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Autore: Sara Scrive    09/12/2012    123 recensioni
Vivi la vita al momento, perché il resto è incerto
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'OS ~ OneDirection'
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Alla mia famiglia, perchè siamo sei sorelle e due genitori fantastici

«Ciao Louis. Sono Charlotte. Tua sorella» esordii mentre mi sedevo per terra.
Poggiai la borsa davanti a me e misi le mani fra l’erba ed iniziai a parlare.
«E’ da tanto che non parliamo. So che non mi risponderai. Ma sono qui per parlarti di me. Di come vanno le cose a casa. Sono qui per parlare di noi.  - Sorrisi e mi sgranchii un po’. - Sai , oggi ho aiutato mamma a pulire la soffitta. Stiamo preparando la casa per il natale. E … ho trovato questo»dissi mostrandogli un cappellino verde con una piuma arancione.
«Ti ricordi quando giocavamo a Peter Pan? - chiesi sperando in una risposta-  Se devo essere sincera è il primo ricordo che ho da piccola. Tu che  correvi in casa con questo capellino in testa urlando “Abbasso Capitan Uncino! Abbasso Capitan Uncino! ”  > risi di nuovo ,persa in quel ricordo.
«Mi ricordo anche , che mi prendevi in giro dicendo che ero  uno “Stoccafisso” , solo perché non volevo eseguire i tuoi ordini.»
Ripercorsi mentalmente la scena, io correvo fra le braccia di mia madre dopo aver pianto a dirotto perché mio fratello maggiore mi prendeva sempre in giro.
«Sai Louis, tu ti sei sempre divertito a farmi i dispetti ma... anche io non ero da meno. Come quella volta che ti incolpai per aver fatto mangiare al cane tutta la scatola di croccantini? Mamma ancora ti crede il colpevole  - Sospirai , mentre il silenzio mi avvolgeva. -  Se sono qui…è per ricordare un po’. Ti va?»
Silenzio.
«Be’ ho scritto una lettera. La leggo.» lo avvertii prima di  schiarirmi la voce e guardare il foglio.

 
" Ciao Louis. Sono Lottie. Tua Sorella.
 Ti ricordi quando sono nata? Mamma dice che non mi potevi vedere. Dice che eri geloso ma  col passare del tempo hai capito che potevo essere divertente e  che potevo giocare con te. Così hai cambiato idea. Ottima scelta!
Mi ricordo che un giorno litigammo di brutto: era alla festa di zia Susy e tutto era perché tu non volevi farmi giocare con il game boy. A ripensarci mi viene da ridere.
Mi ricordo, di quando nacquero anche le altre sorelline: Felicitie, Phoebe e Daisy, da allora facevamo a gara a chi le prendeva di più in giro o dava  più fastidio, era divertente, come tutte quelle volte che giocavamo a spie segrete.
Tu sei di molto più grande di me. Ma mi hai sempre trattato come una tua pari, in fin dei conti.
Mi ricordo tutte le litigate che abbiamo fatto, Mi ricordo dei graffi che ti lasciavo in viso e mi ricordo delle ciocche di capelli che mi strappavi, di tutte le parolacce che si sentivano quando  prendevo qualcosa di tuo di nascosto, mi ricordo tutte le volte che quando non trovavo i miei libri di scuola davo la colpa a te.
Per non parlare delle punizioni che mamma cercava di porci per farci smettere! Erano inutili a  volte.. ma almeno riuscivano a tenerci a bada per un po’.
Mi ricordo di quando entravi nella mia stanza e mi rompevi le bambole. Adesso , se tornassi indietro le comprerei solo per vederti intrufolato  nella mia cameretta a staccargli la testa e ti chiedo scusa  per i tuoi Power Ranger, che finivano masticati dal cane.
Ricordo quando m’insegnasti ad andare in bicicletta, a nuotare, ad andare sull’altalena…I pomeriggi passati a cercare di farti studiare per non farti bocciare. E chi se li dimentica quelli! Oppure come dimenticare le volte in cui ti chiedevo di sentirmi mentre ripetevo le materie da studiare e tu   inventavi sempre qualche scusa?
Ti ricordi quella volta che invitasti tutto il liceo per un party a casa,  quando mamma era andata una settimana da nonna?
Io me lo ricordo benissimo. Perché non dimenticherò mai quando mi supplicasti ad aiutarti a mettere tutto in ordine per coprirti.
Anche io ne ho combinate tante ma tu mi hai sempre coperto senza troppi tentennamenti  e ovviamente  ci facevamo tanti ricatti a vicenda.
Mi ricordo il primo ragazzo che portai a casa:si chiamava , Alex. Mi ricordo ancora la tua reazione :ti alzasti dalla sedia  e gli dissi “Se tratti male mia sorella, il tuo cadavere finisce in pasto agli squali”.Sei anche stato molto protettivo con me.
Ci sono stati dei periodi in cui  non ci parlavamo, dopo una grande litigata  e periodi in cui eravamo cosi uniti che sembrava che ci leggessimo nel pensiero.
Ho una lista di cose da ricordare. Non so neanche se le ho scritte in ordine corretto quindi visto che sei il maggiore, correggimi se sbaglio.
Mi ricordo quel natale in cui ti beccai mentre nascondevi i regali a tutti perché dicevi che volevi chiedere il riscatto,ricordo quando ci mettevamo comodi sul divano a vedere Smallville oppure  tutte quelle volte che , quando mi proponevi di fare uno scherzo io accettavo sempre, per provare quel brivido di avventura che solo tu sai regalarmi.
Siamo proprio una bella famiglia...Nella mente ho il  quadretto di tutti e cinque noi fratelli, attorno a nonno.
Sai Louis. Mi manchi. "



