01/12/2012
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Disclaimer: Nope, nope, nope.
N/A: Scritta per la Staffetta in Piscina @ piscinadiprompt, prompt “Quotidianità” e per 500themes_ita, prompt #121. Bacia la mano di chi ti nutre.
Spicy kiss
Di norma Vegeta considera fuori dalle sue competenze qualsiasi cosa che riguardi la cucina e non sia l'atto puro e semplice di mangiare. Non ha alcun interesse per il modo in cui i suoi pasti vengono messi insieme, purché il risultato finale sia commestibile. Il suo unico contributo tangibile si limita ─ nel caso ─ all'aggiunta del sale sulla portata finale.
È uno dei tanti motivi per cui l'area intera della cucina non gli interessa affatto, eccettuate ovviamente la zona frigo e la dispensa, così come non gli interessa quello che i robot, la madre di Bulma o Bulma stessa facciano là dentro.
Eppure adesso si ritrova lì, immobilizzato sulla soglia della porta, totalmente incapace di distogliere lo sguardo da sua moglie che, a piedi nudi e con il volto sporco di farina, si fa scivolare con abile rapidità un lungo ─ e piuttosto inquietante ─ coltello d'acciaio tra le dita.
La osserva mentre finisce di triturare con cura diverse verdure di cui lui conosce il gusto ma non il nome, per poi ravviarsi i capelli, trattenuti a stento da un fazzoletto colorato legato intorno alla testa, e spostarsi verso i fornelli.
Quando lei solleva il coperchio di una grossa pentola, Vegeta riesce a sentire il delizioso aroma dello stufato arrivare fino alle sue narici. Ma nel vederla portarsi il cucchiaio di legno alle labbra per assaggiare il brodo, si rende immediatamente conto che la strana stretta allo stomaco che gli provoca quel gesto non ha proprio nulla a che vedere con la fame.
Allora avanza a grandi passi all'interno dell'enorme cucina e, nell'esatto momento in cui Bulma alza lo sguardo per incontrare il suo, le passa le braccia intorno alla vita e l'attira contro di sé, con tanta urgenza da sollevarla quasi da terra.
«Vegeta!», esclama lei, spalancando gli occhi in un'espressione così sorpresa da risultare quasi comica. «Che cosa... lasciami andare, mi si brucia l'arrosto!»
Invece di risponderle il saiyan si china, le prende entrambe le mani nelle proprie e inizia lentamente a baciargliele, nascondendo l'inizio di un sorriso contro le sue dita profumate di spezie.
Le bacia ogni dito, una falange alla volta, poi il palmo, l'interno del polso e poi su verso il gomito, il tutto senza mai guardarla, perché dal modo in cui la sente rabbrividire contro di sé sa che, se la guardasse adesso, nei suoi occhi non vedrebbe altro che il riflesso dello stesso desiderio che prova lui.
Infine rialza il volto ad incontrare quello di lei, e allora la bacia prepotentemente sulle labbra, mordendole e succhiandole come per assaggiarne il sapore.
«Vegeta... la cena...», mormora ancora Bulma, tra un bacio e l'altro, nei pochi momenti in cui il saiyan le concede il tempo di un respiro.
Quando il grembiule le viene strappato via dai fianchi e le mani di lui cominciano a risalirle lungo le cosce, Bulma ride e gli passa una mano tra i capelli, imbiancandoli con i residui di farina che ancora le rimangono tra le dita.
«E va bene!», si arrende, sempre ridendo. «Ma quando tutto sarà bruciato e immangiabile non venirti a lamentare da me, scimmione», lo ammonisce.
Vegeta borbotta qualcosa di non compromettente, poi riprende a baciarle le labbra, la guancia, il collo, e giù ancora, nel senso inverso, con in sottofondo i gemiti deliziati di lei.
Meno di un istante dopo sono entrambi sdraiati sul pavimento, con i vapori delle pentole a fare loro da cielo e il pensiero del cibo ben lontano dalle loro menti.