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Autore: Dreamersan    12/12/2012    2 recensioni
Angel guarda lo specchio, lo sfiora con la punta delle dita, ma come ogni giorno continua a non vedere nulla...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Erano le tre del pomeriggio quando di malavoglia mi costrinsi ad alzarmi.

Scostai le coperte dal corpo e poggiai i piedi per terra, afferrando i pantaloni piegati su una sedia lì accanto.

Stropicciandomi gli occhi mi diressi verso il bagno, accesi la luce e aprii il rubinetto argentato.

Dopo un attimo, l'acqua fredda iniziò a scorrere veloce e chiudendo le mani a coppa, me la buttai sul viso, lasciando che quelle piccole gocce gelide scivolassero leggere lungo il mio collo e che si impigliassero fra i miei capelli come la rugiada sull'erba.

Alzai il capo e i miei occhi si scontrarono con la liscia superficie dello specchio.

Ciò che vidi, o sarebbe meglio dire che non vidi, non mi piacque affatto e i miei occhi si rabbuiarono.

Non avevo mai voluto avere specchi nella mia stanza, certo, non mi sarebbe costato niente piazzarne uno in un angolino, ma non volevo.

Ben pochi avrebbero potuto capire cosa significasse guardarsi ogni giorno allo specchio e non vedere nulla…

Già nulla, neppure il fantasma di un'ombra.

Gli specchi...

Quei semplici oggetti, reperibili un po' ovunque, erano in grado di mostrare la realtà effettiva delle cose.

Tutto ciò che realmente esisteva vi si rifletteva ed io, non mi riflettevo.

E la cosa peggiore probabilmente era sapere il perché; infatti, ero fin troppo cosciente di non far parte di quella realtà, della vita.

Non c'era nessun battito del mio cuore a scandire il tempo né alcun respiro, non c'era niente, solo silenzio.

Un maledetto silenzio che spesso aveva rischiato di farmi impazzire, che a volte ero convinto, avrebbe portato le mie orecchie a sanguinare.

Inclinai la testa leggermente di lato, come se con quel gesto sarebbe potuto cambiare qualcosa.

Come sarebbe apparso il mio viso dopo tutti questi anni?

Anche se l'avessi visto, probabilmente non l'avrei riconosciuto.

Come essere umano ero stato fiero di aver l'aspetto che avevo, mi ero sempre considerato bello, sapevo di esserlo e le mille ragazze che erano state scaldate dalle mie braccia non avevano fatto altro che rafforzare la mia convinzione.

E poi era arrivata Darla, fingendosi preda indifesa e premendo le sue fredde labbra contro il mio collo caldo, mi aveva dannato e da allora ero diventato Angelus.

La mia crudeltà col passare degli anni, come un'ombra nelle ultime ore di sole, aveva avvolto l'intera Europa e non c'era stato un vampiro che non avesse conosciuto il mio nome.

Spesso, nelle cronache, ero stato definito come "quello dal volto angelico".

Quante vittime avevo sedotto prima di mutilarle senza alcuna pietà?

Tutte quelle urla e…

Chiusi il rubinetto e l'acqua smise di scorrere.

Poggiai entrambe le mani sul lavandino, come se le mie gambe da sole, non fossero più in grado di reggermi.

Poi alzai un braccio e timidamente sfiorai lo specchio dove, immaginavo ci sarebbero potuti essere i miei occhi.

Già, i miei occhi, anche quelli sarebbero stati simili a quelli di un vecchio?

Non lo sapevo e non lo potevo sapere, ma come ogni pomeriggio avevo voglia di ridurre quel maledetto oggetto in frantumi e di colpirlo, colpirlo fino a farmi sanguinare le mani.

E allora, quando avrei avuto le mani grondanti di sangue, sarebbe comparso qualcosa?

Mi sforzavo di agire come un essere umano, di vivere come un essere umano, ma in fondo non ero che uno dei tanti vampiri che di notte mi ostinavo ad uccidere e lo specchio me lo confermava ogni giorno.

E allora perché continuare a combattere?

Perché continuare a vivere quando si è coscienti di non esistere?

Non avevo una risposta neppure per questo, ma sapevo che avrei continuato la missione e avrei lottato per proteggere gli indifesi.

Sarei rimasto nell'ombra e avrei fatto quel che dovevo fare e forse un giorno, avrei avuto la mia ricompensa.

Forse un giorno sarei stato in grado di guardarmi allo specchio senza tristezza e rabbia, come un essere umano e allora anche quel semplice oggetto inanimato sarebbe stato costretto a riconoscere la mia esistenza.

 

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Salve a tutti, spero che questa breve oneshot, scritta senza tante pretese, vi sia piaciuta :)

Questa fanfiction nasce da una battuta che Angel fa nella prima stagione di Buffy, dove dice che non augurerebbe a nessuno di guardarsi ogni giorno allo specchio e non vedere nulla.

Partendo da queste parole pronunciate con tristezza, ho provato ad immaginare i pensieri del nostro bel vampiro anche in questa determinata situazione e così eccomi qui.

Credo che la storia si possa collocare più o meno fra la prima e la seconda stagione di Angel in quanto come avrete potuto notare dal finale si intravede un barlume di speranza dato dalla profezia Shanshu.

Ringrazio in anticipo chi leggerà e chi eventualmente deciderà di lasciarmi un piccolo commento ;)

Alla prossima ;)


 

 

   
 
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