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Autore: harroldscurls    10/12/2012    4 recensioni
A volte mi capitava di chiedermi cosa fosse la felicità o se avessi mai avuto l’opportunità di essere felice. Probabilmente si, quando c’era ancora mio padre. Da quando se ne era andato tutto era cambiato. Mia madre era caduta in depressione e cercava di nasconderlo, ma non era brava a fingere. L’unico ad essermi veramente vicino era mio zio. Già, è grazie a lui che, io e la mia migliore amica, abbiamo avuto l’opportunità di realizzare il nostro sogno. La mia migliore amica si chiamava Antonella, ci conoscevamo da una vita e non so come avrei fatto senza di lei. Condividevamo quel sogno che coltivavamo da tantissimo tempo, che, finalmente, si realizzerà. Forse uno dei tanti motivi per cui piangevo era questo: sapere che tra meno di 24 ore avrei visto loro, i miei idoli. Quelle persone con cui sono cresciuta, tra lacrime e sorrisi. E non c’è cosa migliore di sognare con un’amica.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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May, 18 2013
 
 
 
 
“Chiara, stai tremando”
 
“Lo so, mamma, lo so”
 
Afferrai il telecomando –senza smettere di tremare come un cane bagnato- e cambiai canale. Pigiai quei tasti senza uno scopo.
 
“Che succede? Sei nervosa?” 
 
La fulminai.
 
“Sai che giorno è domani? Lo sai?”
 
Sgranò gli occhi e si avviò verso il calendario.
 
“Ah, già.. Il concerto”
 
“IL CONCERTO? Domani è il giorno in cui realizzerò il mio sogno e, ovviamente, non grazie a te” 
 
Sbattei la tazzina di caffè con violenza sul tavolino e mi rifugiai nella mia tana. Iniziai a piangere senza un perché, senza una ragione. A volte mi capitava di chiedermi cosa fosse la felicità o se avessi mai avuto l’opportunità di essere felice. Probabilmente si, quando c’era ancora mio padre. Da quando se ne era andato tutto era cambiato. Mia madre era caduta in depressione e cercava di nasconderlo, ma non era brava a fingere. L’unico ad essermi veramente vicino era mio zio. Già, è grazie a lui che, io e la mia migliore amica, abbiamo avuto l’opportunità di realizzare  il nostro sogno. La mia migliore amica si chiamava Antonella, ci conoscevamo da una vita e non so come avrei fatto senza di lei. Condividevamo quel sogno che coltivavamo da tantissimo tempo, che, finalmente, si sarebbe realizzato. Forse uno dei tanti motivi per cui piangevo era questo: sapere che tra meno di 24 ore avrei visto loro, i miei idoli. Quelle persone con cui sono cresciuta, tra lacrime e sorrisi. E non c’è cosa migliore di sognare con un’amica. Mi asciugai il volto e presi il mio amato blackbarry con l’intento di chiamarla.
 
“Pronto?”
 
“AMOREEEE MIOOOOOO”
 
“EEEHY DARLIN’!”
 
“Sei pronta? Hai preparato le valigie?”
 
“Emh..Veramente ti stavo per chiamare perché non so cosa portare. Devo essere affascinante agli occhi di Lou domani” 
 
“Ahaha, sei bellissima, ti noterà anche con la merda addosso”
 
“OOOW, questi attacchi di sdolcinatezza?”
 
“Io sono sempre stata dolciosa, taci”
 
“..E’ stato bello finché è durato”
 
“Ahaha, stronza. Comunque ora passo da te a darti una mano, okay?”
 
“Okay babe, ti aspetto”
 
“Ciao honey”
 
Presi la valigia che avevo preparato il giorno prima e la trascinai fino al salotto dove trovai mia madre che parlava al telefono con mio zio. Sicuramente si organizzavano per domani.
 
“Dove vai con quella valigia?”
 
“Da Anto, rimango a dormire la”
 
“Va bene”
 
“Ciao mà”
 
Non mi rispose, nemmeno con un ‘ciao’ o un ‘a domani’. Nulla. Chiusi la porta e mi avviai a casa sua. Erano le cinque di pomeriggio, ma sembrava mezzogiorno. Antonella abitava vicinissimo a me, però non avevo alcuna voglia di camminare con quel caldo. Dopo all’incirca cinque minuti arrivai alla sua villona (l’unica villa della città) dove, dal balcone, spuntò il suo faccino dolce e coccoloso. Scese e mi abbracciò come se non mi vedesse da una vita.
 
“Help me, please”
 
“Sono venuta per questo!”
 
“Entra suu” 
 
Mi trascinò fino alla sua camera, dove mi aspettava un mucchio di panni sparsi dappertutto.
 
“Che c’è stata la terza guerra mondiale qui?”
 
“Ah-Ah spiritosa..AIUTAMI!”
 
Iniziò a farmi vedere gonne, pantaloni, jeans, gilet e maglie di tutti i tipi e colori. 
 
