...Whispers...
Vento che
carezza la pelle.
Non lo
sento.
Non ora.
Prima.
Dopo.
Non ha
importanza, quello che c'è ora.
Quello
si.
Non
è altro che illusione.
Me lo
ripeto. Mille volte forse.
Non
funziona.
Quello
che agogno non si trova qui.
Non in
questo momento.
Mentre le
onde carezzano la lingua
bagnata
di sabbia.
Mentre
corrono i pensieri sulle
schiume
terse che bagnano la mente.
Braccia
mie incrociate contro il petto
ed il
vento sibila una nenia che
non sa
altro che d'amaro.
Smuovo le
mascelle,
carezzo
con la lingua il bordo
delle
labbra quasi a sentire il sapore
di quel
sussurro inesistente.
Amaro.
Come me.
E le
chiome nere che si sparpagliano al vento.
Gli
angoli bui della mente che, recondita
porta
alla luce passato e presente.
Immagini.
Parole.
Suoni.
Illusione.
Ed io che
pensavo di non essere ciò che sono.
Denso di
inquietudine e di male.
Male
dentro.
Male allo
stomaco.
Un pugno
ben assestato all'altezza di questo.
Rumore
delle onde.
Suono
della giovinezza passata.
Stringo
nella mano la sabbia,
corre
lenta tra le dita come il tempo.
Tempo
passato a giocare a rincorrere il passato.
Tempo che
non c'è più in un attimo.
Quell'attimo
in cui gli occhi hanno visto.
L'animo e
il cuore hanno sofferto.
Le risate
eran già scomparse.
Il fuoco
che divampava dentro era svanito.
E d'un
tratto m'è parso un baratro senza
uscita.
Cosa
fare?
Cosa
fare?
Niente.
Lasciar correre,
come
sempre.
Lungo la
pelle.
Lungo le
palizzate dell'orgoglio.
Sempre.
Di rito.
Libero
d'ogni male
che
m'è stato fatto.
Un'idea
soltanto.
Ciò
che solo ora mi rimane.
L'ebano
negli occhi di lei che mi chiama.
Rimango
fisso a fissare il mare ancora.
Ed il
pensiero corre a quella che forse è
l'ultima
isola rimasta.
Tra tutte
l'unica.
Che sia
sogno od illusione, m'aggrappo al suo pensiero
per non
star male.
Non un
lamento.
Non un
gemito soffocato.
Un fiore
nero senza petali.
Appassito
tra le spire del tempo.
Sembro
questo.
Svuotato
d'ogni emozione.
Ora.
Tornare
indietro?
Non si
può.
Andare
avanti?
Non lo
so.
Forse.
Mi
sollevo.
Stringo
di lei il pensiero di nuovo.
Orme
sulla sabbia che pian
piano
vengon cancellate dal mare,
come lei,
che sa privarmi d'ogni male
subito.
Silenziosa.
Pazza a
starmi accanto.
E mentre
cammino sussurro a me stesso
di
calmarmi.
Non
funziona.
Un
sogghigno parte sulle labbra.
Le
increspa.
Sa essere
violento un sorriso
quando
meraviglioso.
Il mio
è maligno.
Malvagio.
Impuro.
Il suo
innocente,
bello.
Cosa
può esserci di meglio?
Nient'altro.
Cullato
solo da lei.
Dalle sue
parole.
E lei?
Chi
è?
Illusione?
Realtà? Partorita dalla mente o dalla natura?
Non lo
so.
So
solamente che la cerco.
La
voglio.
La trovo
quando sto male.
E non mi
serve altro...
solo i
suoi occhi.
La sua
voce.
...E mi
quieto...