dentro. Nessuna fiamma potrà mai scongelare il freddo che porta con sè. La fiamma dell’amore si è spenta quasi venti anni prima. Quella della maternità sette. Sola, è sola da tempo immemorabile. Vaga, in cerca di qualcosa, in cerca dell’oblio, forse non vuole ammetterlo, ma è in cerca della morte. Sola compagna che le darà sollievo.
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Vedra