“Domani ci mettiamo la nostra maglia, capito?”
 
“Ovvio! Con sotto gli short.. Li hai portati ,vero?”
 
“Certo che si!”
 
“Sono super eccitata, AW”
 
“Siamo in due” 
 
Abbassai lo sguardo
 
“Emh.. Che succede?”
 
“Nulla, nulla..”
 
“Cazzo, Chiara. Non fingere con me. Ti conosco benissimo. Dimmi cos’hai”
 
“E’ che..”
 
Non finii di parlare che mi squillò il telefono.
 
“Pronto? Chi è?”
 
Nessuna risposta.
 
“Pronto? Prontoooo?”
 
“Lascia stare, probabilmente è mio fratello che si diverte con il telefono nuovo”
 
“Va bene”
 
Riattaccai.
 
“Bene, ora dimmi cos’hai”
 
“Mah, nulla.. Sono ansiosa per domani..”
 
“E..?”
 
“E nulla! Li vedremo, vedremo quei cinque volti che fino ad ora siamo riuscite a vedere solo tramite un computer.. Ma non cambierà nulla domani.. Sarà un giorno come oggi..”
 
“Cosa stai dicendo? Domani sarà il giorno più bello della nostra vita! Cambierà, amore, fidati di me”
 
Squillò di nuovo il telefono, ma stavolta per un messaggio: “Non smettere di crederci. –L”
 
“Oh mio dio!”
 
“Che succede??” 
 
Domandò preoccupata.
 
“Leggi..” 
 
Le porsi il cellulare davanti la faccia e mi guardò con aria interrogativa.
 
“E’ lo stesso che ti ha chiamata?”
 
“Non lo so, è firmato ‘–L’..”
 
“E’ sicuramente mio fratello che ci spia dalla sua camera, stai tranquilla”
 
“Okay..”
 
Mi tranquillizzai e riprendemmo a mettere in ordine quella camera, che tutto era tranne una camera. Passarono le ore tra le chiacchiere e le risate, quando arrivò l’ora di cena, che decidemmo di passare in camera. Ogni tanto mi perdevo a guardare il muro di quella stanza, pieno di foto e poster dei nostri idoli e solo al pensiero che li avremmo incontrati avevo la pelle d’oca.
 
“Ma ti senti ancora con coso, quello lì.. Come si chiamaa?”
 
“Davide?”
 
“Sisi, lui!”
 
“Ogni tanto ci scriviamo o usciamo, ma nulla di che”
 
“WAAAAAAAAU. Nulla di che? Io non ho una relazione da decenni”
 
“Peccato, non sanno cosa si perdono!”
 
“Taci”
 
Disse facendo un movimento abbastanza strano con il braccio.
 
“Comunque meglio se andiamo a dormire,  è tardi”
 
“Ma sono le nove e mezza!”
 
“Sh, dobbiamo svegliarci presto domani mattina!”
 
“A che ora passa tuo zio?”
 
“Alle sei”
 
“Okay, metto la sveglia per le cinque”
 
“Brava, buonanotte piccola”
 
“Buonanotte”
 
Gli stampai un bacio sulla guancia a mi appollaiai sul letto di fianco al suo, che per tutte le volte che ci avevo dormito era diventato di mia proprietà. Cercai di addormentarmi, ma senza successo. Pensavo a cosa sarebbe successo tra poche ore. Mi rassicuravo dicendo tra me e me che non si accorgeranno mai della nostra esistenza, ma esistono per questo i sogni, no? Per far diventare reale ciò che non potrà mai esserlo. Mi piaceva sognare, sognarmi tra le braccia dei miei idoli, sognare di cantare le loro canzoni davanti ai loro occhi. Praticavo canto da molti anni e me la cavavo abbastanza. Lo diceva mia madre, anche se non ho mai cantato davanti a lei per rifiuto mentale. Probabilmente mi sentiva mentre facevo la doccia. Lei per me è un adulto come tanti, non mia madre. Lei è quell’adulto che ha cacciato mio padre di casa senza dargli spiegazioni. Ero piccola, ma non ero tanto ingenua da credere a tutte le sue cazzate. Un altro adulto aveva conquistato il suo cuore e lei si era illusa talmente tanto da arrivare al punto di avere la consapevolezza di iniziare una relazione seria con quella persona, ma fallì. Si lasciarono dopo dieci giorni e lei rimpianse mio padre per moltissimo tempo. Non le portavo rispetto, non lo meritava. Era solo un adulto come tanti, ed io solo una bambina che si sentiva moralmente sola. Poi conobbi loro, persone lontane che mi cambiarono nettamente la vita. Vivevo per loro, non più per gli adulti. Entrò anche Antonella nella mia vita, quella strafiga con cui ho trascorso la parte più bella della mia vita. In quel momento ero lì, a tremare per l’ansia, su quel letto. Una lacrima mi rigò il viso e, finalmente, riuscii ad addormentarmi.
  
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