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Autore: Bittersteel    10/12/2012    3 recensioni
AU| LyannaxRhaegar
Natale è una festa complicata, specie per due persone che sono state lontane senza un motivo apparente.
Fanfic partecipante all'iniziativa del Collection of Starlight Addobba l'albero con il COS!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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When Love Came to Town

Strano sapersi perduti tutti i giorni
e non dirsi mai addio
Erri De Luca, Tre Cavalli

 
Rhaegar aveva scelto New York, durante il periodo subito precedente alle festività natalizie. Con la scusa del lavoro pressante riusciva a ritagliarsi quei pochi giorni per sé e per la sua malinconia, una malinconia resa più acuta dalla lontananza della piccola Rhaenys, di tre anni ormai. Quando, per l’ennesima volta in quella mattinata infinita, la porta del locale si aprì, facendo tintinnare le campanelle delle decorazioni natalizie, Rhaegar rimase attonito, quasi incredulo, vedendo venire avanti Lyanna, nella sua camminata sicura, mentre i capelli scuri si muovevano come sostenuti da una corrente invisibile.

– Quasi credevo che non sarei riuscita a raggiungerti, – disse lei, piano, come cercando di non violare una tregua.
Rhaegar le rivolse un sorriso stanco, e scolò il fondo del bicchiere quasi vuoto.
– Come stai?
Di nuovo, Rhaegar sorrise mestamente, e non rispose.
– Come sta Elia? E Rhaenys?
A questa domanda fu come se un fuoco si fosse acceso, negli occhi dell’uomo, e le limpide iridi talmente azzurre da sembrare viola si intorbidirono. Quando parlò fu come se un animale mostruoso si stesse trattenendo per non ringhiare.
– Non osare. Non osare chiedermi come sta la mia famiglia.
Lyanna si ritrasse si scatto, ferita. Ordinò due tazze di cioccolata calda, e tornò all’attacco.
– Scusami. Non pensavo… Non volevo.

Rhaegar la degnò appena di un’occhiata, pensò di dirle qualcosa che la facesse allontanare, ma scoprì di non averne la forza. Afferrò il cucchiaino e prese a mangiare.
Alla mente di Lyanna tornarono con violenza ricordi mai sopiti. In molti, entrambi gustavano una cioccolata. In molti, sorridevano felici. In alcuni, invece, lei era sola, al bancone del bar; questi ultimi facevano male più degli altri. Avvicinò la tazza alle labbra, evitando di parlare.
– Perché sei andata via?
Eccola, la domanda a cui aveva cercato mille risposte, non trovando mai una giustificazione plausibile, mai una menzogna sufficiente. Rispose con la una mezza verità.
– Non ero sicura.
Rhaegar si lasciò scappare una risata di scherno, che fece voltare molti avventori verso il loro angolo.
– Non eri sicura. Di cosa, di grazia?
– Di tutto.

E Lyanna seppe di averlo ferito a morte, come un lupo, dritto al collo delle prede. A questo punto non restava altro che sventrarlo. O forse, a sventrarlo, ci aveva pensato cinque anni prima, lasciandolo con una e-mail monca, senza chiedere un incontro, senza giustificare quella scelta.

– Va bene. Non abbiamo più niente da dirci.
Rhaegar aveva preso il portafogli, pronto a pagare, ma Lyanna poggiò la mano su quella di lui, fu costretto a fermarsi.
– Ti prego. Sono qui per chiederti scusa.
In quegli occhi grigi, da lupa, Rhaegar vide terrore, e sentì il bisogno impellente di stringerla, di consolarla. Lyanna non era mai stata una persona debole, ma in quel momento, Rhaegar capì che se non l’avesse sostenuta sarebbe crollata.
– Andiamo via da qui.
 
Central Park era bello come ogni anno. Il bianco della neve era accecante. Si sedettero su una panchina sgombra, e Lyanna prese le mani dell’uomo che aveva più amato.
– Sono venuta qui per chiederti scusa, – cominciò.

E poi le parole sgorgarono da sole. Gli disse tutto, dalle insicurezze sul loro rapporto, alla lite col padre perché voleva vederla sposata con un uomo che non amava, ai problemi con il fratello Brandon causati da un testamento facilmente fraintendibile, alla morte di Margareth, che l’aveva definitivamente destabilizzata.
E Rhaegar ascoltò ogni parola, stringendola piano, come se fosse fatta di cristallo, il cristallo di neve che aveva già visto sciogliere una volta. Non disse niente, limitandosi a carezzarle i capelli.

