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Autore: D_Cocca    03/12/2012    1 recensioni
E' passato un anno dall'ultima epica avventura di Sora, nella quale aveva sconfitto l'Organizzazione XIII e salvato i mondi.
Il Custode del Keyblade si gode le sue giornate tranquille sulle Isole del Destino, sempre più spensierato e sempre più innamorato di Kairi. Decide infatti di dichiarare il suo amore alla bella ragazza, ma viene interrotto dall'arrivo di una tuonante Gummiship: è Re Topolino, che ha una richiesta da fargli; l'equilibrio dei mondi è di nuovo in pericolo, e solo Sora e i suoi amici possono aiutarlo a fermare la nuova Oscurità che giorno dopo giorno divora tutto. In più, sembrano essere comparsi sulla scena dei nuovi uomini incappucciati dal fare losco.
Sora, in un viaggio fisico e psicologico, affronterà una nuova avventura insieme ai suoi amici del cuore e nuovi personaggi del tutto particolari.
Il Custode parte e fa il suo dovere, ma non è entusiasta del suo compito ed è restio ad abbandonare la sua tanto cercata casa. Il rimorso delle cose non dette e il rancore per coloro che hanno disturbato la sua sudata pace insinueranno l'Oscurità nel suo cuore? L'odio e il dolore avranno la meglio su di lui? Questa volta l'amicizia basterà?
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Re Topolino, Riku, Sora
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

~La caduta dalle nuvole~




Sora era felice. Non sapeva perchè, ma quella mattina si era svegliato con un insolita felicità addosso, un'euforia mai provata prima; era diversa da quella che aveva provato quando aveva vinto contro Xemnas e l'Organizzazione XIII, diversa da quella che provava magari nel giorno del suo compleanno.
Aveva provato quella sensazione anche durante una delle solite lezioni di scienze, talmente era intensa. Neanche un'interrogazione andata male aveva smosso il suo animo sereno, nemmeno l'orrendo e disgustoso cibo della mensa che aveva mangiato a pranzo. La gente che gli stava attorno si era a lungo chiesta cosa stesse capitando in quella giornata al buon ragazzo dai capelli a punta, stranamente spensierato e tra le nuvole.
Poi, dopo esser uscito da scuola e aver temporaneamente salutato Riku e Kairi, si era sentito ancora meglio.
In quel momento era disteso sulla calda e dorata sabbia della spiaggia, sorreggendosi la testa con le mani. Osservava il cielo azzurro come i suoi occhi e pensava. Stava cercando una spiegazione per giustificare quell'insolita leggerezza, dato che anche lui capiva che era strano da parte sua essere addirittura così spensierato, specialmente dopo aver combattuto contro Xemnas, almeno un anno prima.
Aveva pensato che probabilmente tutta quella gioia provenisse dal fatto che finalmente sia lui che i suoi cari amici Riku e Kairi fossero al sicuro, e che la loro vita era tornata, anche se molto lentamente, quasi normale. Riku infatti era quello più diverso da come era prima, più serio. Ma, d'altronde, poteva capirlo.
Ma i motivi della sua gioia non erano quelli.
Sora sorrise.
Quel giorno avrebbe fatto una cosa molto importante, anzi, importantissima; una cosa che finalmente avrebbe cambiato un po' la sua vita, e che aveva trovato il coraggio di fare.
Si alzò improvvisamente in piedi, togliendosi con le mani la sabbia dai jeans e dai cespugliosi capelli castani, con gesti frettolosi.
Poi si incamminò all'albero del Paopu, lo stesso sul quale lui e i suoi amici guardavano sempre il tramonto, pensando al passato e scherzando, abbracciati dai raggi rossi e accesi del sole.
In quella giornata particolarmente calda non c'era una sola nuvola nel cielo, e il ragazzo sperò che il bel tempo fosse durato anche per il resto del pomeriggio e fino a sera, cosicché avrebbe potuto vedere un tramonto ancora più stupendo del solito. Kairi infatti amava il tramonto, diceva che dava un tocco di romanticità a certi momenti.
Quando arrivò dinnanzi all'albero dai frutti a stella, si guardò con circospezione attorno per assicurarsi che nessuno lo vedesse.
Dopo aver constatato che lì non ci fosse anima viva, soprattutto perchè tutti erano a casa a fare i compiti per la scuola, Sora saltò sul tronco sbilenco e gli si aggrappò con decisione, poi cominciò ad arrampicarsi senza alcuna difficoltà.
Stava andando tutto secondo i piani.