Estrassi dalla borsa una foto e la poggiai sull’erba davanti a me. 
«Tieni  -Era una nostra foto.-  Te l’ho portata. Spero ti terrà compagnia.»
Sorrisi, per sembrare naturale poi però  alzai lo guardo e guardai il suo sorriso, immortalato su una foto al centro di una lapide e mi sentii a pezzi.
«Sono un’idiota vero? -  mormorai -  Sto parlando al vento ...» 
Presi il cappellino verde, lo avvinai a me e lo annusai. Sentii il profumo di Louis. Quanto avrei dato per abbracciarlo un ultima volta!
Dopo aver preso in mano anche la foto sistemai tutto vicino alla lapide  e mi avvicinai di più e poggiai la schiena su di essa.
«Forse doveva andare cosi …» mormorai chiudendo gli occhi.
 
 
Quella sera , stavamo guardando 'Una notte al museo' , tutti insieme sul divano. 
Daisy stava festeggiando le sue quattro sterline, che gli aveva portato il topolino dei denti e noi avevamo appena finito di cenare quando ti squillò il cellulare.
Mamma ti chiese chi era e tu rispondesti “Stan”, il tuo migliore amico.
Io staccai gli occhi dalla televisione e ti chiesi:« Dove vai?
»
«Ad una festa»  risposi mentre prendevi le chiavi della macchina e ti infilavi il giacchetto.
«Non fare l’idiota. Non ubriacarti e guida sicuro.»  esclamai e tornai a seguire il programma.
Mi ricordo che dopo la fine del film, aiutai mamma a mettere a letto le sorelle e poi tornai in camera mia per finire di ripassare le ultime cose per l'interrogazione del giorno dopo.
Era all’incirca l’una di notte, avevo appena chiuso il libro quando mamma entrò nella stanza dicendo: «Tuo fratello ha fatto un incidente. Non dire niente a nessuno. Si allarmerebbero tutti. Magari non è nulla di grave. Rimani a casa e controlla le tue sorelle.»

 
 
Riaprii gli occhi «Un incidente d’auto. Una macchina a tutta velocità era venuta contro la tua. Morto sul colpo. Tu neanche avevi bevuto. Mi avevi dato retta.»
Parlavo con lo guardo perso nel vuoto, con la mente concentrata sugli avvenimenti di quella notte. La più brutta della mia vita.
Una lacrima mi rigò la guancia e quella fu la prima di una serie infinita.
«Ma le ultime cose che ti avrei voluto dire non erano “Non fare l’idiota. Non ubriacarti e guida sicuro”.Avrei voluto dirti : “Louis, mi dispiace se abbiamo avuto delle divergenze. Mi dispiace se quando giocavamo a Peter Pan , non volevo fare quello che mi ordinavi. Mi dispiace se ti prendevo le cose di nascosto. Se ti facevo i dispetti, a volte facevo la spia e mi lamentavo del tuo disordine. Mi dispiace di averti graffiato la faccia. Mi farei chiamare ‘Stoccafisso’ per tutta la vita. Mi strapperei tutti i capelli. Tornerei indietro e sopporterei tutti i tuoi scherzi o dispetti. Perché senza di te. Manca una parte di me. Sei mio fratello. Il mio fratello maggiore. Tu mi hai cresciuto. Anche se a volte  ti ho detto ‘ti odio’ sappi che non lo pensavo. ”»
Cercai di riprendere fiato mentre piangevo.
«Ci sono tante cose che avrei voluto dirti. Ma non ne ho avuto il tempo. Mi manchi Lou. Mi manchi. A tutti. Alla mamma , alle sorelle. Alla tua ragazza. Manchi a papà…  -Presi la lettera fra le mani mentre con il braccio mi strofinavo gli occhi.-Nessuno ha il coraggio di venire qui. Tutti temono di soffrire troppo alla vista del tuo sorriso impresso su quella foto. Solo io ,  non riesco a dire “No, questa domenica non vado”. E’ da un anno ormai. Ogni domenica qui. Non credi che mi merito una ricompensa?»
Sbattei i pugni per terra mentre mi odiavo per la mia stupidità.
«Guarda! -  urlai contro il cielo- Guarda che hai fatto ! Hai portato via mio fratello. E io sono qui a parlare con una stupida lapide!»
Tirai un calcio all’aria, mentre continuavo a piangere.
«Ho solo voglia di rivederti …» mormorai.
Mi lasciai andare , aspettando che i miei occhi non avessero più lacrime da versare, non potevo credere di aver buttato 20 anni a dare per scontato la sua presenza vicino a me e non potevo sopportare che un altro 24 dicembre passasse senza di lui. Non potevo passare il giorno del suo compleanno senza  Louis.