Quando Lyanna finì di parlare, si accorse che l’uomo tremava impercettibilmente, così propose di andare via. Si stava facendo sera, ma Rhaegar non sentiva freddo. Aveva voglia di sentire quella donna -  che lo aveva stregato dal primo incontro con i suoi occhi e la cioccolata - con ogni centimetro di pelle, ritrovando il calore che aveva perso, e si cui ormai sentiva le briciole solo stando con sua figlia. Eppure trovò la forza per resistere dal chiederle di fare l’amore.

– Andiamo, aiutami a scegliere il regalo per Rhaenys.
– Sei migliorato? Nel fare regali, intendo…
– No, sono sempre lo stesso di prima.
– Anche io. Perciò non credo che potrò esserti d’aiuto.
– Invece sì, – e pensò per un attimo al calore che gli trasmetteva la semplice presenza del corpo di lei, di fianco al suo.
Più tardi, dopo aver comprato una quantità di giocattoli che avrebbe fatto felice almeno dieci bambine, Lyanna si rivolse a Rhaegar.
– Non voglio mettermi in mezzo
Questa volta l’uomo la guardò seriamente, mentre l’ultimo riverbero del sole inondava di luce i suoi capelli. Lyanna pensò che era bellissimo, e attese una risposta.
– Sei sempre stata in mezzo.
La donna mormorò qualcosa, guardando per terra.
Poi alzò gli occhi tristi, ma ancora saldi, e chiese, con voce incerta,– Quanto tempo ci resta?
– Almeno fin quando non ci ritroveremo con il Natale alla gola. Fino ad allora avremo tempo.
Lyanna annuì, scuotendo la testa con forza. Propose una cioccolata, che il compagno accettò ridendo.

La notte li vide insieme, uniti. Dopotutto, il Natale era ancora lontano, e loro erano indietro nel tempo, cinque anni prima, quando si erano conosciuti.
 

                                                                              ***

Solo in quel momento si accorse dei suoi occhi,
che aveva chiari, ma grigi, come di lupo:
e capì dove iniziava la sua bellezza
A. Baricco, Tre Volte all’Alba

 
Il locale era quasi vuoto, un paio di ragazzi si attardavano ancora al bancone, probabilmente cercando di scampare alle fidanzate, poco propense ad abbandonarli proprio nella sessione di shopping che precede il Natale. Rhaegar Targaryen, ventitreenne alto e biondissimo, prese la stecca e cominciò a dedicarsi alla consueta partita a biliardo contro il suo migliore amico. All’improvviso una folata di vento freddo, accompagnato dal tintinnio argentino delle campanelle che adornavano la porta, fece scivolare la stecca di Rhaegar, che mancò la palla. Il ragazzo non potè fare a meno di inveire, e alzando gli occhi il suo sguardo si soffermò sulle due ragazze appena entrate. Una la conosceva di vista, Margareth Poole, di qualche anno più piccola; aveva lunghi capelli castani, e occhi dello stesso colore. Seguiva il corso di Storia Moderna, e aveva fama di essere una svampita. L’altra le somigliava, al punto che sarebbe stato facile scambiarle per cugine: stesso colore dei capelli, stessa altezza. Gli occhi, Rhaegarr da quella distanza non avrebbe saputo dirne il colore, ma alla luce artificiale sembravano scuri. Entrambe le ragazze erano molto carine. Imprecò una seconda volta e si concentrò sul gioco.

– Ti va una partita a biliardo, Margareth?
Il barista mise sul bancone due tazze di cioccolata fumante, e Lyanna prese la sua, attenta a non scottarsi le dita.
– Credo che per ora sia impegnato, e non mi pare ci siano altri tavoli, – rispose l’amica, avvicinando con cautela il cucchiaino colmo di dolce alle labbra.
Lyanna le lanciò un’occhiata irriverente, e Margareth capì subito che l’altra non si sarebbe fermata davanti a nulla.
– Facciamo una cosa, – disse, – Aspettiamo dieci minuti. Se concludono, bene, altrimenti, – e qui, nella breve pausa ad effetto che precedeva la proposta indecente,  Margareth perse definitivamente le speranze di tornare al campus in tempi brevi, – Proponiamo di unirci alla partita.
Margareth non poté fare a meno di sorridere e annuire. Conosceva Lyanna Stark sin da bambina. Erano praticamente cresciute assieme nella tenuta degli Stark; i loro padri si frequentavano spesso per lavoro, e ancor più spesso per alimentare un’amicizia che aveva le basi in tempi che sembravano remoti. Margareth considerava Lyanna come una sorella, e tale era la somiglianza che in più di un viaggio studio le avevano scambiate davvero per parenti: erano scapestrate, intelligenti, a volte dei veri maschiacci. Si erano perfino strappate i capelli per lo stesso ragazzo; poi si erano rese conto che quel presunto vero amore preferiva flirtare con entrambe, piuttosto che sceglierne una, così erano andate a prenderlo a sberle, insieme, con grande sollievo da parte dei loro genitori.
 