Arrivato finalmente in cima, Sora staccò dall'albero un frutto tutto giallo a forma di stella, il Paopu, per l'appunto. Una leggenda diceva che se due innamorati si imboccavano un frutto di Paopu l'un l'altro i loro destini si sarebbero intrecciati ed uniti per sempre.
Soddisfatto della sua pesca, scivolò giù dall'albero fino a ritoccare terra. Poi, prese il Paopu e lo nascose dietro alla schiena, coprendolo anche un po' con la T-shirt, per far sì che nessuno vedesse cosa stesse sorreggendo. Poi si avviò sorridente verso il Posto Segreto, una piccola grotta nascosta che aveva trovato mentre giocava con Riku, quando erano tutti e due molto piccoli.
Lì vicino scorse il suo migliore amico parlare con Kairi, e sapeva che i due stessero discutendo su di una ricerca scolastica che avrebbero dovuto svolgere come compito per le vacanze. Ma in quel momento la scuola importava ben poco a entrambi i ragazzi.
Quando Riku vide Sora arrivare, cercò subito di tagliare la discussione e dileguarsi "Scusami Kairi, ma adesso devo andare da Wakka" mentì "Gli ho prestato un libro che non mi ha ancora restituito, e se non me lo darà non potremo fare la ricerca"
"Va bene" rispose serena la ragazza.
"Ci vediamo domani" disse Riku, facendo per allontanarsi.
"A domani" rispose Kairi, che salutò l'amico un'ultima volta, rimanendo però al suo posto.
Sora, da lontano, volse lo sguardo verso il ragazzo dai capelli argentei. Riku sembrò avvertire il suo sguardo, così si voltò e mostrò un sorrisetto da complice stampato sulle labbra. Subito dopo alzò il pollice all'in su e gli diede il segnale del 'via libera' al castano.
Sora si avvicinò con apparentemente calma e disinvoltura a Kairi, che lo vide arrivare dopo un po'. Sora rimase praticamente trafitto dai grandi e dolci occhi blu oceano della ragazza, e per un momento il coraggio gli venne meno. Ma ormai era fatta, era lì con il Paopu, e non si sarebbe di nuovo tirato indietro.
"Ciao Kairi!" esordì, un po' impacciato. "Come va oggi?"
"Molto bene, grazie" rispose la ragazza, che non sospettava nulla di quello che Sora volesse veramente dirle. "E tu come stai?" domandò con cortesia.
"Non potrei stare meglio" rispose Sora, esibendo il suo miglior sorriso.
Kairi si mise a ridere, vedendo la strana faccia dell'amico del cuore "Cos'hai, Sora? Ti vedo un po' nervoso" osservò.
"I-io?" balbettò il ragazzo, preso improvvisamente dall'apprensione. Mille domande dubbiose e senza risposta gli si affollarono nella mente. "E se dicesse di no? Cosa faccio? Forse era meglio se chiedevo più consigli a Riku...!"
"Ma cosa dici? Sto benissimo. Non potrei stare meglio" rispose il castano, mascherando appena la sua tensione.
Sora fissò di nuovo gli occhi blu come il mare della ragazza che le stava di fronte, e cominciò a perdervisi, nella loro bellezza e dolcezza.
Dopo pochi secondi si riscosse. "Non t'imbambolare!", pensò.
Poi cercò di parlare e dire qualcosa di intelligente alla ragazza, che aspettava pazientemente che il suo amico le dicesse qualcosa "Io...Sai, stavo pensando che..." incespicò Sora.
Poi si dovette interrompere. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione, nel cielo terso di quella giornata d'estate. Anche Kairi, notando la sua espressione, volse lo sguardo alla volta celeste.
Uno strano oggetto rosso, molto distante da loro, si dirigeva a grande velocità proprio verso l'isola su cui erano in quel momento.
Sora fu scosso da un timore e da un brivido lungo la schiena, riconoscendo lo strano oggetto e ripensando al suo passato. Improvvisamente, si sentì sul petto uno strano peso, che non avvertiva più da almeno un anno.
"Ma perchè capitano tutte a me??" pensò disperato. La sua gioia di poco prima era andata totalmente a farsi benedire.
Riku, che non si era allontanato molto dagli altri, corse verso i suoi amici, preoccupato "E' quello che penso che sia?" chiese a Sora.
Sora non ebbe il tempo di rispondergli, perchè la cosa che volava nel cielo aumentò la velocità e atterrò bruscamente davanti a loro, sollevando la sabbia e provocando un forte schianto. Sora rivide dopo un anno la Gummiship sulla quale era salito centinaia di volte, anche se era più grande e moderna.