«Ehi!» esclamò qualcuno.
Sobbalzai e spalancai gli occhi: mi ritrovai un ragazzo con la maglia a righe e i pantaloni rossi, che sorrideva divertito per avermi spaventato.
«Non è divertente» risposi facendo una linguaccia.
«Oh Si che lo è . La tua faccia era cosi terrorizzata!»
«Non cambi mai eh? Persino da morto devi farmi i dispetti»
Lui sorrise leggermente mentre pian piano si avvicinava.
«Anche io ho da dirti delle cose. Ti ringrazio per avermi portato il mio adorato cappellino. Ti ringrazio per venire qui ogni domenica. Ti ascolto sempre. Avrei tanto voluto risponderti. Ho poco tempo,  ma adesso che ne ho l’occasione lo faccio.  -Sospirò prendendomi per mano- Sono stato uno sciocco. quando anche io davo per scontato tutto. Quella sera sarei dovuto rimanere con voi a guardare il film. Ti ricordi tutte le cose che vieni qui, ogni domenica, a ricordarmi ?  > chiese ed io annuii con il capo mentre sorridevo dalla felicità.
«Me le ricordo tutte una ad una. E mi ricordo quando sei nata. Il giorno più bello della mia vita. Perché da quel giorno non sarei più stato solo. Perche avrei avuto te sorellina e tutte le altre sorelle.
Mi dispiace di averti strappato i capelli, di averti creato problemi con i miei piani strampalati. Mi dispiace di aver rotto le tue bambole. Di aver litigato con te, ti averti presa in giro. Scusa se a volte non ti consideravo tanto, scusa se a volte ti consideravo noiosa. Mi dispiace se ti ho trattato male. Mi dispiace se a volte non ero presente. Ma sappi che vi ho voluto bene con tutto me stesso. Che continuerò a farlo anche da dove mi trovo ora. Mi mancate tutti quanti e non sai quanto sia straziante vedervi tristi. Ma voi dovete sorridere. Lo sai che non mi sono mai piaciuti i musoni.»
Ci guardammo per un minuto buono. Come mi mancava , cosa avrei dato per averlo di nuovo con me.
Mi sistemò i capelli dietro la guancia.
«L’ultima cosa che avrei voluto dirti non era “Ad una festa”. Ma era semplicemente questo …»
Mi abbracciò. Lo strinsi con tutta la forza che avevo, annusando per un’ultima volta il suo profumo.Il profumo di casa, il profumo della mia infanzia : il profumo di mio fratello.
«Non sarà mai un addio. Ci ritroveremo sempre. Ti voglio bene Charlotte» mormorò al mio orecchio.
«Ciao Louis. Ci vediamo»fu l’unica cosa che riuscii a dire prima di aprire gli occhi.
Presi la borsa e mi rialzai.Guardai la lettera: era un semplice foglio bianco, lo portavo sempre con me. Ogni domenica improvvisavo qualcosa di nuovo da dire,  facendo finta di leggerlo.
Ma sul quel foglio c’erano scritte solo sei parole:
“Ciao Louis. Sono Charlotte. Tua sorella.”
Non so perché questa volta , la mia immaginazione mi aveva regalato quell’allucinazione: era tutto molto strano. 
Guardai un ultima volta la lapide e rimasi ad osservare la foto di Louis ma prima di andarmene lessi l’epitaffio inciso sotto.
Era la citazione preferita di mio fratello:
“Vivi la vita al momento, perché il resto è incerto”.


 
#Spazio dell'autrice
Ho deciso di scrivere questa OS, per mandare un messaggio a tutti quelli che sono arrivati fin qui.
A tutti quelli che hanno fratelli o sorelle, o qualcuno che si possa definire tale.
Non date per scontato la loro presenza, i fratelli sono un dono.
Mi chiamo Sara, ho sei sorelle (tutte femmine) ed io sono la maggiore.
Spesso litigo con loro, ci discuto. E capita un po' quello che ho descritto nella storia.
Qualche giorno fa parlai con mia nonna, e mi disse come fosse stato triste perdere uno dei suoi fratelli.
Cosi ho deciso di scrivere questa storia, prendendo come personaggi Louis e Charlotte Tomlinson.
Adesso, andate da vostro fratello, sorella, o la persona a cui tenete di più, abbracciatela e ditegli che gli volete bene.

 

 
Grazie a tutti per il supporto <3 
 

 
 
 
   
 
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