Rhaegar stava osservando il tiro di Jon Connington, quando una delle due ragazze che gli avevano fatto perdere la palla gli toccò lievemente il braccio.
– Ciao, – sorrise la ragazza che non conosceva, – Mi chiedevo se potevamo unirci alla partita.
Il ragazzo rimase un attimo a guardarla fisso. Adesso che era così vicina si rese conto che le due non si somigliavano poi così tanto. Aveva gli occhi grigi, caldi. C’era, in quegli occhi, una tempra che raramente aveva visto in altre persone. La ragazza continuava a sorridere, incoraggiante, e finalmente Rhaegar si ricordò di doverle dare una risposta.
– Veramente si era detto solo uomini…
Il tono arrogante di Jon bloccò le parole di Rhaegar sul nascere. Avrebbe risposto sì, ma l’amico non gliene aveva lasciato il tempo. Aveva cominciato a blaterare qualcosa, scusandosi, ma la voce perentoria della ragazze lo mise a tacere di nuovo.
– Beh, siamo donne, non scimmie. Direi che, per quanto riguarda il genere, rientriamo perfettamente nella categoria.
Aveva parlato con voce calma, solo gli occhi tradivano un vago risentimento. Margareth Poole, invece, sembrava a stento trattenere una risata.
Jon abbassò la stecca, facendo un passo indietro. Sembrava adirato, e Raeghar non riusciva a capire il perché del comportamento dell’amico.
– Dai, Jon, è quasi Natale. Dopotutto giochiamo da più di un’ora!
– Lascia perdere, Rhaegar, – ribatté l’altro, in tono rassegnato. – Forse è meglio che vada a comprare qualcosa per i miei genitori.
Senza degnare i presenti di un’altra occhiata, andò a recuperare piumino e sciarpa, li indossò e sparì oltre la porta.

Margareth e Lyanna si guardarono, e quest’ultima si rivolse al ragazzo, desolata per come si erano svolti i fatti, – Mi dispiace…
– Rhaegar, mi chiamo Rhaegar. Jon è un po’ permaloso, – si scusò, poi. – Non farci caso.
Poi, resosi conto che ancora non sapeva il nome della ragazza che così tanto lo aveva colpito, le chiese come si chiamasse. Lyanna rispose, presentando Margareth, la quale, presa da un’improvvisa folgorazione, disse di aver perso tutto il pomeriggio. Alle occhiate curiose di Lyanna rispose dicendo che tornava al campus a studiare.
– Tu puoi restare, se vuoi. Cioè, – si corresse, – se non vuoi tornare adesso.
Rhaegar si ritrovò ad annuire, – Posso accompagnarti io, più  tardi. Non sono un maniaco, puoi fidarti!
Lyanna rise, e accettò. Margareth scomparve più veloce della luce, sperando di aver fatto la cosa giusta. In caso contrario i rimorsi le avrebbero impedito di studiare per ben più di un pomeriggio.
 
I due ragazzi si diressero verso il bancone. Decine di persone tornavano dal giro per negozi, molti avevano sacchetti colorati tra le mani.
– Oh mio Dio, guarda quanti pacchetti!
– Scommetto che muori dalla voglia di andare a fare del sano shopping…
– Ti sbagli, detesto fare regali. Sbaglio sempre, penso a quello che piace a me, e non quello che potrebbe piacere agli altri.
– Anche io. Ma credo che mio fratello si arrabbierebbe molto se non trovasse un pacco da parte mia, sotto l’albero!
– Anche i miei! Il Natale ci arriverà presto alla gola!
Rhaegar rise forte, poi la guardò di nuovo negli occhi, attingendo a quella strana forza che permeava la ragazza.
– Cioccolata calda?
– Sì, direi di sì.
 
 
Note:
Fanfiction partecipante all'iniziativa del Collection of Starlight Addobba l'albero con il COS!"
Parola:Cioccolata Calda
Prompt:Il Natale presto ci salterà alla gola – P. G. Wodehouse
Warning: AU
Fandom:Game of Thrones
Giorno:9/12/12
 
Meredith Poole è un personaggio originale. Gli altri, Connington, Elia, Rhaenys, Lyanna e Rhaegar sono di proprietà di G. R. R. Martin, e della emittente HBO, che ne detengono tutti i diritti.
Il titolo appartiene a questa canzone, e nella mia mente bacata, è associata con quest’altra. Le atmosfere natalizie si sprecano.

   
 
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