Il portello laterale dell'astronave si aprì, e ne uscì una figura conosciuta, molto bassa e con due grandi orecchie tonde.
"Sora! Riku!" chiamò lo strano personaggio.
Sembrava agitato.
"Dovete venire subito con me!" esclamò Re Topolino, senza mezzi termini.
"Ehi, aspetti, Maestà! Dove dovremmo andare?" sbottò Sora, che non potè mascherare bene la sua irritazione.
"Gli Heartless e i Nessuno!!" gridò Topolino, avvicinandosi al Custode e tirandolo per una mano verso la Gummiship "Sono tornati! Dappertutto è il caos!"
Riku e Sora si guardarono, irritati e allo stesso tempo dispiaciuti. Sapevano cosa quella notizia stava a significare.
Kairi però li battè sul tempo, frapponendosi ai due "Se dovete partire, vengo anch'io! Non voglio rimanere sola e senza di voi un'altra volta"
Topolino rispose per i due ragazzi "No, è troppo pericoloso!"
"Non mi importa se è pericoloso! Voglio venire con voi. E poi è il minimo che le possa consentirci di fare, visto che vuole che partiamo con tutta questa urgenza, senza avere il tempo di fare nient'altro a parte seguirla" aggiunse la ragazza, rivolgendosi al re.
"Un momento!" si intromise Riku, contrariato "Prima di partire non potremmo sapere qualcosa in più su dove siamo diretti e cose dobbiamo fare? Cosa diremo ai nostri genitori?"
"Non c'è neanche tempo per salutare i parenti" insistette Topolino "Vi spiegherò tutto quanto una volta partiti, già in viaggio e lontani da occhi e orecchie indiscreti"
Mentre i suoi amici discutevano animatamente, Sora ne approfittò per allontanarsi un attimo e rintanarsi dietro ad un grande e folto cespuglio. Il ragazzo aveva ancora il Paopu in mano, e quando fu nascosto bene lo sfilò da sotto la maglietta. Ripose il frutto a stella a terra, in modo che non lo potessero vedere. Poi ci ripensò e scavò frettolosamente con le mani una buca, e vi lasciò cadere dentro il Paopu; poi ricoprì il tutto con la terra smossa poco prima. Purtroppo, aveva già accettato e capito tutto. I mondi avevano ancora una volta bisogno di lui, lo aveva capito dall'espressione di Topolino, e di sicuro non l'avrebbero lasciato tranquillo e in pace sulla sua isola, a fare niente o a cercare di porre fine ai suoi timori amorosi. Dopo tutto, era il Custode del keyblade.
Rassegnato, si alzò in piedi e si avviò verso la Gummiship, poi vi entrò senza fiatare, ignorando gli sguardi stupiti dei due amici. Riku e kairi si erano aspettati almeno un po' di resistenza da parte sua, e invece si era mansuetamente seduto su di un sedile, stranamente silenzioso.
"Partiamo??" urlò improvvisamente, facendo sobbalzare tutti. Raramente avevano sentito Sora usare quel tono di voce con gli altri.
Topolino non si fece ripetere l'ordine due volte, e corse ai posti di comando.
Kairi lo seguì.
Riku invece esitò. Era triste. Sora progettava con lui quella giornata da più di una settimana, nel tentativo di dire finalmente a Kairi cosa provasse, e quella volta ci era andato davvero vicino. Capì che molto probabilmente il suo malumore era causato da quel fatto. Ed ora era tutto rovinato. A malincuore, salì sulla navetta e si sedette vicino agli amici, tentando di confortarli rivolgendo loro un mezzo sorriso.
La porta della navetta si richiuse pochi secondi dopo. Decollarono.
Sora si affacciò all'oblò e guardò la sua isola, sospirando. La sua vita non poteva essere normale.
La giornata era iniziata tanto bene, e non sarebbe potuta finire tanto male. E pensare che il mondo si era come ribaltato nel giro di pochi minuti.
Avrebbe di sicuro rivisto Paperino e Pippo, ma cosa gli importava in quel momento?
Stava guardando la sua amata isola allontanarsi sempre di più da lui, sulla Gummiship che lo avrebbe buttato dentro ad un'altra pericolosa avventura; allo stesso tempo, si stava allontanando da lui anche la speranza e il coraggio di dire a Kairi quello che provava per lei. Le cose non potevano andare peggio che in quel modo, pensò. Per sua fortuna, i guai veri non avevano ancora avuto il tempo di iniziare, anche se si sarebbero presentati molto presto.

   
 
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